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WEEK 8



EAST DIVISION
by Mauro Rizzotto

 

INDIANAPOLIS 30 - BUFFALO 14

Per una volta Peyton Manning si deve essere sentito come se fosse il quarterback di un'altra squadra: Miami, Baltimore, Pittsburgh, Cleveland, una delle due baie... insomma una qualsiasi squadra NFL con una difesa capace di vincere le partite, cosa che i Colts, fino ad ieri, dovevano ancora dimostrare di saper fare. "In questa situazione non senti la pressione di dover forzare a tutti i costi" ha dichiarato alla fine. " Sì, certo, sei aggressivo come al solito, ma magari ci sono dei pensieri che ti passano per la testa, tipo: 'Ehi, la difesa sta giocando bene, proteggiamo la palla, cerchiamo un big play e vinciamo'"
E così, dopo mesi di critiche, la difesa di Indianapolis ha finalmente dimostrato qualcosa: solo 232 yards totali concesse, sei sacks, due fumbles provocati, 54 minuti senza concedere nemmeno un punto all'attacco avversario. E dall'altro lato, un Peyton Manning non stellare ma estremamente solido e concreto (17/27 per 199 yards ed 1 touchdown), ed un rookie alla sua prima gara da titolare, Dominic Rhodes, che corre per 100 yards, riceve per 45 e segna un TD. Tutto ciò basta per far sorgere un dubbio: che i Colts stiano improvvisamente diventando una squadra bilanciata?
Calma. Consideriamo anche chi c'era dall'altra parte della linea di scrimmage. Con tutto il rispetto, Buffalo non è esattamente una squadra in grado di mettere paura, specialmente quando la sua unica speranza, il qb Rob Johnson (17-33, 172 yds, 1 TD), è in non perfette condizioni causa infortuni vari e gioca dietro una linea offensiva che schiera un titolare e quattro altri giocatori che insieme assommano solo 16 presenze come starters. A parte il passaggio lanciato a Riemersma a 3 minuti e mezzo dalla fine, l'unico flash dei Bills era stato il punt riportato in end zone da Nate Clements con una splendida corsa da 66 yards, che aveva per un attimo illuso gli spettatori. Già... gli spettatori.
Una volta solo il fatto di andare a giocare ad Orchard Park era di per sé una preoccupazione per gli avversari (chiedere ai Dolphins per informazioni), ma quest'anno i Bills hanno perso tutte e quattro le gare giocate in casa, chiudendo con un imbarazzante score totale di 162-75. "Mi sento male per i fans" ha ammesso Johnson. "È dura per loro venir qui al freddo ed incitarci, quando noi poi giochiamo così. Siamo stati terribili". Il record di 1-6, del resto, parla chiaro, ed è oggettivamente difficile trovare dei motivi di soddisfazione in questa annata, al di là dei margini di crescita che si intravedono in alcuni giocatori, su tutti il rookie rb Travis Henry.
Alla fine, quindi, questa gara altrimenti abbastanza scontata, potrebbe passare agli annali per una singola azione: una corsa da 33 yards in end zone, di Peyton Manning. Con una agilità degna del miglior Dan Marino, il qb dei Colts ha sfruttato una prateria che la difesa di Buffalo gli ha spalancato davanti ed è caracollato in end zone per la corsa in TD più lunga della sua carriera. Certo, McNabb o Culpepper avrebbero coperto la distanza forse in metà tempo, ma che importa? E alla fine ha rivelato: "Ho chiamato il gioco solo all'ultimo minuto. L'avvevo già fatto tre volte al college, e questa è la prima nella NFL. Ehi, sono già 4-4 in questo cose!".

MIAMI 23 -  CAROLINA 6

Alla fine, i soliti Dolphins. Solidi in difesa ed inefficaci in attacco; capaci di concedere pochissimo agli avversari e dipendenti dal piede di Olindo Mare; primi in classifica nella divisione ma con pochissimo credito dai media; capaci spesso di vincere ma raramente di convincere. Ieri i Panthers sono stati schiantati più nella sostanza della gara che non nel punteggio, e gran parte del merito va come al solito alle giocate della difesa. L'intercetto riportato per 29 yards in touchdown da Surtain (il primo della carriera) ed i 4 sacks collezionati sono solo la punta di una prestazione collettiva che ha concesso poco o nulla all'attacco di Carolina, costringendo addirittura due quarterbacks (Weinke e Craig) all'uscita anticipata dal campo.
La partita ha rischiato di essere condizionata dall'uragano Michelle, che gironzolava nel pressi del Sud Florida, tanto che lo stadio era mezzo vuoto. Ma poi il tempo non è stato nemmeno tanto male, ed ha piovuto solo a tratti. Così Jay Fiedler è riuscito a mettere insieme una gara niente male, lanciando il suo massimo stagionale: 287 yards con un buon 20/33 ed un touchdown. Sì, certo, c'è anche il solito intercetto, ma se non ne avesse lanciato nemmeno uno sarebbe quasi mancato qualcosa. E per una volta l'attacco di Miami ha vissuto solo sui passaggi: mentre Lamar Smith ha chiuso con un (per lui) deprimente bottino di 47 yards su 18 portate, i tre ricevitori principali hanno collezionato 13 ricezioni per 223 yards: 5/102 per Oronzo, 4/67 per McKnight e 4/54 per il rookie Chambers. Il passaggio da touchdown, poi, è finito nelle mani di Rob Konrad, e chiamati alla presa sono stati anche minor, Odgen, Weaver e perfino Hunter Goodwin, il TE titolare che in genere tutto fa tranne che ricevere passaggi. E c'è stato anche il tempo per un trick play che, se riuscito, sarebbe finito in tutti gli highlights. Primo quarto, 4°-e-1 sulle 20 yds dei Panthers; Miami si schiera per il calcio di Mare; Matt Turk riceve lo snap ed invece di piazzarla a terra la lancia a Mare che sprinta all'esterno, ma viene bloccato dalla difesa di Carolina. Wannstedt poi, negli spogliatoi, ci ha riso su: "Ci avevamo lavorato in allenamento, e lui aveva anche provato la sua danza da touchdown".
Dopo la prestazione non al massimo contro Seattle, la vittoria contro i non irresistibili Panthers consente a Miami di mantenersi comunque in vetta alla AFC East. Ora però, arriva il bello, perché nelle prossime cinque gare arriveranno la rivincita in casa contro i Jets, il viaggio a Buffalo e soprattutto le due partite contro i Colts, con la gara interna contro i Broncos come ciliegina. E il 10 dicembre sapremo finalmente quanto valgono i Dolphins.

  NEW ENGLAND 24 - ATLANTA 10

Avevamo lasciato Tom Brady nello spogliatoio di Denver, a meditare, ed a cercare di capire cosa avesse sbagliato dopo aver lanciato 4 intercetti nell'ultimo quarto della gara contro i Broncos. Ed oggi lo ritroviamo, nello spogliatoio di Atlanta, esattamente come lo avevamo lasciato prima dell'ultima partita. Cioè circondato da giornalisti a caccia di un commento dall'eroe di giornata.
Perché Tom Brady ha evidentemente assorbito bene il colpo, ed in casa dei Falcons, opposto a Chris Chandler, fino a ieri il secondo qb della lega per rating, ha lanciato per 250 yards e tre touchdowns, senza intercetti e senza grossi errori (21 completi su 31 tentativi). "Sapevamo che si sarebbe ripreso e sarebbe tornato a giocare duro" ha detto Troy Brown, che ha ricevuto uno dei tre TD, "Per lui questa prestazione così buona è stata importante".
Dietro al loro giovane quarterback i Patriots sono così arrivati ad una vittoria forse imprevista alla vigilia, perlomeno nel modo in cui è maturata. Perché i Falcons, dopo il touchdown iniziale di Shawn Jefferson (l'ex di turno) non hanno più combinato quasi nulla: le 89 yards dell'azione del TD si specchiano nelle 155 guadagnate in tutto il resto della gara. Anzi la loro difesa (la peggiore della NFL contro i passaggi) ha concesso a Brady tutto lo spazio che ha voluto, mentre la difesa di New England, pur priva di Bryan Cox, è stata asfissiante, con dei blitz quasi costanti che hanno portato a nove sacks e tolto a Chandler e Vick (entrato in campo per un infortunio al suo compagno titolare) ogni spazio di manovra, costringendoli a correre per salvarsi su quasi ogni gioco di passaggio. "Ragazzi, se arrivavano" ha poi detto Michael Vick "Non so cosa sia successo, ma so che era veramente poco piacevole là fuori". E Lawyer Milloy si è tolto anche la "soddisfazione" di dare al giovane quarterback dei Falcons il suo personale benvenuto nella NFL: un violento sack su un gioco al quarto down che ha affossato l'ennnesimo tentativo di Atlanta di combinare qualcosa di decente in attacco.
Insomma, dopo il disgraziato avvio di stagione, ora i Patriots sono 4-4 e quasi "back in track". La classifica della AFC East è cortissima e, a parte i Bills, non ci sono né squadre tagliate fuori né squadre che finora si siano dimostrate sul campo nettamente superiori alle altre. E proprio la partita in casa di domenica contro Buffalo offrirà la possibilità di un altro piccolo passo.

  NEW YORK JETS 13 - NEW ORLEANS 9

E questa è proprio una sorpresa. Che i Jets riuscissero ad andare ad espugnare il campo dei Saints, la stessa squadra che solo sette giorni prima aveva fermato la marcia dei Rams, i quali due settimane fa avevano allegramente passeggiato sopra gli stessi biancoverdi... insomma, chi lo pensava? 
Invece, mai dire mai. La difesa di New York aiuta Aaron Brooks a combinarne di tutti i colori, Testaverde si limita all'ordinaria amministrazione e soprattutto lancia un solo pallone agli avversari, Lamont Jordan esce fuori a dare una mano a Curtis Martin, in serata di non particolare vena ed opposto ad una difesa comunque tra le più forti della NFL, e soprattutto, il piede di John Hall sbaglia lo stretto necessario e, con tre field goals ed un touchdown, i Jets fanno il colpaccio.
La difesa biancoverde, la peggiore contro le corse dell'intera lega, è riuscita nell'impresa di neutralizzare quasi completamente Ricky Williams, tenuto a 58 yards ed un TD e, spento lui, gran parte della pericolosità dei Saints è sparita. Inoltre ha inflitto a Brooks sei sacks, recuperato quattro palloni, colpito duro per tutta la partita e infilato la seconda prova convincente di fila, dopo la bella prestazione contro i Panthers di domenica scorsa.
In trasferta i Jets quest'anno non hanno mai perso, con quattro vittorie su quattro partite, ed ora la questione è se sapranno ripetere altre prestazioni come questa: con un record di 5-3, mezza partita dietro i Dolphins e la concreta possibilità di superarli al più tardi fra due settimane, quando andranno a giocare a Miami, i Jets si presentano a metà stagione come una squadra con realistiche speranze di playoffs. Perché queste si realizzino, però, ci sarà bisogno di qualche miglioramento, specialmente in attacco. Per la terza settimana consecutiva i punti segnati non sono arrivati a 20, e non sempre si può vincere in questo modo, come ampiamente dimostrato dalla partita contro i Rams. Il tempo comunque c'è, e la partita casalinga contro i Chiefs, che si presenta relativamente facile, potrebbe essere occasione per una verifica.

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