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NATIONAL FOOTBALL CONFERENCE
EAST DIVISION
by Carlo Mantovani

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  New York Giants 28 - Jacksonville Jaguars 25

E' Natale e i Giants trovano parecchi regali sotto l'albero. Niente playstation, ma in compenso dei bei Playoffs, con una settimana di riposo e, addirittura, il diritto a giocare sul campo di casa.
Ma (forse) questi regali sono meritati. Nell'anticipo del Sabato, infatti, a East Ruterford sono sbarcati i ferocissimi Jaguars, un cliente difficile che nella seconda metà della stagione ha già fatto brutti scherzi a più di un avversario.
Jacksonville, con una partenza indiavolata (altro che spirito natalizio!) passa in vantaggio per prima, ma per la seconda volta in due settimane i Giants tirano fuori (non si può dire) e rimontano. Gran parte del merito va a Kerry Collins che (forse per una clausola contrattuale?!) da tempo gioca sul serio solo nel secondo tempo: sta di fatto che nel quarto periodo, l'imponente qb (oggi oltre le 300 yds) indovina due bei td pass, con una bomba su Toomer e un breve lancio a Hilliard. La prodezza di Jason Sehorn (che, trovatasi accidentalmente la palla tra le mani, ritorna per 38 yds un tentativo - malriuscito- di onside kick) completa l'opera. Ma non dimentichiamo la solita ottima difesa, che dopo essersi fatta infilare da uno scatenato Taylor (con un' impressionante accelerazione sulla sideline di destra, degna del miglior Bo Jackson) lo ha prima contenuto e poi tolto di mezzo: il fortissimo corridore della Florida non ha potuto infatti disputare il secondo tempo per via di una contrattura alla coscia e questa in effetti è stata la vera svolta della partita.
Nota particolare per Tiki Barber: con le 122 raccolte oggi è il primo Giant (!) a superare le 2000 yds combinate in una stagione.
Avete ancora dei dubbi sui "cittadini dell'NFL"? Averli è possibile: non hanno un attacco molto forte, la difesa va in crisi nel passing game e gli specialteams sono così imprevedibili da candidarsi come nuova attrazione a DisneyLand… In fondo gli uomini di Jim il "profeta" Fassel ( a me sembra più un politico: promette cose che non dipendono da lui!) hanno la striscia di vittorie (5) più lunga della NFC…ma sentiamo, a proposito, cosa ne pensa il dt Keith Hamilton: "Nessuno ci dava una chance… abbiamo il record migliore nella Conference, eppure ancora dicono che non meritiamo i playoffs…per quanto mi riguarda potete dubitare fino a Tampa".
Richiesto di fare un paragone con i Giants dell'86 e del '90 (vincitori del Superbowl) il proprietario Wellington Mara ha risposto in modo molto diplomatico: "Non so se i Giants di quest'anno siano al livello di quelle formazioni . Quello che so è che sono andati molto aldilà delle mie attese e adesso sono convinti di valere".
Philadelphia Eagles 16 - Cincinnati Bengals 7 
Gli Eagles completano la loro incredibile trasformazione (da perdenti, a vincenti) con una vittoria sugli inoffensivi (ma anche la difesa…) tigrotti di Cincinnati e guadagnano il diritto ad ospitare la prima di Play off al Veteran Stadium. Siccome la partita non è stata un gran chè (l'unica meta degli Eagles è venuta grazie ad una prodezza di C.J. - Charles Johnson - che, con una piroetta, ha coronato una ricezione di 39 yds) ne approfitterei, se permettete, per fare un bel bilancio di fine stagione.
Andy Reid, il ciccione con le cuffie, ha fatto un gran lavoro: da 5-11 nel '99 al record (speculare) di 11-5. Davvero non male, ma ci sono i motivi.
Dall'anno prossimo, sulla guida turistica della città dell'amore fraterno sarà menzionata, tra le attrazioni, il fantasioso Donovan McNabb, ormai considerato dagli esperti uno dei qb più forti dell'intera lega (l'unico - tra l'altro- ad essere anche il miglior rb della squadra!) e per questo candidato (ma con poche speranze: vedi alla voce "Marshall Faulk") al titolo di MVP. Il giovanotto ha dimostrato potenza intelligenza, leadership e…perché no? fortuna: serve altro?
C'è poi da considerare che gli Eagles hanno vinto (e molto) in una stagione partita con l'handicap, in ciu hanno perso, dopo alcune giornate, il grandissimo Duce Staley, sul quale, più che altro, si poggiava l'ottimismo di certe previsioni: ebbene, nessuno a Philadelphia ha mai usato questo argomento per giustificare cattive prestazioni della squadra. Il segreto non è di tipo psicologico, ma sta nell'ottima preparazione atletica e nella conoscenza del gioco diffusa capillarmente tra tutti i giocatori in roster: e questo è il grande merito del coaching staff. Come conferma Andy Reid: "Penso che tutto questo sia stupendo, il giusto premio per giocatori e allenatori. 
Siamo riusciti a creare un bel gruppo, anche dal punto di vista umano: i giocatori si rispettano, hanno fiducia nei loro compagnie e sono rimasti uniti sino alla fine. Anche nelle situazioni peggiori non ho mai sentito nessuno lamentarsi o criticare: i miei assistenti hanno fatto un lavoro eccellente". Ottime premesse, quindi, alla vigilia della wild card, dove tutte le qualità elencate - ritengo- saranno messe al dura prova. Agli Eagles, infatti, è toccato in sorte l'avversario forse più temibile, che la beffarda sconfitta ai supplementari nel Duello delle Baie ha reso ancora più carichi e minacciosi: i Buccaneeers di Tony Dungy (10-6), i dominatori annunciati, coloro che hanno l'opportunità della vita, giocare il Superbowl davanti al pubblico amico.
Sulla carta i biancoverdi hanno le caratteristiche più adatte ad affrontare Tampa: un qb molto mobile, qualità indispensabile per sfuggire alla tremenda pass Rush della ditta "Sapp&Co"; una difesa discretamente minacciosa, guidata dai sack-masters Hough Douglas (quarto assoluto con 15), e Corey Simon (rookie), in grado di pressare il giovane Shawn King, e controllata dall'emergente ilb Jeremiah Trotter, un vero schiacciasassi; e un cb molto fisico come Bobby Taylor, gemello perfetto di Key Shon Johnson. Due squadre in definitiva molto simili: anche nei kicker (ruolo che potrebbe diventare fondamentale in una situazione di equilibrio), perché sia David Akers, sia l'argentino Grammatica hanno gamba e freddezza per mettere calci lunghi e risolvere la partita negli ultimi secondi. La differenza potrebbe farla, a favore dei Bucs (attacco n° 21, difesa n° 9), il funambolico Warrick Dunn, che sta vivendo un momento di grazia; e, per gli Eagles (attacco n° 17, difesa n° 11) - oltre al pubblico caldissimo del Veteran Stadium, si intende - gli ottimi special teams, guidati dal fenomenale "do it all" Brian Mitchell.
Vedremo. Nel frattempo, buon divertimento a tutti.

Washington Redskins 20 - Arizona Cardinals 3

I Redskins concludono con una vittoria una stagione sicuramente deludente, in cui pare che il proprietario, l'incontentabile Daniel Snyder, abbia per disperazione più di una volta tentato il suicidio… pardon, l'omicidio! In effetti il poveretto (si fa per dire!) le ha tentate proprio tutte per costruire una squadra da Superbowl ma, per i motivi che abbiamo più volte illustrato, l'impresa non gli è riuscita. E solo a tratti, per esempio contro i Rams, Washington ha mostrato segni di grandezza. Norv Turner ha perso il posto, diversi giocatori stanno per perderlo. Domenica però, grazie all'ormai celebre "effetto materasso" dei Cardinals (3-13!), gli uomini della Capitale alcune soddisfazioni se le sono tolte.
Soprattutto vincere (finalmente…) davanti ai propri tifosi e raggiungere il pareggio (8-8) nel bilancio di fine stagione. Anche se per la settima volta in otto anni (insomma: da quando il grande Joe Gibbs ha lasciato) non faranno i playoffs e pur considerando il fatto che fronteggiavano un avversario veramente facile, i Pellerossa hanno comunque dato a Coach Terry Robiskie (che difficilmente ritroveremo l'anno prossimo) la prima vittoria della sua breve carriera di capo allenatore. Per motivi di giustizia umana Brad Johnson ha riavuto il suo posto da titolare e ha ringraziato con un bel td pass per "nonno" Fryar (un grande). Bruce Smith, che si è rivelato l'acquisto più indovinato di Snyder (non solo per le prestazioni difensive, non certo in calo, ma anche per le lezioni di football date ai compagni), ha concluso l'anno con l'ennesimo sack sul qb avversario, ciò che gli ha permesso di stabilire l'ennesimo record: nessuno prima di lui era riuscito a piazzare 10 o più sacks per 13 stagioni consecutive. Lo rivedremo nella Hall of Fame.
Il cavallo da tiro Stephen Davis, ora miliardario, dopo alcune partite sotto tono e tornato oltre le 100 yds, finendo trai migliori rb della lega con 1318 yds: un bel risultato, se consideriamo che -tranne il rookie Samuels- tutti gli uomini di linea si sono infortunati!
Anche il giovane, ma già all star, Champ Bailey ha finalmente ottenuto quello che voleva: giocare in doppio ruolo, in attacco e difesa (come faceva, ai bei tempi, il collega Sanders. Ha segnato con una reverse da 7 yds, ha ricevuto due passaggi per 54 yds e ha messo anche un bell'intercetto, tanto per gustarsi il piatto. Questo giocatore è una certezza e dirigenti e allenatori dovranno costruire attorno a lui, sfruttandone al meglio le (molte) abilità.
Per Arizona invece, non saprei da dove cominciare e, soprattutto, non saprei dove trovare il punto di forza, le qualità da mettere in risalto, pure in una stagione buia (nonostante il sole del deserto) e forse disastrosa.
Una volta avrei sparato sicuro: Jake Plummer, in fondo, è sempre stato uno dei miei favoriti per il carattere, l'istinto per la vittoria e le movenze alla Joe Montana: ma dopo quattro anni, causa la pochezza della linea d'attacco, è già stato massacrato dalle difese avversarie, accumulando una brutta serie di infortuni che ne hanno spesso condizionato il rendimento.
Uniche luci della stagione sono la costanza dell'all pro Aeneas William, le mani e il fisico del giovane receiver David Boston e le prestazioni convincenti del running back Michael Pittman.
Si tratta, insomma, di ricostruire.
Auguri a tutti!
Tennessee Titans 31 - Dallas Cowboys 0 
Epitaffio: "Qui caddero i valorosi, annientati dalla migliore difesa dell'NFL". I Cowboys (5-11) finiscono le munizioni, ma, per fortuna finisce anche la stagione. Una fine veramente ingloriosa quella dei Texani, epitaffio a parte opposti ad una squadra fortissima, la più probabile candidata alla vittoria nel prossimo Superbowl. Il cappotto ci sta tutto, anche considerando il fatto che in diciassette incontri disputati all'Adelphia Coliseum i Titans hanno perso una sola volta e Dallas quest'anno è stata veramente decimata dagli infortuni: tra tutti, le commozioni cerebrali di Troy Aikman, che ne minacciano la carriera, comunque in parabola fortemente discendente. Tennessee ottiene quello che vuole, cioè il vantaggio campo nei playoffs e Dallas fa quello che può, guadagnando la miseria di 95 yds contro una difesa veramente soffocante.
Alcune soddisfazioni comunque i Cowboys se le sono tolte (mi riferisco alle vittorie contro i Redskins). Anche per loro, auguri per il 2001.

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