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MICHELANGELO BELFIORE
PUNTO DI VISTA DEI NON ADDETTI AI LAVORI
Salve, premetto subito che non sono nè un
tecnico nè un giocatore di rilievo della squadra a cui appartengo da quasi 7
anni (Marines).
Ho letto i precedenti interventi e mi sono reso conto che nessuno, o quasi, si
è messo nella posizione del fruitore del prodotto football: lo spettatore!
Quando i miei familiari ( ad esempio) vennero a vedere il mio debutto nel mondo
del paraspalle (prima giocavo a flag), rimasero inorriditi...la violenza, direte
voi, no! mia madre era già stata da me rinpinzata di aneddoti e videocassette
varie e sapeva che gli avrebbero ciancicato il figlio dall'inizio alla fine. La
nota negativa derivò dal fatto che lo spettacolo presentatosi fu il seguente: 2
ore e 30 minuti circa di parolacce, imprecazioni varie e capocciate! Sapete
perchè? perchè una persona che di football non sa nulla e si ci avvicina per
la prima volta, magari solo per curiosità, non nota l'esecuzione dell'hand off
o il movimento della linea, non apprezza minimamente la tecnica di placcaggio ma
si sofferma solo sulle cose più evidenti...queste cose sono prima i giocatori e
poi le infrastrutture!
Facciamoci un esame di coscienza: quanti sono i giocatori in Italia che possono
essere definiti ATLETI? ci sono, è vero, ma io ne ho visti pochi...
Come fa un presidente di una squadra ad attirare del pubblico neofita, quando da
offrire ha: un campetto di periferia e una squadra mal vestita e costituita per
lo più di scarti di altri sport...di gente che palesemente sta lì solo per
divertirsi con gli amici...?
Allora io dico che, sì serve un progetto di ricostruzione, ma prima bisogna
procurarseli dei mattoni per la ricostruzione! come ha detto Marco Bozzarini,
c'è gente che non sa nemmeno correre, come pretendiamo che questi ragazzi siano
interessanti da vedere quando gli si chiede di fare cose ben più difficili? il
nostro Football medio è: lento, mal vestito, e sorretto solo dalla passione,
mentre lo spettatore inesperto è attirato dai colori dalla velocità e dal
livello di serietà del fenomeno...
Quanti di voi conoscono giocatori che si allenano alla buona perchè tanto, con
la penuria di rimpiazzi, il coach non li può mettere in panchina per punirli?
Quanti di voi vedono giocatori esperti che buttano via il talento che hanno
perchè atleticamente parlando sono scadenti e reggono uno o due quarti al
massimo? Quanti di voi sono rimasti in panchina a guardare l'amico veterano che
non si allenava da tre mesi per un motivo o per l'altro? Secondo me la verità
è che, tranne in alcune rare eccezioni, il clima di agonismo interno alle
squadre si sia perso, ogni titolare è consapevole che il suo posto in campo è
sicuro matematicamente e questo lo porta spesso a congelare il suo livello
tecnico e atletico, a meno che non abbia una reale coscienza sportiva che lo
spinga a progredire anche se non sarebbe necessario!
Il grande passo che Tutti i coaches dovrebbero fare è rieducare i propri
ragazzi, portarli a concepire il football come una disciplina seria e
scientifica, dovrebbero far nascere IL BISOGNO di allenarsi 3 o 4 volte a
settimana! ecco secondo me manca la fame di conoscere il football sul serio...forse
perchè fare le cose in modo superficiale costa meno sacrifici ed è più
facile...ma allora la domanda è: si vuole diventare un prodotto godibile da
tutti o rimanere una passione di pochi?
detto questo, spero che nessuno prenda queste parole come mia presunzione di
indicare la strada che porti alla salvezza, è solo una questione inerente al
football che mi è nata dentro dopo qualche anno di attività, lungi da me
criticare l'operato di chi, in questi anni, mi ha permesso di giocare e di
divertirmi a costo di grossi sacrifici personali...il mio è un appello per
tutti coloro che scendono in campo la domenica col paraspalle e il casco:
qualcuno vi guarda, non deludetelo...anche perchè, come dice il mio amico Fabio
Tortosa: quando un giocatore vero non ha dato tutto in campo, la sera quando si
infila sotto le coperte deve fare i conti con la coscienza!
Michelangelo Belfiore