NEW ORLEANS 13 - NEW YORK GIANTS 21
Sospinti dall'emozione della
prima partita casalinga e -soprattutto- della cerimonia solenne che ha
onorato le vittime dell'attentato e le gesta eroiche dei vigili del fuoco
di New York, i Giants hanno giocato una splendida partita e hanno avuto
ragione degli accreditatissimi Saints di New Orleans.
Trascinata di suoi leader, la squadra della Grande Mela ha dominato gli
avversari con una difesa superba (3 sack del solo Michael Strahan,
praticamente annullato Ricky Williams) e un attacco sulle corse veramente
esplosivo (con il grande ritorno della ditta Tuono Dayne & Fulmine
Barber).
Nei primi tre quarti, addirittura, non c'è stata storia, con i Giants
completamente padroni del campo. Apre le marcature il potentissimo Dayne
(111 yds in 19 portate) che, dopo una galoppata da 55 yds (massimo in
carriera), conclude un bellissimo drive con un incursione da 6 yds. Il
punteggio sale sul 14-0 quando Barber (che non disputerà il secondo tempo
causa lo strappo rimediato tuffandosi in meta), dopo aver guadagnato 20
yds sul ritorno di punt, mette a segno una bella corsa di 14 yds.
Ma i Sants, il cui attacco (anche a causa degli incredibili punt di Rodney
Williams, capace di calciare mine da oltre 60 yds!) ha faticato per quasi
tutta la partita, si sono risvegliati proprio nel finale, giungendo a 9
yds dal possibile overtime.
Gli uomini di coach Haslett, riducono le distanze a sette minuti dal
termine, quando l'eroico qb dei passati playoffs Aaron Brooks (28 su 54
per 291 yds e un int.) trova Willie Jackson con un bel td pass di 32 yds e
qui la partita, per la gioia dei 78.000 presenti (cui va aggiunto l'enorme
numero di forze dell'ordine che ha letteralmente blindato lo stadio per
ovvie ragioni di sicurezza), si riapre.
L'onside-kick dei Saints non riesce e ne approfitta Kerry Collins per
ristabilire il distacco (21-10) con una bomba da 46 yds per Joe Jurevicius.
Partita finita? Ma neanche per sogno!
Brooks, freddissimo nonostante l'età, non si fa certo pregare e lancia
uno screen pass per Ricky Williams che frutta 41yds e il secondo fg della
gara. Con 4 minuti sull'orologio e dopo l'ottimo ritorno di kick off di 43
yds del velocissimo Dixon, i Giants sembrano poter gestire il risultato,
ma, colpo di scena, quando oramai si trovano sulle 30 offensive, Collins
commette un fumble ricoperto dalla difesa della Louisiana. Purtroppo per i
Saints, però, il gioco decisivo (un altro spettacolare passaggio in meta
di Brooks per Willie Jackson, a tempo scaduto) viene annullato per una
penalità (interferenza offensiva dello stesso wr).
New Orleans 1-1), che è apparsa poco concentrata e ha commesso troppe
penalità (ben 14, alcune delle quali costosissime!), paga forse il prezzo
della pausa troppo lunga (non giocavano dal 9 Settembre).
I Giants (2-1: in testa alla division con gli Eagles) trionfano davanti al
loro pubblico in una giornata dalle fortissime emozioni e la settimana
prossima avranno in pasto gli inguardabili Redskins.
PHILADELPHIA 40 - DALLAS 18
Come previsto, il Sunday
Night è stato un monologo degli Eagles che davanti al pubblico del
Veteran Stdium hanno letteralmente travolto i poveri Cowboys di "paròn"
Jimmy Jones. Il punteggio, del resto è piuttosto esplicito, se si
considera che le uniche due mete di Dallas (due td passes della riserva
Clint Stoerner), sono figlie del cd. "garbage time", a
risultato, cioè, ampiamente acquisito.
Le mete pesanti le ha segnate invece, e con estrema facilità, l'attacco
di Philadelphia, ancora una volta guidato - lo possiamo dire, oramai- da
uno dei migliori qb dell'NFL: Donovan McNabb.
L'esiguo vantaggio di Dallas, propiziato da un paio di fumble su ritorno
del veterano Brian Mitchell trasformati in altrettanti fg dall'infallibile
Tim Seder, viene prontamente smontato dalla vena di Mc Nabb, che lancia 3
td pass nel giro di 15 minuti: le prime due per il te Chad Lewis (10 e 17
yds), la terza nelle mani di Todd Pinkston.
Grande anche la prova del reparto difensivo, che lo stesso Dave Campo
(allenatore dei Cowboys) ha finito per definire dominante: 5 i turnovers
commessi da Dallas, tra fumble (uno dei quali provocato da un devastante
sack dell'inarrestabile Hough Douglas) punt bloccati e intercetti (7 su 23
per 33 yds - !- per il povero Antony Wright, poi sostituito da Stoerner).
"Quella dei turnovers - commenta un delusissimo Emmit Smith (che ha
corso oltre 2000 yds in carriera contro gli Eagles, ma oggi appena sopra
le 50!)- è una vera e propria piaga. Viaggiamo in con una media di 4/5 a
partita e così non si può vincere".
Insomma: Dallas (0-3) continua a sognare la prima vittoria in campionato
eun qb degno di questo nome, mentre gli Eagles (2-1, nonostante l'assenza
del fenomenale Duce Staley), come afferma un appagato Andy Reid,
"stanno veramente prendendo il ritmo". Ci rivediamo ai Playoffs?
WASHINGTON 13 - KANSAS CITY 45
Terza disfatta in
altrettante partite (oramai comincia a non fare più notizia: gran brutto
segno!) per gli uomini di Marty Schotteneimer. Nemmeno il licenziamento di
Jeff George, l'esordio davanti al proprio pubblico (al Fed Ex Field) e le
suggestioni delle cerimonie di apertura (per le vittime del Pentagono)
hanno potuto evitare lo sconcertante epilogo.
Contro la sua ex squadra, Schotteneimer sperava di poter rilanciare la
stagione dei Redskins e invece ha ricevuto una marea di fischi. Il suo
imbarazzo, crescente e inevitabile, è evidente nelle dichiarazioni alla
stampa: "Nella mia carriera non mi era mai successo niente del
genere. Vedo molto lavoro davanti a noi". Più esplicito ancora il
leader della difesa (anche oggi in grave difficoltà) Bruce Smith:
"La nostra prova è stata veramente disgustosa: vorrei usare
aggettivi più coloriti, ma non si può. Anzi, in circostanze come queste
è meglio evitare commenti, perché si rischia di trascendere". In
effetti verrebbe da imprecare, perché dopo tre partite Washington ha già
subito 112 punti, e ne ha realizzati solo 16, provocando l'ira dei tifosi
e anche di qualche giocatore.
Contro i Chiefs, però, gli errori (anche questo un bruttissimo segno per
coach Schotteneimer la cui leadership è oramai in discussione) sono stati
ancora più numerosi ed evidenti, a cominciare dalla miriade di placcaggi
sbagliati che hanno dato via libera all'attacco (sino ad ora non certo
irresistibile e qui capace di segnare 28 punti in un quarto) di Dick
Vermeil (alla sua prima vittoria con la squadra del Missouri), e in
particolare all'ex rb dei Ravens Priest Holmes, che ha segnato tre mete
(nel solo secondo quarto!) e ha guadagnato 225 yds all-purpose. Anche
Trent Greene, che pure veniva da un qb-rating penoso, ha terminato con uno
"spettacolare" 21 su 26 per 307 e tre td pass (per Holmes,
Gonzales e Thomas).
Eppure Washington aveva cominciato discretamente, con due lunghi e solidi
drive (quello di apertura addirittura da 7 minuti). Ma giunti nella red
zone, due td pass consecutivi di Banks sono stati annullati dagli arbitri
(ricevitore "out of bounds"), nonostante le richieste di riesame
(respinte) di Schotteneimer. Banks, comunque, (con un bel lancio nel mezzo
da 26 yds per la prima scelta Rod Gardner) non ha dovuto attendere molto
per dare ai tifosi la (magrissima) soddisfazione della prima meta in
questo (disastroso) avvio di campionato.
Dei Chiefs (1-2) Dick Vermeil, che ha il morale alle stelle, dice:
"Non so se potremmo giocare meglio di così. Abbiamo lavorato tanto e
questa è la ricompensa: e ce la dobbiamo godere". Una bella
iniezione di fiducia e ottimismo ci voleva, soprattutto pensando che
Domenica prossima affronteranno i temibilissimi Broncos.
Purtroppo per Washington (0-3), invece, non sarà questa l'ultima
sconfitta della stagione: hanno perso anche il lb Barber (un altro
pilastro difensivo, dopo Arrington e Coleman) e Bruce Smith,
frustratissimo, minaccia il ritiro. Mi chiedo come faranno contro i Giants
la settimana prossima.
ARIZONA 14 - ATLANTA 34
Previsioni del tempo: anche
per quest'anno nelle zone desertiche dell'Arizona pioverà, ma poveranno
solo sconfitte. Per effetto di questo fenomeno avremo uno stadio-deserto!
Davanti a soli 28 mila tifosi (su 73.000 posti!) si è consumata la
seconda partita (termine che da molti anni qui è sinonimo di sconfitta)
casalinga dei Cardinals. Per valutare la prestazione degli uomini di Dave
Mc Ginnis (che vanta il poco invidiabile record di 1 vinta e 10 perse da
quando è capo allenatore!) basta considerare un fatto molto semplice: ha
commesso ancora una volta una gragnola di turnovers e , soprattutto, non
è riuscita a fermare un attacco che ha perso quasi tutti i suoi "skill
players" (Jamal Anderson, è dovuto uscire quasi subito per un
infortunio ai legamenti crociati anteriori del ginocchio: stagione finita
per lui; ma erano fuori o a mezzo servizio anche la prima scelta assoluta
Michael Vick e il wr Tony Martin).
Jacke Plummer ha lanciato per oltre 200 yds ma anche 3 int. (oltre ad un
fumble personale sullo snap), tutte nella fase cruciale della gara, il
secondo tempo. I numeri del suo avversario, il vecchio ma ancor valido
Cris Chandler, sono molto diversi: 20 su 28 per 286 yds, 3 mete (due delle
quali per Terrece Mathis, uno dei wr più sottovalutati, ma più costanti
della Lega, adesso recordman per td catches dei Falcons con 55).
Oltretutto il sostituto di Anderson, Maurice Smith, ha giocato molto bene,
segnando addirittura una meta lunghissima (79 yds, a completamento di un
breve lancio di Chandle, azione replay di quella della settimana scorsa).
L'unica bell'azione offensiva dei Cards l'ha firmata l'ex galeotto Michael
Pittman (al rientro dopo una lunga sospensione disposta dalla lega per
motivi penali) con un prepotente galoppata da 24 yds, all'inizio del
secondo tempo di gioco.
Ma per Arizona (0-2), al di là di questo, un bel po' di preoccupazioni
per i troppi errori in attacco (turnovers) e in difesa, sia in attacco,
sia in difesa. Mi sa che queste preoccupazioni aumenteranno Domenica
prossima a Philadelphia.
Attlanta, invece, (2-1) ha molti infortuni pesanti ma il morale alle
stelle: e aspetta i Bears, pronta a farne un sol boccone.
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