DALLAS 24 - NY GIANTS 27 (ot)

Finalmente i Giants indovinano una rimonta e lo fanno in overtime, a spese dei (si
fa per dire, ok?) poveri Cowboys, crollati dopo aver dominato il primo tempo di gioco.
Farà piacere agli appassionati di vecchia data, ai tifosi storici, sapere che l'eroe della partita, il match-winner è stato il "pensionabile" kicker Morten Andersen, ancora capace, dopo 20 anni, di fare la differenza.
Come detto, nella prima parte della gara Dallas ha sorpreso i padroni di casa, soprattutto grazie ad una difesa che ha ricordato i fasti della gloriosa "Doomsday-Defense" dei gloriosi anni 70.
Infatti, sul 3-0 Cowboys, gli uomini di Jim Fassel sembravano aver imboccato la strada (scusate: auto-strada!) dell'auto-distruzione.
Comincia il de Byron Frisch, che placca Kerry Collins e lo costringe ad un fumble che viene riportato sino alle 15 yds offensive dal compagno Brandon Noble: due giochi dopo Clint Stoerner, alla sua seconda partita da titolare, trova in meta Joey Galloway con un lancio da 16 yds: 10-0. I
Giants tornano in attacco ma passano solamente 47 secondi prima che il loro drive si interrompa ancora: questa volta il fuoriclasse lb Dexter Coackley (per la seconda volta in due settimane!) anticipa il te Dan Campbell, intercetta Collins e ritorna la palla in meta con una travolgente corsa di 29 yds.
Sul 17-0, New York trova finalmente la forza di reagire e grazie ed un bel td pass di Collins (oggi protagonista assoluto, nel bene e nel male) per il lungo Jurevicius.
Ma prima dell'intervallo lo stesso Collins si fa intercettare per la seconda volta e di nuovo il pallone, catturato dal giovane cb Mario Edward, viene riportato in meta, con un clamoroso ritorno da 71 yds: 24-7.
Sembra finita, e invece nella ripresa i Giants, sostenuti dal pubblico di East Rutherford, scendono in campo molto più concentrati e mettono assieme la rimonta più bella dai tempi di Phil Simms.
Guidata dall'all-pro Michael Strahan (con 14 sack sempre più lanciato verso il record di Gastineau, che resiste dall'84), la difesa bianco-blu si fa finalmente sentire e Dallas non riesce più a segnare nemmeno un punto: basti pensare che il povero (anche qui si fa per dire) Stoerner viene intercettato 4 volte e quindi sostituito (ribadisco il concetto: per disperazione!) dal neo-acquisto Ryan Leaf, che ovviamente non combina nulla di buono.
Dopo che Collins (24 su 34 per 280 yds, 3 mete e quei 2 intercetti ritornati in meta) trova per la seconda volta Jurevicious, è infatti la difesa a salire in cattedra: da un intercetto su Stoerner nasce il fg del 17-24 e da un punt bloccato il terzo td pass di Collins, una freccia da 9 yds per Ike Hilliard che frutta il pareggio e manda l'incontro ai supplementari.
E qui è ancora una grande prestazione difensiva a fare la differenza: il reparto orchestrato da John Fox ferma infatti il drive di Dallas (che aveva vinto il sorteggio) e restituisce la palla all'atttacco: questa volta Collins non fa errori e con un bel passaggio su Hilliard
porta i Giants iin raggio da fg: è un gioco da ragazzi per l'espertissimo Adersen piazzare il 29° calcio vincente della carriera. Un bel regalo per festeggiare le 300 partite disputate (meglio di lui ha fatto solo George Blanda, forse irraggiungibile a quota 340)!
Bilancio finale: Dallas (2-5) anche senza l'infortunato Emmit Smith (ginocchio) stava per fare il colpaccio, ma ha dovuto cedere alla maggiore esperienza degli avversari, come conferma Coach Dave Campo:"C'era l'opportunità di chiudere la partita nel primo tempo e non l'abbiamo sfruttata. Questo è il risultato. Comunque è un'esperienza che insegna e noi, per l'appunto, dobbiamo imparare a vincere".
I Giants (4-4) continuano a non convincere, ma comunque si tengono in corsa con Philadelphia nella lotta per la supremazia divisionale. Prossimo avversario, (e non azzardo pronostici), Arizona.
ARIZONA 7 - PHILADELPHIA 21

Questa volta a Plummer lo scherzetto non riesce e gli Eagles, vittime per cinque volte (l'ultima delle quali 4 settimane fa) delle rimonte del "Serpente", assaporano il "dolcetto" della vittoria.
La difesa di Philadelphia (la quarta migliore dell'NFL: su tutti Houg Douglas con due sack) ha dimostrato tutta la propria forza rintuzzando ogni velleità di rimonta dei Cardinals: infatti, sebbene Plummer abbia lanciato 154 delle 293 yds di giornata nel quarto periodo, tutti e tre i drive provati da Arizona negli ultimi 15 minuti sono stati bloccati.
Nemmeno l'ultimo tentativo, il più clamoroso, a poco più di due minuti dal termine, è andato a segno. Guidati dal proprio qb, i padroni di casa mangiano letteralmente il campo e giungono a ridosso della goal-line: ma il tuffo in end zone del pur valido Pittman,
violentemente placcato dal lb Barry Gardner, si conclude con un fumble ricoperto dalla difesa degli Eagles.
Ma perché i Cardinals debbono sempre rimontare? Oggi forse qualche risposta al solito interrogativo la possiamo dare.
Effettivamente sul pubblico del Sundevil Stadium piove subito una doccia veramente gelata: con una fantastica volata di 94 yds sul kickoff di apertura, il grande Brian Mitchell apre le marcature ed entra direttamente nella leggenda, eguagliando il record del redivivo Eric Metcalf (12 mete su ritorno di calci).
A questo va aggiunta l'ottima e ritrovata vena del fenomenale Mc Nabb, (condizionata nella prima parte della stagione dai 22 sack subiti) capace di lanciare due splendidi td pass nel secondo quarto per il velocissimo James Trash (una slant-in da 8yds e una bomba da 54 yds).
Arizona ha accorciato le distanze sempre nel secondo periodo, grazie ad una lancio da 2 yds di Plummer per il te Tywan Mitchell, portandosi sul 7-14: ma la reazione degli Eagles è stata fulminea e la seconda ricezione in meta di Trash appena prima dell'intervallo ha fissato il punteggio sul (definitivo) 7-21.
Morale: i Cardinals (2-5), come sostiene coach Mc Ginnis "debbono continuare a stare uniti, ma questo non basta: bisogna riuscire a vincere"
Gli Eagles (4-3) mantengono la testa della division più debole della lega e per una volta dimostrano di riuscire a dare il meglio nella prima metà della gara. La settimana prossima ospiteranno i Vikings, altra squadra a corrente (molto) alternata.
WASHINGTON 27 - SEATTLE 14 
Derisi (anche da me) come la peggior squadra dell'NFL dopo cinque sconfitte consecutive, i Redskins di coach Schottenheimer si stanno rifacendo alla grande e contro i Seahawks hanno vinto la terza partita di fila. E non l'anno vinta di un soffio. L'hanno dominata.
Nella "stagione delle follie" può accadere di tutto, ma questa inaspettata resurrezione di Washington (a parte le profezie di Lavar Arrington che ricorda:"Lo avevo detto, io, che sarebbe successo"!) è pienamente giustificabile.
Innanzitutto l'arrivo di un nuovo allenatore comporta sempre un periodo (più o meno lungo, dipende da molti fattori); bisogna inoltre considerare che Tony Banks (sulle cui qualità di gioco continuo comunque ad esprimere forti perplessità) è un acquisto tardivo e non ha partecipato al training camp: naturale quindi che le sue prestazioni siano in costante miglioramento (6 mete e 2 intercetti nelle ultime 4 gare); si aggiunga che i Redskins hanno molto ridotto il numero dei turnovers (e questa è il modo migliore per iniziare a vincere nell'NFL); da ultimo si noti che, tuttavia, tutte le vittorie sono maturate contro squadre in difficoltà (Carolina, Giants e, appunto Seahawks) e davanti al pubblico amico.
L'unica vera certezza dei Pellerossa, le corse dell'all-pro Stephen Davis, anche Domenica sono state il fattore trascinante dell'attacco: Davis ha concluso con 32 portate,142 yds e una meta (incredibile, ma vero: è il primo rushing td dei Redskins quest'anno, tra l'altro messo a segno contro una delle migliori difese del campionato in questa specialità!).
Sono andati in vantaggio per primi i padroni di casa, che già nel drive iniziale sono apparsi molto concentrati e fattivi: Banks trova lo sconosciuto te Walter Rasby con un passaggio da 7 yds.
Replica immediata di Seattle, grazie ad una prepotente corsa di 37 yds del sensazionale rb Shaun Alexander.
Seguono due fg di Conway, entrambi propiziati da due intercetti (firmati Bayley e Terrel) subiti dal deludente Matt Hasselbeck, (che ne ha combinate di tutti i colori - 4 turnover!) e, come detto la meta di Davis.
Sul 20-7 Redskins Hasselbeck, ovviamente viene sostituito ed entra in campo
Trent Dilfer (curioso il destino che li rimette faccia a faccia, dopo l'esperienza dei Ravens): Washington segna ancora (secondo td pass di Banks, questo da 13 yds per Westbrook) ma il qb-campione del mondo in carica si mette subito in mostra e nel terzo periodo colpisce il velocissimo Darrel Jackson con un bel td pass da 46 yds. A questo punto Seattle pensa di poter rimontare (anche perché Dilfer negli ultimi 12 mesi ha vinto tutte e 15 lke partite in cui è partito da titolare!), ma si sbagliano: pur avendo perso Arrington (brutto infortunio alla caviglia) gli uomini della Capitale mettono grande pressione sul qb avversario che non riesce a convertire i down decisivi
Finalino: Seattle (3-4) (e soprattutto l'ex qb titolare Matt Hasselbeck, al quale ha detto "finchè non fai quello che ti dico, tu non giochi!") dovrà fare i conti con la furia di Coach Holmgren, che accusa: "Non ci siamo preparati a dovere; inoltre abbiamo perso intensità nel gioco e l'attacco è un problema crescente".
I Redskins (3-5), finchè possono, cavalcano l'onda e coach Schottenheimer comincia a enunciare i suoi solidi principi: "A noi piace correre. E se riesci a correre, hai buone chance si vittoria". Per ora ha ragione lui. E se la terrà almeno per quindici giorni (turno di
riposo).
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