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WEEK 7



WEST DIVISION
by Massimo Foglio

SAN FRANCISCO - CHICAGO 31-37 (OT)

Al terzo overtime della stagione i 49ers ci lasciano le penne, e nella maniera piu' brutta (e incredibile): lasciandosi rimontare un cospicuo vantaggio nel quarto periodo e subendo un ritorno di intercetto in overtime.
I Bears si preparavano ad ospitare San Francisco sperando, con una vittoria, di ottenere la miglior partenza di campionato dal 1990, ma per tre quarti ed un pezzo sembrava piuttosto che la partita fosse la definitiva chiusura del periodo di ricostruzione dei Niners e l'apertura di nuove stagioni di successi.
Era la difesa californiana a farla da padrone, proprio in casa di una delle migliori della stagione sin qui giocata, e lo score veniva aperto proprio da un ritorno di fumble di Peterson, prima scelta 2000, che sfruttava una tremenda botta assestata a Jim Miller da Bryant Young. I Niners raddoppiavano con un passaggio al TE Swift dopo un perfetto drive da 85 yards.
Intanto Jim Miller, fino a quel punto scarsamente incisivo, si infortunava e lasciava il posto a Shane Matthews in cabina di regia per gli orsi, e qualcosina cambiava. Dopo aver segnato i primi due punti a meno di due minuti dall'halftime grazie ad un regalo del centro avversario che mandava uno snap direttamente fuori dalla end zone, Matthews copriva tutto il campo in poco piu' di un minuto, trovando poi in end zone Damon Sheldon per il 14-9 che sembrava riaprire la partita.
Al rientro in campo erano pero' i Niners a prendere l'iniziativa, ed al terzo gioco del secondo tempo Garrison Hearst riceveva un pallone corto e lo trasformava in un TD da 60 yards. Ordinatamente Matthews riportava sotto i suoi, ma giunto sulle 10 avversarie lanciava un sanguinoso intercetto che Bronson riportava per ben 97 yards. Sul 28-6 a meta' terzo quarto la partita sembrava chiusa, ma i Bears non si davano per vinti, rispondendo subito con un touchdown di Thomas che riduceva lo scarto a 28-13. Uno scambio di Field goals portava le squadre sul 31-16 a 7 minuti dal termine dell'incontro, e da qui cominciava la riscossa dei padroni di casa.
Shane Matthews conduceva perfettamente due drives vincenti, entrambi conclusi con un passaggio da TD per il rookie Terrell. La trasformazione da 2 sul secondo TD, peraltro vivacemente contestata dagli ospiti, con 16 secondi da giocare impattava il punteggio e mandava le squadre all'overtime.
Nel supplementare accadeva l'inverosimile: San Francisco vinceva il sorteggio e prendeva palla per quello che sembrava dover essere il terzo drive vincente della stagione in overtime per i Niners. Garcia, fin qui non eccezionale, ma preciso (21/29 per 269 yds e 2 TDs), lanciava un buon pallone a Terrel Owens. Owens droppava malamente la presa e l'ovale finiva dritto dritto nelle mani del cornerback avversario Mike Brown, che ringraziava e correva indisturbato in touchdown scatenando il pandemonio in campo e sugli spalti.
Per San Francisco un brusco risveglio che, unito alla vittoria di New Orleans, complica un po' le cose per quanto riguarda l'obiettivo wild card.

  ST.LOUIS - NEW ORLEANS 31-34

Stupido? Incredibile? Come definire il modo in cui i Rams hanno perso questa partita? Ancora una volta i Saints si presentano al Dome di St.Louis e
tornano a casa con il bottino pieno, costringendo i Rams alla resa alla settima partita per il terzo anno consecutivo (la partenza 7-0 continua a restare un tabu') ed infliggendo la prima sconfitta a Kurt Warner la prima sconfitta casalinga da starter.
E proprio Kurt Warner e' l'imputato numero uno, assieme a coach Martz, per questa sconfitta, inaspettata piu' nel modo in cui e' maturata che non per il valore delle squadre in campo. Quattro intercetti sono decisamente troppi, considerato anche che la linea difensiva dei Saints e' stata ottimamente contenuta da quella offensiva dei Rams, per cui Kurt ha avuto tutto il tempo del mondo per scegliere il proprio obiettivo e colpirlo con l'accuratezza che lo contraddistingue.
Fanno quindi specie i lanci su Prohel in tripla copertura (intercetto) o sullo screen con un uomo di linea nel bel mezzo della traiettoria (intercetto), o i lanci fuori misura a Holt e Bruce nel profondo. E dire che dopo pochi minuti di partita tutti si preparavano ad assistere all'ennesimo show dell'attacco di St.Louis, supportato da una splendida difesa. Martz apriva subito la borsa dei trucchi con un'altra variante dell'end-around che Hakim corre abitualmente: la scorsa settimana era stata la volta del lateral a Canidate, mentre questa settimana Hakim si esibisce in un perfetto passaggio su Bruce in corner per 51 yards, reminiscenza del suo passato da QB in High School.
Ancora storditi dal trick play, i Saints perdono subito la palla grazie ad un bel placcaggio di Davis su Cleeland che causa il fumble di quest'ultimo. 5 giochi piu' tardi e' Conwell, nell'insolita veste di runner, a portare i Rams sul 14-0.
La difesa sale in cattedra e limita i Saints ad un field goal, ed e' ancora St.Louis a mettere punti in carniere con una bella corsa di Trung Canidate su un quarto e goal dalla una yard: 21-3 e partita saldamente nelle mani dei padroni di casa.
Il primo campanello d'allarme viene da Jeff Wilkins, che sbaglia di un niente il suo primo field goal da due anni a questa parte, ed in una partita persa di tre punti si capisce come alla fine il rammarico sia doppio. Prima della fine del tempo Carney calcia ancora un field goal e Wilkins gli risponde con una bomba da 54 yards per farsi perdonare l'errore precedente, cosi' le squadre vanno al riposo sul 24-6 per i Rams.
Nello spogliatoio Martz probabilmente considera chiusa la partita (e con lui molti giocatori di St.Louis), mentre Haslett sprona i suoi (anche con parole di dubbio gusto) ottenendo l'effetto voluto.
Il terzo quarto dei Saints e' di quelli da ricordare: 25 punti tutti in un colpo a tramortire gli avversari. E' Joe Horn a dare inizio alle danze con una ricezione da 46 yards dove due Mc Cleon effettua un perfetto blocco su un suo compagno di squadra per liberare il ricevitore avversario e permettergli di correre intoccato in end zone. Un minuto dopo e' Carney a mettere altri tre punti in carniere dopo che Warner si e' fatto malamente intercettare sulle proprie 16 yards. In questa occasione, grande prestazione della difesa ei Rams che limita i danni a soli tre punti.
Ma non e' finita, perche' Dre' Bly ritorna il kickoff seguente e perde il pallone, recuperato dai Saints sulle 18 offensive. Ancora Joe Horn si occupa di portare i suoi sul 24-22 (trasformazione da due fallita). I Rams sono allo sbando: Warner entra ed esce dopo soli tre giochi, ed il punt conseguente non percorre piu' di trenta yards. Brooks rientra giusto in tempo per mandare Willie Jackson in touchdown con un perfetto lancio di 49 yards che coglie la secondaria dei Rams totalmente fuori posizione. La trasformazione da due fallisce ancora, e prima che il quarto finisca Carnei aggiunge altri tre punti per il 31-24 che lascia attoniti tifosi e giocatori dei Rams.
Warner si ricorda di essere stato l'MVP del 1999 ed imbastisce un perfetto drive che porta Holt a segnare il TD del 31-31. E' poi compito della difesa fermare il successivo drive dei Saints, compito riuscito alla perfezione. I Rams hanno la palla e l'occasione di mangiarsi il tempo rimanente per arrivare a segnare i punti della vittoria senza lasciare tempo agli avversari. Ma l'ennesimo turnover e' in agguato: Canidate porta un buon pallone ma commette l'errore di non proteggere il pallone nel tentativo di guadagnare una yard extra dopo il placcaggio. Il risultato e' disastroso: fumble recuperato da Oldham e riportato fino alle 36 yard dei Rams. I Saints non riescono a mangiarsi tutto il tempo come desiderato e si trovano a calciare un field Goal appena dopo il two minutes warning, ma ci pensa ancora Dre' Bly. Sul tentativo di Field Goal scatta in netto anticipo bloccando il field goal, ma commettendo anche una penalita' di offside che regala il primo down ai Saints. New Orleans ringrazia, si inginocchia tre volte e calcia il field goal della vittoria con un secondo sul cronometro.
Martz ha palesemente sottovalutato gli avversari, credendo di averli sconfitti dopo soli due minuti di gioco. E' comunque inspiegabile come abbia potuto sottovalutare un avversario che gia' lo scorso anno aveva avuto la meglio per ben due volte su tre. Si potrebbe dire che i Rams hanno battuto se' stessi con ben 7 turnover, ma la verita' e' che se c'era una squadra determinata e grintosa in campo questa era proprio New Orleans, che ha colto un successo meritato soprattutto per la caparbieta' con cui l'ha ottenuto. Ed ora le cose per i Rams si complicano un po' in prospettiva "home field advantage" (anche perche' si dovrebbe pensare prima a vincere la division, tanto per cominciare) e la sosta non puo' fare che bene, per raggruppare le idee e ricominciare da zero.
I Saints tornano ampiamente in corsa per il titolo delle division quando solo una settimana fa sembravano, se non spacciati, chiaramente in difficolta'.

  NY JETS - CAROLINA 13-12

Coma profondo: e' lo stato in cui si trovano i Carolina Panthers che non riescono nemmeno a trarre vantaggio da una prestazione sotto la media di Testaverde (tre intercetti) per vincere una partita bruta e mal giocata su entrambi i fronti.
Un paio di big plays difensivi nel primo quarto sono le uniche due occasioni in cui le squadre varcano la goal line avversaria, e poi e' solo una battaglia tra i kickers, con i Jets che hanno la meglio grazie al punto addizionale sbagliato dai Panthers ad inizio partita.
Ma se Testaverde non ha certamente impressionato, che dire di Chris Weinke? Il "vecchio" rookie, in piena involuzione rispetto al buon inizio di stagione, ha fatturato un miserrimo 12/34 per sole 76 yards, condendo la prestazione con un solo intercetto ma di quelli che lasciano il segno, poiche' e' proprio da quell'intercetto che i Jets hanno costruito il drive che li ha portati al FG della vittoria.
La difesa dei Panthers non ha affatto demeritato, ma con un attacco che non riuscirebbe a muovere il pallone nemmeno se gli avversari giocassero in nove, il compito diventa gravoso, e stare in campo per ben 36 minuti non giova certo alla freschezza ed alla lunga durata del reparto. Sono i Jets ad aprire le danze, o almeno cosi' pare perche', arrivati sulle dieci yards offensive, Testaverde trova Richie Anderson per quello che sembra essere il TD del 7-0. In effetti cosi' e', ma il 7-0 e' in favore dei Panthers, perche' Dean Wells gli strappa il pallone dalle mani che il cornerback Rashard Anderson raccoglie e riporta in touchdown dopo una corsadi 96 yards. I Panthers sono talmente sorpresi di essere in vantaggio che John Kasay colpisce il palo con il calcio di trasformazione, e questo punto mancato pesera' in maniera definitiva sull'esito finale dell'incontro.
Verso il termine del primo quarto Todd Sauerbrun si fa bloccare il primo punt della sua carriera. Donald Hayes e' lesto a recuperare il pallone ed a riportarlo in TD. Hall non sbaglia e fa 7-6 per i Jets. Da qui in poi le end zones rimarranno inviolate, ed il gioco latitera' non poco. Sono ancora i Jets a mettersi nelle condizioni di segnare verso la fine del secondo quarto, ma ancora una volta i Panthers ribaltano la situazione. Un passaggio di Testaverde, che avrebbe dato ai Jets un'ottima posizione di campo per mettere a segno un field goal, viene intercettato da Doug Evans, che riporta l'ovale fino alle 27 avversarie con due secondi sul cronometro. Tocca quindi a Kasay portare i suoi sul 9-7, e con questo punteggio le squadre vanno all'intervallo.
Nella seconda meta' la situazione non cambia granche'. Un'altro intercetto di Testaverde mette i Panthers in condizione di allungare sul 12-7 grazie ad un altro Field Goal di Kasay, ma i Jets rispondono subito con Hall. Nel quarto quarto ancora Hall porta in vantaggio i Jets sul 13-12 con piu' di cinque minuti da giocare ma i Panthers, complice anche un brutto drop di Walls su un cruciale terzo e quattordici, non riescono ad avanzare abbastanza per tornare in vantaggio.
Si chiude cosi' con un'altra sconfitta per i Panthers, relegati oramai a ruolo di Cenerentola della NFC, ora che Dallas e Washington sono riuscite nell'impresa di vincere un'altra partita

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