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WEEK 10



CENTRAL DIVISION
by Alessandro Taraschi

 

CHICAGO 27 – TAMPA BAY 24

Tampa Bay – L’anno scorso il pallone sarebbe rimbalzato contro il palo e finito all’interno dell’H. Ma questo è l’anno dei Bears ed anche la fesseria finale di R.W. McQuarters, autore di una buona partita quasi compromessa dall’ultima penalità che avvicina pericolosamente ai pali il piedino di Martin Gramatica, non fa sfuggire a Chicago la settima vittoria stagionale. Il protagonista assoluto però non è stato il palo che ha scongiurato l’eventuale over time (nel qual caso molto probabilmente Brad Johnson avrebbe chiamato in causa il signor Mike Brown) ma un giocatore in carne ed ossa con un nome ed un cognome: Marty Booker. Non ha lanciato e ricevuto come gli era capitato di fare qualche settimana fa, ma è comunque riuscito con 7 ricezioni per 165 yard e tre TD a imprimere il suo marchio sulla partita. Gramatica ed il suo piedino avevano provato sin dall’inizio ad indirizzare la partita verso i loro colori ma per superare i due FG del minuto kicker bastava il primo TD di Booker. La ricezione è strepitosa, quasi quanto la botta che Booker incassa pochi istanti dopo mentre entra in end zone. John Lynch assesta un colpo che stenderebbe il gladiatore Russell Crowe e Booker non ha maggior fortuna. Ma quando ricade è già in end zone e la palla è ancora saldamente fra le sue mani. Prima di andarsi a riscaldare negli spogliatoi c’è ancora un po’ di tempo per vedere altri tre punti passare attraverso i pali dei Bears. Gramatica 9 Booker 6 prima del riposo. Nel terzo periodo il ricevitore prende il largo ed i bears pure. Un TD da 44 e uno da 66 yard veklocizzano notevolmente i drive offensivi di Chicago. Edinger arrotonda (24-9) quando al termine delle ostilità mancano ancora 19 minuti. Tampa non è morta e nel periodo finale pone le basi per il tentativo estremo di Gramatica. Alstott segna dopo il drive più bello dei Bucs. Edinger risponde con un FG. Brad Johnson (40 su 59 per 399 ma con due intercetti e ancora senza riuscire a pescare in end zone Keyshawn Johnson) si muove in prima persona e corre in meta da una yard, la successiva trasformazione mette nel mirino dell’argentino col numero sette Chicago. Il palo fa il resto, quando anche Marty Booker (a lui il riconoscimento “Eroe del Giorno – Nfc Central”) nulla poteva più.

GREEN BAY 20 – ATLANTA 23

Green Bay - Schizofrenici. Ecco come sono i Packers. Battono i Bears lanciati verso il titolo divisionale e poi capitolano misteriosamente in casa contro i Falcons. Brett Favre alterna prestazioni da Mvp a prove deludenti. Ed il fido Ahman Green fa lo stesso. Sembra che in tutto questo le motivazioni con cui Green Bay affronta le partite giochino un ruolo fondamentale. Spiegazione: quando contro c’è una squadra tosta, Green Bay gioca al 2000 per cento se invece si trova a fronteggiare una franchigia in difficoltà ecco spuntare i problemi. Forse non saremmo qui a fare questi discorsi se il passaggio dell’Ave Maria di Brett Favre fosse andato a buon fine anziché terminare nelle mani Ambrose, ma sfortunatamente per i Packers così non è stato.

DETROIT 38 - ARIZONA 45

Nada. Per l’ennesima volta i Lions si lasciano sfuggire una buona opportunità di eliminare quell’umiliante zero nella casella delle vittorie. Certo è che se si incassano 45 punti dai Cardinals vien da chiedersi con chi mai potrebbero spuntarla questi devastatissimi Lions. Pensare che domenica erano andati anche a condurre in più di un’occasione e l’avevano fatto per buona parte della gara, prima di farsi sommergere da Plummer (21/33 per 334 e 4 TD con un solo INT) e Boston (80yard e due TD)… Per la serie quando “le difese non esistono più anche gli attacchi possono vincere le partite” il quarto periodo di Arizona ne è un valido esempio. I Cardinals entrano nel quarto periodo inseguendo, Boston segna e riduce lo svantaggio a tre lunghezze. Drive nullo per Batch e MarTay il possesso succesivo può far la voce grossa. Vantaggio Cards. Detroit dimostra quanto inconsistente sia facendosi intercettare e spedendo Arizona a più undici. Quindi il Gramatica minore con trepunti manda i titoli di coda. Charlie batch pesca Lamont Warren e sembra che detroit possa avere un’ultima possibilità. La flebile speranza svanisce 17 secondi prima del Two Minute Warning. Batch si fa intercettare per la terza volta ed è finita davvero. I Lions avevano recuperato al TD subito da Thomas Jones con Cory Schlesinger (9 sole yard corse ma ben 60 ricevute) e David Sloan, ma all’intervallo il punteggio era in parità per il primo TD di David Boston. Prima delle inenarrabili oscenità del quarto periodo i Lions avevao offerto il loro meglio nella terza frazione. Lamont warren sfondava e ridava coraggio ai bluargento prima di subire il TD di Chris Sanders. La seconda segnatura di Sloan ed un FG di Jason Hanson illudevano Mornhineg. Quarterback, runningback, wide receiver, difensori d’ogni sorta, al prossimo draft il front office di Detroit avrà solo l’imbarazzo della scelta… come sono lontani i tempi di Barry Sanders ed Herman Moore… allora sarebbe bastato pescare un QB sufficiente…

MINNESOTA 28 - NEW YORK GIANTS 14

“Buongiorno sono Randy Moss, è iniziata da molto la stagione?…” Moss finalmente s’è svegliato dal letargo: 171 yard con 10 ricezioni e tre TD come non gli capitava da quando era un rookie. Il suo compagno di scorribande Daunte Culpepper sorride, così come Dennis Green che iniziava a preoccuparsi per il suo posto di lavoro (che resta comunque in bilico). Qualche chiarimento all’interno dello spogliatoio deve essere avveunto, le litigate sulla sideline cominciavano a seccare tutto l’ambiente. Minnesota torna a vincere e lo fa contro i New York Giants che umiliarono i Vikings nel Championship dello scorso anno. Non si può parlare di vendetta (data l’importanza della patita vinta dai Giants rispetto al match di questa settimana) ma un certo piacere devono averlo provato tutti i gialloviola. Era una partita importante per gli uomini di Green, nell’intervallo è stata ritirata la maglia del povero Korey Stringer, ed era doveroso ricordarlo con una vittoria. Era anche la prima partita giocata dai Vikes nel cosiddetto prime time, e non a caso è tornato a farsi vedere Randy Moss, che con le partite in diretta nazionale ha un feeling particolare da sempre. I Vikings restano però i soliti Vikings. Non corrono (Bennett porta palla per 11 volta raccogliendo la miseria di 33 yard) così si devono affidare a una miriade di passaggi corti: anche per Carter 10 ricezioni (prima volta nella storia dei Vikings con due WR a quota dieci palle ricevute) ma solo 46y e un TD. Il match non è entusiasmante. I primi due quarti finiscono 14-13 Minnesota. Randy Moss segna dalle 28 sfruttando col primo drive disponibile una precedente pass interference di Will Allen, accorcia Morten Andersen e Tiki Barber corre per il sorpasso. Ancora Moss riceve dalle 25 nel secondo periodo ed entra in end zone tutto solo danzando (un mega blitz lascia a Moss l’opportunità di beccarsi una penalità da 15y per oltraggio agli avversari). Morten Andersen di nuovo, avvicina i suoi al 29’ del primo tempo. Sempre il K dei Giants protagonista nel terzo periodo. Il suo FG dalle 51 manda avanti New York. Andersen aveva provato anche dalla 53 ma il pallone s’era infranto sulla trasversale. Nell’ultima frazione un eterno, noiosissimo drive porta al TD di Carter. Decisamente più rapido e divertente il TD conclusivo di Moss. Tornano i big play. Terzo e sedici che Culpepper gioca nel mezzo per Moss. Il numero 84 divide la secondaria rossoblu e segna il 27° punto con un guadagno di 57 yard. Archiviato il successo nel Monday Night (i Giants dal canto loro sono felici di non giocarne più per quest’anno, visto lo 0-3 raccolto) i Vikings devono trovare il modo di vincere lontano dal Metrodome (dove sono 4-1) sfruttando la loro velocità anche su terreni erbosi. In trasferta Minnesota ha finora collezionato quattro sconfitte in quattro uscite.

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