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WEEK 3



EAST DIVISION
by Mauro Rizzotto

 

INDIANAPOLIS 13 - NEW ENGLAND 44

No, il punteggio non è invertito. I Patriots, senza Drew Bledsoe, hanno proprio rifilato 44 punti ai Colts, gli stessi che avevano infilato 87 punti a Jets e Bills, e che ora a stento sono arrivati a 13. È tutto vero.
I Patriots avevano rinunciato al solito ingresso uno alla volta per entrare in campo tutti insieme, ondeggiando le braccia e agitando i pugni, e pare avere funzionato: questa, infatti, è stata soprattutto una vittoria di squadra.
"È stata un grande vittoria. Sentivo che ne avevamo davvero bisogno. I giocatori se la meritavano". Le parole di Belichick fotografano uno stato d'animo preludio pad una partita che i Patriots hanno affrontato con la cattiveria giusta ed hanno vinto giocando bene sia in attacco che in difesa.
Brady, al suo primo start in carriera, è stato non esaltante nelle statistiche (13/23 per 168 yds), ma molto tranquillo e preciso. Antonwain Smith ha mostrato di poter essere forse il runner che mancava (94 yds e 2 TD). La difesa, poi, ha dato il vero tono alla gara: un blocco pauroso di Bryan Cox su Pathon al secondo gioco della partita ha subito chiarito a tutto lo stadio che aria tirava. E per i Colts la luce si è spenta quasi subito.
In effetti per Indy il lato positivo della questione è che a Foxboro non ci dovranno più tornare: nello stadio che a fine anno sarà demolito i Colts hanno perso tutti gli ultimi sei anni e negli ultimi nove anni hanno vinto solo una volta. Peyton Manning, che non ci ha mai vinto, è stato, per i suoi standard, orribile: 20-34 per 196 yds, un passaggio in TD per Pollard, un altro corso da lui, ma 3 intercetti, che portano il suo totale dell'anno a 7, esattamente pari al numero dei touchdown che ha lanciato.
Questo potrebbe essere un primo motivo di riflessione per coach Mora. E se questo non gli basta, eccone un altro: la sua squadra ha la quarta peggiore difesa contro le corse dell'intera NFL; ha concesso 177 yds e tre TD ai Patriots, che non hanno esattamente dei runners dominanti come possono schierare le squadre che i Colts puntano davvero ad incontrare più avanti. Una bella analisi l'ha fatta Ty Law, corner dei pats: "Al momento Indianapolis vive e muore sui big plays. È il loro tipo di attacco. Loro prendono l'inerzia dai big plays. Se riesci a far sì che se li debbano guadagnare, di solito non segnano così tanto". Sembra quasi un terzo motivo di riflessione per Mora... e probabilmente non l'ultimo, come anche lui ha ammesso: "Non credo che nello spogliatoio nessuno, sia allenatori che giocatori, dovrebbe essere molto contento di quello che abbiamo fatto oggi".

  ST.LOUIS 42 - MIAMI 10 

Con un risultato così c'è poco da commentare, in genere. Però, in questo caso pochi si sarebbero aspettati un tale scarto, visto che in campo c'era sì il (probabilmente) miglior attacco NFL ma anche una delle forse migliori difese (prima della partita era classificata all'ottavo posto), e allora qualche cosa da dire c'è, partendo dal vecchio assunto che meriti degli uni e demeriti degli altri sovente si mescolano. I grossi ed indubbi meriti dell'attacco dei Rams li trovate nella sezione NFC West; qui vediamo perché la stessa difesa che aveva ridotto al silenzio Gannon ed i Raiders solo sette giorni prima sia crollata così di brutto. E brutto brutto.
I Dolphins sono stati battuti in tutto: 441 yards a 253 per i Rams, con Warner che ha imperversato contro una difesa che non è mai riuscita a trovare il modo di mettergli pressione. Per contro Fiedler ha lanciato due intercetti e perso due fumbles, mentre Lamar Smith è stato un non-fattore (48 yds su 19 portate). E ciò che è peggio, in qualche occasione i delfini hanno saputo essere i loro peggiori nemici: Gadsden, che ha chiuso a sole 29 yds, ha mancato un passaggio in end zone; Madison e Cousin hanno mancato due possibili intercetti che avrebbero chiuso altrettanti driver poi terminati con un TD dei Rams. Come ha detto wannstedt: "Per quanto strabattuti siamo stati, abbiamo comunque avuto delle occasioni all'inizio della partita, e non le abbiamo convertite. Perché? Non lo so."
L'occasione più grossa Miami l'ha avuta nel primo tempo quando, dopo aver parzialmente deviato un punt, erano riusciti ad arrivare fino alle 6 yds dei rams. Ma lì London Fletcher è riuscito ad arrivare a Fiedler ed a provocare uno dei due fumale della gara. "Quando giochi con una squadra così, e riesci a bloccare un punt, devi mettere dei punti. Non non l'abbiamo fatto. Invece, eravamo in red zone ed abbiamo perso la palla". E dopo quell'errore, i Rams si sono tutto il campo in 4 giochi, andando a segnare il TD che li ha portati definitivamente avanti: al successivo field goal di Mare (metà del secondo quarto) non è seguito più nulla da parte di Miami, mentre i Rams hanno iniziato a prendere il largo.
"Chi si sarebbe aspettato che un attacco ci avrebbe fatto una cosa del genere?" ha commentato Madison, forse dimenticando gli imbarazzanti finali degli ultimi tre playoffs. Per fortuna che questa è una partita di regular season e conta molto meno. Wannstedt giustamente chiude: "Abbiamo una partita divisionale in arrivo in casa e dobbiamo vincerla. Sarebbe stata una gara per cui avrei dovuto motivare i ragazzi? Non lo so, se avessimo vinto. Ora, è certo che non ce ne sarà bisogno".

BUFFALO 20 - PITTSBURGH 3

Quindici anni. Correva l'anno 1986, quindici anni fa, quando i Bills si erano trovati per l'ultima volta sotto 0-3 ad inizio stagione. E non so allora, ma adesso le prospettive sono tutt'altro che rosee. "Anche se ho avuto poche stagioni perdenti da quando sono qui, abbiamo sempre combattuto. Adesso ci strapazzano, e sembra che non funzioni nulla". Parole di Eric Moulds, che in 3 partite ha preso ben 5 palloni per 63 yards, ed ha chiuso con la bellezza di 2 ricezioni per 15 yards la gara contro gli Steelers. Non che nessuno abbia fatto molto meglio, in effetti: miglior corridore è stato Henry con 30 yds, miglior ricevitore McDaniel con 37. Numeri da brivido, che hanno contribuito a consegnare a Pittsburgh una partita che gli acciaieri giocavano dopo 21 giorni di riposo.
In ogni caso, siccome al peggio non c'è mai fine, ecco in aggiunta anche altri infortuni che vanno ad indebolire ancora di più un roster che oltre ad essere giovane, inesperto ed in difficoltà a seguire il coach "sergente di ferro" Williams nei suoi schemi, soprattutto offensivi, ora è anche decimato. McDaniel si è infortunato alla caviglia, Hansen (DE) al braccio e la linea offensiva, già l'ombra di sé stessa, ora ha perso anche Farris (già sostituto di Fina) con una gamba rotta. Non esattamente la notizia che ci voleva per rallegrare Rob Johnson, che oltre ai problemi suoi (anche lui è uscito per infortunio) deve anche preoccuparsi del fatto di giocare dietro ad una linea nella quale è rimasto un solo titolare, Ruben Brown. Ieri Johnson è arrivato solo a 104 yds (13/22), prima di lasciare il posto a Van Pelt, che ha sparato anche un intercetto. E alla fine ha detto: "È terribile. Non è molto divertente. Dobbiamo fare qualcosa, perché qui siamo tutti frustrati". Tifosi inclusi: i "boooo" che hanno accompagnato per tre volte l'uscita dal campo dell'attacco, rischiano di diventare un sottofondo ricorrente, quest'anno, ad Orchard Park.

NEW YORK JETS 17 - SAN FRANCISCO 19 

 Il primo Monday Night della stagione per I Jets si chiude male. Non tanto per il risultato, che pure non è favorevole e che non fa certo piacere, quanto per il modo in cui è maturato: nonostante i due soli punti di scarto, ed il fatto che fino alla fine i biancoverdi potevano recuperare in partita (solo con l'onside kick finale di John Hall non andato a buon fine è in pratica arrivato il segnale di resa), il divario in campo è stato molto più netto, ed i Jets sono stati battuti più o meno in tutto.
La difesa, ad esempio, è stata battuta e molto: 233 yards concesse sulle corse non sono solo tante, sono proprio troppe. I tackles mancati sono stati innumerevoli, tanto da far esclamare alla fine a coach Edwards: "Dobbiamo trovare 11 ragazzi che sappiano fare i tackles, e lo faremo questo mercoledì. Se ciò vuol dire ripartire con una nuova difesa, bene, allora troveremo 11 uomini che sappiano bloccare e li porteremo a Buffalo. Non si può lasciare la gente correre in quel modo."
Anche l'attacco ha però fatto la sua parte: Vinny Testaverde (alla fine 11-24 per 192 yds) non ha completato un solo passaggio per tutto il terzo quarto e metà del secondo, e tutto l'attacco non ha quasi mai girato nel verso giusto, dando una dimostrazione di West Coast Offense poco onorevole di fronte alla squadra che di tale attacco si suppone maestra. Solo nel drive finale di 84 yards chiuso con il secondo TD si è visto qualcosa di buono, ma poi, come detto, l'onside kick è stato ricoperto da San Francisco e la partita è finita lì. Alla fine, dunque, il solo solito Curtis Martin si è tenuto a galla, ma questo giudizio è legato non tanto alle sue cifre finali (19 corse per 66 yds), quanto ai 2 touchdowns messi a segno con due corse da 2 e 1 yd, praticamente gli unici punti in carniere per i Jets. E le parole di uno sconsolato Testaverde fotografano alla meraviglia lo stato d'animo: "È irritante, imbarazzante. Sarà un anno molto lungo se continuiamo a giocare così". 

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