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WEEK 5

 

La giornata vista da Matteo Gandini

La quinta settimana NFL sarà ricordata come una di quelle altamente sconsigliabili ai malati di cuore, visto il numero di imprecisato di rimonte, supplementari, e finali al cardiopalma; alla fine, ben 12 delle 14 gare giocate si sono concluse con uno scarto inferiore a 8 punti.
  • Se qualcuno aveva ancora dubbi sul fatto che Brett Favre fosse tornato quello di una volta, di sicuro questi sono svaniti dopo la brillante vittoria dei Packers sui Ravens per 31-23. Come aveva fatto Chicago nella prima giornata, Green Bay ha utilizzato formazioni con molti ricevitori, usato tantissimo la shotgun, rendendo inefficace la fortissima difesa dei campioni in carica. La differenza è stata che Favre non è Shane Matthews, e l'ex MVP, protetto in maniera strepitosa dalla sua linea, ha lanciato per 337 yards, utilizzando molto Antonio Freeman, finalmente protagonista dopo una serie di brutte prove; contro una tale forza offensiva, anche il grande Ray Lewis è diventato un linebacker qualunque, in grossa difficoltà a contrastare l'attacco aereo avversario. I Packers hanno idealmente lanciato un messaggio al resto della lega, indicando di voler essere messi stabilmente fra i favoriti per il titolo.
  • I Rams sono usciti vincitori da una sfida durissima contro i campioni in carica della NFC, i Giants, per 15-14; è il secondo successo di St.Louis in una gara molto fisica, dopo quello contro gli Eagles, e ciò testimonia la crescita della squadra di Mike Martz rispetto alla scorsa stagione, in particolare in difesa. New York ha contenuto l'attacco dei Rams, e le giocate chiave sono state quelle di Michael Strahan, che ha dominato il matchup con il tackle di St.Louis Ryan Tucker, ottenendo 4 sack; ottima prova anche dei due cornerback matricola di New York, Will Allen e Will Peterson, supportati all'interno dal veterano Jason Sehorn. Un segnale molto positivo per St.Louis è il fatto che sia stata la difesa a decidere la gara, alla fine, con il fumble provocato dal placcaggio di Adam Archuleta su Joe Jurevicious; ora bisognerà vedere se Trung Canidate riuscirà a fare bene le veci di Marshall Faulk, che salterà alcune gare dopo l'infortunio al ginocchio di domenica.
  • Dopo che Trent Dilfer ha portato ancora i Seahawks alla vittoria, per 34-21 contro Denver, ottenendo il suo 13esimo successo consecutivo da titolare, con che coraggio Mike Holmgren rimetterà in campo Matt Hasselbach quando questo ritornerà dall'infortunio? Eppure, l'ex coach dei Packers insiste sul fatto che Hasselbach ha le potenzialità per diventare un QB migliore dell'ex Raven, e pare che sarà l'ex riserva di Favre a Green Bay a tornare titolare fra due settimane, per la prossima gara di Seattle. Lo stesso problema potrebbe arrivare dal ruolo di RB, visto che dall'infortunio di Ricky Watters in poi, la riserva Shaun Alexander ha fatto faville, e potrebbe essersi guadagnato il posto di numero 1. Comunque sia, Seattle è in crescita, grazie anche alla difesa composta da "grandi vecchi" come Chad Eaton, John Randle e Levon Kirkland. Denver invece continua a faticare nel post-Ed McCaffrey, e adesso anche Brian Griese è tornato ad avere problemi alla spalla; decisamente non è un buon momento per la franchigia del Colorado.
  • Una delle sorprese della settimana è la vittoria dei Raiders sui Colts per 23-18; tutti pensavano si sarebbe trattato di una gara piena di punti e grandi prestazioni offensive, invece l'attacco di Los Angeles ha fatto la differenza con un lungo e metodico drive nei minuti finali, e così facendo Peyton Manning e compagni hanno avuto poco tempo a disposizione per ribaltare il risultato. Stavolta, la difesa di Indianapolis ha fatto bene il suo lavoro, ma l'attacco non è stato all'altezza della sua fama; i ricevitori hanno commesso una marea di errori, e ciò ha confuso lo stesso Manning, che ha disputato una delle partite più brutte della sua brillante carriera. I Colts hanno sentito la mancanza di Jerome Pathon, fuori per un infortunio, e sono stati sfortunati in un paio di occasioni, in particolare quando gli arbitri hanno cambiato una decisione su una conversione da due 
    punti.
  • Ha dell'incredibile quello che è successo alle Meadowlands, dove i Dolphins hanno completamente dominato i Jets per un tempo, ma hanno finito poi per perdere 21-17. Quello che è più strano è che è la seconda volta consecutiva che Miami butta via una gara praticamente già vinta contro i rivali divisionali; stavolta, i Dolphins hanno probabilmente pensato che la partita fosse finita, e si sono rilassati quando si sono trovati in vantaggio per 17-0, ma poi una serie di errori grossolani, in particolare il fumble di Lamar Smith e l'intercetto di Marvin Jones ai danni di Jay Fiedler, su un pallone lanciato in una doppia copertura in un momento in cui la cosa più importante era non rischiare per niente. Da sottolineare l'ennesima grande prova di Curtis Martin, che riceve molta meno attenzione di altri RB, ma è uno dei più solidi dell'intera NFL.
  • I Titans hanno finalmente vinto la prima gara stagionale, ma hanno dovuto soffrire non poco per superare i Buccaneers 31-28 ai supplementari; Steve McNair, Eddie George e compagni hanno giocato con più intensità rispetto alle prime partite e per Tennessee si tratta di un successo importantissimo per il morale, anche perché i Titans sono riusciti a muovere bene la palla contro una delle difese più solide della lega. McNair è apparso un po' più spregiudicato rispetto alle gare precedenti, e la squadra ha tenuto bene psicologicamente dopo aver bruciato un grosso vantaggio nei minuti finali; Brad Johnson ha finalmente lanciato il suo primo TD con i Bucs, ma stavolta che l'attacco ha funzionato è stata la difesa a tradire la squadra allenata da Tony Dungy.
  • Grande prova di Jeff Garcia, nella vittoria dei 49ers 37-31 contro i Falcons; il QB di San Francisco è stato molto preciso e ha risposto con giocate decisive ogni qual volta la sua squadra si trovava in difficoltà. Rimontando uno svantaggio di 7-20 dopo l'intervallo, i giovani 49ers hanno anche dimostrato di avere gran carattere; buona parte del merito va anche a Steve Mariucci e al suo staff, che ha trovato il modo di coinvolgere Terrell Owens dopo una pessima prima metà in cui il WR era stato tenuto a secco: dopo l'intervallo, Owens è stato assoluto protagonista, e ha chiuso con 9 ricezioni e 183 yards. Occhio a San Francisco in prospettiva playoffs; la fase di ricostruzione della squadra sta dando frutti più che buoni, e i Niners sono 4-1.
  • Ricky Williams ha confermato di essere entrato a far parte dell'elite dei RB della lega con un'altra super prestazione, nella vittoria dei Saints sui Panthers 27-25; Williams ha dimostrato ancora una volta di essere abilissimo sia sulle corse che sulle ricezioni, e con la sua stazza riesce con facilità a rompere un buon numero di placcaggi. New Orleans è stata ripagata del coraggio che ha avuto nei secondi finali, quando Jim Haslett ha chiamato la corsa esterna di Williams con un secondo sul cronometro, un gioco mai usato in allenamento in quella situazione; da sottolineare anche però la brutta prova di Aaron Brooks, che dopo l'esplosione dell'anno 2000 quest'anno continua a non convincere. I Saints non possono certo essere del tutto soddisfatti, comunque, dopo aver permesso a Carolina, non certo una delle superpotenza della lega, di rifarsi sotto dopo essere stata in svantaggio 0-17.
  • Ruoli invertiti al Foxboro Stadium: stavolta Doug Flutie non ha potuto fare altro che guardare dalla panchina mentre i suoi Chargers subivano la rimonta dei Patriots, che hanno recuperato 10 punti di svantaggio nei minuti finali e hanno finito per vincere 29-26 ai supplementari. Tom Brady sta continuando nel modo migliore il suo sviluppo, e diventerà presto un solido QB, ma New England ha potuto tornare in partita grazie soprattutto alla debolezza dell'attacco di San Diego, che ha la tendenza a diventare troppo conservativo quando la squadra si trova in vantaggio; inoltre Flutie ha bisogno di assumersi una parte maggiore del peso dell'attacco, che troppo spesso si basa solo sulle corse di Ladainian Tomlinson.
  • Per chiudere, la colpa non è certo della ABC se tutta la nazione lunedì notte ha dovuto sorbirsi il peggior Monday Night Football nella più che trentennale storia dell'evento; purtroppo però la rivalità fra Cowboys e Redskins non è più quella di una volta, e per fortuna c'è stato almeno il finale combattuto a tenere vivo l'interesse fino in fondo. Al termine di una brutta gara costellata di errori e povera di spettacolo, il field goal di Tim Seder ha portato Dallas al successo per 9-7, negando così a Marty Schottenheimer il primo successo sulla panchina di Washington.

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