ATLANTA 14 - MIAMI 21
Le cose importanti da sapere sono arrivate tutte alla fine della gara. La prima, che Michael Vick ha un futuro nella NFL. Pur di fronte ad una delle difese più toste, il giovane quarterback ha lanciato per 214 yards e corso per altre in poco più di metà gara. Ha commesso anche degli ovvi errori, ma ha impressionato. "È una meraviglia della
natura" ha detto di lui Sam Madison. "È dura contenere un ragazzo di quel calibro". Ma la difesa dei Dolphins alla fine c'è riuscita. E questa è la seconda cosa importante da ricordare.
È stata la difesa, infatti, che per due volte ha fermato sulla goal line i tentativi dei Falcons di impattare la partita a meno di un minuto dalla fine. E che, oltre all'azione decisiva, ha recuperato 4 palloni (tra cui un intercetto ritornato in touchdown da Brock Marion), ottenuto 4 sacks e costretto ad uscire Chris Chandler nel secondo quarto, anche se, visto il rimpiazzo che è entrato... "Durante la settimana scherzavamo dicendo: se atterrate Chandler aiutatelo a rialzarsi, perché non vogliamo che entri Vick" ha infatti poi rivelato Patrick Surtain.
La terza cosa, infine, è altrettanto importante: con questa vittoria, arrivata dopo le due sconfitte consecutive contro Niners e Patriots, Miami ha centrato anche quest'anno i playoffs e, piccola nota statistica, i Dolphins sono l'unica squadra della NFL ad esserci riusciti per cinque volte di fila negli ultimi cinque anni. Domenica prossima sapremo chi vincerà la division, e poi inizierà il gran ballo finale. "Andiamo ai playoffs, ma dobbiamo arrivare a giocare meglio" Firmato: Zach
Thomas.
INDIANAPOLIS 17 - ST. LOUIS 42
Che spettacolo per i tifosi di Indianapolis davanti al televisore: i Colts che si ritrovano contro i Colts che potrebbero avere. Cioè i Rams, l'unica squadra che come puro talento offensivo a disposizione può reggere il confronto con la Triplet di Indy. Il dilemma però è sempre quello: cosa manca ai Colts per diventare come i Rams?
Una cosa che manca, è facile dirlo, è quella che avevano: cioè Marshall Faulk. Non che scambiandolo per arrivare ad Edgerrin James i Colts ci abbiano proprio perso tanto, però Faulk evidentemente a St. Louis è salito ad un altro livello di gioco, ed ieri teneva molto al confronto con la sua ex-squadra, tanto da segnare quattro touchdowns.
Un'altra cosa che manca, ed è forse ancora più facile dirlo, è la difesa. Non che per fermare l'attacco dei Rams basti una difesa qualsiasi, ma almeno una che dia l'impressione di poter fare qualcosa sarebbe stata utile. Invece la difesa di Indy quest'anno ha concesso 476 punti totali, ancora di più della inesistente difesa dei Rams dello scorso anno (che aveva chiuso l'anno a 471), che era risultata la settima peggiore della storia NFL.
Ma la cosa più grossa sembra essere la testa. I Colts non ci sono più da tempo, e resta da stabilire se mai ci sono stati quest'anno. Ma se qualcosa deve cambiare in questa squadra (oltre alla difesa, d'accordo) è senz'altro la mentalità. Peyton Manning, ad esempio, che a livello di talento è forse il miglior quarterback in circolazione, molte volte è sembrato giocare da solo, indifferente anche a tutti gli intercetti che continuava a lanciare. Ed il peggio è che nella squadra intorno a lui lo spettacolo era simile. Ecco, questo dovrà cambiare prima di tutto. I fan dei Colts, la prossima volta che ci sarà un Colts vs Rams, si meritano almeno una partita combattuta fino alla fine. Se non una intera stagione.
BUFFALO 14 -
NEW YORK JETS 9
Per la serie "Non può andare sempre bene": i Jets perdono una partita nel quarto quarto, fallendo la rimonta nell'ultimo drive.
E dovevano farlo proprio in casa contro i Bills senza stimoli in una partita chiave per le loro speranze di accedere ai playoffs? Evidentemente sì. Adesso tutto si complica: bisogna andare a vincere ad Oakland, ed anche se è vero che nella NFL quest'anno si è visto tutto ed il contrario di tutto, la partita sarà dura ed è un problema che ci si poteva risparmiare.
Forse avrà pesato la "maledizione di dicembre", che vede i biancoverdi incapaci di combinare qualcosa di buono nell'ultimo mese dell'anno. Anche lo scorso anno, del resto, con tre sconfitte consecutive nelle ultime tre partite, i Jets gettarono al vento titolo divisionale e playoffs. O forse i Bills sono stati semplicemente sottovalutati, stante il loro record di 2-12, ma in questo caso l'errore è stato doppiamente grosso. Perché Buffalo, nelle ultime giornate, ha dimostrato di essere una squadra che non molla facilmente e, d'altronde, quando hai vinto solo due volte ogni buona occasione non va mollata neanche per sogno. "Ora siamo 3-12, che vuol dire che dobbiamo continuare a giocare duro" ha detto il veterano OL Phil Hansen. "È bello vincere, è solo che è così difficile riuscirci". Adesso a Buffalo le domande principali che tutti si stanno facendo sono probabilmente due. Una: "Ma Alex Van Pelt può continuare a giocare bene così anche in futuro?". Due: "Ma Rob Johnson....?" dove al posto dei puntini chiunque può aggiungere ogni cosa. Perché in effetti con Van Pelt al timone i Bills hanno mostrato un altro passo, magari non irresistibile, ma certo diverso da quello tenuto con l'erede di Flutie in campo.
Sul fronte Jets l'attenzione è già concentrata sulla trasferta in California, sperando che i rimpianti per l'occasione sfumata non pesino troppo. "Abbiamo veramente gettato una grossa opportunità. Dobbiamo sempre capire le cose nel modo peggiore, e questa sconfitta è una dura lezione per noi". Se Curtis Martin ha ragione, i tifosi si augurano che serva.
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