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AMERICAN FOOTBALL CONFERENCE
EASTERN DIVISION
by Mauro Rizzotto

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  Buffalo Bills 6 - Miami Dolphins 33

Mamma mia. Vuoi vedere che i Dolphins quest'anno fanno sul serio? Da tifoso la domanda non può non girarmi per la testa, soprattutto dopo questa partita.
Era dal 1996 che Miami non riusciva più a vincere ad Orchard Park, un campo che stava diventando un incubo: per restare alla storia più recente, lo scorso anno la rituale sconfitta sotto le cascate del Niagara era stato il punto di svolta, in negativo, di un anno iniziato alla grande (e poi concluso con la tragicomica sconfitta di Jacksonville).
Quest'anno, invece, non c'è quasi stata partita. All'ormai quasi consueto TD iniziale di Lamar Smith ne sono seguiti altri due (Gadsden e Sheperd), con qualche fg di Olindo a contorno. 7-0 alla fine del primo quarto; 24-0 all'intervallo; 30-0 alla fine del terzo. Un solo sussulto da parte dei padroni di casa, con la corsa di Antonwain Smith e poi ancora il piede di Mare a fissare il finale 33-6.
Su tutti, ovviamente, Jay Fiedler. 13-21 per 214 yds e 3 touchdowns sono dei bei numeri da fantafootball. Ma soprattutto decisiva, ieri come in tutta la stagione, è stata la sua capacità di non fare errori e di scegliere le cose giuste. È impressionante la naturalezza in cui si trova in quest'attacco, che sembra avere bisogno, più che di un playmaker alla Warner o Manning di un quarterback sicuro e che non commetta errori. Stanti così le cose lui e Lamar Smith sono certamente tra i furti più grossi commessi nel corso dell'ultima free agency.
I Bills sono stati schiantati. Hanno certamente pagato molto care le notevoli assenze in difesa, su tutti Sam Cowart, leader NFL nei tackles. Ma non sono quasi mai riusciti ad entrare in partita ed ora, con un record di 7-6, le loro speranze di entrare nei playoffs sono letteralmente appese ad un filo.
Ieri il poco che hanno fatto l'hanno ottenuto correndo: 88 yds per Bryson e 39 per Antonwain Smith non sono un grossissimo bilancio ma, guardando alle cifre degli altri, assumono un'altra luce. Eric Moulds ha ricevuto solo 2 palloni, per 31 yds; altrettanti McDaniels, che si è fermato a 27, e Price solo 1, da 11 yds. E né Rob Johnson (per lui un inglorioso 6/18 per 44 yds e 2 int) né Doug Flutie (2/9 per 31 yds e 1 int) sono riusciti ad accendere una luce. La difesa dei Dolphins li ha zittiti quasi completamente, con un'altra partita mostruosa. Ai Bills sono state concesse solo 196 yds, Surtain, Madison e Walzer si sono ripartiti un intercetto a testa, Jason Taylor e Trace Armstrong hanno imperversato, piombando 5 volte sul quarterback avversario (in totale i sacks saranno 6). "Non riesco a ricordare niente di peggio di essere sotto... quanto? 24 o 27 punti all'intervallo? No, non mi ricordo nulla di peggiore. Difesa, attacco... abbiamo fatto schifo" è stato l'amaro sfogo a fine gara di John Holececk, LB.
Bottom line: 10-3. Un record inimmaginabile quest'estate, che proietta Miami in vetta alla AFC, alla pari con Raiders e Titans. Vincendo le prossime tre gare ci sarebbe addirittura il vantaggio del fattore campo per tutti i playoffs. Certo, è difficile, soprattutto la prossima con Tampa, ma anche vincere a Buffalo lo sembrava...
Per i Bills si fa grigia. 7-6 è un record che, nella AFC di oggi, consente di pianificare le vacanze di Capodanno con la famiglia. Sono nelle mani degli errori altrui, e ovviamente nella spiacevole situazione di dover vincere sempre. A partire da domenica prossima contro i Colts: a Indianapolis chi perde è proprio fuori.
Indianapolis Colts 17 - New York Jets 27
Ci si aspettava di capire, da questa partite, quale delle due squadre potesse ancora rincorrere i Dolphins. Ed il responso è arrivato. I Jets sono ancora in piena corsa, anche per vincere la division, ed i Colts, ora, sono con le spalle al muro. Ma andiamo con ordine. I Jets, dicevamo. La loro vittoria sta in due semplici numeri: 295 e 203. 295 sono le yards passate da Vinny Testaverde, ottenute con un discreto 26/41 e distribuite in prevalenza su tre uomini: Wayne Chrebet (8/77), Richie Anderson (5/75) e il rookie Windrell Hayes (4/84) sui quali la secondaria dei Colts non è quasi mai riuscita a prendere le misure. Testaverde ha giocato esattamente la partita che ci si aspettava da lui, con la solita sicurezza e, purtroppo, anche il solito intercetto (adesso è a 18, e guida questa poco invidiabile classifica NFL).
203 sono le yds corse da Curtis Martin (record di franchigia e suo massimo personale in carriera) che, pure in condizioni fisiche non perfette, ha messo a segno anche un TD. L'equilibro che dà agli schemi della squadra fa sì che la sua importanza nell'attacco dei Jets sia enorme ed evidente a tutti, ma ciononostante fermarlo è sempre un problema. E una splendida corsa da 55 yds lo ha fatto passare anche quota 1000 yds nella stagione, diventando uno dei tre soli runners ad aver corso 1000 yds in ognuna delle sue prime stagioni nella NFL. Gli altri sono due tipini come Barry Sanders ed Eric Dickerson... I Colts, semplicemente, non sono esistiti. Qualche raro sprazzo di Peyton Manning (27/51 per 339 yds ma 2 int) come il TD pass da 43 yds per Terrence Wilkins (109 yds totali per lui) o alcuni buoni passaggi per Harrison (8/90) o Pathon (6/73) non potevano essere sufficienti quando James corre 49 yds. O, peggio ancora (ed è questa la vera causa della sconfitta) quando i Colts sono senza difesa.
Un dato, infatti, è evidentissimo ed essenziale per spiegare la partita: i Jets hanno controllato la palla per più di 41 minuti contro i circa 18 di Indianapolis. Per tutta la prima parte della gara, quella in cui è stato scavato il fossato decisivo, i Colts hanno avuto la palla per 3 minuti e mezzo, ed hanno guadagnato 34 yds, contro le 201 dei Jets; la difesa Indy è sembrata assolutamente in balia dei voleri di Curtis Martin e soprattutto di Testaverde, e sono stati in pochi a salvarsi dall'impressione generale di impotenza che veniva naturale assistendo alla gara. Sarà anche stato un episodio, certo la vera consistenza dei Colts è un'altra, ma adesso è forse troppo tardi e pare che, quest'anno, la frittata sia proprio fatta.
Bottom line: i Jets stanno 9-4 e abbastanza bene. Sono in piena corsa, distanziati di una partita dai Dolphins e hanno a loro favore il tiebreaker dato dalle due vittorie negli scontri diretti. Il calendario, semmai, non è semplicissimo, con le trasferte ad Oakland e Baltimore inframmezzate dalla partita casalinga con i Lions. Ma con un Martin così, ci si può provare.
I Colts sono veramente con le spalle al muro. Con un record di A 7-6 rimane solo una rincorsa disperata ad una wild card, ben diversa dalla passeggiata trionfale prospettata ad inizio stagione. E pure il calendario non è facile, con la trasferta a Miami e l'ultima in casa con Minnesota ed il suo attacco stellare. Ma il pensiero immediato va allo "spareggio" di domenica con i Bills: se si perde, le partite con Dolphins e Vikings avranno valore solo per le soddisfazioni personali.

New England Patriots 30 - Kansas City Chiefs 24

Con il Monday Night è arrivata una vittoria che nel New England possono archiviare alla voce "soddisfazioni di fine stagione". D'accordo, non contava nulla, ma è stata un partita in bilico fino alla fine, ed il fatto che i Pats siano riusciti a vincerla è senz'altro motivo di soddisfazione. Semmai si può discutere su cosa sarebbe successo se avessero vinto anche altre partite tirate fino alla fine ma, si sa, con i se non si va da nessuna parte.
E la vittoria è arrivata con la migliore prestazione offensiva dell'anno. Il che accresce ancora di più i rimpianti. O li attenua? Tony Simmons pare essere per la seconda ipotesi: "Sapevamo di essere fuori dai playoffs, ma questa è una gran bella vittoria. Ci dà morale."
"Dopo l'ultima partita (la brutta sconfitta nel Thanksgiving contro i Lions ndr) eravamo veramente di fronte ad un bivio: cosa fare? Potevamo sbaraccare nelle ultime quattro partite o andare fuori e batterci." Naturalmente queste sono parole di Drew Bledsoe, uno che a perdere non ci sta proprio. 
E contro i Chiefs ha giocato da par suo: 33-48 per 282 yds, nessun intercetto e due TD: uno su Troy Brown nel 2° quarto e uno per Wiggins nel 3°. Il tutto completato, oltre dai calci di un sempre preciso Vinatieri, anche da un TD del redivivo Kevin Faulk, schierato in sostituzione dell'indisponibile JR Redmond. In più una buona difesa, che ha concesso quasi nulla sulle corse (30 yds per Richardson) e qualcosa in più sui passaggi (116 yds per Derrick Alexander e 147 più 1 TD per il solito Tony Gonzales, sul quale il linebackers e Milloy hanno avuto il loro bel daffare. Ma alla fine la vittoria è arrivata. Non farà più classifica, ma, come detto, fa morale.
Bottom line: giocando con la convinzione che hanno avuto contro Kansas City i Patriots possono puntare a togliersi qualche altra soddisfazione, prima delle vacanze. La prossima trasferta a Chicago e la successiva partita casalinga contro i Bills sembrano due occasioni propizie. Ma il piacere di fare lo sgambetto ai Dolphins all'ultima giornata sarebbe qualcosa di impagabile...

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