NFL2K1 | La National Football League completamente in italiano |
Preview AFC - NFC / FORUM / Week: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 |
WEEK 3
|
MINNESOTA 20 TAMPA BAY 16 Minneapolis Archiviati, almeno momentaneamente, i battibecchi interni, Minnesota riscopre il piacere della vittoria dopo cinque sconfitte consecutive in regular season (conteggiando le ultime tre gare della passata stagione). Daunte Culpepper capisce che non è bella cosa essere il primo QB nella storia della franchigia (34 anni, mica un paio) ad iniziare la stagione con uno 0-3, compromettente a dir nulla. Maniche rimboccate e si lavora. Anche per ripagare la fiducia incondizionata che Dennis Green continua a manifestargli (giustamente del resto) difendendolo dalle frecciate della Cris&Randy corporation. E proprio Cris Carter è stato il primo a beneficiare della rinascita di Culpy. Rinascita ancora incompleta, due gli intercetti lanciati, ma pur sempre rinascita, dopo le due pessime partite iniziali. Sotto di tre per via di un field goal del solito Gramatica con Tampa incapace di capitalizzare un primo-e-goal dalle 4, i Vikings chiudono in vantaggio il primo periodo grazie ad un drive lungo, in tutti i sensi. Oltre sei minuti, ed 80 yard di campo distribuite da Daunte un po’ a Bennett un po’ a Chamberlain (altra eccellente prestazione per l’ex TE di Denver), un po’ a Moss un po’ a Kleinsasser, un po’ a sé stesso. Ben alternando corse e passaggi e completando il tutto con l’appoggio da 13y nelle mani di Cris Carter in end zone. Dato che ormai l’impegno era preso, il QB dei Vikings ha pensato di condurlo in porto a modo suo... Le yard erano 96, i minuti più di cinque ed il periodo quello conclusivo. Stessi protagonisti, con la brevissima apparizione di Doug Chapman. Finale identico nella sostanza ma differente nella forma. Dalle 8 infatti, Culpy finta il passaggio, quindi pensa che “chi fa da sé fa per tre”. Vede un buco nel mezzo e ci si tuffa per arrivare in end zone come il miglior Jerome Bettis. Gran botta ma vittoria in saccoccia. E Tampa? Era passata a condurre grazie ad una corsa di 6 yard di Warrick Dunn, ad inizio quarto periodo, quindi il lungo drive dei Vikes ha congelato le speranze di Dungy ed il braccio di Brad Johnson. I 63 secondi che Culpepper lascia sul cronometro non sono sufficienti al numero 14 per riuscire in ciò che gli era sfuggito nei 59 minuti precedenti. Johnson si avvicina all’obiettivo, ma il suo ultimo passaggio, anziché finire nelle mani dell’omonimo compagno di squadra, termina la sua corsa fra le braccia del DB Eric Kelly. I problemi dei Bucs sono tutti fuorché originali. Vecchi come l’Antico Testamento. L’end zone è sempre una chimera irraggiungibile che l’acquisto di Johnson non ha contribuito ad avvicinare. Per l’ex Redskin c’è ancora un triste 0 nella casella dei TD pass dopo due partite. Sì insomma “un po’ più in giù volea volare…” no, non preoccupatevi, non c’è nessuna comare nei dintorni… “il pallon lasciato andare…” nei pensieri e negli schemi di Tony Dungy. Il secondo ed il terzo quarto sono stati riservati alle schermaglie tra Gramatica e Anderson, con Tampa in difficoltà nel convertire i terzi down, prima di cedere il palcoscenico al signor Daunte per l’ultimo atto. Non è stato lo show vincente cui i Vikings ci avevano abituato (pochi passaggi a Moss e gioco controllato con i passaggi a Chamberlain e Kleinsasser) ma ai tifosi per ora basta aver scongiurato uno 0-3 che avrebbe indubbiamente pesato sul futuro della stagione. GREEN BAY 28 CAROLINA 7 Charlotte Presente! Green Bay c’è e continua a dimostrarlo. Gli scettici ora devono proprio farsene una ragione, e Brett Favre è felicissimo di aiutarli. Il tre volte MVP della lega è entusiasta di come è iniziata la stagione e già pregusta la possibilità di togliersi qualche soddisfazione dopo alcuni anni davvero amari per chi è abituato a vincere. I compagni di squadra a differenza delle campionati passati ci sono, sicché… “restate con noi che ne vedrete delle belle!” sembrano preannunciare le grida, gli abbracci i salti di gioia del QB dei Packers. In svantaggio 7-6 al termine della prima metà del match, i Packers dopo la ricreazione sfruttano alla perfezione le opportunità che gli offre il destino. Destino… per l’occasione all’anagrafe si era travestito da Steve Smith che perde il pallone sulle proprie 38y sul kickoff di inizio ripresa. A Favre bastano cinque giochi per individuare e colpire Bill Schroeder prima, e Antonio Freeman poi per la conversione da due punti che fa 14-7. Neanche il tempo di bersi il Gatorade che bisogna già rimettersi il casco. Smith ha una seconda chances, ma evidentemente gli stanno simpatici i Packers fatto sta che per la seconda volta consecutiva lascia cadere il pallone sulle 38. A Favre sembra un deja vu e chiede a Bubba Franks quando ha già visto la scena. Bubba conferma che Smith l’ha fatto un’altra volta e gli dice “guarda per confermartelo passala a me in end zone anziché a Schroeder…” Detto, fatto. Era proprio S.Steve! Smith non rimetterà piede in campo (Seifert dice ufficialmente per una storta ad una caviglia…). Favre invece ci torna e dato che Bubba sembra in forma gli manda anche il pallone per il TD-sigillo-di-garanzia. Questi Packers ci sono e per il titolo divisionale bisorrà passare dal Labeau Field, che non è mai un bel passare. Se poi Favre non vede l’ora di giocare con i suoi compagni son dolori per tutti! (Una citazione doverosa è da riservare alla difesa, che non ha trovato spazio in questo pezzo che abbiamo voluto dedicare quasi esclusivamente ad un campione rinato, ma che è migliorata notevolmente ed ha rivisto al centro della linea un Gilbert Brown dimagrito… vabbè nei limiti!) |