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BOZZARINI PROJECT

DAVIDE GIULIANO

Mi permetto di scrivere questo documento perché invitato a farlo da qualcuno che reputo ancora tra i pochi che hanno davvero voglia di riparare questa macchina in difficoltà. Premetto che parlo a titolo puramente personale da ex giocatore, e non sono portavoce ne del mio attuale team ne della organizzazione a cui appartengo attualmente. Esprimerò le mie e solo le mie idee.
Il documento presentato da Valerio Bozzarini è indiscutibilmente valido nei suoi contenuti e nei suoi proponimenti, quello che non riesco a cogliere è se ci sia o meno una coscienza ferma di quali siano le reali intenzioni di chi in effetti la FIAF la tiene su giorno per giorno.
Non parlo solo del Presidente Giovanni Cantù che, per esperienza personale, le sue belle pezze cerca sempre di metterle ad un movimento che ormai non ha più spazio per le pezze, parlo di coloro che la FIAF la fanno davvero scegliendo di rimanere nell’ombra e lasciando ai soliti noti l’onere di risolvere i problemi nati dalle proprie insindacabili decisioni.

A mio parere in Italia al momento attuale esistono due tipologie di football nettamente contraddistinte, da un lato il football ricco, con centinaia di milioni da spendere ogni stagione, con reali interessi personali e dal peso non indifferente, ma ricco anche di esperienza e di maggiore valore tecnico e tattico dovuto anche alle grosse possibilità di investimento. Esiste anche un football meno abbiente, con poche decine di milioni nel budget annuale, e con una crescita tecnico tattica commisurata agli esigui investimenti possibili.
Detto questo, e non ho scoperto l’acqua calda, dico ancora: una FEDERAZIONE per definizione è una associazione di squadre con uno scopo in comune, nel nostro caso è un’associazione che pone la sua esistenza nella volontà dei teams aderenti che esista un ente  atto all’organizzazione dell’attività alla quale le squadre sono preposte, l’attività agonistica.

Questa attività deve essere organizzata all’unico scopo di permettere a tutte le squadre di praticare il football al livello che compete loro, dando a tutti la possibilità di investire in programmi volti all’eccellenza, perché da chè lo sport è sport, l’eccellenza è il fine ultimo di ogni realtà sportiva.

Quindi la FIAF, come qualsiasi altra federazione, dovrebbe avere come compito quello di garantire agli associati pari opportunità sia a livello sportivo che decisionale.
Quello a cui si assiste al giorno d’oggi nel nostro movimento invece è davvero lontano dall’essere definito istituzionalmente regolare. Ci sono dei “potenti” che hanno la liceità di decidere se dove e come fare le trasferte (e non mi soffermo sui terminini con i quali vengono portate avanti queste combines, perché oltreomodo offensivi per un essere minimamente raziocinante), e questo avviene perché c’è chi permette loro di fare il bello e il cattivo tempo. C’è chi ancora non ha capito che, se due o tre squadre possono permettersi dieci stranieri, ce ne sono altre 27-28 che non se ne possono permettere che uno o due al massimo, ma questo poco importa, anzi si da la comodità sempre ai soliti noti di non fare trasferte lunghe in modo da poter investire ancora maggiori risorse su stranieri e allenatori e rimborsi ecc…ecc…

Gli altri? Chi se ne frega… Da Roma in su ci sono abbastanza squadre e si può accontentare tutti(leggasi Italian League), da Roma in giù…ci sono solo tre squadre, ma non possono fare solo quattro partite (replica qualcuno), ok giusto (gli si risponde) che facciano sei partite ma sempre tra di loro, la prima del girone non vince nulla, non partecipa a nessun bowl e gioca contro le prime dell’altro girone (che in quanto prime hanno già disputato un bowl, ma a loro spetta di diritto).

Io sono di Catania, sono fiero di esserlo, faccio parte del mondo del football dal 1991, ho speso una grande fetta della mia vita a pensare, parlare e fare football, la mia squadra e i miei vecchi dirigenti mi hanno dato tanto e non saprò mai come ringraziarli, e sentire che esiste qualcuno che si permette di dar loro dei ladri mi fa davvero montare in bestia. Non conosco dal di dentro le altre realtà del sud ma credo che in ogni team (o quasi) c’è la stessa passione e lo stesso ardore che i puristi del football pensano ci sia solo nel football “elitario”.

Ho letto spesso (sentito di persona ancora più spesso) che il football in sicilia esiste solo per beccare i contributi e fregare i soldi delle tasse degli altri Italiani. Certo questo è quello che appare a tutti se non ci si ferma a pensare un attimo su quali siano le spese reali di un team siciliano desideroso di confrontarsi con i “grandi”, bene vi presento un piccolo specchietto.

Iscrizione campionato

  

*7.000.000

Affiliazione 

  

1.000.000 

Fidejussione 

Non so al nord ma a CT per avere una fidejussione di 25.000.000 bisogna immobilizzarli in banca 

25.000.000 

Tesseramenti (circa 40 atleti x £25.000 ) 

(non contando dirigenti, stranieri e allenatori) 

1.000.000 

Arbitraggio (quattro partite a un milione l’una) 

  

4.000.000 

Trasferte (quattro trasferte con distanza media di 1500 km) 

7.000.000 per trasferta (più o meno) 

28.000.000

Attrezzature sportive (palloni, protezioni varie ecc) 

  

3.000.000 

Due stranieri (tesseramento, stipendio, casa e macchina) 

Stipendio da 1.000.000 a straniero più affitto casa da 800.000 al mese più macchina e spesa per cinque mesi più biglietti aerei per i giocatori da e per il loro paese. 

23.000.000 

Visibilità sui giornali locali 

  

3.000.000 

Divise da gara 

  

5.000.000 

Spese di pubblicità 

Tipografia, distribuzione ecc…

2.000.000 

Totale

  

102.000.000 

*Scusate se mi esprimo in lire ma quella era la valuta in corso a quei tempi. 

Queste sono le spese medie che il mio team ha affrontato nei tre anni in cui ha preso parte alla massima serie Italiana di football americano. Centodue milioni di Lire con circa 170 milioni di contributi incassati. Bene…allora i sig.ri Pappalardo, Di Giunta, Costarella, Reale, Santagati (ex dirigenti Elephants) si sono pappati circa 70.000.000 l’anno? No…e qui si comincia a chiudere alcune boccacce.
Golden League 1997 fatta senza contributi visto che i soldi dei contributi arrivano l’anno seguente all’anno in cui si è svolta l’attività, risultato debiti poi sanati con l’arrivo dei famigerati contributi e Etna Bowl, torneo internazionale di football con quattro squadre, tre delle quali ospitate dai catania elephants e servite e riverite in tutto e per tutto, credo non ci sia bisogno  di dire a tutti quanto costa mantenere per una settimana circa 200 persone tra atleti, dirigenti e arbitri nella soleggiata Catania di Luglio.
Golden League 1998, Finalmente ci sono i contributi, allora che si fa? Le alte sfere dicono che se Catania(che ha la colpa di essersi iscritta in ritardo) vuole giocare in Golden League deve pagare le trasferte a tutti i teams che vanno a giocare a Catania, risultato? Lions, Giants, Dolphins, Frogs e compagnia cantante volano a Catania mentre Catania fa trasferte da paura lunghe non meno di due giorni col rischio che non tutti abbiano la possibiità di partire (causa lavoro) e di perdere quindi le partite non avendo il numero minimo di giocatori (vd Lions Elephants ultima giornata, noi come degli idioti siamo andati lo stesso, contro i Lions a giocare in 23)
Ma siccome arrivano i contributi e noi su quelli ci campiamo, cosa fa la dirigenza elephants? Organizza il Super Bowl 1998 Frogs Lions (spese Fiaf= nessuna, Spese Lions=nessuna, Spese Frogs=nessuna, spese degli approfittatori di contributi=fatevi i dovuti conti). Chiarisco solo una cosa, i signori campioni e vicecampioni hanno viaggiato in aereo, soggiornato in uno dei migliori alberghi di Catania (non era l’hilton ma costava uguale), mangiato bene tutto a spese dei signori Elephants Catania. Un bel Super Bowl da circa 5-6.000 spettatori, unico smacco, e me ne spiace ancora, l’intrusione in uno degli spogliatoi di qualche malandrino che si è fatto qualche cellulare e qualche orologio, ma questo era fuori dai nostri piani.
1999 Ultima Golden League Elephants, con cinque stranieri ma con trasferte ancora una volta onerosissime, dato anche il fatto che il Super Bowl dell’anno prima ci ha lasciato un monte di debiti ( i famosi contributi devono ancora arrivare al giorno d’oggi).
Fatto questo lungo excursus, e potrei continuare ancora (ma non voglio tediarvi), i motivi per i quali ci si trova in un ambiente così delicato sembrano a me lampanti.
Finchè ci saranno squadre che si rifiuteranno di giocare al sud, comprese quelle che al sud ci sono andate anche due volte “gratis et amore dei”, finchè ci saranno vertici federali che avalleranno queste decisioni, finchè il siciliano sarà ladro per definizione, finche il diritto del Calabrese di giocare a football sarà meno importante del Lombardo, finchè verranno violati tutti e dico tutti i diritti vigenti nei codici sportivi di eguaglianza di rispetto e di lealtà, finchè saranno i capricci di uno a decidere per mille,  fino a quel momento, caro Valerio, programmazione e impostazione di un modello organizzato saranno un’utopia.

Ci è stato detto di non sputare sul piatto in cui abbiamo mangiato per anni, mi chiedo perché non dovremmo farlo quando le squadre e la federazione che, con noi, hanno goduto in un modo o nell’altro dei nostri contributi, ci sputano in faccia giorno per giorno? Ricostruire insieme per cosa? Per dare ancora l’opportunità di sputarci in faccia? No signori, la regione Sicilia ha bloccato da due anni i contrubuti per i football americano, la pacchia è finita per noi e per tutti e non ci possiamo in nessun modo permettere di porgere l’altra guancia. Il football in Italia è per l’elite, noi non siamo l’elite e non ci sarà mai concessa una chance di competere per entrare nell’elite. Il resto è storia nota a tutti. 

Mi è stato chiesto un parere sull’attuale situazione FIAF e, pur non facendone parte, ho accettato esprimendo chiaramente e senza remore quali siano i miei punti di vista, ma una critica, mi si insegna, deve essere costruttiva. Quindi il mio parere, per quanto può valere, è che ancor prima di dedicarci a organizzare un modello alla Bozzarini, molto valido sotto ogni punto di vista, è il caso vedere se esiste davvero la volontà che questo avvenga e di rivedere quali sono le fondamenta su cui si vuole ricostruire. Se mai un giorno gli americani ricostruissero le Twin Towers credete che le ricostruirebbero sulle fondamenta di qualle vecchie? Chiaramente no…eppure le Twin Towers stavano su davvero bene, figuriamoci una struttura con non sta in piedi affatto.

Ancora una cosa, minacciare di espulsione chi già se n’è andato di sua spontanea volontà e quantomeno infantile e poco, ma davvero poco, costruttivo.

Davide Giuliano