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AMERICAN FOOTBALL CONFERENCE
DIVISIONAL
by Mauro Rizzotto

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Miami Dolphins 0 - Oakland Raiders 27

Può una partita di football durare 4 minuti e 24 secondi? A posteriori, la risposta è sì. Perché questo è esattamente quello che è successo sabato ad Oakland, nel Divisional Game AFC tra Raiders e Dolphins.
Primo drive di attacco Dolphins. Palla sulle 16 yds Oakland. Secondo e 9. Fiedler ha due uomini liberi sulla destra, più o meno sulla linea delle 10 yds. Uno è OJ McDuffie, vicino alla sideline; l'altro è più interno. Fiedler lancia verso quell'altro. Che sfortunatamente è Tory James, cornerback dei Raiders, il quale riceve perfettamente e si invola in touchdown, ma dalla parte opposta rispetto a quella a cui pensava Fiedler. 90 yds di ritorno, 7-0 per Oakland e bolgia infernale nel Coliseum.
Sono passati poco più di 4 minuti, ed i Dolphins sono già finiti nel baratro da cui non si risolleveranno più. Il colpo di grazia definitivo verrà poco più avanti, a secondo quarto inoltrato, quando un fumble di Lamar Smith (provocato ancora da James) consegna la palla ai Raiders sulle 43 yds di Miami. Nove giochi più tardi Rich Gannon trova Jett in end zone, e la gara finisce lì, sul 20-0. Il secondo tempo serve praticamente solo a dar modo ai tifosi dei Raiders, certo i più pittoreschi dell'intera NFL, di sfogare la loro gioia per una finale AFC ritrovata dopo tempo immemore, ed a quelli dei Dolphins (o almeno a quelli di loro che non hanno spento in anticipo il televisore) di rivivere l'ennesimo calvario nel Divisional Game dopo il tremendo 38-3 di due anni fa contro i Broncos ed il pauroso 62-7 dell'anno scorso a Jacksonville. Con questa partita il bilancio degli ultimi tre anni arriva a 127-10. Incredibile.
Un'analisi della partita, oggettivamente, può dire poco sui Raiders. Che in attacco hanno fatto poco più del loro onesto compitino: Gannon ha chiuso con un modesto 12-18 per 143 yds, correndo anche però per 31 yds, Wheatley si è fermato a 12 portate per 56 yds, Kirby a 11/37. Tim Brown ha ricevuto appena due palloni (per 27 yds) ed altrettanti Rison (28 yds), Jett (13), Jordan (14) e lo stesso Kirby (35).
In difesa, invece, il lavoro è stato molto più intenso. 
Una front line di otto persone ha avuto l'effetto voluto: annullare completamente Lamar Smith, spauracchio numero uno (e forse anche due, tre e quattro) della vigilia. Il runner di Miami, pure acciaccato, ha chiuso con la bellezza di 4 yds con 8 portate, per la stratosferica media di mezza yard a corsa; in più ha sulla coscienza il fumble decisivo. Per larghi tratti della gara Wannstedt si è affidato ad Autry Denson, che ha collezionato da parte sua la bellezza di 12 yds su corsa e 42 su passaggi (6 ricezioni, ma anche parecchi palloni lasciati cadere malamente). In tali condizioni le cose sono andate come voluto, e come era facile preventivare. Privati della migliore arma offensiva, i Dolphins sono stati costretti a passare, ed ad affidarsi all'incerta vena di Jay Fiedler.  Il quarterback dei Dolphins arrivava da una striscia di 5 partite in cui aveva complessivamente lanciato 11 intercetti (di cui 4 contro Tampa e 3 contro i Colts nel primo turno di playoffs). E l'errore commesso nel primo drive gli è stato probabilmente fatale: per tutta la partita non ha più dato l'impressione di essersi ripreso, sbagliando più volte la misura dei passaggi, lanciando alto, lungo o corto, e chiudendo con uno sconsolante 18-37 per 176 yds e ben 3 intercetti. Ma, come detto, quello decisivo è stato il primo; gli altri sono serviti solo per le statistiche. Una grossa mano a sbagliare, va detto, gli è stata data dalla linea offensiva, che la front four difensiva dei Raiders ha a tratti dominato, e che è apparsa l'ombra dell'unità vista fino all'ultima gara. Raramente è stata capace di arginare la pressione che la difesa di Oakland portava su Fiedler, culminata anche in due sacks. E questo ha influito non poco sulla capacità del quarterback di Miami di prendere buone decisioni quando si trattava di lanciare la palla. Neanche la difesa di Miami può chiamarsi fuori stavolta. È vero, l'attacco dei Raiders, uno dei più esplosivi durante tutta la stagione, ha segnato in fondo solo due FG, un TD a risultato acquisito, ed il TD del 20-0 è nato dal fumble che ha dato la palla ad Oakland in una posizione favorevolissima. Ma gli errori sono arrivati anche da qui. A fronte di un Zach Thomas al solito ammirevole e commovente, specie quando esce dolorante dal campo scagliando il casco per terra dalla rabbia (chiuderà con 10 tackles e 2 assists) c'è il dato che alla fine della gara Miami ha totalizzato 8 penalità per 55 yds, e tre di esse hanno dato ad Oakland un primo down. A fronte del discreto lavoro fatto dalla linea, che è riuscita quasi ad annullare Wheatley sul suo terreno preferito (le corse interne) c'è un campionario di tackles mancati da far rabbrividire. A fronte della discreta pressione portata su Gannon, molte volte contenuto all'interno della tasca, dove può fare meno danni (ma le sue 5 corse per 31 yds sono state sanguinose, perché hanno quasi sempre coinciso con la chiusura del down), c'è stata l'incapacità di trovare il big play che potesse riaprire la partita; gli stessi che hanno permesso invece ai Raiders di chiuderla. 
I Raiders, come detto, hanno fatto quanto bastava per portare a casa la partita, senza mai mostrare (salvo qualche corsa di Gannon) nessuno dei lampi di gioco offensivi che hanno caratterizzato la loro stagione, ma limitandosi a mettere in mostra una difesa aggressiva e capitalizzando sugli errori altrui. Coach Gruden è stato comunque bravo ad elaborare la giusta strategia per provocare questi errori, sapendo che la sua squadra avrebbe saputo costruirci sopra la vittoria. Come poi è stato.
Alla fine della storia, come sempre dopo una partita di playoffs, i destini delle due squadre si dividono. Per i delfini si aprono le porte di un altro gennaio di amarezza, che rischia di oscurare una stagione comunque positiva, vista la vittoria divisionale nella AFC East dopo parecchi anni.
Per i predoni, invece, adesso c'è la finale AFC. Nella stagione di quest'anno le sorprese non sono certo mancate ma, visto il valore della squadra, un viaggio a Tampa Bay potrebbe essere dietro l'angolo. Scaramanzia permettendo...

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