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La favola dei Saints si ferma a Minneapolis, ed apre le porte alla seconda finale di conference in tre anni per i Minnesota Vikings, o sarebbe meglio dire per il duo Culpepper-Moss. Sono state infatti due magie combinate dal funambolico receiver ed il giovane e promettente quarterback a fare la differenza fondamentale nella partita. I Saints venivano da una wild card in cui avevano dominato per tre quarti l'attacco migliore della NFL, a conferma di una stagione che aveva visto la difesa di New Orleans sempre ai primi posti nei rankings, ed erano convinti di poter ripetere l'exploit fermando Culpepper, Moss, Carter e Smith come gia' era successo con Warner, Bruce, Holt e Faulk. Non avevano pero' fatto i conti con la determinazione dei Vikings, decisi a smentire la loro fama di perdenti in postseason, e soprattutto con una difesa bistrattata in queste ultime tre stagioni, sempre all'ombra dell'attacco stellare e sempre considerata responsabile della poca affidabilita' dei Vikings nelle partite che contano. I Saints cominciavano in attacco, ma si vedeva subito che le cose non sarebbero andate cosi' bene come sabato scorso. Una corsa da una yard e due incompleti costringevano New Orleans a restituire la palla ai Vikings, che mettevano subito in chiaro le cose. Un passaggino a Carter per scaldare il braccio, una corsa di Smith per chiarire che anche sulla terra non si scherza, e Culpepper trovava Randy Moss nel punto debole della doppia copertura a cui il ricevitore era sottoposto: 53 yards e touchdown al terzo gioco offensivo della giornata. I Saints accusavano il colpo ma non si scomponevano. Si rivedeva in campo anch Ricky Williams, ma il suo apporto non sara' decisivo, soprattutto perche' ancora abbastanza arrugginito dopo due mesi di stop per infortunio. Brooks muoveva abbastanza bene il pallone, ma giunto sulle 15 offensive si bloccava, ed i Saints dovevano accontentarsi di un Field Goal. Culpepper e soci rientravano sul terreno di gioco e marciavano tranquilli verso la end zone avversaria. |
Una bella ricezione di Carter veniva bloccata sulla una yard, ma la difesa dei Saints faceva buona guardia, grazie anche ad una penalita' dell'attacco, ed anche i Vikings dovevano accontentarsi di un calcio da tre punti.
Il primo quarto ci consegnava i Saints ancora ben in partita, ma un incompleto su Robert Wilson al terzo down fermava l'attacco dei Santi, e restituiva palla a Minnesota. Le difese la facevano da padrone e nessun attacco riusciva a passare la meta' campo. Dopo uno scambio di punts, Minnesota ripartiva alla grande. Culpepper andava in qb draw per 30 yards fin sulle 17 offensive, da dove trovava, il gioco successivo, Cris Carter in end zone con un perfetto passaggio. I Saints tentavano di ridurre lo svantaggio, ma il primo tempo si chiudevano con New Orleans in attacco appena fuori dal raggio di Field Goal. In vantaggio 17-3 e con palla in mano, i Vikings tentavano l'allungo decisivo, e ci riuscivano alla loro maniera. La tecnica era la stssa del primo tempo: una corsetta di Smith, un passaggino, questa volta sul tight end, e in situazione di terzo ed uno, Culpepper lanciava uno swing a Moss, che innestava la marcia e lasciava basiti sul posto i difensori avversari correndo in touchdown per 68 yards. Semplicemente strabiliante l'accelerazione e la velocita' con cui il ricevitore di Minnesota bruciava gli avversari che sembravano in buona posizione per fermare subito l'azione. I Saints reagivano molto bene con un rapido drive basato sui passaggi, l'ultimo dei quali valeva il touchdown del 24-10. A riceverlo era Stachelski, alla sua prima ricezione in carriera. Il gap era ancora discreto, 14 punti, ma i Saints ci credevano. Nel drive successivo la difesa faceva un buon lavoro, costringendo i Vikings al field goal ma, ritornati in possesso di palla, erano subito costretti a puntare, e mentre la fine del quarto si appropinquava appariva chiaro che Minnesota era atleticamente piu' fresca ed avrebbe potuto gestire il vantaggio con piu' tranquillita'. |
Dopo aver mangiato un po' di tempo, i Vikings restituivano la palla ai Saints, ma Brooks veniva subito intercettato da Tate, che rimetteva in campo l'attacco Vikings sulle 29 avversarie. Era quindi una formalita' per Robert Smith entrare finalmente in azione, conducendo quasi per intero il drive che terminava con una sua corsa in touchdown che portava il punteggio sul 34-10.
Le ambizioni dei Saints erano oramai praticamente azzerate, e le residue speranze si spegnevano tra le braccia di Wong, che intercettava nuovamente Brooks sulle 12 difensive. Con sei minuti da giocare Minnesota amministrava saggiamente il tempo, e nemmeno il rapido touchdown dei Saints (48 yards di passaggio da Brooks a Jackson per il 34-16 final) li impensieriva piu' di tanto. La partita terminava tra i canti pro-Eagles del pubblico di casa, che sperava ovviamente che Philly avesse la meglio sui Giants per giocare la finale NFC in casa, al coperto. Non sara' invece cosi', ed i Vikings dovranno sperare nella clemenza del tempo per potersi giocare al meglio le possibilita' di tornare al superbowl dopo piu' di vent'anni. Per i Saints si chiude una stagione tutto sommato positiva. Recuperati tutti gli infortunati e con un po' piu' di esperienza, la prossima stagione saranno una brutta gatta da pelare per chiunque. La difesa, sebbene non sia riuscita ad esprimersi sui suoi livelli abituali proprio nella partita decisiva della stagione, e' oramai una sicurezza, e sono cresciute soprattutto le due linee d'attacco e difesa, vero e proprio punto debole dei Saints delle ultime stagioni. Per i Vikings c'e' invece la possibilita' di sfatare la tradizione negativa che li vede spesso e volentieri perdenti nei playoffs (e sempre al Superbowl, per inciso). La partita di New York ha come unica incognita le condizioni atmosferiche che potrebbero avere un impatto negativo sul gioco aereo di Culpepper e soci. I valori in campo sono decisamente a favore dei Vikings, ma la chiave della partita sara' proprio come la difesa dei Giants sapra' contenere l'esplosivo attacco di Minnesota. |