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WEEK 1



EAST DIVISION
by Carlo Mantovani 

 

PHILADELPHIA 17 - ST. LOUIS 20 (overtime)

Hey, non male come inizio di campionato: siamo alla "season opener" e già fioccano gli overtime!
Proprio così, ai supplementari, si è infatti concluso quello che era unanimemente considerato lo "showdown" della giornata, la partita più attesa, nella quale, sul sospetto "turf" del Veteran Stadium, si confrontavano due squadre con ambizioni da Superbowl. In un clima da playoff, che non ha certo tradito le aspettative, gli uomini di Mike Martz l'hanno spuntata nel modo più inatteso: mostrando (al contrario dell'anno scorso, quando subivano 30 punti a partita!) di avere una difesa. Evidentemente la cura di Lovie Smith ("Lovie is in the air"!), il nuovo defensive-coordinator da Tampa Bay, è servita e -soprattutto- sono serviti gli 8 nuovi starter in difesa. Anche se il gioco chiave (il fg da 26 yds di Jeff Wilkins, come detto in overtime) è stato propiziato dall'attacco (due fulmini di Kurt Warner per il suo bersaglio preferito, Isaac Bruce), a tenere in partita i Rams è stata infatti la difesa.
Questo reparto, nel 2000 il peggiore della lega, è riuscito per tre quarti nella difficilissima impresa di controllare il sensazionale qb degli Eagles Donovan McNabb, secondo molti futuro MVP della lega. In effetti solo nel quarto periodo, al quale Philly è giunta sotto 17 a 3, McNabb (statisticamente alla grande: 32 su 48, 325 yds, 2 td pass e 1 int.) ha trovato il bandolo della matassa: correndo per oltre 40 yds e lanciando due volte in meta l'affidabile fb Cecil Martin, il n° 5 degli Eagles ha riaperto finalmente la partita, dominata sino a quel momento dai Rams, trascinati dai soliti fuoriclasse Faulk (sua la prima meta dell'incontro, con un'incredibile slalom da 7 yds, oltre 100 yds all- pur pose) e Warner (percentuale di comlpeti molto alta, ma una sola meta per il te Cromwell e due intercetti). 
Sul 17 pari gli uomini di Andy Reid, galvanizzati dall'insperata e improvvisa rimonta, hanno avuto addirittura l'occasione di chiudere l'incontro nei tempi regolamentati: Warner si faceva infatti intercettare dalla strong safety Damone Moore, che restituiva palla all'attacco. Ma proprio nel momento cruciale la difesa di St. Louis è salita in cattedra e grazie ai preziosi insegnamenti del nuovo coordinatore e non si è fatta sorprendere, gelando anzi il Veteran Stadium con un sack sul terzo down e costringendo gli Eagles ai supplementari. Il nuovo sorteggio favoriva Philadelphia, ma la difesa dei Rams era ancora protagonista. La palla tornava così a Warner&CO sulle 36 yds difensive e tutti sappiamo come è andata a finire. Al termine dell'incontro l'emozione in campo era palpabile. Ovvia la soddisfazione sulla panchina di St Louis, soprattutto per il comportamento della squadra nei momenti decisivi: con Martz fa i complimenti all'attacco (Bruce non tradisce) e Smith che sentenzia: "Una difesa così a St. Louis la aspettavano da tempo". Ovvia anche la delusione di Coach Reid che aveva a lungo preparato questo incontro: "Non voglio togliere nulla ai Rams, ma questa partita glie la abbiamo regalata!". E si legge nei suoi occhi la rabbia di chi sa di aver davanti un campionato difficilissimo: la settimana prossima si va a Tampa Bay. 

TAMPA BAY 6 - DALLAS 10 

Sulla carta non doveva esserci partita, perchè lo scontro avveniva tra la favorita per il Superbowl (Tampa Bay, con una difesa già fortissima e dopo i colpi di mercato a suon di milioni- di dollari-) e una versione dei Dallas Cowboys che convince davvero poco, con un qb (l'atletico ma inesperto Quincy Carter, il primo rookie a partire titolare dopo Troy Aikman nell'89) che non ha mai giocato una partita NFL, cornerbck mai testati prima (che però hanno superato la prova a pieni voti)e solo tre giocatori di nome: l'ot Larry Allen, la ss Darren Woodson (magnifica infatti la sua prestazione: 9 solo tackles e 1 intercetto!) e il mitico (ma anzianotto) Emmit Smith (solo 40 yds).
Ma cambiare troppo può creare problemi anche ai migliori: i Bucs hanno un nuovo offensive coordinator e un nuovo qb (l'ex Redskins Brad Johnson) e in campo...si è visto! L'attacco di Tampa ha avuto moltissime occasioni, ma è sembrato lento e ha concluso in meta (segnata con una qb sneak dallo stesso Johnson) soltanto un drive.
"Abbiamo commesso troppi errori" afferma con disappunto il rb Warrick Dunn, -che l'anno scorso ha superato le duecento yds contro i Cowboys e questy'anno ne ha totalizzate appena 56- "per questo sono rimasti i partita sino alla fine". Comunque sia, Dallas, da molti pronosticata peggior squadra NFL, ha invece tenuto molto bene il campo in una partita dominata (ma guarda un po'!) dalle difese, presentandosi addirittura in vantaggio per 6-3 (grazie a un paio di fg dell'affidabilissimo Tim Seder) nel quarto periodo di gioco. Qui però si è vista la differenza tra un qb rookie (che ha finito con un miserrimo 9 su 19 per 34 yds e 2 intercetti!) sue neanche tanto pubblicizzato) e l'esperienza di una vecchia volpe come Brad Johnson, che infatti ha segnato la meta vincente proprio nell'ultimo quarto. Nonostante i numeri poverissimi dell'attacco (127 yds in totale) bisogna dire che i Texani affrontavano la migliore difesa NFL degli ultimi 3 anni e quindi il giudizio può essere sospeso. Rammarico per l'unica occasione da meta, nel primo quarto, su un ghiottissimo 3° and goal dalla 1 yd, quando Emmit Smith viene respinto (3yds di perdita e fg) dalla formidabile rimonta del cb Brian Kelly. "Comunque la nostra difesa ha tenuto duro sino alla fine e avremmo potuto vincere". Giudizio sospeso anche per i Bucs: la difesa è il solito spauracchio, ma il nuovo qb, che pure non ha fatto grossi errori ed è stato molto preciso nei lanci (completando i primi 9 lanci e concludendo con 26 su 35), non ha però (anche a causa dell'infortunio alla coscia che ha molto limitato Key Shawn Johnson), non ha messo a segno i big play che i tifosi si aspettavano. "Abbiamo vinto con la difesa-dice Brad Johnson- e in fondo questo è il motivo per cui sono venuto a Tampa Bay". Messaggio ricevuto! 

  SAN DIEGO 30 - WASHINGTON 3

Anche i Redskins, come i Cowboys, pagano lo scotto dell'eccessivo cambiamento (allenatore capo, assistenti, linea d'attacco, ricevitori e linea di difesa) e quasi non oppongono resistenza di fronte ai sorprendenti e rinforzatissimi Chargers, solo un'anno fa ultimi nella lega con il deprimente record di 1-15. 
Mentre nei Redskins tutti gli uomini chiave hanno deluso (su tutti, ed era nell'aria, il qb Jeff George, che ha concluso con 8 su 18 per 66 yds e due intercetti prima di venir sostituito per disperazione da Tony Banks!), nei Chargers la cura "Butler" (che a Buffalo costruì lo squadrone capace di andare al Superbowl per 4 anni consecutivi) ha dato i frutti sperati. Basti pensare che ; il velocissimo Tim Dwight acquisito dai Falcons ha aperto le marcature con uno straordinario (ma solo per chi non lo conosce) ritorno di punt da 84 ydsl; il rb LaDainian Tomlinson, prima scelta di San Diego, ha superato le 100 yds, segnando anche due mete decisive; il nuovo qb, il mitico e supervincente Doug Flutie, pur non avendo una giornata memorabile ha comunque evitato errori tenendo unita la squadra grazie al suo proverbiale carisma; la nuova coppia di cb acquisita sul mercato (McNeil dai Cowboys e Molden dai Saints) ha fatto faville intercettando due volte il "povero" George; per finire l'ex allenatore capo dei Washington, Norv Turner, ora offensive coordinator di San Diego, si è preso una bella rivincita sulle improbabili strategie dell'impaziente proprietario Dan Snyder. 
Insomma: mentre i Chargers sembrano sulla strada giusta per ribaltare il proprio destino perché hanno indovinato tutte le mosse, a Washington abbiamo, nell'ordine: un qb che ha problemi caratteriali riconosciuti e ha già avuto un violento scontro verbale con il suo capo allenatore; un coach (il fossile vivente Marty Schottenheimer), appunto, che in carriera ha ampiamente dimostrato (con Cleveland e Kansas City) di non essere un vincente e, quel che è peggio, una squadra che sembra non aver voglia, perché non si diverte e non ci crede. 
Per i Redskins un brutto inizio e , forse, una brutta fine.

  DENVER 31 - N.Y. GIANTS 20

Il primo Monday night della stagione ha confermato le previsioni: i Broncos sono una vera forza, con una difesa piuttosto aggressiva e un'attacco esplosivo (per nulla inferiore a quello dei Rams), capace di rifilare 476 yds ai Giants, storicamente forti in difesa e vice campioni della NFL. Gli uomini di Jim Fassel hanno resistito per tre quarti, grazie alla buona vena del qb Kerry Collins (tre td pass per lui), del ricevitore Amani Toomer (due mete) e agli incredibili punt (consistentemente sopra alle 60 yds, con punte da 90!) del sensazionale rookie-free agent Rodney Williams. 
Ma la difesa, di solito impeccabilmente coordinata dall'abilissimo John Fox, non è mai riuscita a mettere pressione sul qb avversario (l'ottimo Brian Griese, che ha concluso con 21su 29 per 330yds e tre mete!) e così nel quarto e decisivo periodo la macchina perfetta messa a punto da Gary Kubiak ha dilagato. Certo ai Giants mancavano un paio di pedine fondamentali (Ike Hilliard in attacco e Jason Sehorne in difesa), ma questa non può essere una giustificazione accettabile, anche perché a metà partita i Broncos hanno perso (purtroppo per tutta la stagione, causa frattura ad una gamba) il ricevitore Ed McEffrey, l'anno scorso nominato al Probowl e il loro ritmo non è certo calato.
La verità è che gli schemi offensivi dei Broncos, per come erano eseguiti (dalla linea, dal qb e dal formidabile rientro di Terrrel Davis), sono apparsi irresistibili: mentre la difesa dei Giants, sempre più confusa e inconsistente, è crollata sul più bello.
Un crollo comunque molto meno allarmante di quello che aspettava New York il mattino successivo.

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