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NATIONAL FOOTBALL CONFERENCE
EAST DIVISION
by Carlo Mantovani

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  New York Giants 30 - Pittsburgh Steelers 10

"Vi garantisco che i Giants faranno i playoffs" disse alla stampa coach Jim Fassel un mese fa, quando una serie di pesanti sconfitte aveva minato la credibilità sua e della squadra. Una promessa piuttosto azzardata, visto il difficilissimo calendario che ancora attendeva New York.
Ma ce l'hanno fatta.
Con una partita quasi perfetta contro i pericolosissimi Steelers, costretti pure loro (non dalle promesse, ma dalla classifica!) alla vittoria.
Davanti al pubblico di casa, sotto lo sguardo severo degli incontentabili giornalisti della Grande Mela, abituati più di tutti a celebrare i vincitori e a distruggere gli sconfitti.
Pittsburgh si presentava con un record inferiore, ma con buone credenziali, legate soprattutto all'ottimo rapporto tra palle perse e palle recuperate (+11, uno dei migliori nell'NFL), frutto dell'aggressività difensiva da sempre predicata dal durissimo Bill Cowher. E con un attacco capace di esplodere da un momento all'altro, grazie al talento riconosciuto dell' "Autobus" Jerome Bettis e del suo "conducente", l'imprevedibile qb Kordell Stewart.
Ebbene: chiamate l'ambulanza, perchè da quelle parti deve essersi verificato un sinistro: autobus e relativo conducente (provenienti dalla Pennsilvanya) si sono schiantati contro un "Gigantesco" muro blu, elevato dalle sapienti mani di un certo Jon Fox, capace di fornire a coach Fassel un reparto difensivo eccellente (il primo nella NFC per punti concessi!) che ha letteralmente strangolato l'attacco avversario.
 La seconda miglior difesa dell'NFL sulle corse ha bloccato Bettis a sole 39 yds in 17 portate, lasciando a "Slash" la soddisfazione di segnare l'unica meta degli Steelers, un passaggio da 5 yds per Bobby Shaw a 1:04 (!) dal termine. In attacco New York ha pigiato subito sull'acceleratore: con due fg di Brad DaLuiso (propiziato da un travolgente ritorno da 47 yds di Omar Stoutmire sul kickoff di apertura) e la solita meta su corsa (3 yds) di Mr Fulmine Tiki Barber ha staccato subito gli avversari, accumulando un vantaggio iniziale di 13 punti. Nel secondo tempo, i Giants prendono il largo e debbono ringraziare il vilipeso Kerry Collins, autore di una prova magistrale (323 yds e due td pass, uno da 9yds per il grande Ike Illiard, al rientro dopo un brutto infortunio; l'altro da 2 yds per Amani Toomer). Insomma: terza stagione senza playoffs per gli uomini di Bill Cowher (7-7), che nei primi sei anni da coach non li aveva mai mancati una volta; grande festa (anzi "Gigante") in casa Giants, 3-0 dalla fatidica promessa. Chissà che non valga la pena, adesso, di farne una nuova?
  Cleveland Brown 24 - Philadelphia Eagles 35
Anche gli Eagles salgono sull'esclusivo treno dei Playoffs, con una prevedibile vittoria contro i Cleveland Browns (3-12), uno dei "materassi" su cui riposa, la Domenica pomeriggio, il campionato NFL.
La "corsa" viene offerta, naturalmente, dallo stupefacente Donovan Mc Nabb.
Il giovane qb ha avuto un'altra giornata di memorabile: con 390 yds e 4 td pass (il massimo in carriera), ha travolto i malcapitati dell'Ohio, zittito chi lo stimava solo come "scrambler" e, ciò che più importa, ha condotto le sue Aquile ad un risultato che a Philadelphia mancava dal '96.
Difficile trovare, anche in mezzo ad una difesa così attenta e ricca di talento (con i due sack-masters Hough Douglas e Corey Simon su tutti), un protagonista più significativo della stagione vincente degli Eagles: secondo le statistiche (e la matematica, per una volta, non è un'opinione) Mc Nabb ha firmato il 74%(!) della produzione dell'attacco biancoverde, essendo non solo (è ovvio) il miglior passatore, ma anche il miglior corridore della squadra! 
Quattro suoi td pass ugualmente distribuiti tra i suoi ricevitori prediletti (Charles Johnson e Torrente Small), i lanci per l'affidabile te Chad Lewis (100 yds) sono solo l'ultimo capitolo di una storia di successo, iniziata da Coach Andy Reid appena un anno fa.
L'allenatore capo, che nella posizione non ha grande esperienza, ha compiuto un gran lavoro, circondandosi di un gruppo di validissimi assistenti: su tutti il veterano Rod Dowhower, offensive coordinator, se non altro per aver saputo mantenere in vita un attacco privato del suo giocatore più titolato, il probowler Duce Staley, talento all-around che sembrava insostituibile.
E mentre i Browns si leccano le (numerose) ferite, i tifosi di Philadelphia (10-4) si preparano a manifestare, come mai, il loro "amore fraterno" per la squadra e Donovan "Do it all" Mc Nabb si informa su un biglietto-comitiva, destinazione Tampa Bay.

  Dallas Cowboys 32 - Washington Redskins 13

Mentre il vostro inviato sollecitava (scherzosamente) l'arrivo dei pompieri, mi sa che a Dallas dovranno (purtroppo seriamente) chiamare un medico: anzi, sicuramente l'hanno già fatto.
Infatti i Cowboys, che Domenica hanno gustato la soddisfazione di "massacrare" i rivali di sempre, perdono il loro leader, Troy Aikman: è successo nel primo quarto, quando, su un terzo e goal, il qb n°8, rollando verso destra per guadagnare tempo, è stato investito da un fulmine. Il tremendo placcaggio volante del rookie lb Lavar Arrington ha fatto stramazzare il malcapitato che ha battuto la testa sullo scomodissimo turf del Texas Stadium: per il futuro Hall of Famer seconda commozione cerebrale dell'anno (la nona in carriera) e fortissime possibilità di doversi ritirare.
Sembra ormai inevitabile che la carriera di un quarterback NFL finisca così: svenimenti, vertigini, perdite di memoria. La Lega deve assolutamente trovare un rimedio, altrimenti spettacolo e salute personale dei giocatori verranno compromessi.
Ma veniamo alla partita e cerchiamo di capire come è maturata la sonante vittoria dei Cowboys.
Fuori Troy "the boy" (rimpiazzato dal giovane Anthony Wright: 5 soli passaggi tentati per lui!) ci ha pensato il suo migliore amico, l'eterno Emmit Smith (pure lui reduce da un trauma cerebrale!) a mettere in riga i Redskins, sfoderando una prova eccellente (150 yds , il massimo quest'anno), dimostrando ancora una volta che i grandi emergono nei momenti difficili. A proposito di grandezza: il rb n°22 ha raggiunto, Domenica, altri due incredibili "milestones": è l'unico, assieme al mitico Barry Sanders, ad aver conquistato almeno 1000 yds per 10 anni consecutivi e ha superato il muro delle 15.000 yds corse in carriera, impresa sin'ora riuscita soltanto all'asso dei Lions e ad un certo Walter Payton . Ma il rushing game in generale (tre mete: una di Smith e due su reverse dei wr Mc Garity e Tucker!) ha funzionato in modo perfetto, accumulando 242 yds e scardinando la terza miglior difesa NFL.
Un risultato non nuovo per i Cowboys, da quando, era il '93, il padre-padrone Jerry Jones chiamò Hudson Houk per allenare la linea d'attacco: lo straordinario rendimento di Dallas in questo reparto nelle ultime dieci stagioni e la perenne convocazione al Pro Bowl dei suoi componenti dimostra la validità del lavoro svolto dal tecnico, uno dei segreti meglio custoditi dell'intera NFL.
Per quanto riguarda Washington, un vero disastro, una prestazione sconcertante, (secondo tutti gli esperti la peggiore dell'anno) nonostante (o forse a causa?) il cambi di allenatore: di certo non è stato un bell'esordio quello di Terry Robiskie nella posizione di Head Coach al posto del licenziatissimo Norv Turner: la difesa non aveva mai concesso così tanto (più del doppio rispetto alla media, su corsa) e l'attacco non aveva mai prodotto così poco (270 yds totali!).
L'unica meta dei Redskins è uscita dalle mani di un opaco Jeff George, che ha trovato Irving Fyar in end zone su una "post pattern". Ma il qb di Washington è stato intercettato e, soprattutto, saccato ben 5 volte dalla difesa di Dallas: "Francamente non mi aspettavo una difesa così aggressiva: sono rimasto molto sorpreso".
Anche il gioco sulle corse non è stato il massimo e Davis, con sole 57 yds in 16 portate non è stato il solito "cavallo da tiro": forse anche a causa dell'ennesimo grave infortunio in linea, dove anche Keith Sims è finito ko, per la rottura del tendine di achille.
"Eppure -si difende il coach della Capitale, che oramai (7-7) si vede escluso dai playoffs- in settimana gli allenamenti erano andati benissimo, ma per qualche motivo tutto quel lavoro non ha pagato. Forse ci è mancato l'orgoglio"
Orgoglio che di certo non è mancato a Dallas (5-9), come spiega Emmit Smith, che oggi merita la chiusura: "Questa partita dimostra quello che siamo capaci di fare: abbiamo tirato fuori tutta la nostra grinta, abbiamo giocato col cuore: è quello che d'ora in avanti mi aspetto dai miei compagni".

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