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WEEK 6



EAST DIVISION
by Carlo Mantovani

 

ARIZONA 24 -KANSAS CITY 16 

Non c'è niente da fare: quando gioca Arizona c'è sempre un finale al cardiopalmo. La rimonta stavolta, però, non l'ha tentata Plummer, ma il suo avversario Trent Green (354 yds ma 2 int.).
Con 1:06 sul cronometro e la palla disgraziatamente (causa intervento strepitoso dello special-teamer Mary Tay Jenkins) sulla linea della 1 yard difensiva, il qb dei Chiefs, per nulla intimorito dallo sparuto gruppo di tifosi del Sundevil Stadium (35.000 invece di 73.000!), ha organizzato uno splendido drive sotto gli occhi dei Cardinals: e con una serie di bellissimi passaggi (per Gonzales, Alexander e Minnis) porta l'attacco sino a 2 yds dalla meta.
Ma qui, fermato il tempo con uno "spike" della palla, deve affrontare l'azione decisiva: un quarto e uno a 7 secondi dal termine. Green cerca allora di pescare il bersaglio più facile, il gigantesco te Michael Ricks, ma la palla viene deviata dal lb di Arizona Adrian Wilson e prontamente intercettata dalla s Corey Chavous. 
"So come ci si sente in momenti come questo" dice Plummer rifernendosi allo sfortunato Green. E ne sa veramente qualcosa perché all'inizio di ogni incontro la sua squadra sembra come addormentata e lo costringe a giocarsi tutto nel finale, fatto non molto gradito ad allenatori e tifosi. Anche Domenica la storia sembrava doversi ripetere: dopo un primo tempo che definirei "schifoso" (e coinvolgerei nel "merito"anche i Chiefs, con penalità e fumble a non finire) i tre tds dei Cards (corsa di Pittman da 24 yds, corsa di Thomas Jones da 13 yds e lancio di Plummer da 23 yds per Boston) sono venuti infatti soltanto nel terzo periodo di gioco. Per fortuna questa volta l'incapacità offensiva degli avversari (prima meta a 3.57 dalla fine, un td pass da 34 yds per Alexander!) li ha risparmiati e i ruoli, alla fine, si sono invertiti. 
Bilancio finale.
Per Arizona (2-3: e si andrà a Dallas!) la gioia della seconda vittoria nelle ultime tre gare (di cui l'ultima contro Chicago, tanto per cambiare, persa all'ultimo secondo) e, oltre ad una giovane difesa in crescita, la ritrovata produttività di giocatori fondamentali in attacco come Plummer (alla sua seconda gara senza intercetti: clamoroso!), David Boston (oltre le 100 yds su ricezione) e Michael Pittman (dalla galera alle oltre 140 yds all-purpose).
Per Kansas City (1-5) invece, la terza sconfitta consecutiva: troppe penalità (10 per 107 yds!) e una sindrome che, dalla descrizione che ne fa Coach Vermeil ("facciamo bei giochi solo nel finale, se li facessimo prima le cose sarebbero molto più semplici"), assomiglia pericolosamente a quella dei Cardinals. Ed è tutto dire.

WASHINGTON 17 - CAROLINA 14 (ot)

I tifosi se ne stavano andando, ormai rassegnati alla sesta indigeribile sconfitta dell'anno. E quelli rimasti fischiavano come pazzi, invocando (!) il ritorno in campo del sessantenne Sonny Jurgensen (ora commentatore televisivo, ma un tempo abilissimo qb). In fondo perdevano 0-14, il quarto periodo era già iniziato e la prestazione della squadra (ancora una volta desolante) non lasciava presagire nulla di buono.
Ma sul più bello (per Carolina) Lavar Arrington, lb n°56 dei Redskins, ci mette lo zampino e l'impensabile accade: nonostante il colpo da ko subito all'inizio della partita (che lo ha costretto sulla panchina per quasi tutto il primo tempo), il fenomeno da Penn State mostra tutta la sua classe e intercetta il bruttissimo screen lanciato da un Weinke non certo i giornata di grazia. E dopo averlo intercettato si esibisce in una spettacolare azione di ritorno da 67 yds che, tra lo stupore (!) dei tifosi si conclude in td.
Così, imprevedibilmente, i Redskins risorgono (in primis Marty Schottenheimer, degno capo-zombie) e infatti, nel drive successivo, Tony Banks fa partire un razzo diretto forse in Afghanistan, ma che comunque finisce nelle prontissime mani della prima scelta di quest'anno, il wr Rod Gardner: i backs avversari, evidentemente impegnati in una partitona a ramino di grande interesse, non lo vedono nemmeno e lui entra indisturbato in end zone, per una meta da 85 yds. E' pareggio! 
E nel supplementare il miracolo continua: Washington vince il sorteggio e le bastano 4 giochi per aggiudicarsi l'incontro: l'azione chiave è un altro passaggio di Banks (17 su 30 per 346 yds e un int.) per il prodigioso Gardner (208 yds in sole 6 ricezioni!), questa volta da 47 yds. Addirittura Gardner entra in end zone, ma, come dimostra il replay (challenge vinto da Carolina), un giocatore avversario lo aveva toccato sulle 5 yds. Allora entra Conway che ha l'onore di calciare il fg della vittoria. La prima vittoria dell'anno che risveglia i Pellerossa (e soprattutto il pubblico!) dal coma profondo ed forse eviterà l'esaurimento nervoso (oramai annunciato) al proprietario, il caparbio e (perciò) frustratissimo Dan Snyder. 
Per Carolina, invece, si tratta di un vero disastro: non solo ha perso la quinta partita consecutiva e sono stati battuti all'ultimo gioco come la settimana scorsa (!), ma se ne tornano a casa con un gragnola di pesantissimi infortuni (a tre titolari): oltre a Hannibal Navies, ottimo lb (che si è rotto un braccio), i Panthers perdono anche il valido OG Kevin Donnaly (distorsione al ginocchio) e, soprattutto, il motore offensivo della squadra, il fortissimo Tshimanga Biakabutuka (anche oggi oltre le 100 yds, e autore di una meta) che si è rotto un piede e finisce qui la stagione.
E pensare che per gli uomini di George Seifert (che non avevano mai battuto i Rdskins) era iniziato tutto nel migliore dei modi. Mentre i Redskins, confusi come al solito, commetteva errori su errori (intercetti, penalità e quinto fumble della stagione per un Davis irriconoscibile), Chris Weinke trovava il te Wesley Walls con un td pass di 2 yds. 
Ma è proprio qui che Carolina ha perso la partita. Con gli avversari sotto anestesia (totale) non riescono a prendere il largo (come il potenziale offensivo avrebbe permesso), iniziando anzi (contagio?!) a commettere errori gravissimi loro stessi: e così il rookie qb rovina tutto e si fa intercettare due volte nella red zone (quattro in totale). Col punteggio incredibilmente inchiodato sul 7-0 i Redskins, bene o male, rimangono in partita e la meta di Biakabutuka (corsa da 10 yds) a 13 minuti dal termine, non basta.
Carolina (1-5) ne esce con il morale (e la squadra) a pezzi, mentre a Washington (1-5), nonostante la minaccia delle armi chimiche, si festeggia: e finalmente si vede un sorriso sulla faccia di Schottenheimer ma, con i Giants alle porte, non si sa quanto durerà.

NEW YORK GIANTS 9 - PHILADELPHIA 10

In questa stagione che - per la puntualità con cui tutti i pronostici (e non solo quelli di inizio campionato) vengono sovvertiti - è già stata definita "la più strana di sempre", un'altra tradizione (o forse maledizione!) si spezza.
Dopo 10 partite - cioè da quando Jim Fassel è nella Grande Mela- gli Eagles si liberano finalmente dei loro fantasmi e vincono un vero e proprio "defensive struggle" contro i Giants. E' anche la prima volta - dopo 31 incontri- che il coach di NY perde una partita essendo in vantaggio nel quarto periodo.
A dire il vero, l'avvio di partita non faceva presagire nulla di buono per gli Eagles. Anzi: il sesto MN della stagione sembrava doversi concludere con una pesantissima sconfitta di Philadelphia: pensate che nei primi due quarti di gioco i Giants hanno guadagnato 13 first down e gli Eagles soltanto 2 (!) e hanno tenuto palla per 24 dei 30 minuti a disposizione!
Purtroppo per NY, però, la statistica più importante nella NFL è la percentuale di mete nella "red zone": ebbene, causa anche l'eccellente difesa di Philly nelle ultime 20 yds, nessuno dei tre drive orchestrati dai Giants nel primo tempo di gioco si è concluso in td. E alla fine i tre fg calciati dall'anziano Morten Andersen (da 24, 21 e 24 yds: su un quarto fg gli è mancata la gamba) non sono bastati. 
L'attacco (nonostante le buone iniziative del rientrante Barber) non ha saputo sfruttare al massimo le (numerose) opportunità che la difesa, ancora una volta soffocante, di John Fox ha creato: Mc Nabb e compagni hanno subito la forza dirompente della linea di difesa avversaria che nel primo tempo ha completamente dominato gli Eagles.
Ancora una volta dobbiamo tessere le lodi della linea di difesa dei Giants, apparsa spesso incontenibile (6 sack!): e non solo con Michael Strahan che -reduce dai 4 sack contro l'infortunato ot dei Rams Ryan Tucker- ha fatto a pezzi anche lo stra-pagato John Runyan (e ora conduce la classifica NFL con 10 sack e mezzo); ma la star emergente Cornelius Griffith, dt grossissimo e velocissimo, che dalla posizione di spy ha costantemente francobollato lo spaesato McNabb; e, nelle retrovie, la magistrale prova s Shaun Williams che con un intercetto ha propiziatati il secondo fg di NY. 
Solo verso la fine del terzo periodo, col punteggio ancora inchiodato sul 9-0 per i Giants, il monologo bianco-blu si chiude. 
Anche grazie a due penalità degli avversari, Philadelphia si porta finalmente in raggio da fg e l'affidabile David Akers mette i primi tre punti per gli uomini di Andy Reid: gli Eagles si accorgono che in fondo sono sotto solo di 6 punti e incominciano a crederci. Soprattutto quando, a 5:52 dal termine, un pessimo punt da 27 yds di Rodney Williams (di solito esplosivo) da un primo down a Philadelphia sulle 40 dei Giants: un occasione così non la si può sprecare e il migliore attacco della Lega nella red zone (lo sapevate?) non se lo fa certo ripetere. E così sei giochi più tardi Mc Nabb "rolla" verso destra, prende tempo e all'ultimo momento scarica un razzo nell'angolo della end zone: qui c'è James Trash che, battuto il rookie cb Will Peterson, con una spettacolare scivolata riceve e segna la meta del sorpasso. 
Dato comunque il rendimento non certo buono dell'attacco, il merito maggiore per questo risultato va alla difesa degli Eagles, che non ha mai mollato la presa e nel secondo tempo ha costretto i Giants a quattro "three and out", concedendo solo tre primi down. E anche nel momento cruciale, cioè dopo il td di Trash, è la difesa ad essere decisiva. Quando NY torna in attacco, mancano infatti ancora due minuti e ha tre time-out a disposizione: poiché ai Giants basterebbe un fg, ci sono tutte le condizioni ideali per organizzare la rimonta. Ma il lb Jeremia Throtter (il migliore in campo assieme al solito spauracchio Hough Douglas) rincorre Collins dal lato cieco e sul contatto provoca un fumble che viene ricoperto da Brandon Whiting. L'incantesimo è rotto e per coach Reid un bel grappolo di soddisfazioni: guadagna la testa della Division (3-2), vendica la sconfitta nei palyoffs dello scorso anno e assapora la sua prima vittoria contro la squadra di Jim Fassel. Ci voleva proprio, visto che la settimana prossima arrivano i Raiders!
Per i Giants, grandissima delusione: "Abbiamo giocato da stupidi e ci hanno portato via la partita" afferma con amarezza il coach. Come l'anno scorso, e nonostante il potenziale ci sia tutto, sembra che NY (3-3) non sia in grado di vincere le partite importanti (Broncos, Rams, Eagles). Possiamo allora prevedere una vittoria sicura Domenica prossima contro Washington. 

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