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Dimenticatevi Deion Sanders. Il nuovo giocatore degno di essere chiamato
"prime time" è Randy Moss, che dopo una stagione abbondantemente sotto le
attese ha dominato il Monday Night vinto dai Vikings 28-26 contro i Giants,
continuando la tradizione che lo vede particolarmente ispirato nelle gare
giocate in TV nazionale.
La prestazione di Moss contro New York non ha fatto altro che confermare la dubbia costanza dell'ex giocatore di Florida State,
che per talento è secondo a pochi, ma il cui impegno e dedizione lasciano
molto a desiderare; fino alla gara contro i Giants, Moss aveva ricevuto solo
39 palloni per 3 TD in 8 gare, mentre nella sola partita contro New York ne
ha presi 10, segnando 3 volte. Come se non bastasse, da un mese Randy ha
deciso di chiudersi in un silenzio stampa che lunedì sera ha rotto solo per
dire, ironicamente, che si meravigliava del fatto che tutti adesso cercassero lui...evitiamo di rincarare la dose sottolineando la sua
proverbiale "avversione" nei confronti dei passaggi lanciati nel mezzo del
campo, dove si ricevono i colpi più duri, e la tendenza a fare la voce
grossa in panchina, prendendosela un po' con tutti quando il suo numero non
viene chiamato abbastanza spesso.
Pensavamo di poter considerare Minnesota fuori dal discorso playoffs, ma siamo pronti a cambiare idea; uno dei giorni
della verità per Brad Culpepper e compagni è domenica prossima, quando al
Metrodome arrivano i sorprendenti Bears, che guidano la NFC Central con 3
gare di vantaggio sui Vikings. Non dimentichiamo, fra le altre cose, che
Minnesota è 4-1 sul campo amico.
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Se i Buccaneers pensavano di cominciare domenica scorsa la loro abituale
rincorsa della seconda metà di stagione, be'...sono sulla cattiva strada,
dopo la sconfitta 27-24 contro Chicago. Dov'è finita la famosa "Buc-Ball",
lo stile di gioco che si basa su difesa solida e attacco sulle corse? I
Bears sono andati a nozze contro la secondaria di Tampa Bay, e Jim Miller e
Marty Booker (non proprio Joe Montana e Jerry Rice) hanno segnato su tre
lunghi passaggi da TD; a Chicago va il merito di aver saputo sfruttare i
buchi della difesa dei Bucs.
Nel frattempo, Warrick Dunn e Mike Alstott
hanno guadagnato 14 yards in due, e Brad Johnson ha sì lanciato per 399
yards, ma si è fatto intercettare due volte. Ora, quando i Bears per due
settimane di fila hanno vinto ai supplementari in rimonta abbiamo detto che
non si poteva parlare solo di fortuna, ma ora..."Lady Luck" ha molto a che
fare con il successo di Chicago: che è andata molto vicino a pagare 2 errori
colossali.
Prima di tutto, non ha senso inginocchiarsi se non si è sicuri
che facendo così il cronometro arrivi allo zero; anche se correndo si
rischia sempre un fumble, almeno si può provare a prendere un primo down, e
poi comunque durante l'azione il cronometro può avanzare. Poi, R.W.
McQuarters deve accendere un cero a San Palo, visto che se il FG di Martin
Grammatica allo scadere non fosse finito fuori, avrebbe subito le ire di
tutti come responsabile della sconfitta, dopo che il suo colpo in ritardo
aveva regalato ai Bucs 15 yards molto importanti nell'ultimo drive. Tuttavia, a difesa di McQuarters, c'è da dire che gli arbitri sono stati
parecchio fiscali a lanciare il fazzoletto giallo in quel momento, per un
azione del genere...
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Con i vari Broncos, Colts e Ravens in difficoltà ad assestarsi nelle
posizioni alte della AFC, ecco a sorpresa spuntare i Jets, che dopo un
inizio stagione molto difficile si trovano in cima alla East Division, dopo
l'ennesimo successo, stavolta addirittura per 24-0, contro Miami. Lo stile
di gioco dei newyorchesi ricorda i Ravens dello scorso anno: l'attacco fa
quel poco che basta, e la vera protagonista è la difesa. Un esempio: domenica contro i Dolphins i Jets hanno ottenuto più yards sui lanci di Jay
Fiedler (ovviamente intercettati), che su quelli del loro QB, Vinny Testaverde; 151 contro 76. Inoltre, in tutta la gara, la squadra allenata da
Herman Edwards (che si candida con veemenza per il trofeo di coach dell'anno)
ha guadagnato solo 162 yards, e completato meno del 50% dei passaggi.
Indiscutibilmente, però, la statistica chiave della stagione di New York è
il più 22 nel bilancio fra palle perse e recuperate; e in tutto questo, non
dimentichiamo che in attacco c'è gente del calibro di Curtis Martin (che
secondo me verrà seriamente considerato per il titolo di MVP), Laveranues Coles
e Santana Moss, gli ultimi due potenziali stelle nel ruolo di ricevitore.
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Un esempio di come frequentemente le partite di football siano decise su
una sola giocata, non necessariamente nei minuti finali, è quello che è
successo domenica nella sfida fra i Rams e i Patriots, vinta 24-17 da St.Louis; quando Antowain Smith ha perso il pallone sulla linea delle 3
yards dei Rams del secondo quarto, l'inerzia della gara è girata completamente a favore di Marshall Faulk e compagni, che da allora in poi
non si sono più voltati indietro. Se New England avesse segnato su quel
possesso si sarebbe trovata in vantaggio 17-7, invece... St.Louis ha trionfato.
Kurt Warner, nonostante i suoi problemi al pollice, si è
riscattato dopo i due intercetti della fase iniziale e ha guidato i suoi al
successo; grosso merito va alla linea d'attacco, che per tutta la partita ha
protetto in modo strepitoso il QB dai continui blitz della difesa. L'autunno
si appresta a lasciar spazio all'inverno, e i Rams continuano a cadere come
foglie: Damione Lewis, Adam Archuleta, Mark Fields e Leonard Little sono le
ultime vittime di infortuni in difesa, e con la stagione che si avvicina
alla fase decisiva, non arrivano molti segnali positivi per Mike Martz.
Nessuno ha il coraggio di dirlo esplicitamente nel Massachusetts, ma i
Patriots hanno una vera e propria controversia nel ruolo di QB: i medici
hanno dato l'OK a Drew Bledsoe per tornare in campo dopo l'infortunio di
inizio stagione, e il fatto che Bill Belichick lo abbia tenuto in panchina
significa che, almeno per ora, il titolare rimane Tom Brady. E non dev'essere una decisione semplice lasciar fuori qualcuno che la scorsa
primavera ha firmato un nuovo contratto da 103 milioni di dollari...
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Ecco cosa succede a sottovalutare gli avversari...i Packers sono arrivati
alla gara di domenica sull'onda emotiva dei 3 successi nelle ultime 4 gare,
e sicuri del fatto che i Falcons, abituati al calduccio del Georgia Dome,
avrebbero faticato non poco nel gelo di Lambeau Field. Invece, da una parte
la particolare clemenza del clima, e dall'altra gli errori di Brett Favre,
hanno dato una grossa mano ad Atlanta, che ha provocato una delle sorprese
più grosse della settimana sconfiggendo Green Bay dopo 9 vittorie consecutive dei Packers sul campo di casa. Anche se durante le interviste
del dopogara il QB ha sostenuto il contrario, il suo intercetto che è
costato la gara a Green Bay è un errore grossolano; in svantaggio di soli 3
punti non c'era alcun motivo di cercare la giocata spettacolare.
Un altro segno di immaturità per i Packers è la animata discussione sulla panchina
fra il coach Mike Sherman e la safety Chris Akins, entrato in campo dopo
l'infortunio a Leroy Butler; ora Green Bay deve riprendersi in fretta, perché
già giovedì sarà di nuovo in campo a Detroit in uno dei tradizionali
anticipi del giorno del ringraziamento. I Lions non saranno certo un avversario difficile, ma Favre e compagni hanno perso 6 delle ultime 7 gare
giocate al Silver Dome, e devono evitare di commettere lo stesso errore di
domenica, cioè prendere sotto gamba la partita.
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Le cose cominciano a diventare problematiche anche per i campioni in carica
di Baltimore, che domenica sono stati sconfitti per la seconda volta quest'anno dai rivali di Cleveland, 27-17. Chissà se non confermare Trent
Dilfer è stata così una buona idea... Elvis Grbac è responsabile di 17 delle
25 palle perse dei Ravens quest'anno, e uno dei motivi dell'ottima stagione
della squadra, lo scorso anno, era il più 23 nel bilancio fra palle guadagnate e perse. Nel 2001 Baltimore è a meno 9 nella stessa statistica, e
dopo la gara di domenica Shannon Sharpe ha pubblicamente criticato Grbac,
che effettivamente nelle ultime gare ha commesso diversi gravi errori, a
volte dovuti anche alla poca protezione fornita dalla linea.
Secondo alcuni coach Brian Billick dovrebbe provare Randall Cunningham nel ruolo di
titolare, ma questo vorrebbe dire fare completamente marcia indietro dopo
aver dato piena fiducia, e investito parecchio denaro in Grbac; per ora è
comunque probabile che il QB titolare dei Ravens rimanga l'ex giocatore di
Michigan. I Browns hanno il merito di essersi lasciati indietro le scoraggianti sconfitte delle ultime 2 settimane, contro i Bears e gli
Steelers, e hanno tratto beneficio dall'ottima prestazione della matricola
Ben Gay, che il coach Butch Davis, vista l'inesperienza, avrebbe voluto non
usare estensivamente fino al prossimo anno.
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Come cambiano in fretta le cose nella
NFL... le situazioni di Broncos e Redskins sono completamente opposte rispetto a come erano qualche settimana
fa. Era prevedibile che l'infortunio di Ed McCaffrey avrebbe messo in crisi
l'attacco di Denver, ma le conseguenze negative sono andate abbondantemente
oltre le attese, e un contributo rilevante lo hanno dato i problemi infiniti
alle ginocchia di Terrell Davis. Ora anche Rod Smith sta cominciando ad
avere guai fisici, e in una situazione del genere probabilmente neanche John
Elway sarebbe riuscito a sistemare le cose con il suo braccio; ad inizio
stagione consideravamo l'attacco dei Broncos uno dei più solidi della lega,
e ora, 10 gare più tardi, Denver avrà bisogno di un gran finale di stagione
per arrivare ai playoffs.
Continuano a sorprendere invece i Redskins, e
continua a essere rivalutato il valore di Marty Schottenheimer; Washington è
arrivata alla quarta vittoria consecutiva dopo le 5 sconfitte in apertura di
stagione, e, anche considerando che fa parte della debole NFC East, è
tornata ad essere una delle legittime candidate per partecipare alla postseason.
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