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NATIONAL FOOTBALL CONFERENCE
DIVISIONAL
by Carlo Mantovani

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  Philadelphia Eagles 10 - New York Giants 20 

Abbagliati dal talento atletico e dalle capacità individuali dei giocatori, a volte si tende a dimenticare che il football è fondamentalmente strategia, è attuazione di schemi studiati, attentamente, a tavolino.  Una realtà che non è certo sfuggita al sottovalutato – e perciò sorprendente -  Jim Fassel  che, aiutato dai suoi validi assistenti,  ha letteralmente immobilizzato i poveri Eagles, ai quali non è bastato il talento del più volte celebrato Donovan  Mc Nabb per evitare la nona sconfitta consecutiva contro i rivali di division e l’inevitabile commento finale: i Giants conoscono la combinazione segreta degli Eagles! La partita inizia col botto e i 78.000 (record!) del Giant Stadium vanno in delirio quando, sul kickoff di apertura, il velocissimo rookie Ron Dixon trova un bel corridoio sulla destra e, con esaltante progressione, si  invola per 97 yds verso la end zone avversaria. Il gelo (già sceso sul campo) scende  sui giocatori di Philadelphia.  Ma fin qui si parla ancora di individualità: di uomini  piu veloci o più forti di altri. Soltanto quando gli special teams lasciano il campo ed entrano in scena i veri protagonisti dell’incontro, cioè l’attacco degli Eagles e la difesa dei Giants, ci rendiamo conto che la strategia è più importante di tutto e che John Fox, il Defensive Coordinator di New York, merita un premio speciale. Perché è riuscito nell’impresa di annullare –completamente- le abilità di Mc Nabb. Se tentava un lancio, la pressione degli avversari (moltissimi i blitz, da ogni lato) era irresistibile (specialmente sul lato destro dove, nello scontro tra i neo-miliardari Runyan (ot) e Strahan (de), il primo è stato addirittura ridicolizzato). Questo è il motivo dei tanti incompleti e, soprattutto, dell’intercetto che Jason Sehorne, con abilità circense, ha prima raccolto eppoi riportato in meta dopo una travolgente corsa di 32 yds.   

Quando invece, non trovando ricevitori liberi, il regista provava una corsa, la cosiddetta “Spia” (Domenica magistralmente interpretata dall’atletico rookie de Cornelius Griffin) non aveva altro da fare che seguirlo come un ombra. Alla fine il qb degli Eagles ha subito la bellezza di 6 sacks (!), un numero enorme se consideriamo la sua nota mobilità e le buone credenziali della linea d’attacco biancoverde.  E siccome , dicono le statistiche (e non mentono di certo) Mc Nabb costituisce il 75% (ma io starei sull’abbondante…) dell’attacco di Andy Reid, non sarà difficile immaginare come sono andate le cose, con Philadelphia (sotto le 200 yds totali e 2 su 15 nei terzi down!) a calciare punt dopo punt sino a due minuti (scarsi) dalla fine, quando (finalmente!) Mc Nabb ha il tempo (appena sufficiente) per trovare Torrence Small che, con una ricezione da 10 yds, varca indisturbato la linea di meta.: 20 a 10. Ma ormai è troppo tardi, perché manca poco più di un minuto al termine, il tifo è assordante e gli Eaglers hanno finito i time-out. Per di più, nel tentativo (fallito!) di sorprendere gli avversari, l’allenatore degli special teams che cosa fa? Ordina ad Ackers di calciare dalla parte opposta (!) a quella dove quasi tutti i giocatori delle due squadre sono schierati. Risultato: Philadelphia sorprende solo se stessa e la palla viene facilmente (!) recuperata dai Giants che ringraziano e fanno “morire” il tempo. E la difesa degli Eagles? Quasi perfetta: ha forzato (e recuperato) tre palloni e non ha concesso neppure una meta all’attacco avversario, controllando in modo esemplare sia le corse, sia i passaggi. Unico problema, un solo sack messo a segno (dall’ottimo Trotter). Ma la linea d’attacco dei Giants ha fatto un gran lavoro, contenendo Simon all’interno e all’esterno, grazie alla superlativa prestazione del superveterano (ex Lion) Lomas Brown, annullando il pericolo rappresentato dal ferocissimo Hough Douglas.  E l’attacco dei Giants?  Non molto meglio (anche qui solo 2 terzi down chiusi, ma su 13…) di quello, rantolante, di Philadelphia. Ma tra gli uomini di Fassel qualche luce, nella notte (dei fumble), si è vista: coraggiosissima (e anche piuttosto efficace) la prova del poliedrico Tiki Barber, vero trascinatore della squadra anche con l’avambraccio destro ingessato; consistente la prestazione del massiccio Ron Dayne; alcuni lampi del Qb Collins che  ha dimostrato una certa sicurezza e non ha subito intercetti; e un discreto rendimento dei ricevitori, Toomer, Hilliard e Mitchell (te).   Del resto non è mai stato questo il punto di forza di New York che vive, più che altro di difesa. A questo proposito auguriamo a Jon Fox che il suo reparto sappia ripetersi agli stessi (eccellenti) livelli anche Domenica prossima quando, per giocarsi l’accesso al Superbowl, nella Grande Mela arriveranno i potentissimi e velocissimi Minnesota Vikings, reduci da una nettissima vittoria sui Saints. Quest’anno le due formazioni non si sono incontrate, ma nella wild card del ’97 (l’ultima volta che i Giants hanno raggiunto i Playoffs…) gli uomini di coach Dennis Green hanno fatto un brutto scherzo agli avversari, soffiandogli la vittoria proprio nel finale. Insomma, chi vincerà? Amici, proprio non ve lo so dire: certo New York ha il vantaggio (non piccolo, in queste situazioni) di giocare in casa, ma l’incontro dovrebbe comunque decidersi quando i Vikings attaccano e, ovviamente, i Giants difendono.  E speriamo che il mio lavoro non finisca  la settimana prossima!

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