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WEEK 8



CENTRAL DIVISION
by Alessandro Taraschi

 

CHICAGO 27 – CLEVELAND 21 (ot)

Chicago ­ Clamoroso al Soldier Field. I Chicago Bears l’hanno rifatto.
Anzi Mike Brown l’ha rifatto, il che è ancora più incredibile. Per la seconda giornata consecutiva il defensive back di Chicago risolve la partita in overtime con un intercetto riportato in end zone. A farne le spese questa volta non più Jeff Garcia e i 49ers ma Tim Couch e i Cleveland Browns. In una classicissima della Nfl Chicago compie un miracolo vero e proprio e raddrizza una partita ormai andata per la tangente in soli 28 secondi, cogliendo il sesto successo consecutivo e mantenendosi saldamente in testa alla Central. 28 secondi è quanto manca al colpo di cannone nel momento in cui Marty Booker riceve da Shane Matthews il passaggio che accorcia le distanze da 21-7 a 21-14.
In meno di due minuti i Bears riescono ad imbastire due drive da TD e rimettere in discussione l’incontro. Dopo la ricezione di Booker, infatti, Bobby Howard ricopre l’onside kick e restituisce a Matthews il pallone per tentare il tutto per tutto. James Allen, che ha ormai perso il posto di runner titolare a favore di Anthony Thomas (96y corse e un TD più 71 ricevute), è un buon ricevitore fuori dal backfield e Matthews se ne ricorda: sicché riceve tutti e tre i passaggi che portano Chicago dalle 47 di Cleveland al supplementare in 24 miseri secondi. L’ultimo dei quali parte dalle 34 con il tempo che va scadendo così come le speranze di Jauron e tutti i Browns più atletici in end zone per smorzare il pallone. Allen cadendo sul compagno Booker riesce comunque a mantenere la presa e far esplodere la gioia del Soldier Field. Il primo possesso del supplementare è per i Bears, che gelano l’entusiasmo con un drive improduttivo. È ancora Mike Brown ad una settimana di distanza a riaprire i festeggiamenti. Couch prima completa per Johnson, poi subisce un sack da Colvin, quindi lancia un pallone che Bryan Robinson alza. Mike Brown raccoglie e ringrazia, trovandosi di nuovo nel posto giusto al momento giustissimo e finendo la sua corsa nel tunnel degli spogliatoi come il miglior Forrest Gump, inseguito da tutti i compagni per festeggiarlo (e dalla troupe di Huddle.org per consegnargli per la seconda volta consecutiva il “da poco istituito” premio “Eroe del Giorno - Nfc Central” che se continua così a fine anno dovremo chiamare Mike Brown Award). Chicago aveva chiuso in rimonta anche il primo tempo. Anthony Thomas pareggiava il TD di Courtney Brown (un ritorno di fumble da 45y) e apriva la carestia di segnature che avrebbe accompagnato i Bears fino a 28 secondi dalla fine. Nel terzo periodo Couch pensava dimettere la partita in ghiaccio con due TD pass, ipotesi rafforzata dal drive di 3 minuti e mezzo che ridava il possesso ai Bears con meno di due minuti da giocare e sotto di 14 punti. Ai nuovi orsacci però due minuti bastano e avanzano, parola di Shane Matthews, ed ora lo sanno anche gli avversari. Ah, lo champagne rimasto in fresco da tanti anni di cui parlavamo nelle prime giornate è ancora in fresco, ma è stato raggiunto da uno stock di bottiglie appena acquistate. Quest’anno a Chicago si stappa.

DETROIT 13 ­ SAN FRANCISCO 21

San Francisco - Le sconfitte di Detroit non fanno più notizia, tant’è che nel dopopartita di Niners-Lions a tenere banco è stata la polemica infrasettimanale tra Steve Mariucci, head coach dei 49ers, ed il suo ricevitore principe, Terrell Owens, che dopo la sconfitta in overtime di domenica scorsa con i Bears aveva contestato alcune scelte del suo allenatore (secondo Owens dettate dall’amicizia che lega Mariucci e Jauron, coach dei Bears). Polemica che non ha influito affatto sulla prestazione di Owens. I due TD ricevuti dalla star californiana abbattono Detroit che era passata in vantaggio nei primi due quarti con un intercetto di Robert Bailey (74 yard) e con il solito trepunti dell’inossidabile Jason Hanson. La scarsa vena di Charlie Batch (8/20, oggi siamo davvero buoni…), sostituito per un intero drive (quello del FG di Hanson) da Mike McMahon (rookie) e l’assenza di un running back non solo di nome ma anche di fatto, fanno il resto. San Francisco gioca con le marce basse innestate ma trova comunque la via della end zone affidandosi al braccio di Jeff Garcia. Eric Johnson (TE rookie) accorcia, Terrell “l’eretico” Owens sorpassa. Mike McMahon gioca un’altra serie completa (il che a fine partita farà imbufalire Batch) ma non si combina molto né con lui, né con Batch. Owens segna ancora dopo che Hanson, sempre lui, aveva messo altri tre punti per avvicinare i suoi. Resta il tempo di vedere un altro FG bloccato a Josè Cortez (il secondo) a due minuti dal termine e soprattutto dalle 19 yard. Ci fosse stata un’altra squadra il secondo errore sarebbe potuto costar caro ai Niners, incapaci di segnare i punti che avrebbero sigillato il match.
Ma c’è Detroit e Batch in due minuti riesce a combinare pochino, anche per colpa di Larry Foster che con uno e venti da giocare lascia cadere un buon pallone all’interno delle 5yard di Frisco. Nel dopopartita per San Francisco si torna alla querelle Mariucci-Owens. Nello spogliatoio dei Lions, matematicamente fuori da ogni discorso playoff già in novembre, si ricordano i trascorsi di Mornhinweg come offensive coordinator dei Niners, ruolo ricoperto per quattro stagioni sino all’anno scorso e che forse il capo allenatore matricola di Detroit un po’ rimpiange, dovendo già riflettere su chi chiamare con la seconda scelta al prossimo draft (le sfortune non vengono mai sole e con l’ingresso dei Texans dal 2002 Detroit non avrà nemmeno la prima chiamata al draft). “ Mi ha fatto uno strano effetto guardare la partita dall’altra side line” ha dichiarato Mornhinweg, noi scommettiamo che gli faccia un effetto ancora peggiore guardare la classifica della central da un fondo che è sempre più profondo.

GREEN BAY 21 ­ TAMPA BAY 20

Green Bay ­ L’ultimo atto del derby delle baie lassù nel freddo del Wisconsin, dal prossimo anno Tampa non farà più parte della Central e tornerà al Lambeau Field solo nel 2005, alla fine ha dato il riscontro che tutti si aspettavano. Green Bay la spunta di misura per un punticino che vale la quinta doppiavù e il distacco a Tampa. Brett Favre non ripete la straordinaria prova offerta a Tampa, ma nemmeno Mike Alstott è capace di ripercorrere le rotte seguite per affondare i Vikings a colpi di yard su corsa. Ne nasce una partita che non rimarrà certo negli annali. Segnano per primi i Packers. Un tradizionale Favre to Freeman. Punter protagonisti del primo quarto. Anche il secondo per Tampa è all’insegna dei punt, ma va peggio ai Packers che caratterizzano il loro quarto pre-pausa con un intercetto di Favre e un fumble di Ahman Green su cui i Bucs innalzano i dieci punti che li portano avanti nel punteggio 10-7. FG di Gramatica e TD di Dave Moore il TE che quest’anno segna molto più di Keyshawn Johnson. La ripresa si apre come si era chiuso il primo tempo: Favre intercettato e TD di Tampa nel drive successivo. I Bucs che piacciono a Dungy: turnover e capitalizzazione. Il 17-7 è opera di Alstott che riceve da Johnson. Ma non è giornata per un bel football. Ricominciano i punt. La fiammata di Ahman Green: 63 yard in un gioco solo per aprire e chiudere un drive di nove secondi, galvanizza il pubblico del Lambeau Field e regala sette importantissimi punti. Gramatica segna gli ultimi punti per Tampa ma non bastano. Allen Rossum ritornando l’ennesimo punt trova il varco buono per sfuggire allo special team arancio-oro e bersi 55y sino alla goal line. Tampa è di nuovo in crisi, come accade una settimana sì e una no, Green Bay prosegue verso i playoff aspettando di sfidare Chicago per un faccia a faccia in testa alla division e cercare di conquistare il titolo divisionale. C’è ancora un po’ di tempo per ascoltare Sapp e Lynch: dispiaciuti per non poter giocare più al Lambeau Field nonostante non vincano qui dalla notte dei tempi. E per sentire Favre augurare a Tampa “Buona fortuna” per il match che giocherà con loro in trasferta l’anno prossimo. “Questi ragazzi non mi mancheranno molto ­ ha detto Favre ­ tutte le squadre sono forti nella Nfl ma con gente come Sapp e Lynch con Tampa è ancora più dura”.

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