NEW ENGLAND 27 - CLEVELAND
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8-5. Nessuno si stupisce più di tanto quando una squadra che ha un record positivo continua a vincere, ed i Patriots non stanno sfuggendo alla regola. Ora che, dopo la settima vittoria nelle ultime nove partite, si sono liberati della compagnia dei Jets e sono rimasti soli al secondo posto della division, ora che Tom Brady non è più una clamorosa sorpresa, ora che Antonwain Smith è ufficialmente risorto, ora che Troy Brown, Roman Phifer, David Patten sono ricercati da tutti i giocatori di fantasy football, si può ammetterlo tranquillamente. Sì, adesso affrontare i Patriots è un problema.
I ragazzi di Belichick, al momento, sono tra le squadre più "calde" della NFL, e domenica a farne le spese sono stati i Browns, un'altra squadra rivelazione ma ultimamente un po' "raffreddatasi". Ieri la difesa di New England ha costretto il running game di Cleveland a poco più di 50 yards ed ha intercettato tre volte Tim Couch. Al resto ci hanno pensato Brady e, soprattutto, Smith.
Il quarterback ha chiuso a 19/28 per 218 yards, non ha lanciato nemmeno un touchdown ed anzi ha tirato due intercetti, ma ha ben comandato ed aperto il gioco, pescando spesso e volentieri Brown, Patten, Faulk ed anche un redivivo Terry Glenn. E l'uomo che ha beneficiato di ciò è stato Antonwain Smith, che ha illuminato un running game altrimenti un po' spento (solo 81 yards) correndo 21 volte per un totale di 76 yards, di cui due in end zone. Il terzo touchdown è stato segnato da Troy Brown, con un ritorno di punt da 85 yards verso la fine del secondo quarto, ed il resto lo ha fatto Vinatieri, con due field goals. A fine gara coach Belichick ha commentato: "È stata un'altra bella vittoria di squadra, ed abbiamo avuto delle belle giocate da tanta gente diversa".
E allora? Adesso New England si trova in una posizione molto diversa da quella che ad inizio stagione molti le assegnavano. E magari non sarà una squadra capace di vincere il Superbowl, ma in una stagione in cui è l'equilibrio che la fa da padrone, dove si può vincere e perdere con tutti, una parolina, forse, possono dirla anche i Patriots.
NEW YORK JETS 7 - PITTSBURGH 18 
I Jets ora sono, nella loro storia, 1-14 contro gli Steelers, il peggior record di tutte le sfide tra squadre nella NFL. Non hanno mai vinto a Pittsburgh e lo stesso Testaverde è 2-11 contro gli uomini di "Steel Town". Tutto questo potrebbe bastare sul piano statistico a spiegare perché i Jets hanno perso, ma sul piano sostanziale la verità ancora più semplice: perché gli Steelers sono più forti.
I Jets, con la loro difesa, erano certamente in grado di contenere l'attacco degli Steelers, tantopiù privo di Bettis; in effetti, a Kordell Stewart non è stato concesso nessun touchdown, l'unico segnato da Pittsburgh è stato messo a segno da Fuamatu-Ma'afala ed il resto è venuto da 4 field goals. Però la difesa Degli Steelers non ha concesso quasi nulla ad un attacco che già contro squadre più deboli si era trovato in difficoltà: Testaverde, pur non lanciando intercetti, ha chiuso ad un modesto 15/26 per 14 yards, nessuno dei ricevitori si è particolarmente distinto per pericolosità, e come spesso è successo, Curtis Martin è apparso il solo in grado di sostenere il peso dell'attacco. Solo che anche per lui ieri non c'è stato nulla da fare: limitato a sole 58 yards su corsa ha ottenuto l'unico touchdown della sua partita lanciando in end zone Wayne Chrebet nel secondo quarto per gli unici punti messi a segno dai Jets in tutta la gara.
Ed ora, improvvisamente, la classifica è preoccupante: a 7-5 il rischio di mancare i playoffs è concreto, e la storia dice che dicembre è un mese in cui ultimamente i biancoverdi non si sono distinti particolarmente: dal 1986 vantano un record di 18-43 in partite giocate a dicembre o più avanti. Quest'anno ne hanno già perse due su due. "Ma faremo i playoffs" ha detto la safety Victor Green "Siamo una buona squadra e vinceremo le tre partite di cui abbiamo bisogno. Credo che con un record di 10-6 arriveremo nei playoffs".
BUFFALO 25 - CAROLINA 24 
"The Futility Bowl" era l'etichetta data a questa partita, che vedeva di fronte due delle tre peggiori squadre della NFL (ammesso che i Detroit Lions siano da considerarsi ancora tali). E solo un vero e proprio suicidio da parte dei Panthers ha alla fine regalato il "Bowl" ai Buffalo Bills. Fino ad un secondo dalla fine del primo tempo Carolina era in testa 24-6; per tutto il tempo dall'inizio della gara i ragazzi di Gregg Williams non avevano combinato praticamente niente di giusto. Ed il drive che Van Pelt (per lui 20/29, 277 yds, 1 Td e 1 int) ha condotto per 70 yards, fino al passaggio in end zone sul filo di lana per Peerless Price è stato forse il punto di svolta.
Nel terzo quarto un intercetto riportato in touchdown da Brandon Spoon (il rookie sostituto dell'infortunato Sam Cowart)ha ulteriormente ravvicinato le due squadre, ed alla fine, dopo che la difesa era riuscita ad arginare i tentativi dell'attacco dei Panthers di mettere qualche altro punto, è stato Travis Henry (101 yds totali) che ha chiuso nel quarto periodo un drive da 54 yards per il sorpasso.
È difficile dire, in una partita così, dove finiscano i demeriti di una squadra e dove inizino i meriti dell'altra. Specialmente quando si fronteggiano due squadre con record di 1-10 ed 1-11, che hanno attirato al freddo del Ralph Wilson Stadium il più basso numero di spettatori fatto registrare dal 1986. In questo caso le colpe dei Panthers sembrano maggiori, se non altro perché erano ampiamente avanti nel punteggio e si sono fatti rimontare senza saper reagire, ma il carattere di Buffalo va sottolineato, ed è senz'altro la cosa migliore che si possa dire di questa squadra. Per loro, comunque, ogni vittoria è salutare. E in questo caso, poi, c'era anche da coronare degnamente la cerimonia dell'intervallo in onore di Marv Levy, l'indimenticato coach dei Bills dei tempi d'oro di Kelly, Thomas e Reed, recentemente ammesso alla Hall of Fame. Almeno in questa occasione i Bills non sono voluti mancare.
INDIANAPOLIS 6 - MIAMI 41 
Forti con i deboli, deboli con i forti? Oppure forti solo con i Colts, gli ormai ex-compagni divisionali, sconfitti per la quinta volta di fila? Oppure ancora non spettacolari ma forti a sufficienza da potersi giocare la AFC con Steelers e Raiders? Scegliete la verità che preferite sui Dolphins, tanto questa squadra potrà smentire o confermare tutto nel giro anche di una sola settimana, come successo tante volte in passato.
Intanto è arrivata questa nettissima vittoria contro una squadra, i Colts, che ha ormai completamente mollato e sembra già in preda ai travagli interni tipici di una squadra che deve ricostruire senza sapere bene da dove iniziare. Dalla poltrona di Jim Mora, che ormai non si arrabbia neanche più, e sì che dopo una sconfitta del genere (la peggiore da tre anni a questa parte) ce ne sarebbe? Dalla difesa, che per tutta la stagione ha vissuto solo su poche certezze (Peterson, Bratzke, forse Morris e poco altro) e tante inconsistenze? O dalla ricostruzione di Peyton Manning, che quest'anno è stato solo a tratti all'altezza della sua classe, apparendo invece molto più spesso impreciso, frettolose ed anche confuso (ed i 18 intercetti lanciati ne sono chiara testimonianza)? L'infortunio di James ha certo inciso molto sui Colts, ma una debacle come quella di quest'anno non può non essere assorbita cercando di trarre le necessarie indicazioni perché il prossimo anno Indy sia in grado di puntare ai traguardi che il talento delle sue stelle le impone.
Quanto a Miami, che ieri ha segnato il suo massimo stagionale di punti, come sempre i discorsi sulla squadra girano attorno a Jay Fiedler: ieri è riuscito a giocare una gara senza errori, lanciando per 191 yards e 3 touchdowns, e il fatto che Fiedler non lanci intercetti non può non influenzare l'andamento delle partite dei Dolphins.
Lamar Smith è tornato sopra le 100 yards, anche se non ha segnato. A onor del vero è probabile che questa prestazione sia da imputare anche all'inconsistenza della difesa avversaria, visto che il livello del gioco della linea d'attacco di Miami non si è alzato di molto, ma è comunque un buon segnale da parte del runner, in vista di prove future certo più impegnative. Chi invece si conferma come non più una sorpresa è Chris Chambers, che anche ieri è andato a bersaglio due volte: l'ex wr di Wisconsin è divenuto un bersaglio affidabile per Fiedler, che sempre più spesso lo cerca nei momenti chiave. In difesa, invece, ieri è stato Brock Marion a svettare, intercettando Manning due volte e collezionando 8 tackles (secondo solo ai 9 del solito Zach Thomas).
In classifica l'inseguitore più immediato ora è cambiato (i Patriots) ed è indietro di una partita e mezza. Lo scontro diretto avverrà tra due settimane, e prima c'è la temibile trasferta sulla costa Ovest contro i Niners. Sarà un bel finale...
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