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WEEK 3



EAST DIVISION
by Carlo Mantovani

 

NEW ORLEANS 13 - NEW YORK GIANTS 21 

Sospinti dall'emozione della prima partita casalinga e -soprattutto- della cerimonia solenne che ha onorato le vittime dell'attentato e le gesta eroiche dei vigili del fuoco di New York, i Giants hanno giocato una splendida partita e hanno avuto ragione degli accreditatissimi Saints di New Orleans. 
Trascinata di suoi leader, la squadra della Grande Mela ha dominato gli avversari con una difesa superba (3 sack del solo Michael Strahan, praticamente annullato Ricky Williams) e un attacco sulle corse veramente esplosivo (con il grande ritorno della ditta Tuono Dayne & Fulmine Barber).
Nei primi tre quarti, addirittura, non c'è stata storia, con i Giants completamente padroni del campo. Apre le marcature il potentissimo Dayne (111 yds in 19 portate) che, dopo una galoppata da 55 yds (massimo in carriera), conclude un bellissimo drive con un incursione da 6 yds. Il punteggio sale sul 14-0 quando Barber (che non disputerà il secondo tempo causa lo strappo rimediato tuffandosi in meta), dopo aver guadagnato 20 yds sul ritorno di punt, mette a segno una bella corsa di 14 yds. 
Ma i Sants, il cui attacco (anche a causa degli incredibili punt di Rodney Williams, capace di calciare mine da oltre 60 yds!) ha faticato per quasi tutta la partita, si sono risvegliati proprio nel finale, giungendo a 9 yds dal possibile overtime.
Gli uomini di coach Haslett, riducono le distanze a sette minuti dal termine, quando l'eroico qb dei passati playoffs Aaron Brooks (28 su 54 per 291 yds e un int.) trova Willie Jackson con un bel td pass di 32 yds e qui la partita, per la gioia dei 78.000 presenti (cui va aggiunto l'enorme numero di forze dell'ordine che ha letteralmente blindato lo stadio per ovvie ragioni di sicurezza), si riapre. 
L'onside-kick dei Saints non riesce e ne approfitta Kerry Collins per ristabilire il distacco (21-10) con una bomba da 46 yds per Joe Jurevicius. Partita finita? Ma neanche per sogno!
Brooks, freddissimo nonostante l'età, non si fa certo pregare e lancia uno screen pass per Ricky Williams che frutta 41yds e il secondo fg della gara. Con 4 minuti sull'orologio e dopo l'ottimo ritorno di kick off di 43 yds del velocissimo Dixon, i Giants sembrano poter gestire il risultato, ma, colpo di scena, quando oramai si trovano sulle 30 offensive, Collins commette un fumble ricoperto dalla difesa della Louisiana. Purtroppo per i Saints, però, il gioco decisivo (un altro spettacolare passaggio in meta di Brooks per Willie Jackson, a tempo scaduto) viene annullato per una penalità (interferenza offensiva dello stesso wr).
New Orleans 1-1), che è apparsa poco concentrata e ha commesso troppe penalità (ben 14, alcune delle quali costosissime!), paga forse il prezzo della pausa troppo lunga (non giocavano dal 9 Settembre).
I Giants (2-1: in testa alla division con gli Eagles) trionfano davanti al loro pubblico in una giornata dalle fortissime emozioni e la settimana prossima avranno in pasto gli inguardabili Redskins.

PHILADELPHIA 40 - DALLAS 18

Come previsto, il Sunday Night è stato un monologo degli Eagles che davanti al pubblico del Veteran Stdium hanno letteralmente travolto i poveri Cowboys di "paròn" Jimmy Jones. Il punteggio, del resto è piuttosto esplicito, se si considera che le uniche due mete di Dallas (due td passes della riserva Clint Stoerner), sono figlie del cd. "garbage time", a risultato, cioè, ampiamente acquisito. 
Le mete pesanti le ha segnate invece, e con estrema facilità, l'attacco di Philadelphia, ancora una volta guidato - lo possiamo dire, oramai- da uno dei migliori qb dell'NFL: Donovan McNabb. 
L'esiguo vantaggio di Dallas, propiziato da un paio di fumble su ritorno del veterano Brian Mitchell trasformati in altrettanti fg dall'infallibile Tim Seder, viene prontamente smontato dalla vena di Mc Nabb, che lancia 3 td pass nel giro di 15 minuti: le prime due per il te Chad Lewis (10 e 17 yds), la terza nelle mani di Todd Pinkston. 
Grande anche la prova del reparto difensivo, che lo stesso Dave Campo (allenatore dei Cowboys) ha finito per definire dominante: 5 i turnovers commessi da Dallas, tra fumble (uno dei quali provocato da un devastante sack dell'inarrestabile Hough Douglas) punt bloccati e intercetti (7 su 23 per 33 yds - !- per il povero Antony Wright, poi sostituito da Stoerner). "Quella dei turnovers - commenta un delusissimo Emmit Smith (che ha corso oltre 2000 yds in carriera contro gli Eagles, ma oggi appena sopra le 50!)- è una vera e propria piaga. Viaggiamo in con una media di 4/5 a partita e così non si può vincere".
Insomma: Dallas (0-3) continua a sognare la prima vittoria in campionato eun qb degno di questo nome, mentre gli Eagles (2-1, nonostante l'assenza del fenomenale Duce Staley), come afferma un appagato Andy Reid, "stanno veramente prendendo il ritmo". Ci rivediamo ai Playoffs? 

WASHINGTON 13 - KANSAS CITY 45

Terza disfatta in altrettante partite (oramai comincia a non fare più notizia: gran brutto segno!) per gli uomini di Marty Schotteneimer. Nemmeno il licenziamento di Jeff George, l'esordio davanti al proprio pubblico (al Fed Ex Field) e le suggestioni delle cerimonie di apertura (per le vittime del Pentagono) hanno potuto evitare lo sconcertante epilogo. 
Contro la sua ex squadra, Schotteneimer sperava di poter rilanciare la stagione dei Redskins e invece ha ricevuto una marea di fischi. Il suo imbarazzo, crescente e inevitabile, è evidente nelle dichiarazioni alla stampa: "Nella mia carriera non mi era mai successo niente del genere. Vedo molto lavoro davanti a noi". Più esplicito ancora il leader della difesa (anche oggi in grave difficoltà) Bruce Smith: "La nostra prova è stata veramente disgustosa: vorrei usare aggettivi più coloriti, ma non si può. Anzi, in circostanze come queste è meglio evitare commenti, perché si rischia di trascendere". In effetti verrebbe da imprecare, perché dopo tre partite Washington ha già subito 112 punti, e ne ha realizzati solo 16, provocando l'ira dei tifosi e anche di qualche giocatore. 
Contro i Chiefs, però, gli errori (anche questo un bruttissimo segno per coach Schotteneimer la cui leadership è oramai in discussione) sono stati ancora più numerosi ed evidenti, a cominciare dalla miriade di placcaggi sbagliati che hanno dato via libera all'attacco (sino ad ora non certo irresistibile e qui capace di segnare 28 punti in un quarto) di Dick Vermeil (alla sua prima vittoria con la squadra del Missouri), e in particolare all'ex rb dei Ravens Priest Holmes, che ha segnato tre mete (nel solo secondo quarto!) e ha guadagnato 225 yds all-purpose. Anche Trent Greene, che pure veniva da un qb-rating penoso, ha terminato con uno "spettacolare" 21 su 26 per 307 e tre td pass (per Holmes, Gonzales e Thomas). 
Eppure Washington aveva cominciato discretamente, con due lunghi e solidi drive (quello di apertura addirittura da 7 minuti). Ma giunti nella red zone, due td pass consecutivi di Banks sono stati annullati dagli arbitri (ricevitore "out of bounds"), nonostante le richieste di riesame (respinte) di Schotteneimer. Banks, comunque, (con un bel lancio nel mezzo da 26 yds per la prima scelta Rod Gardner) non ha dovuto attendere molto per dare ai tifosi la (magrissima) soddisfazione della prima meta in questo (disastroso) avvio di campionato.
Dei Chiefs (1-2) Dick Vermeil, che ha il morale alle stelle, dice: "Non so se potremmo giocare meglio di così. Abbiamo lavorato tanto e questa è la ricompensa: e ce la dobbiamo godere". Una bella iniezione di fiducia e ottimismo ci voleva, soprattutto pensando che Domenica prossima affronteranno i temibilissimi Broncos. 
Purtroppo per Washington (0-3), invece, non sarà questa l'ultima sconfitta della stagione: hanno perso anche il lb Barber (un altro pilastro difensivo, dopo Arrington e Coleman) e Bruce Smith, frustratissimo, minaccia il ritiro. Mi chiedo come faranno contro i Giants la settimana prossima. 

ARIZONA 14 - ATLANTA 34 

Previsioni del tempo: anche per quest'anno nelle zone desertiche dell'Arizona pioverà, ma poveranno solo sconfitte. Per effetto di questo fenomeno avremo uno stadio-deserto!
Davanti a soli 28 mila tifosi (su 73.000 posti!) si è consumata la seconda partita (termine che da molti anni qui è sinonimo di sconfitta) casalinga dei Cardinals. Per valutare la prestazione degli uomini di Dave Mc Ginnis (che vanta il poco invidiabile record di 1 vinta e 10 perse da quando è capo allenatore!) basta considerare un fatto molto semplice: ha commesso ancora una volta una gragnola di turnovers e , soprattutto, non è riuscita a fermare un attacco che ha perso quasi tutti i suoi "skill players" (Jamal Anderson, è dovuto uscire quasi subito per un infortunio ai legamenti crociati anteriori del ginocchio: stagione finita per lui; ma erano fuori o a mezzo servizio anche la prima scelta assoluta Michael Vick e il wr Tony Martin). 
Jacke Plummer ha lanciato per oltre 200 yds ma anche 3 int. (oltre ad un fumble personale sullo snap), tutte nella fase cruciale della gara, il secondo tempo. I numeri del suo avversario, il vecchio ma ancor valido Cris Chandler, sono molto diversi: 20 su 28 per 286 yds, 3 mete (due delle quali per Terrece Mathis, uno dei wr più sottovalutati, ma più costanti della Lega, adesso recordman per td catches dei Falcons con 55). Oltretutto il sostituto di Anderson, Maurice Smith, ha giocato molto bene, segnando addirittura una meta lunghissima (79 yds, a completamento di un breve lancio di Chandle, azione replay di quella della settimana scorsa). L'unica bell'azione offensiva dei Cards l'ha firmata l'ex galeotto Michael Pittman (al rientro dopo una lunga sospensione disposta dalla lega per motivi penali) con un prepotente galoppata da 24 yds, all'inizio del secondo tempo di gioco.
Ma per Arizona (0-2), al di là di questo, un bel po' di preoccupazioni per i troppi errori in attacco (turnovers) e in difesa, sia in attacco, sia in difesa. Mi sa che queste preoccupazioni aumenteranno Domenica prossima a Philadelphia.
Attlanta, invece, (2-1) ha molti infortuni pesanti ma il morale alle stelle: e aspetta i Bears, pronta a farne un sol boccone.

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