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WEEK 11

 

La giornata vista da Matteo Gandini

  • Per i Bucs, vincere il Monday Night contro i Rams era questione di vita o di morte, e nel momento più importante della stagione, Tampa Bay ha tirato fuori gli artigli, giocando una delle gare migliori dell'anno e andando a vincere, 24-17. Per una volta, tutti i componenti chiave dei Bucs si sono fatti valere: Warren Sapp, che fino a questo momento aveva ottenuto solo 3 sack in stagione, ne ha messi a segno 2, e inoltre ha creato un nuovo momento da highlights con il suo placcaggio su Marshall Faulk; Warrick Dunn e Mike Alstott sono stati una letale combinazione in attacco, segnando 3 volte; infine, Brad Johnson ha guidato la squadra con estrema calma e efficienza. St.Louis ha pagato care, ancora una volta, le troppe palle perse, che potevano essere addirittura 6 se gli arbitri non avessero cambiato la decisione, dopo aver visto il replay, su un fumble. Si parla tanto del fatto che i Rams si esprimono particolarmente bene sull'erba artificiale, ma la stessa cosa si può dire della difesa dei Buccaneers, non potente ma veloce ed esplosiva; la differenza è che St.Louis gioca le sue gare casalinghe sul sintetico, mentre Tampa Bay sarà impegnata su campi naturali in occasione di tutte e 6 le gare di regular season restanti. La squadra allenata da Tony Dungy si è comunque rimessa in corsa con il successo, mentre i Rams si trovano sorprendentemente appaiati con i 49ers in cima alla NFC West, e hanno di fronte una delicata sfida contro i rivali divisionali di Atlanta; potrebbe essere un segnale molto negativo per St.Louis il modo in cui la sua linea offensiva, anche a causa degli infortuni, è stata nettamente surclassata dalla difesa dei Buccaneers.

  • La rinascita di Kordell Stewart è uno dei motivi principali della stagione sorprendente degli Steelers, che con il successo 34-24 sui Titans hanno portato il loro record a 8-2, il migliore dal 1983; neanche la squadra che aveva raggiunto il Super Bowl dopo la stagione 1995 aveva cominciato così bene l'anno; la forza di Stewart è soprattutto il non voler trascinare da solo la squadra, ma essere totalmente efficiente negli spazi che gli vengono concessi. Domenica Tennessee si è concentrata sul fermare Jerome Bettis, che è stato limitato a 73 yards, e Kordell ne ha tratto beneficio, segnando in tutto 3 volte e lanciando per 254 yards, così da riparare ai danni causati da una prova sotto tono della difesa; buona parte del merito della sua resurrezione va a Tom Clements, uno dei pochi QB coach della lega a tempo pieno. Oltre al QB, la cui fiducia è in continua crescita, non dimentichiamoci l'esplosione dei ricevitori Plaxico Burress, Troy Edwards e Hines Ward, che danno agli Steelers quella completezza che serve loro per rimanere ai vertici della AFC.

  • Dopo tutta la pressione che era stata messa su Jay Fiedler, in particolare per come il QB aveva contribuito alla pesantissima sconfitta della scorsa settimana dei Dolphins contro i Jets per 24-0, il modo in cui l'ex QB dell'università di Dartmouth ha portato i suoi al successo in rimonta 34-27 contro i rivali di sempre di Buffalo è una grossa spinta in avanti per il morale della squadra. OK, i Bills di quest'anno non sono certo quelli delle stagioni dei Super Bowl, ma in qualche modo Miami si è trovata sotto di 10 punti nel quarto periodo, e per rimontare ha avuto bisogno di 3 lanci da TD di Fiedler, che inoltre, stavolta non ha subito intercetti, dopo i 3 della scorsa settimana. I Dolphins nelle ultime gare sono stati molto penalizzati dal declino di Lamar Smith, e quindi del loro attacco sulle corse, ma in cambio stanno assistendo alla rapida affermazione della matricola Chris Chambers, la loro seconda scelta dello scorso draft, che sta facendo vedere grandi cose, e domenica ha segnato 2 TD, uno dei quali decisivo per il risultato finale. Finche Smith non riuscirà a tornare in forma, la sorte dei Dolphins non potrà che essere completamente nelle mani di Chambers e dei suoi colleghi, James McKnight e Oronde Gadsden.

  • La rabbia di Jim Mora nei confronti della sua squadra dopo la sconfitta dei Colts, 40-21, contro i 49ers, è solo parzialmente giustificata; non bisogna dimenticare infatti che l'attacco di Indianapolis al momento è decimato dagli infortuni (a Jerome Pathon, Edgerrin James e Reggie Wayne), e che San Francisco, anche se riesce difficile crederlo, è in testa alla NFC West, a pari merito con i Rams. Peyton Manning è stato intercettato 3 volte nel secondo tempo, compreso l'errore che ha deciso la partita, quando Zach Bronson ha riportato fino all'end-zone avversaria, dopo 48 yards, il pallone lanciato dall'ex stella di Tennessee. I 49ers stanno guadagnando fiducia e morale, grazie anche alle due vittorie consecutive in trasferta, ma per affermarsi come possibile candidati al Super Bowl, devono dimostrare di poter battere i Rams; una chance l'avranno il 9 dicembre, quando per la seconda volta quest'anno affronteranno St.Louis. San Francisco ha comunque ottime possibilità di andare lontano, visto che in attacco Jeff Garcia, J.J. Stokes e Garrison Hearst stanno giocando tutti e tre molto bene, e la difesa sta migliorando; oltre che candidarsi seriamente per il Pro Bowl, Hearst ha già messo una grossa ipoteca sul titolo di "Comeback player of the year", cioè di "ritorno dell'anno".

  • Lasciate perdere le teorie sulla fortuna dei Bears, formulate dopo i successi consecutive ai supplementari contro Browns e 49ers; per due giornate di fila, Chicago è andata a vincere su due dei campi più difficili della NFC Central, a Minnesota e a Tampa Bay, dimostrando di essere senza alcun dubbio entrata a far parte del novero delle squadre da battere. Fa impressione pensare che in due gare stagionali contro Minnesota, battuta domenica per 13-6, i Bears hanno limitato quello che avrebbe dovuto essere uno degli attacchi più potenti della lega ad un solo TD; il capo allenatore Dick Jauron e il defensive coordinator Greg Brache meritano tutti i complimenti del mondo, e la difesa di Chicago comincia giustamente ad essere paragonata a quella del 1986, guidata da Buddy Ryan, che portò un titolo nella "città del vento".

  • Emotivamente spinti dalla situazione familiare del linebacker William Thomas, che sabato è tornato a casa dopo aver saputo della morte del fratello, ma si è riunito alla squadra in tempo per la gara di domenica, i Raiders hanno allargato il loro netto comando sulla AFC West, sconfiggendo i Giants per 28-10. Rich Gannon ha fornito un'altra prestazione eccellente, portando il suo totale stagionale a 18 TD, contro 2 soli intercetti; dall'altra parte, New York non ha saputo reagire allo stesso modo dello scorso anno alla "strigliata" di coach Jim Fassell, e dovrà probabilmente vincere tutte e 5 le gare rimanenti se vuole qualificarsi per la postseason. L'impresa sarà abbastanza difficile, visto che i Giants stanno giocando male un po' in tutti i reparti, ma per loro fortuna il calendario è abbastanza favorevole, e prevede, dopo la settimana di riposo, gare contro Cardinals e Cowboys.

  • Per chi ancora non ci credeva, la vittoria dei Redskins 13-3 contro gli Eagles è la conferma che per Washington la crisi è finita del tutto, e che nonostante l'inizio disastroso(5 sconfitte nelle prime 5 gare), la squadra guidata da Marty Schottenheimer è ampiamente in corsa per i playoffs. Le ragioni dell'improvviso cambio di direzione della franchigia della capitale ricordano uno degli adagi fondamentali del gioco: i Redskins hanno un potente attacco sulle corse, e difendono bene contro i guadagni terreni avversari, controllando così la gara; inoltre la loro secondaria, guidata dallo straordinario Champ Bailey, è fra le più forti della lega, e domenica ha dimostrato tutto il suo valore rendendo la vita impossibile a Donovan McNabb. Gli Eagles hanno guadagnato solo 7 primi down in tutta la gara, sotto la pressione di gente come Bruce Smith, Lavar Arrington e Marco Coleman, che dopo il brutto inizio, da un po' di tempo a questa parte hanno cominciato ad esprimere tutto il loro valore. Philadelphia deve rimettersi in riga in fretta, visto che giovedì è impegnata nell'anticipo contro i Chiefs, anche loro in crescita.

  • OK, prendiamo per buone le parole di coach Brian Billick, che ha affermato che il posto di titolare di Elvis Grbac non è mai stato in pericolo, neanche dopo le critiche della scorsa settimana (forse solo perchè la sua riserva è quel "dinosauro" di Randall Cunningham); comunque sia, il QB dei Ravens aveva tanto bisogno di una gara come quella di domenica, vinta da Baltimore 24-21 contro Jacksonville, per zittire i critici e ridare a se stesso e ai suoi compagni un po' di fiducia. Grbac ha guidato i suoi al drive vincente, da 74 yards, negli ultimi 90 secondi, culminato nella ricezione di Shannon Sharpe, proprio colui che dopo la sconfitta contro i Browns di 2 domeniche fa aveva pubblicamente criticato il suo QB. Per una volta il campo ha dato ragione a Billick, che nella offseason ha portato a Baltimore Grbac proprio perché pensava che Trent Dilfer non sarebbe stato abbastanza efficace nelle situazioni tese come il finale di gara contro i Jaguars. I campioni in carica ora si trovano a 7 vinte e 4 perse, non un brutto record se si considerano tutti gli infortuni da loro subiti; domenica prossima davanti a loro ci saranno i Colts, che stanno attraversando un pessimo momento, poi, prima della grande sfida con gli Steelers, Baltimore avrà una settimana di riposo per leccarsi le ferite. Impressionante, comunque, come in una sola settimana l'opinione su un compagno possa cambiare, vero Shannon Sharpe? "Elvis è colui che ci può portare fino in fondo", ha detto il tight end nel dopo gara di domenica...

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