INDIANAPOLIS 21 - SAN
FRANCISCO 40
Durante la partita, guardando i Colts giocare, le impressioni che si sono avute sono state diverse, e tutte abbastanza nette. La prima è che Peyton Manning stesse giocando quasi con sufficienza, come se fosse in grado da un momento all'altro di risolvere la partita, e lo sapesse. Non che questo non possa accadere, ma non è detto che succeda sempre. Ieri, per esempio, è successo, ma la partita si è risolta nell'altro senso, perché la vera chiave della sconfitta sono stati i 4 palloni che Manning ha depositato nelle mani della difesa di San Francisco, nonostante le quasi 400 yards passate. A volte ha dato l'impressione di forzare troppo, insistendo su un Wilkins marcatissimo senza cercare altre opzioni. Che, con Pathon e Wayne fuori per infortunio, si riducevano in pratica ai due TE Dilger e Pollard, ieri centrati dai passaggi solo 4 volte in due.
La seconda impressione è che, per quanto Dominic Rhodes sia in gamba, ed è in gamba, come testimoniano ieri le 104 yards corse, le 43 ricevute ed i 2 touchdowns segnati, ai Colts manca tanto The Edge. Sarà perché la sua sola presenza in campo fa da spauracchio per le difese avversarie, o perché conosce a memoria la squadra o per un feeling consolidato con Manning, o magari sarà solo perché è lui, ma l'assenza di James ha lasciato Indy con molte meno alternative in attacco, e questo, in verità, nella testa più ancora che nel playbook.
La terza impressione è senza Mike Peterson, il giovane linebacker fuori per infortunio, la difesa dei Colts abbia perso il suo uomo chiave, e si affidi solo alla verve di Bratzke ed a qualche giocata isolata che può eventualmente arrivare da qualcun'altro, ma senza la continuità necessaria ad una difesa che voglia giocare qualche partita anche a gennaio.
Ma la quarta impressione è la peggiore e, ahimè, la più consistente: che i Colts abbiano mollato. Ed il finale della partita, che li ha visti incapaci di rispondere all'accelerazione dei Niners e piegati dagli intercetti tirati dal loro leader, è stato sintomatico. Hanno perso tre partite di fila, sono alla quarta sconfitta consecutiva all'RCA Dome (che li ha salutati all'uscita con un coro di "booo"), la classifica recita 4-6, e continuano a perdere i pezzi per infortuni vari. E le voci che iniziano a dare Jon Gruden in arrivo a Indianapolis forse sono un altro segnale: magari un po' in anticipo, ma pare che con la testa i Colts siano già al prossimo anno.
NEW ENGLAND 34 - NEW ORLEANS
17
Asfaltati. Piallati. Livellati. Trovate tutti gli aggettivi che vi vengono in mente, ed avrete l'idea di come i Patriots ieri hanno dominato i Saints. E la cosa stupefacente è che, guardando ad esempio le cifre di Brooks (307 yards passate) e dei suoi ricevitori (97 yds Horn e 78 Jackson, con 1 TD) tutto ciò non salta molto all'occhio. Ma guardando la partita l'impressione costante è che New England ha sempre mantenuto saldo in mano il pallino del gioco, comandando la partita sia nelle fasi di attacco che in quelle di difesa. Una squadra quadrata, aggressiva e concreta, che da ieri ha un nuovo soprannome The Brady Bunch.
Ancora una volta, infatti, l'uomo del giorno è lui: Tom Brady. Per la gioia di tutti i suoi proprietari al fantasy football e la disperazione di chi se lo trova contro (o, peggio, di che ce l'ha e non l'ha schierato...) il giovane quarterback ieri ha lanciato 258 yards, con un mirabolante 19/26 e la bellezza di 4 touchdowns: uno per Charles Johnson, uno per il fullback Marc Edwards ed uno a testa per Troy Brown ed Antonwain Smith, gli altri due protagonisti principali del momento felice di questa squadra. Brown ieri è arrivato a 91 yards, catturando sette passaggi, Smith ha corso per 111 yards con ben 24 portate, ed ha molte volte messo in difficoltà da solo la difesa dei Saints.
Ma la copertina è di Brady, da ieri ufficialmente titolare fisso per il resto dell'anno, a meno di "circostanze impreviste", per citare le parole di coach Belichick. Si aspettava di vedere come la presenza di Drew Bledsoe ristabilito sulla sideline lo avrebbe condizionato e, se questa è la risposta, allora chissà cosa potremo aspettarci ancora da questo ragazzo. E, negli spogliatoi, ecco cosa ha dichiarato Brady su Bledsoe: "Ogni squadra sarebbe fortunata ad avere uno come lui. Io devo solo fare la mia parte, e preoccuparmi di essere sempre pronto". E, dall'altra parte, pronta la risposta del veterano Bledsoe: "Non è una questione di chi gioca o no, è una questione di chi vince. Ed io farò tutto quello che posso per aiutare la squadra a vincere". I problemi nel New England arriveranno nella off-season, quando arriverà probabilmente il momento di fare una scelta, ma fino ad allora perché guastarsi la vita?
BUFFALO 27 - MIAMI 34
Jay Fiedler. Esauriamo subito l'argomento con una semplice domanda: ma ci si può fidare di lui? Quando sembra finito dopo una partita da fucilazione, risorge con una gara da incorniciare. Quando sembra recuperato dopo una prestazione incoraggiante, la gara dopo ne combina di tutti i colori. Insomma, una variabile impazzita. "Questa è stata un grande vittoria per la squadra e per me stesso" ha detto a fine gara. "La parte più dura è stata rimanere concentrato su quello che dovevo fare, senza ascoltare le critiche di tutti. Ho fatto molto errori finora, quest'anno, ma ho imparato".
A giudicare da quello che è successo nel finale di ieri a Buffalo, ha imparato bene. Sotto 21-10 all'inizio dell'ultimo periodo, i Dolphins hanno segnato 24 punti nel quarto quarto, capovolgendo la partita, vincendo e raggiungendo i Jets in testa alla classifica della AFC East. La rimonta è iniziata con un passaggio sul TE Jed Weaver, ma il successivo TD di Travis Henry sembrava aver chiuso la gara: mancavano 8 minuti e Miami era sotto 27-17. E lì è arrivato il momento di Chris Chambers, il wr scelto al secondo giro del draft di quest'anno da Wisconsin: un TD a quattro minuti dalla fine, su un passaggio da 22 yards, ha riportato sotto i Dolphins, che poi sono andati a pareggiare la gara con un calcio di Mare, ad 1:11 dal fischio finale.
Sembrava overtime. Ma Nate Clements, sul successivo kickoff, commetteva l'errore fatale: un fumble che, ricoperto da Surtain, riportava la palla nelle mani di Fiedler. Che la spediva dritta dritta in quella di Chambers, con una ricezione in volo cadendo indietro nell'angolo della end zone a 48 secondi dalla fine. Fischio finale, e tutti a casa, a leccarsi le ferite. L'infortunio di Marc Dixon (OG, gamba rotta), infatti, mette ancora di più nei guai una linea d'attacco che già arranca rispetto allo scorso anno e che ieri si è trovata in campo con il solo Todd Wade a poter dire di aver già giocato titolare.
In ogni caso la testa della classifica è stata riguadagnata, sebbene in condominio, e dietro sono rimasti solo i lanciatissimi Patriots, che però sono a una partita e mezza di distacco. Ma i Jets hanno il vantaggio negli scontri diretti (ehm... da quattro anni a questa parte...), ed ora bisogna anche sperare negli altri, oltre che confidare in sé stessi.
E i Bills? "È così frustrante giocare così intensamente, e anche bene in certi momenti, e non riuscire a vincere" ha detto coach Williams. "Loro sono riusciti a fare i giochi decisivi nel finale, e noi non siamo riusciti a controbattere".
Insomma, uno stato d'animo non nuovo per i Bills, che ora sono 1-9, loro peggior partenza in 17 anni, ed hanno perso la loro ottava partita di fila in casa e la quinta assoluta consecutiva. E l'aspetto peggiore è che stavolta sono anche riusciti a gettare via un vantaggio di 10 punti nel finale, tutto a causa di due errori decisivi. Oltre al già citato fumble di Clements sul kickoff decisivo, infatti, altrettanto pesante è stato l'errore di Jake Arians che, nel TD di Henry nel 4° quarto ha mancato il punto addizionale, che avrebbe portato Buffalo avanti di 11 punti: il pareggio per Miami sarebbe stato più difficile e, visto che poi effettivamente il pari è arrivato con il calcio di Mare, l'errore è stato grave.
Il peccato è stato che tutto ciò ha vanificato una partita ben giocata da parte di Buffalo, con l'ottima prova di Alex Van Pelt, che ha chiuso con un ottimo 21/34 per 309 yds, 3 TD e un solo intercetto, di Travis Henry (19 portate, 97 yds ed 1 TD) e soprattutto di Eric Moulds, finalmente tornato a scores consoni alle sue abilità: ben 196 yards con solo 6 passaggi, e due di essi ricevuti in end zone. Continuando così, però, prima o poi la ruota dovrà pur girare,, e magari i Bills riusciranno anche a togliersi qualche soddisfazione. Prima di rimandare il tutto al prossimo anno.
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