INDIANAPOLIS 27 - BALTIMORE 39

Stavolta coach Mora, dopo la partita, era quasi sereno dopo l'ennesima frustrante sconfitta, ma forse, dopo aver vissuto la stessa situazione troppe volte quest'anno, il motivo è proprio questo: "So che non è consolante quando perdi una partita, ma sono orgoglioso della squadra. Abbiamo combattuto con tutti i mezzi, ma non è stato abbastanza".
Ormai i Colts sono in vacanza da un po', e nulla sembra ormai poterli scuotere. Se po gli aiuti non arrivano nemmeno da loro stessi, allora vincere su un campo come quello dei campioni in carica diventa improponibile. A Baltimore, Ieri Dominic Rhodes è riuscito a correre per sole 42 yards, ed ha commesso 2 fumbles. A parte lui l'unico altro giocatore che ha tentato un'azione di corsa è stato Manning. Con una situazione del genere il peso della partita non poteva che poggiare tutto sulle spalle di Peyton Manning, che magari in altre circostanze sarebbe anche stato più pronto a sostenere un tale onere. Ma in questo periodo nemmeno Manning sembra il giocatore che tutti conosciamo, e dovendo lanciare quasi 50 volte a partita i rischi di errore evidentemente aumentano.
Ieri Manning ha chiuso con uno score di 27 completi su 48 tentativi, 310 yards totali e 2 touchdowns, una da 40 yards per Pollard ed uno da 57 yards per Harrison, ambedue nel terzo quarto. Lo stesso periodo in cui Indy aveva dato la sensazione di poter recuperare la partita, presentandosi all'inizio dell'ultimo periodo in vantaggio di un punto, 27-26. Ma poi, alla fine, il cedimento tante volte visto quest'anno, con la difesa incapace di contenere l'attacco dei Ravens (TD di Grbac per Ismail) e manning che chiude la partita tirando un intercetto dritto nelle mani di Rod Woodson, che lo riporta in end zone stabilendo il primato all-time con 10 intercetti riportati per la segnatura. E chiudendo, ovviamente, la partita e la stagione dei Colts. Ammesso che non lo fosse stata già da prima.
NEW ENGLAND 17 - NEW
YORK JETS 16 
Un tempo a testa. La partita è tutta qui. Niente bei discorsi su quanto avvincente sia stato l'ennesimo capitolo di una delle rivalità più accese della division, niente racconti di prestazioni mirabolanti o azioni emozionanti. No, questa partita è stata assolutamente capovolta tra il primo ed il secondo tempo: 13-0 per i Jets nella prima metà, 17-3 per i Patriots nella seconda. Ad un certo punto, verso la fine del primo tempo. il conto delle yards era 230 a 40 per New York, o qualcosa del genere; ad un certo punto, nel secondo tempo, era risultato che i Jets avevano guadagnato la bellezza di 4 yards totali su passaggi.
No, la partita è stata totalmente a due volti, e se vogliamo trovare una differenza, questa sta nei due uomini al comando. Tom Brady nel primo tempo era confuso e completamente in balia della difesa avversaria che gli piombava addosso da tutte le parti, dominando la linea di scrimmage, con John Abraham autore di sue sack; nel secondo tempo è tornato ad essere il giocatore visto nelle ultime settimane. Preciso, pericoloso, per nulla intimorito o preoccupato dagli occhi di Drew Bledsoe che lo fissavano dalla sideline. Ed aiutato dalla crescita di tutta la squadra l'ha condotta per mano ad un successo importantissimo in chiave di classifica.
Vinny Testaverde nel primo tempo ha svolto il compitino. Senza troppo entusiasmare ha guidato i Jets a dominare i Patriots, smistando i passaggi un po' qua ed un po' la ed affidandosi soprattutto a Curtis Martin quando il lavoro cominciava ad essere duro. Un touchdown per Coles ed un bel passaggione lungo che ha dato a Santana Moss la prima ricezione della sua carriera gli unici acuti. Poi, nel secondo tempo, il calo, con tanti, troppi passaggi sbagliati perché fuori misura, troppo corti o troppo alti. E i numeri finali testimoniano tutto ciò: Testaverde ha chiuso con 184 yards, 1 TD ma 2 intercetti ed un modesto 19/33; Tom Brady ha messo insieme 213 yards, senza touchdowns né intercetti, ma con un ben più positivo 20/28. E, alla fine, i Patriots hanno vinto, anche se di un solo punto.
Ora in classifica New England tallona i Jets a mezza partita di distanza, non avendo ancora avuto il bye week, che arriverà alla penultima giornata. I due calendari più o meno si equivalgono: domenica il compito sulla carta più facile è dei Pats, che ricevono i Bengals, mentre i Jets volano a Pittsburgh. Tutto può ancora succedere.
DENVER 27 - MIAMI 34 
"Questa squadra ha l'attitudine a non mollare" ha detto Dave Wannstedt alla fine della gara "Chiunque abbia visto la partita lo avrà notato". Chiunque abbia visto questa partita, vinta dai Dolphins con la loro quinta rimonta nel finale della stagione, avrà anche visto come una grossa mano a Miami l'hanno data gli stessi Broncos, con due dolorose palle perse quando non era proprio il caso. E l'intercetto che il DE Kenny Mixon ha riportato per 56 yds in touchdown, primo della sua carriera è stato il momento chiave della gara. Perché è stato un chiaro errore di Brian Griese, che invece di prendere il sack ha cercato di liberarsi della palla, facendolo nel modo peggiore; perché lì i Dolphins sono finti sopra nel punteggio dopo essere stato sotto per 10-0, e non sono più stati raggiunti; e anche perché, nel conseguente kickoff, è arrivato il secondo errore che ha consegnato la partita a Miami: un fumble di Chris Cole, ricoperto dai Dolphins, e due giochi dopo Lamar Smith entrava in end zone per il 21-10 finale.
Il ritorno a casa di Brian Griese, quindi, non è stato dei più felici. Ma a parte gli errori dei Broncos, che non hanno mai vinto a Miami, va anche detto che i Dolphins sono stati bravi ad approfittare di quegli stessi errori nel momento cruciale, il che indica che, come ha sottolineato Wanny, in effetti una certa attitudine a non mollare c'è. Però è anche vero che fino ad allora i Dolphins non avevano combinato nulla, e questo non è un dato allegro in prospettiva. Tornando a guardare i lati buoni, invece, c'è da sottolineare la crescita costante di Chris Chambers, anche ieri pescato in end zone da Fiedler, il fatto che lo stesso quarterback non abbia lanciato intercetti e, ultimo ma non ultimo, che grazie a questa vittoria ed alla sconfitta dei Jets la vetta della classifica è ancora conquistata in solitudine. Adesso la posizione va mantenuta, con un calendario di fronte che propone due scontri difficili (le trasferte a Foxboro ed a San Francisco) e tre più abbordabili (le partite in casa contro Indianapolis, Buffalo ed Atlanta). Ma con i Dolphins, non si sa mai...
BUFFALO 0 - SAN
FRANCISCO 35 
Mamma mia... E che si può dire di una partita così? Che forse si sapeva in partenza chi avrebbe vinto, ma c'è modo e modo...
Alex Van Pelt, reduce da due partita in cui aveva lanciato per 300 yards, si è fermato a poco più dell ametà (168) lanciando però 4 intercetti. Travis Henry è giunto alla stratosferica quota di 9 (nove) yards guadagnate. Il miglior runner dei Bills è stato il "vecchio " Larry Centers, che ha guadagnato ben 14 yards, ma non su una singola corsa, ma in tutta la gara. A dire la verità è stato anche il miglior ricevitore, avendo ottenuto 56 yards su 6 ricezioni: Moulds, con un passaggio in più, si è fermato a 55. Unici timidi segni di vita dalla difesa, che è arrivata a colpire diverse volte Garcia, ma (pare) senza ottenere alcun risultato apprezzabile. "È stato l'unico punto in cui siamo stati abbastanza fisici per confrontarci con una squadra come i Niners. Non siamo stati abbastanza bravi". Parole di Gregg Williams, coach dei Bills, che chiude così l'ennesima pagina da dimenticare di una stagione da dimenticare. E che si può dire di più? Nulla.
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