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Preview AFC - NFC / FORUM / Week: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 |
WEEK 7
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Adesso dobbiamo proprio finirla di chiamarli sorpresa, rivelazione, e quant’altro. Con la bagarre che s’è scatenata alle loro spalle l’unico appellativo che si deve usare per i nuovi Bears è: più convincenti candidati al titolo della Central nel 2001. Ormai hanno acquisito una sicurezza nei propri mezzi che li rende capaci di rinunciare al proprio QB titolare ed affidarsi alla riserva (che poi è titolare almeno quanto il partente, se ci concedete di mutuare il termine dal baseball in periodo di World Series) senza risentirne minimamente. Merito anche della “Michigan rookie connection”. The A-train Anthony Thomas corre come a Chicago sognavano di vedere da un bel pezzo. Il suo compare Wolverine riceve poco (dopo la prima domenica da star di una settimana fa) ma quel poco lo prende in end zone per addirittura due touch down. Stiamo parlando ovviamente dell’ottava scelta assoluta David Terrell, anche lui uscito da Michigan lo scorso anno come Thomas. Il premio Eroe del Giorno, istituito seduta stante dalla Central Nfc di Huddle.org, è stato però assegnato a Mike Brown. Suo è infatti l’intercetto che in over time ha deciso la partita. Guarda caso ancora la difesa a porre la sua impronta indelebile. Difesa che era già stata capace di produrre nel secondo quarto con una safety.
Tampa Bay – D’accordo ci arrendiamo! Avete vinto voi! Fermi tutti, non stiamo assolutamente riportando le dichiarazioni dei Vikings a fine primo tempo. Stiamo parlando proprio di noi. Da oggi rinunciamo ufficialmente a capire la Nfc Central, almeno per quest’anno… Insomma andatela a capire voi una division dove Green Bay surclassa Tampa. La settimana dopo Minnesota fa di Green Bay uno zerbino. Quindi ancora sette giorni e Tampa asfalta Minnesota. Diteci voi come si fanno a capire i reali valori in campo. Fossero state solo vittorie e sconfitte nessuno si sarebbe lamentato. Cose che capitano in division equilibrate e poi è il bello del football: una volta a me una a te. Ma qui stiamo parlando di sonore batoste, che annichiliscono l’avversario facendo dubitare seriamente di aver scritto certe cose una settimana fa. Allora parlavamo dei Vikings grandissimi nel fare a polpette Favre e gli allora smarriti Packers. Oggi dissertiamo sull’inconsistenza dei Vikings, che sono la stessa identica squadra di una settimana fa. Potere del fattore campo? Può darsi, è una delle spiegazioni più plausibili. Già domenica comunque avremo un riscontro: Tampa, i Bucs, quelli che persero contro super Favre poche settimane fa fra le proprie mura e che sullo stesso terreno hanno disintegrato Culpepper e amici torneranno a incrociare il biondo QB, a casa sua. Aspettiamo e vediamo. Per ora torniamo a domenica ed alla presunta supersfida Vikings-Buccaneers.
Pontiac - Niente da fare. Adesso per forza bisogna chiedersi se questi Lions riusciranno a vincere almeno una partita prima della fine. In cuor nostro crediamo di sì. Un briciolo di fortuna probabilmente avrebbe portato Detroit al successo in almeno una delle ultime tre partite. Corey Dillon comunque rimarrà impresso a lungo nelle menti dei difensori dei Lions e negli incubi peggiori di coach Mornhinweg. Fuori James Stewart il gioco di corsa di quella che fu la squadra di Barry Sanders svanisce, ed anche la buona prova di Larry Foster, chiamato a sostituire l’infortunato Germane Crowell, passa inosservata, oscurata dal pessimo umore che aleggia dopo aver fugacemente intravisto la casellina delle W. Dal 1955 Detroit non partiva così male. Va meglio ai Cincinnati Bengals che grazie al loro runner si mettono pure loro a riscrivere record, ma, e la differenza è abissale, positivi. Tornano a vincere in trasferta e partono come non gli accadeva da parecchio. Dal ’97 per giunta non riescono a vincere cinque partite in una stagione, sono già a quota quattro la mini impresa non è lontana. Specie se Dillon corre per più di 130y, quando si è verificata tale congiuntura Cincinnati ha vinto 9 volte e perso zero. E Dillon nella domenica grassa al Silverdome s’è permesso di mettere anche il suo nome nel libro dei record. La sua corsa da TD da 96y (primo gioco in assoluto della partita) è la più lunga nella storia dei Bengals, la più lunga mai subita dai Lions nonché la quarta (alla pari) ogni epoca nella Nfl. Non male. Il numero 28 al termine ha fatto registrare 184y e tre TD affondando praticamente da solo il vascello argentoblu, da cui verrebbe una gran voglia di buttarsi per tentare di salvarsi nuoto. Il terzo dei TD firmati Dillon è giunto al termine di un drive di 85 yard, che ha bruciato sul cronometro 7 minuti e 38 dopo che i Lions erano per la prima volta passati a condurre. Detroit era stata costretta a inseguire per tutta la gara. Dopo il super TD di Dillon (che durante il suo lungo tragitto non è mai stato sfiorato) Jason Hanson aveva provato ad avvicinarsi, ma ancora Dillon, in ricezione stavolta, trovava la via della meta. Impresa che riusciva poco più tardi anche a Darnay Scott, non prima che il solito Hanson muovesse il tabellone per i locali. Venne quindi il momento in cui la “bella” addormentata si svegliò. Un grande ritorno (91y: career high in regular season) di Desmond Howard spianava la strada alla corsetta di una yard di Lamont Warren poco prima della solita razione di urla di coach Mornhinweg tra un tempo e l’altro. La pausa , o le urla?, giovano ai Lions che riescono a portarsi sotto. È David Sloan che riceve (ancora da una yard) in end zone. FG di Neil Rackers poi… Ancora Sloan a ricevere in end zone per il vantaggio (da quanto? indovinate un po’? una yard!). La conversione da due punti a differenza del tentativo precedente riesce, ma non basta a limitare Dillon. Prima della fine Detroit ri-ottiene il possesso quattro volte senza riuscire a varcare la end zone. |