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by Mauro Rizzotto

 

BALTIMORA 20 - MIAMI 3

Il primo passo verso la difesa dell'anello è fatto. I Baltimore Ravens campioni in carica passeggiano sopra un gruppo di persone con le uniformi dei Miami Dolphins e si presentano al check in per Pittsburgh, per andare a sfidare gli Steelers sapendo di potercela anche fare. Perché quella vista ieri a Miami è una squadra che ha ricordato molto lo spirito dei campioni.
Forse consapevoli di essere all'ultima sfida, visto che la prossima free agency probabilmente colpirà durissimo sui Ravens, i campioni NFL in carica hanno iniziato il loro cammino nei playoffs nel modo migliore, macinando senza complimenti gli avversari. E in questo non è c'entrata tanto la difesa, tradizionale arma in più di Baltimore, visto che i Dolphins si sono rivelati assolutamente privi di qualsivoglia attacco. I Ravens hanno stravinto grazie al loro attacco, che in almeno un paio di occasioni ha quasi spadroneggiato: per due volte, infatti, nel secondo e nel terzo quarto, l'attacco dei Ravens si è fatto tutto il campo, andando a segnare due touchdowns pesantissimi.
La prima volta, nel secondo quarto, in poco meno di 9 minuti Baltimore ha mangiato 90 yards, quasi tutte sulla terra, fino al TD finale di Terry Allen (per lui 109 yards su 25 portate con 1 TD). E nel terzo periodo le yards guadagnate sono state addirittura 99, ed in poco meno di 6 minuti, dopo che una bella azione dello special team di Miami (una delle poche note non negative della partita per i ragazzi di Wannstedt) aveva costretto i Ravens a ripartire dalla propria linea di 1 yard. Questa volta a chiudere il drive è stato un passaggio su Travis Taylor, e lo stesso Travis Taylor aveva a metà drive ricevuto un passaggio da 40 yards che è stato un po' il punto di svolta della partita: da un 3° e 1 profondi nel loro territorio i Ravens si sono improvvisamente trovati nel campo dei Dolphins, praticamente con la gara in mano. E dopo, nel quarto quarto la gara non ha più avuto storia, con un solo sussulto: un passaggio chirurgico di Fiedler per McKnight libero di andare in end zone. Sarebbe stato il 17-10, e forse Miami avrebbe ripreso fiducia. Ma McKnight ha combinato un pasticcio clamoroso, ricevendo il pallone con la spalla, deviandolo direttamente nelle mani di Duane Starks per l'intercetto che ha chiuso ogni discorso.
Ravens ritrovati, quindi. A guardare le cifre si direbbe proprio di sì: 347 yards totali, di cui 226 conquistate correndo; un controllo di palla avuto per quasi 40 minuti (quasi tre quarti di gara!); 189 yards in 2 soli driver; 3 sacks; 2 fumbles ricoperti; 1 intercetto. E pensare che tutto era iniziato male...
Sulla prima azione della gara, il kickoff return, infatti, Twan Russell e Tommy Hendricks avevano provocato e ricoperto un fumble su Jermaine Lewis. Un 3°/out in attacco non aveva impedito a Miami di mettere il field goal e passare in vantaggio. Sembrava un inizio promettente, ed è stato l'inizio della fine.
Miami non è più riuscita a fare nulla. Non è riuscita a correre: 16 yards da Fiedler, 14 da Minor, 10 da Ray Lucas e ben 6 (sei) da Lamar Smith fanno in totale 46 yards; che correre contro la difesa di Baltimore fosse difficile si sapeva, ma ieri Ray Lewis ha passato un pomeriggio di quasi riposo, visto che quasi mai i runner dei Dolphins sono riusciti a passare la linea di scrimmage. Casomai è difficile da capire come mai raramente il coaching staff dei Dolphins ha chiamato giochi in aria, anche quando era evidente a tutti che per vie di terra non si passava. Fiedler non è stato pessimo, completando 15 passaggi su 28, per 122 yards, ma forse l'assenza forzata di Chris Chambers e le condizioni precarie di Gadsden hanno influito sulle scelte in attacco, semplificando la vita a Baltimore. E di molto.
Miami, d'altro canto, non è nemmeno riuscita a fermare le corse di Baltimore, anzi, questo è il settore in cui più è collassata. Terry Allen è certo un buon giocatore, ma ha 33 anni e due ginocchia completamente ricostruite, ed ieri sera ha fatto la figura di un Marshall Faulk: unstoppable. La difesa dei Dolphins si è ridotta ad un solo uomo, ed è facile immaginare chi sia. Ancora in non perfette condizioni per l'infortunio alla spalla, che gli rendevano difficile gran parte dei placcaggi, Zach Thomas ieri sera ha messo insieme 22 tackles, per la gran parte venuti alla fine di corse di una certa entità. Ma non è servito a nulla, perché la difesa di Miami quasi mai ha dato l'impressione di poter contrastare i campioni in carica.
Insomma, un disastro totale. Per la quinta volta di fila i Dolphins accedevano ai playoffs, unica squadra della NFL ad esserci sempre riuscita in questi ultimi cinque anni. E ne escono con la quinta sberla consecutiva: Patriots, Broncos, Jaguars, Raiders e Ravens hanno tutte infierito sui Dolphins per un deprimente score totale di 164-16. E l'amaro della sconfitta cancella anche la constatazione che, comunque, con una stagione piena di infortuni come quella che è stata (3/5 della linea offensiva e il DT Daryl Gardener i più gravi) aver vinto 11 partite ed essere arrivati ai playoffs è già un buon risultato.

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