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WEEK 8



EAST DIVISION
by Carlo Mantovani

 

DALLAS 3 - PHILADELPHIA 36

Troppo facile per gli Eagles che macinano i Cowboys, ma ancora non capiscono quanto valgono. 
Troppo facile per il probowler Jeremiah Trotter intercettare uno come "bambinone" Leaf (11 su 26 per 102 yds un fumble e 2 int!) e riportare la palla in meta dopo una cavalcata di 40 yds. 
Per capire quanto sia stato semplice per gli uomini di Andy Reid avere ragione dei Texani, basta osservare che Philadelphia ha messo quasi 40 punti pur guadagnando solo 227 yds e segnando (!) una sola meta in attacco (lancio di 2 yds Di Mc Nabb al fido te Chad Lewis). Grande difesa (la sesta dell'NFL), perché questo reparto è il vero punto di forza della squadra e infatti anche il secondo intercetto di Leaf è stato ritornato in meta (dal cb Willam Hampton). 
Ma la chiave Domenica è stata un'altra: pensate che gli Eagles hanno cominciato ben 6 drive d'attacco nella metà campo favorevole!
Si spiegano, così i 5 fg di David Akers (massimo in carriera): è bastata qualche buona corsa di Duce Staley (ancora oltre le 100 yds) per mettere il cecchino di Philadelphia in posizione da bersaglio.
Nemmeno il rientro di Emmit Smith (80 yds) ha cambiato le cose per i Cowboys: anzi, il futuro "hall of famer" ha "contribuito" con un fumble (effettivamente un bellissimo "strip" del cb Bobby Taylor) alla parata dei turnover (4 in totale). 
Philadelphia (6-3) mantiene così la testa della Division, nonostante la stabilità della squadra sia stata messa a dura prova il Venerdì prima della gara, quando 3 giocatori degli Eagles sono stati arrestati dalla polizia per detenzione di marijuana e quindi sospesi dal gioco. "Abbiamo alcuni veterani che hanno saputo gestire molto bene questo episodio negli spogliatoi: hanno convinto i compagni a rimuovere il fatto e recuperare il massimo della concentrazione". 
In effetti agli Eagles potrebbe bastare giusto un po' di concentrazione per vincere la Division: solo nelle ultime giornate (Contro 49ers e Giants) dovranno affrontare avversari che attualmente hanno un record vincente!
Per Dallas (2-7) una sconfitta che cambia abbastanza poco, anche se bisogna dire che sino ad ora soltanto due volte è stata battuta nettamente e sempre dagli Eagles. Per gli amanti della statistica (e per i nemici dei Cowboys!) ricordo che questa è stata la sconfitta più pesante subita da Dallas negli ultimi 15 anni.
P.S. Non si sa come, ma Ryan Leaf ("eroe" della partita, nel senso che da solo ha determinato il risultato dell'incontro!) ha avuto il coraggio di dichiarare: "Sì, è vero, ho fatto degli errori, ma non mi sento per nulla sfiduciato. Tutta esperienza". 
Se lo dice lui...

ARIZONA 45 - DETROIT 38 

Beh, ci mancava proprio una bella vittoria dei Cardinals. 
Trascinati da un grande Plummer (21 su 33, 334 yds e ben 4 mete!), gli uomini di Coach Mc Ginnis hanno rimontato un deficit di 10 punti nel quarto periodo e hanno avuto ragione degli avversari al termine di un match combattutissimo: il classico "high scoring game".
Sul 31 a 21 Lions al termine del terzo periodo, Arizona si è (come al solito) risvegliata e ha segnato 24 punti di fila. Grazie alle mete di Boston (2 td catch e ProBowl in vista per lui) e Mar Tay Jenkins, perfettamente imbeccati da Plummer, i Cards operano il sorpasso: la vittoria viene sigillata dal terzo intercetto lanciato da Batch, catturato dal rookie de Fred Wakefield e riportato in end zone. 
"Ci voleva - concorda con noi l'allenatore - e ci volevano tutti quei punti: ma sapevo che prima o poi sarebbe successo". In effetti nelle prime otto partite Arizona ha segnato la miseria di 13 mete: un po' troppo poco per lo standard NFL!
Ovviamente McGinnis non è l'unico ad essere rinfrancato. A cominciare dall'indiziato n°1: "Sapevamo che sarebbe successo" ribadisce un dolorante (brutta botta al fondo schiena!) ma felicissimo Plummer, che ha messo in scena la quattordicesima rimonta vincente della carriera, la seconda quest'anno. E ancora: "Questo è gioco, questo è quello che dobbiamo fare sempre!", urla il wr Frank Sanders (127 yds e una meta per lui).
Ecco: perché i Cardinals (3-6) non giocano sempre così, si chiederanno i tifosi? Ma è semplice: perché non sempre si ha la possibilità di avere i Lions come avversari!
Ancora una volta la squadra di Marty Mornhinweg ha dimostrato che il suon punto debole di Detroit (unica squadra senza vittorie) non è certo l'attacco sui passaggi: Charlie Batch ha infatti stabilito un record di squadra lanciando 436 yds (36 su 62, 3 td). Ma la difesa (la ventisettesima dell'NFL), non è certo invalicabile e concede troppi big plays. Sotto accusa, ancora una volta Vince Tobin, un paio di anni fa licenziato come allenatore capo dei Cardinals e probabilmente avviato allo stesso (triste) destino come difensive coordinator dei Lions.

DENVER 10 - WASHINGTON 17 

Nemmeno il Mile High Stadium, gli infortuni e il tempo ostile fermano i Redskins, che proseguono il loro incredibile "turnaround" e mettono a segno la quarta vittoria consecutiva dopo cinque sconfitte iniziali.
Questa volta a farne le spese sono i padroni di casa, i ben più accreditati Denver Broncos. Ok, i Broncos stanno attraversando un periodo difficile in attacco, dove tutte le stelle (qb, wr , rb) sono fuori per infortunio o giocano a mezzo servizio. Ma ciò non toglie che la prestazione dei Redskins vada considerata uno degli "upset" della giornata. 
Anche perché verso la fine del primo tempo un tremendo sack dell'ex Cowboys Leon Lett mette k.o. il povero Tony Banks (uscito in barella) e Schottenheimer deve far entrare il qb di riserva, Kent Graham, che quest'anno non aveva ancora giocato un down.
Invece l'ex Giants - che ai Broncos lo scherzetto lo aveva già fatto quando giocava a New York (nel'98 aveva si era reso protagonista di un'esaltante rimonta, guastando il sogno di "perfect season" di Denver) - ha preso in mano la partita e con una prova magistrale ha condotto i Redskins ad una impensabile vittoria in trasferta contro i due volte campioni del mondo. 
Entrato sul 10-0 Broncos, Graham completa 3 passaggi su 3 e subito mette i suoi in condizione di segnare (fg di Brett Conway). Verso la fine del terzo quarto, il gioco chiave: nonostante non al 100%, il grande Lavar Arrington recupera un fumble dell'attacco avversario e di nuovo Graham organizza un drive vincente, concluso da un td pass di 5 yds per Michael Westbrook: è pareggio! 
Le condizioni di gioco, con la pioggia trasformatasi in neve, continuano a peggiorare. E' la fiera del turnover e i Broncos, ai quali viene a mancare anche Rod Smith, (infortunatosi ad una caviglia), non riescono a combinare più nulla (solo 10 primi down e 186 yds di total offense: mai così in basso!).
Ne approfittano i Redskins che a 2:48 dal termine, anche grazie ad una interferenza su passaggio fischiata contro Denver, mettono la zampata finale: l'ex Giants lancia il secondo td pass di giornata (passaggio di 3 yds per lo sconosciuto te Zeron Flemister) e Schottenheimer si mette in tasca la 4 vittoria consecutiva e conclude: "Sono rimasto letteralmente deliziato dalla prova di Kent (Graham). E' un giocatore esperto che ti da un senso di sicurezza: sai che non si farà prendere dal panico."
Comè, com'è, come non è i Redskins (4-5) continuano a vincere. E Domenica prossima volano a Philadelphia. Chissà? 

MINNESOTA 28 - NEW YORK GIANTS 16 

Insomma, lo ripeto: questi Giants non mi piacciono.
E ancora una volta Jim Fassel ha rimediato una figuraccia in prime time: questa è infatti è la terza (dolorosissima) sconfitta su tre apparizioni nella invidiatissima vetrina del Monday Night. 
Che dire? Gli avversari, al bivio tra il disastro e la resurrezione, non erano certo formidabili, ma lo sono sembrati. Improvvisamente abbiamo rivisto a pieni giri il "triumvirato in viola", con Moss, Carter e Culpepper a dettare legge.
Forse merito delle paternali di coach Green? O delle "velate minacce" del proprietario Red McComb, sempre sul punto di licenziarlo?
Chissà. Di certo, come diceva mio nonno, ci sono solo i numeri: e francamente 15 penalità commesse e 150 yds perse in una sola gara non costituiscono soltanto un record di squadra (crollato quello del '49), ma anche una inquietante forma di suicidio sportivo.
Non è possibile, inoltre, che i Giants (e anche qui mi ripeto) continuino ad impostare il proprio gioco come se fossero i St Louis Rams: il loro qb è Kerry Collins (nessuna meta, molti lanci fuori bersaglio e 2 intercetti letali nella red zone!) e non mi sembra in grado (ormai le prove si sprecano!) di trascinare la squadra. Oltretutto, lo avete visto: quando si affidano alle corse (specialmente del fulgido Tiki Barber: ha segnato lui l'unica meta dei Giants) i risultati sono ottimi. Perché allora non riservare i passaggi ai terzi down e affidarsi soprattutto alla gloriosa play-action? 
La difesa, poi, è apparsa stranamente fiacca e non ha saputo pressare Culpepper : emblematico il fatto che (per la prima volta in sette gare!) il sack-leader dell'NFL Michael Strahan non sia riuscito a mettere le mani sul qb avversario. Coperture saltate, scivoloni, blitz azzardati: per l'attacco di Minnesota è stato quasi tutto facile.
Unica gemma, la prestazione della prima scelta il cb Will Allen: un vero falco, capace di intercettare Culpepper due volte consecutive nella red zone (dove in carriera era praticamente perfetto!). Ma nemmeno questo è bastato ad una squadra malconsigliata e chiaramente (vedi penalità) a corto di concentrazione.
Morale: New York (5-5) perde terreno prezioso nella lotta divisionale con gli Eagles, ma coach Fassel rassicura i tifosi: "D'ora in poi le vinceremo tutte". Una bella faccia tosta!

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