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Buffalo Bills 17 - Tampa Bay Buccaneers 31 |
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Era dura pensare di vincere a Tampa Bay. Una squadra incostante, con dei problemi, ma pur sempre dal potenziale enorme. Una difesa durissima, certo non l'ideale per un attacco non certo esplosivo, come quello dei Bills. E ci mancava pure lo sfogo di Warren Sapp, che ha effettivamente il risultato di caricare a dovere i suoi compagni. E, alla fine, sconfitta è stata. E pure con il danno di ritrovarsi la difesa decimata da infortuni chiave: Sam Cowart, Sam Rogers e Keion Carpenter sono tutti usciti per guai avri, ed adesso vedremo quando rientreranno, anche se per Cowart, "cuore ed anima" della difesa Bills, si parla di un mese. Alla fine la difesa ha concesso 100 yds di corsa ad un runner avversario per la prima volta nella stagione, e Warrick Dunn ha ringraziato, aggiungendoci 2 TD. |
Aggiungendoci il punt che Williams ha ritornato in TD, il quadro è completo. Rob Johnson ha chiuso 24-39 per 262 yds, ma la difesa dei Bucs, che l'ha atterrato sei volte (su uno di questi ha anche dovuto uscire, scosso, per un paio di giochi), non gli ha concesso nessuno dei suoi colpi a sorpresa, tipo il TD della scorsa settimana a Kansas City. Il running game, ancora privo di Morris, non ha prodotto granchè (32 yds per Bryson e 30 per Smith), ed è stato come molte altre volte Moulds l'arma più pericolosa dei Bills. Per lui 8 ricezioni per 102 yds ed un TD. Al momento è il miglior wr NFL, con 84 ricezioni, e alla fine dell'anno sarà free agent... Bottom line: gli infortuni in difesa non ci volevano proprio, in prossimità dello sprint finale. Ed il record divisionale dei Bills complica un po' le cose, perchè sono 2-3. Ma 3 delle restanti 4 partite sono contro avversari della AFC East, quindi nulla è perduto. A partire dalla sfida di domenica pomeriggio ad Orchard Park contro i Dolphins. | |
Indianapolis Colts 14 - Miami Dolphins 17 | ||
Che dire? Che non ci avrei mai scommesso. Senza Jay Fiedler, senza Lamar Smith, con Zach Thomas appena rientrato ed il morale scosso dalla batosta interna contro i Jets, mai avrei dato i miei Dolphins vincenti ad Indianapolis. E men che meno dopo che, a 2 minuti dalla fine, erano sotto 14-10, dopo i soliti 2 passaggi di Manning per Harrison, uno nel 1° e uno nel 4° quarto. Ed invece Damon Huard è stato esemplare: un velocissimo 6 su 7 nell'ultimo drive, con l'ultimo passaggio da 19 yds per Gadsden con ancora 1:10 da giocare. Che non sono stati sufficienti a Manning per portare i Colts ad una distanza sufficiente alla gamba di Vanderjagt a pareggiare. 17-14, e tutti a casa. Huard, si diceva. Chiamato ancora all'opera dal permanere dell'infortunio a Fiedler, ha avuto l'occasione di dimostrare che la partitaccia contro i Jets era un episodio. Ed infatti ha chiuso con un buon 22-33 per 183 e, cosa ancora più importante nell'economia dell'attacco di Miami, senza commettere errori. Johnson e Denson, da parte loro, non hanno fatto sentire troppo l'assenza di Lamar Smith e, pur correndo in due 82 yds, tante quante Smith (spesso) ne fa da solo, hanno garantito varietà agli schemi offensivi di Gailey, e JJJ ha pure segnato un TD dalle 3 yds, sfondando la linea difensiva di Indy. Discorso parallelo per i wr: nessuna grande prestazione numerica, ma pochi errori ed il solito Gadsden, sempre più affidabile, pronto al ricevere il pallone della gara. | Non che Indy abbia fatto una brutta gara: James è andato ancora sopra le 100 yds di corsa (sesta volta quest'anno). Harrison non ha fatto 100 yds, ma ha ricevuto 2 TD. Manning ha lanciato "solo" 209 yds (16 su 34), il suo secondo minor bottino della stagione, ma è stato un intercetto di Brock Marion su di lui che ha messo in mano ai Dolphins il pallone che li ha fatti vincere. La partita, in effetti, l'ha fotografata Mark Thomas, DE Colts: "Abbiamo fatto esattamente tutto quello che dovevamo fare, fino all'ultimo drive", che spiega anche, altrettanto bene, qual è il problema dei Colts di quest'anno: "È qualcosa che per noi è veramente una spina nel fianco. Quando abbiamo gli avversari dietro, non riusciamo a chiudergli la porta in faccia." Bottom line: a 4 gare dalla fine le posizioni sono esattamente invertite rispetto a quanto era onestamente pronosticabile quest'estate: Miami è in testa, ed i Colts devono sudare per una wild card. I Dolphins domenica hanno la gara che probabilmente temono di più: la trasferta a Buffalo. Terra di lacrime e sangue per molti degli anni passati, quest'anno è anche crocevia delle speranze di una stagione. I Colts adesso rischiano sul serio. Nella AFC la lotta per un posto ai playoffs è serratissima e, al momento, con 7-5 non si va da nessuna parte. Quindi, bisogna cominciare a fare sul serio. Il che vuol dire vincere, in sequenza, a New York (Jets), con Buffalo, a Miami e con Minnesota. Se non trovano il killer instinct, sarà dura... | |
New England Patriots 9 - Detroit Lions 34 |
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La prima gita in assoluto nella storia dei Patriots a Detroit per la Festa del Ringraziamento si è risolta in una giornata per la quale non c'è nulla da ringraziare. Una partita anonima, grigia, per cui è difficile trovare un highlight a favore della formazione del New England. Che pure, come ha osservato anche coach Belichick, è rimasta in partita per tutto il primo tempo (6-6 all'intervallo) e forse anche oltre (i Pats guidavano 9-6 dopo metà del terzo quarto): le sue esatte parole sono in effetti state "Abbiamo dato via la partita nel secondo tempo". Fino a quando cioè Charlie Batch non è esploso, con 2 TD lanciati ed uno corso personalmente, suo massimo in carriera. | Per i Patriots, invece, nulla di tutto ciò. Bledsoe ha chiuso 17-32 per 148 yds e 2 intercetti, più 27 yds accumulate su 4 corse. Redmond si è fermato a 30 yds e degli altri runner non ne parliamo. Terry Glenn ha ricevuto 5 palloni per 76 yds, Troy Brown 4/27 e Rutledge 4/25.
Niente di particolarmente esaltante neanche sul versante difensivo, visti i 34 punti segnati dai Lions. Che, diciamolo pure, non sono certo una brutta squadra, anzi. Ma forse i Patriots, a questo punto dell'anno, non hanno più la convinzione necessaria per puntare a vincere dovunque. Bottom line: nel calendario restano due partite non impossibili, con Chiefs e Bears, e due sentiti scontri contro Bills e Dolphins. Qualche stimolo, quindi, ci sarebbe ancora. Basta non sbracare. |
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New York Jets 17 - Chicago Bears 10 | ||
I Jets non potevano perdere questa partita. E, nonostante il temporale che ha imperversato e reso difficile il terreno del Giants Stadium, non l'hanno persa. Non è stata una vittoria di quelle da mozzare il fiato, comunque. Ma è stata voluta e fortemente ottenuta nonostante i problemi che affliggono Curtis Martin e che hanno tolto ai Jets la loro arma migliore (ma Anderson e Parmalee hanno fatto degnamente la loro parte). È stata una partita diversa anche perché stavolta NY è partita in testa, segnando tutti i punti nella prima metà gara e lasciando ai Bears l'onere di tentare la rimonta, non riuscita. Due TD pass di Testaverde (20-34 per 251 yds e 1 int) per il rookie TE Becht e per il FB Anderson li hanno portati 17-0 all'intervallo. E poi è stato compito della difesa portare a casa la partita, grazie anche alla pioggia che ha "aiutato" James Allen nei suoi 3 fumbles. |
Ed Allen ha detto: "La pioggia ha influito, ma sono stati quei ragazzi dall'altra parte a saltare sopra al pallone. Avrei dovuto farlo anch'io".
Ed il qb dei Bears, Shane Matthews, ha aggiunto: "Il loro defensive plan era furbo, vista la pioggia: otto uomini in copertura e tre sulla linea a cercare di sbattere il pallone in terra". Cosa che è riuscita piuttosto bene a Shane Burton, che di passaggi ne ha bloccati tre. Insomma, tutto bene. Partita vinta, secondo posto divisionale in solitudine e speranze di playoffs intatte. Ma adesso si fa dura. Bottom line: il calendario recita, nell'ordine: Indianapolis, Oakland, Detroit e Baltimore. Quattro clienti brutti brutti. E si parte contro i Colts, ultimo scontro divisionale. Si giocherà in casa, contro un avversario forte, che sa di non poter perdere. Insomma, una bella partita. |