Huddle Magazine
 

OFFSEASON REPORT - 1 - 2 - 3 - 4 - 5



OFFSEASON REPORT
by Matteo Gandini

 

LA GIOSTRA DEI COACH: Al contrario del mercato dei giocatori, che deve ancora entrare nel vivo, il valzer delle panchine NFL è già terminato, e a due sole settimane dalla conclusione della stagione si sa già chi sarà il coach per la prossima stagione di tutte le squadre NFL. 
Durante i playoffs, le prime panchine a saltare erano state quelle dei Jaguars, dei Cowboys e dei Bengals. Mentre, a Dallas, già da alcune settimane si parlava del possibile rientro di Bill Parcells, che poi effettivamente è diventato il quinto coach della storia dei Cowboys, il proprietario dei Jaguars Wayne Weaver ha deciso di sostituire Tom Coughlin, che era head coach di Jacksonville dalla sua nascita, con l’ex linebacker Jack Del Rio, per cui si tratta del primo posto di capo allenatore della carriera. Anche Cincinnati ha deciso di assumere un allenatore di stampo difensivo, dando all’ex defensive coordinator dei Redskins (nonché creatore della storica difesa dei Ravens) Marvin Lewis la prima meritatissima opportunità da head coach.
Quello che nessuno si aspettava succedesse realmente, anche se in realtà voci al riguardo giravano da tempo, è il divorzio tra i 49ers e Steve Mariucci. La dirigenza di San Francisco, e in particolare il presidente John York e il general manager Tom Donahue, ha dato il benservito al coach nativo del Michigan sulla spinta emozionale della brutta sconfitta contro i Buccaneers nei playoff e citando alcune non meglio precisate “differenze di filosofia”. Inutile a dirsi, Mariucci ha subito attirato l’interesse delle altre franchigie NFL in cerca di un coach, tanto che il presidente dei Lions Matt Millen, che pochi giorni prima aveva praticamente garantito che il coach di Detroit nel 2003 sarebbe stato Marty Mornhinweg (si, quello stesso Mornhinweg capace di vincere il sorteggio del supplementare contro Chicago e decidere di dare la palla agli avversari), ha annunciato il licenziamento del suo capo allenatore, pochi giorni dopo quello di Mariucci.
Un caso? Ovviamente no. Millen ha giustamente intuito che l’ex coach dell’università di California non avrebbe resistito all’offerta di allenare la squadra del suo stato, nonostante i propositi di Mariucci di prendersi un anno “sabbatico” e dedicarsi alle telecronache. 
La mossa di Millen, che ha dato il benservito a Mornhinweg già con in mente Mariucci, non è piaciuta tanto ai due avvocati Cyrus Mehri e Johnnie Cochran (quello stesso Johnnie Cochran che difese O.J. Simpson ai tempi del famoso processo per omicidio). Sotto le spinte di un comitato guidato dai due legali, la NFL aveva introdotto poco tempo fa una regola che obbliga le squadre in cerca di un nuovo capo allenatore a tenere un colloquio con almeno un candidato appartenente ad una minoranza etnica; in realtà, Millen aveva allungato ad alcuni coach di colore, tra cui Dennis Green, l’invito per un colloquio, ma tutti avevano rifiutato perché già si sapeva che l’unico obiettivo dei Lions sarebbe stato Mariucci. Tuttavia, secondo Mehri e Cochran, Detroit non avrebbe dovuto lasciar trasparire così chiaramente di essere interessata al solo Mariucci, e comunque se avesse cercato meglio avrebbe trovato qualche allenatore di colore disposto almeno ad un colloquio. Il risultato è che, se i due avvocati saranno ascoltati, i Lions potrebbero essere multati dalla lega sotto forma di denaro o future scelte del draft.
Più aderente alle regole il processo di selezione dei 49ers. San Francisco ha preso in considerazione tre “finalisti”, due dei quali di colore, tutti al momento defensive coordinator e tutti nomi non particolarmente di spicco. Poi, quando sembrava che l’assistente dei Jets Ted Cottrell fosse vicinissimo alla nomina di head-coach dei Niners, York e Donahue hanno fatto un passo indietro, e sono andati a “ripescare” un allenatore universitario, quel Dennis Erickson che alla sua prima esperienza NFL, con i Seahawks, aveva tutt’altro che impressionato positivamente. Anche se Erickson ha un curriculum notevolissimo a livello di college, con due titoli nazionali vinti ai tempi di Miami e alcune buone stagioni a Oregon State, molti nella baia si chiedono se Erickson sia l’uomo giusto per riportare in alto una delle squadre più vincenti di sempre nel football professionistico.

LO SFOGO DI VANDERJAGT: Ha destato scalpore, due settimane fa, un’intervista rilasciata ad una TV canadese dal kicker dei Colts Mike Vanderjagt. Vanderjagt ha detto che sia il capo allenatore di Indianapolis Tony Dungy che il quarterback Peyton Manning dovrebbero dimostrare una maggiore emotività, e che entrambi sono troppo “morbidi” per avere successo, soprattutto nei playoffs. Le dichiarazioni di Vanderjagt hanno suscitato scalpore soprattutto perché uscite dalla bocca di un kicker, ruolo che in genere non gode di molto rispetto all’interno della lega; molti critici, infatti, piuttosto che concentrarsi sulla veridicità delle affermazioni, hanno ribadito che i commenti avrebbero avuto un peso completamente diverso se fossero arrivate, ad esempio, da Edgerrin James o da Marvin Harrison.
Le risposte di Dungy e di Manning non si sono fatte attendere. Durante una trasmissione radiofonica, l’ex coach dei Buccaneers ha sottolineato che, quantomeno, il kicker non avrebbe dovuto esprimere pubblicamente le sue opinioni, e ha detto: “Se Mike davvero pensa questo, forse dovrebbe giocare da un’altra parte, e se è questo che vuole, vedremo di esaudire presto i suoi desideri”. Molto meno pacato Manning, che al microfono di Lynn Swann durante la diretta nazionale del Pro Bowl ha definito Vanderjagt “un buon kicker, ma un idiota che si è ubriacato e ha parlato a vanvera”.
Nei giorni successivi, pare che i tre abbiano parlato e chiarito la situazione, ma il futuro di Vanderjagt, che è il calciatore più preciso nella storia della lega, ma che lo scorso anno ha avuto la peggior stagione della carriera, è incerto. Tuttavia, se Indianapolis dovesse decidere di liberarsi del suo kicker, questo diventerebbe il migliore nel suo ruolo a testare il mercato dei free-agents, e non dovrebbe avere problemi nel trovare una lucrativa alternativa ai Colts.

ELAM RINNOVA: A proposito di kicker, la scorsa settimana i Denver Broncos hanno rimesso sotto contratto il loro calciatore Jason Elam, per 5 anni. Elam, che sarebbe stato il principale rivale di Vanderjagt sul mercato e che lo scorso anno aveva firmato un contratto da un anno con i Broncos pensando di andarsene al termine della scorsa stagione, è uno dei kicker più precisi della lega, e di sicuro vale, a livello assoluto, i 9 milioni di dollari che riceverà da Denver nelle prossime 5 stagioni (compresi 2 milioni e 600 come bonus alla firma, il più alto mai pagato ad un kicker).
La mossa sorprende, però, se si pensa che i Broncos sono già abbondantemente sopra al tetto salariale per la prossima stagione, e che, nonostante ciò, uno dei loro principali obiettivi per la off-season è acquisire un nuovo QB. Sembra infatti sicuro che Brian Griese verrà presto tagliato, e Denver cercherà sul mercato dei free-agent il successore all’ex giocatore dell’università di Michigan. Il QB più interessante sul mercato, salvo tagli imprevisti, sarà il titolare dei Cardinals Jake Plummer, che è in scadenza di contratto. L’ex stella di Arizona State non ha mai mantenuto in pieno le promesse che hanno accompagnato il suo arrivo a Phoenix, e non si sa fino a quanto i Cardinals saranno disposti a spendere per la sua conferma. Di certo, però, Plummer non si accontenterà di uno stipendio “minore”, e se lo vorranno nelle loro file per il 2003 i Broncos dovranno di certo trovare un bel po’ di spazio sotto il tetto salariale.

STELLE CADENTI: Infine, in una off-season che non vede nomi particolarmente illustri sulla lista dei free-agents ( i giocatori più di spicco sono, oltre a Plummer, David Boston dei Cardinals, Hugh Douglas degli Eagles, e Takeo Spikes dei Bengala), due delle vicende più interessanti da seguire riguardano due RB con una “discreta” storia alle spalle.
Il primo è Emmit Smith, che dopo una stagione che lo ha visto superare il record di yards guadagnate in carriera, che apparteneva a Walter Payton, potrebbe lasciare i Cowboys. Il proprietario della squadra di Dallas Jerry Jones ha infatti dichiarato che Smith rimarrà nel Texas soltanto se accetterà un notevole taglio di stipendio, oltre il fatto di scendere in campo come riserva nel 2003. Smith, che durante la stagione da poco conclusa si è più volte lamentato pubblicamente del poco utilizzo, non ha ancora annunciato le sue intenzioni, ma è molto probabile che prima di accettare l’offerta dei Cowboys darà un’occhiata in giro, per vedere se c’è qualcuno disposto ad offrire ad un RB con 14 anni e 17162 yards sul “contachilometri” un’esperienza da titolare.
Il secondo è Terrell Davis, l’ex stella dei Broncos la cui carriera è stata più volte interrotta da una serie di operazioni ad entrambe le ginocchia. Davis ha saltato tutta la stagione 2002 dopo aver subito un particolare intervento chirurgico al ginocchio destro, e ha detto di voler tentare un ulteriore rientro, se le sue condizioni fisiche glielo permetteranno. Tuttavia, con i Broncos abbondantemente sopra il tetto salariale e decisi ad affidarsi per l’immediato futuro alla matricola dell’anno Clinton Portis, Davis dovrà accontentarsi di un contratto con un basso stipendio base e molti incentivi, a meno che non voglia provare a tornare alla NFL al di fuori della “Mile High City”.