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WEEK 5



EAST DIVISION
by Carlo Mantovani

 

ST. LOUIS 15 - NEW YORK GIANTS 14 

In sintesi: i Giants sbarcano a St Louis con l'orgoglio e la determinazione di una squadra da Superbowl e danno una bella lezione ai Rams, ma i Rams vincono la partita! 
Sembra strano, ma nel Missouri è andata proprio così. Gli uomini di Jim Fassel, per nulla intimoriti dal record di St Louis (5-0: l'unica squadra ancora imbattuta della NFL!), hanno aperto il fuoco da subito, prima con l'attacco eppoi... con la difesa. 
Sono i Giants, infatti a segnare per primi: i meccanismi offensivi si dimostrano ben oliati e il drive di apertura si conclude in meta con un corsa di Dayne (4 yds). E la difesa? Beh, reparto guidato da John Fox (il migliore della lega nel difendere all'interno della "red zone") non ha certo bisogno di sottolineature, ma vi assicuro che raramente l'attacco stellare dei Rams si è trovato così in difficoltà!
Un dato emblematico: Warner e compagni sono entrati in end-zone solo nel quarto periodo! Sino a quel momento, infatti, la difesa dei Giants ha concesso solo tre miseri fg, cioè una prestazione neanche lontanamente paragonabile alle aspettative del pubblico di assistere, ancora una volta, al il più bello spettacolo di football della terra.
Come dicevamo, alla fine i Rams hanno avuto ragione, ma a che prezzo! Kurt Warner (28 su 46 per 316 yds) non ha lanciato nessun td, ha subito un intercetto ed è stato letteralmente "picchiato" dalla linea dei Giants che lo ha steso per sei (!!!) volte, soprattutto grazie alle feroci iniziative del capo-banda, un certo Michael Strahan (4 sack - di cui uno da ko -per lui, che sale a 8.5 in stagione: clamoroso!).
Sorte ancora peggiore per il "gemello terribile" Marshall Faulk (che negli ultimi due anni ha fatto sfracelli e non aveva commesso praticamente mai un fumble): ha perso ben due volte il pallone e nella seconda di queste occasioni (provocata alla fine del terzo periodo da un violentissimo colpo inferto casco-contro-casco dalla s Shaun Williams!) è dovuto uscire per uno stiramento al ginocchio: un guaio che lo terrà fuori (vero e proprio "lutto" per gli amanti del bel gioco) per qualche gara..
Eppure i Rams hanno vinto. Perché?
Perchè quest'anno (udite-udite) nel Missouri hanno la difesa! 
Il secondo td dei Rams (propiziato dal secondo fumble di Faulk) arriva su passaggio da 25 yds di Collins (anche lui un po' in difficoltà), che trova il redivivo Ike Hilliard a 13 minuti da termine, e questa meta, in effetti, sembrava aver piegato definitivamente le speranza dei Rams.
Ma la difesa di Lovie Smith tiene e finalmente Kurt Warner (nonostante l'assenza di Faulk) mette insieme un bel drive che porta i suoi a ridosso della goal-line: da qui a Trung Canidate basta una corsa da 1 yds per riportare i Rams in vantaggio, quando mancano 4 minuti alla fine. Ma la trasformazione da due fallisce e i Giants avrebbero tutto il tempo del modo per segnare almeno un fg. 
Invece che cosa succede? Con un minuto sull'orologio e i Giants ormai nella metà campo avversaria, Collins spedisce un pallone nel mezzo dove la sorprendente s prima scelta Adam Archuleta colpisce duramente il ricevitore (il lungo Jurevicious) e fa schizzare la palla esattamente nelle mani (sicurissime) del de Grant Wistrom: palla all'attacco dei Rams che, ovviamente si inginocchia e porta a casa la vittoria.
Che dire? Per i St Louis, oltre al primato in classifica, la certezza di essere una squadra veramente completa che ha dimostrato di saper uscire anche dalle situazioni più difficili. Per i Giants (3-2), nonostante l'indubbia prova di forza, l'amarezza per una (ghiottissima) occasione sprecata: a Jim Fassel l'arduo compito di medicare le ferite in vista dello scontro casalingo nel prossimo Monday Night con gli Eagles di Andy Reid. 

ARIZONA 13 - CHICAGO 20 

Chissà perché i Cardinals sembrano complicarsi la vita e dire la loro solo nei minuti finali, quando, tutto è più difficile? Stavolta, infatti, il miracolo a Plummer non riesce e per Arizona è una nuova battuta d'arresto. A metà del terzo quarto, il punteggio è sul 20-6 per Chicago, dopo che un fumble del rb Michael Pittman viene riportato in meta dal cb dei Bears R.W. Mc Quarters. 
La reazione tarda e solo verso il termine del quarto periodo (siamo alle solite!) il qb di Arizona pesca Frank Sanders in td (primo e unico dell'incontro!) con un bel passaggio da 7 yds. La difesa (anch'essa puntale al risveglio!) si ringalluzzisce e restituisce palla all'attacco ad un minuto dalla fine: una nuova rimonta del Serpente? Lo scenario è quello: pochissimo tempo, 63 yds da percorrere, niente time out. 
Ma la difesa dei Bears (al contrario di quella degli Eagles...) non si fa sorprendere e gli uomini di Dick Jauron respingono i Cardinals: e così, tra falli, incompleti e sack subiti, il tentativo di Plummer fallisce.
Due episodi significativi di come i Cardinals si complicano la vita da soli. 1) Sul 13-6 Bears Arizona ricopre un fumble di Milburn sul kickoff return e palla all'attacco sulle 30 yds di Chicago: sembra fatta, ma due holding consecutivi costringono coach Mc Ginnis a ordinare il punt. 2) Miller sbaglia lo snap: si butta sulla palla e, poiché nessuno lo placca, ha il tempo di rialzarsi e guadagnare 10 yds!
Basta così: i Bears quest'anno ci sono per davvero e salgono a 3-1; I Cardinals (1-3), invece, non ci sono neanche quest'anno, ma intanto aspettano Kansas City. 

WASHINGTON 7 - DALLAS 9

Chi con irriverenza l'aveva intitolato "Gutterbowl" (cioè in sostanza "la finale dei poveri"), è rimasto senza dubbio sorpreso dal finale "thriller" che l'incontro tra le due peggiori squadre NFL ha offerto agli oramai rassegnati spettatori del Monday Night. 
I Redskins, in testa 7-6 a cinque minuti dal termine si avviano a mangiare l'orologio con una serie di belle corse di Stephen Davis (99 yds in 23 portate): ma, quando ormai sono nella metà campo avversaria e per i Cowboy non sembra esserci più scampo, ecco il fumble dello stesso Davis! Il de Greg Ellis, come un falco, lo ricopre, e l'attacco di Dallas torna insperatamente in campo con 2.40 da giocare e la palla sulle 38 difensive. Non che le speranze di una rimonta fossero poi molte, vista la pessima vena dell'offense texana: ma il miraggio (!) della prima vittoria deve aver fatto salire l'adrenalina agli uomini di Dave Campo e Wright (piuttosto modesta la sua prestazione) finalmente completa alcuni bei passaggi per gli unici due ricevitori superstiti (tutti gli altri sono infortunati!) Ismail e Chiaverini e arriva sulle 34 di Washington. Qui sale in cattedra l'orgoglio di un vecchio leone come Emmit Smith (oltre le 100 yds per la prima volta quest'anno), che sul terzo e due piazza una prepotente corsa da 13 yds e consente all'eroe di giornata (pardon, serata!), il Kicker Tim Seder ("sopravvissuto" ad un grottesco scontro con un cavallo nel pre-partita!), di piazzare il terzo fg personale, quello che da la vittoria ai Cowboys.
Appassionante, vero? Beh, per i tifosi di Dallas, forse. 
Ma il livello di gioco visto in campo -al di là della naturale soddisfazione dei Texani per la prima vittoria in campionato ("abbiamo fatto i giochi migliori nel momento decisivo" dice Smith)- è stato veramente scarso, come del resto ci si attendeva da due squadre in grande difficoltà: una (Dallas) in ricostruzione, l'altra (Washington) in quasi completa distruzione. Tra i Pellerossa mancano oramai le parole, ma alcuni le trovano: "Era la nostra occasione" dice il lb Lavar Arrington in lacrime; "Mi sento vuoto" ammette uno sconsolato Banks, autore dell'unica meta dell'incontro (un td pass da 31 yds per Michael Westbrook) e solo un paio di mesi fa nel roster di Dallas; "E' deprimente -dice coach Schottenheimer- non avrei mai pensato di potermi trovare in una situazione del genere".
L'unica soddisfazione per i Redskins (0-5 e aspettano gli insidiosi Panthers), è quella di essere rimasti in gara sino alla fine, mentre nei precedenti incontri erano stati prematuramente "sotterrati" dagli avversari 135 a 25. A apre quella, certo, di aver segnato la seconda meta dopo cinque partite di campionato: una produzione offensiva così scarsa non capitava dal '43!
Per Dallas (1-4), nonostante tutti i problemi (anche di infortuni), la soddisfazione di aver battuto ancora una volta (l'ottava consecutiva!) gli storici rivali: ci voleva proprio, alla vigilia dello scontro con i temibili Raiders. 

PHILADELPHIA: turno di riposo (prossimi avversari: NY Giants)

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