Brescia / Piacenza, 20 ottobre 2000
da Virgilio Baresi e Angelo Giannuzzi, tesserati
F.I.A.F., al servizio gratuito della Federazione, rispettivamente:
Baresi - come Consigliere federale dall'ottobre 1994 all'ottobre 1996 e,
di nuovo, dal gennaio 1997 fino alle dimissioni del dicembre 1997. Rieletto
Consigliere federale nel giugno 1998 e sino al 17 dicembre 1999 (primo
commissariamento), incaricato della tenuta della contabilità dal giugno 2000
(secondo commissariamento) alla data odierna:
Giannuzzi - come Consigliere federale dall'ottobre 1994 all'ottobre 1996
e Vicepresidente dalla rielezione fino alle dimissioni del giugno 1997,
segretario federale dal 16 gennaio 1999 al 17 dicembre 1999 (primo
commissariamento), Responsabile attività sportiva dal giugno 2000 (secondo
commissariamento) alla data odierna.
Pubblichiamo questo intervento - venendo meno alla nostra abituale discrezione - non tanto e non solo per controbattere alle insinuazioni e maldicenze del signor Rizzello ma per apportare qualche doverosa precisazione sui più significativi "fatti" che il suddetto Rizzello ritiene di (diciamo) riferire con un tempismo (e ai più attenti non sarà sfuggito) perfettamente strumentale alla situazione nella quale versa attualmente la Federazione. (ovviamente abbiamo notizie ed opinioni anche sugli altri "fatti", ma non intendiamo contribuire oltre ad alimentare la confusione che fa comodo soltanto a certi "mestatori" che hanno a cuore ben altri interessi che non quelli del Football e della F.I.A.F.)
La maggioranza dei dirigenti delle società
affiliate ci conosce perfettamente; sanno esattamente quali siano stati i nostri
rapporti con il defunto Dottor Zanetti e i compiti da noi svolti con Lui e per
la Federazione durante (e dopo) la Sua presidenza, (quelli che non lo sapessero
possono chiedere e/o verificare i verbali delle riunioni di Consiglio Federale e
delle Assemblee federali sin qui svolte dall'autunno del 1994); quali siano i
nostri rapporti con Cantù (l'ultimo Presidente regolarmente eletto
dall'Assemblea delle società), il nostro impegno passato e presente e il senso
di responsabilità che ci ha spinto a tornare per provare a ricostruire -
cercando di porre rimedio anche ai nostri stessi errori - dopo che entrambi,
insieme a Elena Zaccarelli, e pochi mesi dopo la rielezione del 1996, in
disaccordo con la gestione, purtroppo, ancora perseguita dal Presidente Zanetti,
ci eravamo dimessi.
(Tra l'altro alle elezioni, per chi non lo ricorda, Baresi era stato
"trombato" - e poi cooptato come primo dei non eletti all'inizio del
1997 in sostituzione di altro Consigliere risultato incompatibile con la carica
- mentre Giannuzzi era stato eletto per il "rotto della cuffia" pur se
la lista presentata era unica ed entrambi erano Consiglieri uscenti del primo
periodo di presidenza Zanetti, più volte pubblicamente lodati ed apprezzati per
il proprio apporto. C'entravano forse qualcosa le critiche coerentemente
espresse nel biennio precedente o le richieste di modifica della linea politica
e gestionale inoltrate, insieme alla Zaccarelli, al Dott. Zanetti come
condizione per l'inserimento nell'unica lista elettorale e per un rinnovo
dell'impegno per la successiva "legislatura"?)
Il signor Rizzello sostiene, in un paio di
passaggi (Premessa + Cap. 3: "Per concludere") di aver intentato causa
"alla FIAF della gestione Cantù" ma l'affermazione è
fortemente strumentale e rientra a nostro parere in un ennesimo evidente, e
malcelato, tentativo di discredito del Presidente che, insieme al Consiglio
Federale eletto nell'estate 1998 e al Segretario Federale da questi nominato, ha
contribuito - anche rinunciando alle sue prestazioni (diciamo) professionali - a
rimettere la Federazione in grado di affrontare il proprio futuro - con una
politica di risparmi, sacrifici e apporto di lavoro volontario ("lacrime e
sangue", come predicò Churchill nel secondo dopoguerra, che ovviamente non
piacciono, tantomeno alle società nuove, ma sono oggi inevitabili) - riuscendo
anche a curarsi del passato, ad esempio predisponendo i piani di restituzione
rateale dei debiti F.I.A.F. con gli Istituti bancari presso i quali il defunto
Zanetti aveva prestato garanzie personali. (difficile definire tutto ciò nostre
opinioni personali, due Commissari CONI ne hanno accertato e testimoniato la
fattibilità, purché si mantenga la politica attuata in tal senso negli ultimi
due anni).
Screditando il periodo di "gestione Cantù" - durante il quale senza
dubbio, com'è umano e d'altra parte come "negli anni di gestione
Zanetti, sono stati fatti degli errori", e gettando fango su chi scrive
- che ha contribuito fin dalla presidenza Zanetti a risparmiare costi notevoli
per la F.I.A.F. collaborando con professionalità in campo amministrativo,
legale e tributario oltreché organizzativo - il Rizzello vuole presentarsi
ancora come un interlocutore degno, credibile, affidabile e disinteressato
facendo breccia tra i "veri e disinteressati dirigenti, atleti e arbitri
che ecc…".
Non siamo di fronte a un "povero pazzo che si diverte ad inventare
panzane" ma al livore frustrato (ma espresso, dice lui, "in
modo impersonale ma… esauriente" di un autoproclamatosi
professionista, senza professionalità (e non è neppure l'unico che ha orbitato
in FIAF) che professa: dopo di me il diluvio!
Premesso quindi che sia la F.I.A.F., sia i sottoscritti, sia gli eredi del defunto Dott. Zanetti, Cantù e tutti i componenti i Consigli federali in carica nei quattro anni di "collaborazione" del Rizzello, stanno contrastando (a proprie spese, salvo la FIAF, che gli deve anche questo "favore") in Tribunale le sue pretese, proviamo a rileggere l'intera storia attraverso i documenti: Verbali del Consiglio Federale, delle Assemblee, atti e documenti d'ufficio e, se serviranno, testimonianze.
Il Consiglio Federale della Federazione Italiana
American Football, eletto dall'Assemblea straordinaria dell'ottobre 1994 - in
corso di mandato olimpico -, aveva approvato e deliberato a partire dal mese di
novembre un Contratto di Collaborazione Coordinata e continuativa della durata
di anni due, e precisamente fino al 31 ottobre 1996, con il Rizzello e l'allora
Presidente Dott. Lucio Zanetti venne autorizzato a sottoscriverlo unicamente
in tal senso.
La "collaborazione coordinata e continuativa" è un cosiddetto
<contratto atipico> che esclude ogni rapporto di dipendenza e anche di
imprenditorialità o professionismo da parte del prestatore.
Il Rizzello risultò però possessore di Partita IVA e pertanto il testo
dell'atto venne adattato e il collaboratore (che a quel punto sarebbe stato
meglio identificare come libero professionista - e così lo definisce lui stesso
in "quelli di prima"), emetteva fattura per i suoi compensi per un
lordo di 66 (sessantasei) milioni annui PIU' RIMBORSI TELEFONICI E SPESE
DI VIAGGIO PIU' I.V.A. (l'IVA non va tolta come strumentalmente
suggerisce il Rizzello e, inoltre, per la Federazione essa rappresentò quasi
completamente un costo puro - non essendo deducibile dall'IVA sulle entrate se
non in mera percentuale).
I compensi previsti dall'incarico vennero mantenuti anche per i mesi di novembre
e dicembre 1996 in attesa di un eventuale rinnovo che Zanetti non volle
automatizzare in attesa dell'insediamento del nuovo Consiglio Federale con le
elezioni dell'autunno 1996. Il C.F., una volta ricomposto, deliberò un nuovo
identico contratto/incarico fino al 31/12/1997 che prevedeva le medesime
condizioni e lo stesso costo per la F.I.A.F. nell'anno 1997 ma comportava un
rinnovo automatico (salvo disdetta) per un secondo anno - e cioè fino al 31
dicembre 1998 - con un aumento del compenso lordo a lire 72 (settantadue)
milioni annui.
L'incarico di Rizzello scadeva regolarmente al 31
dicembre 1998 e il Consiglio Federale eletto nel giugno 1998 dopo "quattro
anni di duro ma quasi infruttuoso lavoro" (vedi Lettera "Milano,
Ottobre 1998"), nella pessima situazione finanziaria del momento e nella
prospettiva di dover restituire soldi alle banche per i successivi cinque/dieci
anni, (per non parlare del CONI), ritenne di non rinnovarglielo salvo proporgli,
con una lettera del novembre del Presidente Cantù - che il Rizzello ovviamente
si è guardato dal citare e alla quale ha risposto unicamente con il
comportamento che si vedrà - di mantenere alcuni incarichi federali in
riconoscimento delle proprie (diciamo) capacità (Rappresentanza FIAF negli
organismi internazionali e compiti di Designatore arbitrale).
Data la scarsità di fondi che si protraeva da diversi mesi non fu possibile
saldare subito e completamente il Rizzello al momento dell'interruzione del suo
incarico (anche se il Rizzello che, nonostante non percepisse compensi dal
maggio 1998 - e non per questo ritenne, allora, di dimettersi o instaurare un
contenzioso legale in merito - ha personalmente "provveduto" in parte,
sottraendo un assegno COMIT dalla cassaforte dell'Ufficio - già firmato da
altra persona e conservato per le eventuali emergenze - ed elargendosi un
"acconto" sugli arretrati di 12 (dodici) milioni (pari a due
dodicesimi dei 72 milioni previsti in contratto), sapendo perfettamente che quei
soldi, insieme ad altri 2 (due) milioni, per un totale di 14 (quattordici) erano
destinati, con scadenza 31 dicembre, ai tesserati arbitri - anche associati
all'AIAFA - come acconto sui rimborsi per attività arbitrale arretrata. Non
è che ci fossero in banca 14 milioni, c'era la possibilità, per quella cifra,
di utilizzare, entro il limite di 50 milioni, il fido garantito dalla firma di
Zanetti!!!!! Mors tua, (meglio "vostra" - amici dell'AIAFA e povero
Zanetti) vita mea!!
Senonché il Rizzello, che aveva dichiarato il
rispetto di "qualunque decisione del C.F. in merito alla mia posizione in
seno alla F.I.A.F." (in "Esempio n. 1), non si limitava a
citare FIAF in qualità di creditore per ottenere il pagamento dei compensi
fatturati in forza del suddetto contratto/incarico di collaborazione coordinata
e continuativa (da Cantù soltanto "ereditato") e rimasti da pagargli
- circa 36 (trentasei) milioni - di cui circa 6 (sei) oggi già ottenuti grazie
a un pignoramento presso l'unico conto corrente attivo utilizzato nel 1999
presso la B.N.L.,
- ma ricorreva presso il Tribunale del Lavoro perché gli venisse
riconosciuto un rapporto di lavoro dipendente a partire dall'ottobre 1994 (quindi
non dal giugno 1998 - elezione di Cantù) al dicembre 1998, con la qualifica
di Dirigente nell'ambito del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, perché
venisse revocato il suo "licenziamento" e fosse reintegrato in
servizio con la stessa carica e mansioni (e retribuzioni relative) e perché gli
venisse riconosciuto il T.F.R (trattamento di fine rapporto). (per la
precisione, Cantù è stato citato unicamente in qualità di Presidente e legale
rappresentante - e non aveva neppure mai visto il contratto - e infatti Rizzello
lo allegò alla lettera al CF "Esempio n. 1").
Non solo, ma Rizzello allargava la chiamata in
causa anche all'I.N.P.S. e all'INPDAI (Istituto di previdenza per i dirigenti di
aziende industriali).
Tra l'altro, la sola circostanza dell'inserimento dell'INPS e dell'INPDAI,
ovviamente in caso di sconfitta della F.I.A.F. nella causa di lavoro, potrebbe
rappresentare per la Federazione - e quindi per tutte le società affiliate
presenti e future (anche per quelle eventualmente composte soltanto da "veri
e disinteressati dirigenti, atleti e arbitri che ecc…" probabilmente
della stessa genìa di Rizzello) - un debito per contributi, sanzioni e
interessi, pari, se non superiore ai circa 580 milioni pretesi dal CONI e di cui
riparleremo pià avanti.
Per riscuotere circa un ventesimo, e con l'eventuale "liquidazione",
poco più di un decimo del costo finale effettivo per la Federazione il Rizzello
ha definitivamente messo in moto le "condizioni necessarie e sufficienti
per il definitivo fallimento (anche economico n.d.r.) della NOSTRA
Federazione" (sempre citando la lettera "Milano, Ottobre
1998"").
MA NON E' FINITA! Il Rizzello, che nel suo "tempestivo e disinteressato" intervento oggi si erge a paladino difensore de "l'integrità e la memoria" del defunto Dottor Zanetti, nel suo ricorso, pertanto in un atto pubblico presso il Tribunale del lavoro di Milano, a sostegno della propria tesi del povero e ingenuo disoccupato in attesa della certezza e tranquillità di un lavoro dipendente, afferma che "… fu proprio il Presidente, il fu Dr. Lucio Zanetti, a spiegare all'odierno ricorrente che il contratto di collaborazione andava accettato come condizione sine qua non per l'inizio dell'attività in seno alla FIAF" (punto 3 dell'atto di citazione), sostanzialmente accusando un professionista affermato, già Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti di Bologna, che aveva fornito garanzie personali per ottenere i fondi con i quali sono stati pagati anche e soprattutto i suoi compensi, defunto da meno di un anno, di averlo ricattato per fargli accettare obtorto collo un incarico da dirigente (a 60 milioni lordi l'anno).
Tra l'altro non risulta che dopo i canonici 6
mesi e un giorno, quindi durante la presidenza Zanetti, il Rizzello intentasse
causa alla F.I.A.F. e al Dottor Zanetti per il supposto sopruso nei suoi
confronti.
IN PIU', oltre ad aver concordato e accettato, alla fine del 1996, il rinnovo
dell'incarico per i due anni (1+1) successivi alla prima scadenza, nei
primissimi giorni del 1998, pretendeva dallo stesso Zanetti, cui restavano
poche settimane di vita (morì il 22 aprile 1998), il rinnovo anticipato
del contratto per almeno altri due anni alle stesse condizioni!. E notare che
mancavano quasi dieci mesi alla naturale scadenza del (rinnovato) contratto
"estortogli" quattro anni prima.
ORA, VORREMMO CAPIRE: siamo noi quei "soggetti,
che hanno solo ed unicamente a cuore il mantenimento della loro posizione, anche
contro ogni evidenza"? (vedere la "premessa" di
Rizzello)?; e siamo sempre noi quelli che "vorrebbero addossare tutte le
eventuali responsabilità a chi, dall'aldilà, non può più rispondere" ?
(vedere, "quelli di prima…")
e siamo noi, che rispondiamo da sei anni all'Assemblea delle società del nostro
operato, a non poter essere giustificati nonostante non fossimo e continuiamo a
non essere "stipendiati dalla FIAF" o non sono forse proprio
gli "stipendiati dalla FIAF" a dover giustificare il proprio
comportamento, l'inettitudine, l'incapacità, l'eventuale "malafede e
l'interesse privato" e i conseguenti (mancati) risultati del proprio "incarico
professionale" rischiando anche di essere "cacciati" ?
(si chiama "rischio imprenditoriale").
Noi non sappiamo dove fosse Cantù "in quegli anni" (vedi P.S.) ma di certo sappiamo che Rizzello con tutto il gotha dell'AIAFA, opportunamente nominato quasi per intero nel C.N.A., collaborava (o era complice) nella "gestione dell'ex Presidente Arnoldi" percependo, per funzioni che potevano benissimo essere svolte dall'impiegata allora assunta (conteggi dei rimborsi arbitrali) o dagli Insegnanti ISEF (le designazioni arbitrali) e per le quali la "cricca" costava mediamente, ad esempio nel 1993, 1.620.000 (unmilioneseicentoventimilalire) al MESE!
Noi, come già detto, abbiamo già entrambi accettato, insieme agli eredi Zanetti e a tutti i Consiglieri federali in carica nei quattro anni di "collaborazione" del Rizzello, l'invito di cui al suo n. 1) (del Capitolo 3 "per concludere"), e stiamo contestandogli - per ora - la falsità delle sue pretese di "dipendente" nella sede opportuna, l'aula di tribunale (ma anche la nostra portinaia sa che non c'è alcuna necessità di presenziare personalmente alle udienze fintantoché non si debba rendere necessariamente testimonianza verbale) - ma saremo volentieri i primi firmatari di ogni eventuale azione di responsabilità da intentarsi nei suoi confronti, qualora l'Assemblea lo ritenesse opportuno, per la sua insostituibile "opera professionale" di Commissioner" a favore della F.I.A.F.
In quanto al n. 2) (capitolo 3), qualcuno informi finalmente il Rizzello che la F.I.A.F. è una Federazione dilettantistica e non ha nulla a che vedere con la sua attuale occupazione di Commissioner "tuttora (!?!) in ambito di gestione sportiva professionistica". (Come? Non è Commissioner? Ma allora anche i suoi nuovi "clienti / datori di lavoro non ne hanno compreso a fondo le vere capacità! Se ne avremo la possibilità produrremo volentieri le opportune referenze, e la nostra esperienza delle sue peculiari capacità, la sua serietà, correttezza ed etica professionale).
Le modifiche e gli emendamenti al Regolamento Organico sono stati segnalati dal CONI fin dall'aprile 1997 (15.04.97 prot. 751 della Divisione Statuti e Normative F.S.N.) e nel giugno 1997 (Consiglio Federale del 22 giugno) l'incarico di apportare le modifiche, "incluso ciò che riguarda il settore arbitrale" e che "il competente ufficio CONI… a tutt'oggi… continua a chiedere alla FIAF" (vedere "il caso AIAFA"), e "nessuno si è preoccupato di organizzare la revisione ormai urgentissima" (vedere lettera la lettera "Milano, Ottobre 1998" appunto dell'ottobre 1998) , viene affidato al Consigliere Zerbi e al Commissioner Rizzello!!
"tanto per completezza di informazione delle… società"
Vale la pena di dire e dimostrare, altro sulla dignità, credibilità o anche solo sulla professionalità del soggetto? Se pensate che sia così proseguite la lettura:
DUE O TRE COSE SU BILANCI FIAF E DEBITO C.O.N.I.
Baresi e Giannuzzi, anche dopo le proprie
dimissioni, hanno contribuito - facendo risparmiare dei soldoni alla Federazione
- alla tenuta della contabilità e alla redazione dei bilanci di previsione e
consuntivi, fino al consuntivo dell'esercizio 1997. (a proposito, il CONI non ha
mai vidimato alcun bilancio FIAF, ha solo acquisito la documentazione
relativa).
All'assemblea ordinaria del 5 aprile 1998 Giannuzzi, dimissionario dal luglio
del 1997 ma nel rispetto dell'impegno in tal senso preso con il Dott. Zanetti,
esponeva infatti ai presenti i dati del bilancio al 31 dicembre 1997 (come
risulta dal verbale dell'Assemblea).
Ma certamente né Giannuzzi né Baresi hanno partecipato alla redazione del
Bilancio di previsione per il 1998 che riportava, tra le previsioni di spesa,
una somma di lire 70 (settanta) milioni di lire alla voce "arretrati
arbitri anni '95 e '96".
Innanzitutto secondo i principi contabili gli arretrati, se esistenti, vengono
riepilogati nel documento di Stato Patrimoniale che, insieme al Conto Economico,
compone, aggiornato con le dovute variazioni dei saldi di anno in anno
riepilogati, il bilancio consuntivo di ogni esercizio e, certamente MAI vengono
previsti in un documento di previsione; (qualche accenno di protesta in tal
senso vi fu ma il clima era frettoloso e distratto perché l'approvazione veniva
vista come una mera formalità per ottenere il contributo CONI - che allora -
con i costi di struttura della "Segreteria" e dei "programmi
televisivi" del passato - era linfa vitale per la FIAF e i presenti
scalpitavano per discutere altri argomenti più "politici". In più
mancava - giustificato dalla grave malattia che l'avrebbe portato alla morte di
lì a 17 giorni - il Dott. Zanetti).
Inoltre il Bilancio di previsione così strutturato non risulta approvato da
alcun Consiglio Federale prima di essere presentato all'Assemblea - del
Consiglio faceva parte un altro Commercialista cui non sarebbe sfuggita
l'incongruenza (sia lui sia il Presidente del Collegio dei Revisori sono ancora
lì per raccontarlo).
Rizzello sostiene - in "Milano, Ottobre 1998"" - che sia stato "stilato
dalla Presidenza ZANETTI", ma a noi piacerebbe verificare la
sottoscrizione del Presidente Zanetti e del Presidente del Collegio dei
Revisori, se si trovasse una copia originale. Neanche al CONI sanno quale sia,
ne posseggono "alcune" che sono, ci hanno riferito, pure diverse tra
loro! Comunque il bilancio di previsione 1998 non venne approvato
all'unanimità!
Oggi tutti sanno che il C.O.N.I. pretende una somma di circa 580 (cinquecentoottanta) milioni dovuti, dicono loro, per il distacco degli insegnanti ISEF presso il Settore Tecnico federale dal 1991 all'estate 1998. La prima notizia di questo presunto credito del C.O.N.I. è stata appresa dal Consiglio Federale presieduto da Cantù, eletto il 21 giugno 1998, attraverso una lettera del luglio di quell'anno da parte dell'Ufficio Discipline Associate del C.O.N.I. (per intenderci, quello cui appartenevano i funzionari CONI che hanno partecipato - a volte uno, a volte fino a tre - alle Assemblee federali). Nella lettera si faceva menzione di 397 (trecentonovantasette) milioni circa poiché citava soltanto le somme maturate al 31/12/1996 e si pretendeva, tra le altre cose, che Cantù e i suoi Consiglieri - appena eletti e ignari persino delle cause del debito - sottoscrivessero una fidejussione a garanzia della restituzione della somma.
Ebbene, Rizzello che sostiene che "i
rapporti con il CONI sono precipitati sotto la gestione Cantù - (in
"per concludere") era perfettamente al corrente della pretesa
del CONI che era stato segnalato dal Servizio Ragioneria del CONI in una
lettera datata 18 dicembre 1997 da lui ricevuta in Segreteria, letta ed
analizzata. (ovviamente ne abbiamo le prove!).
Tuttavia non c'è accenno al "problemino" innescato da quella
richiesta (va detto anche che tutti i componenti il Consiglio federale, fin dal
1994, erano stati specificamente rassicurati sulla completa gratuità del
distacco dei due insegnanti presso la F.I.A.F. e tutto questo è scritto nei
verbali del C.F.), né nel verbale di Consiglio Federale del 21 dicembre 1997
né in verbali di sedute successive, e tra l'altro pare proprio non ce ne siano
state nell'arco di quattro mesi del 1998.
Ma, SOPRATTUTTO, né Rizzello, né il Presidente facente funzioni Giangrasso -
che la presiedette - né i Consiglieri rimasti in carica fino a quel punto,
minimamente fecero cenno dell'argomento (che oggi è IL PROBLEMA della F.I.A.F.)
all'Organismo federale che più di ogni altro aveva il diritto di conoscerne i
contorni e le implicazioni, l'Assemblea delle società del 5 aprile
1998!
Né, tantomeno, si è mai sentito parlare di questo presunto debito verso il
C.O.N.I. nel periodo successivo alla morte del Dott. Zanetti o durante
l'Assemblea elettiva del 21 giugno 1998 nel corso della quale Rizzello
pronunciò un discorso commemorativo del defunto Presidente!
Tra l'altro - e per la precisione - in quella elezione Cantù era l'unico
(ignaro) candidato alla Presidenza (Alberto di Dio non fu "superato",
non si candidò per nulla! - vedi paragrafo "le promesse elettorali" -
e, anzi, nel corso di quell'Assemblea tenne la parola per oltre mezz'ora per
spiegarne le ragioni.).
Il Rizzello invece, perfettamente a conoscenza del fatto che, oltretutto, la somma richiesta dal CONI andava integrata con il costo relativo all'anno 1997 (ulteriori circa 110 milioni), non solo ometteva di segnalare la cosa agli estensori del bilancio consuntivo - Noi due, che non l'avremmo certo ignorata o taciuta - ma nel frattempo, redigeva e inviava a Bologna per la sottoscrizione del Presidente, la richiesta di distacco degli insegnanti anche per l'anno 1998 (un valore a consuntivo di circa 74,5 milioni). Ignoriamo se Zanetti firmò di suo pugno la richiesta (e lo verificheremo nelle sedi opportune), ma il fatto è che questa venne trasmessa un'altra volta, e nonostante tutto, al CONI di Roma a cura della Segreteria di Milano "diretta" dal Rizzello (al quale la somma andrà richiesta, a nostro parere, come conseguenza della propria "capacità" professionale.
QUALCHE DOMANDA in proposito ai "veri e disinteressati dirigenti, atleti e arbitri che ecc…" cui fa appello Rizzello, ma in fondo, anche agli altri:
Come si sarebbe comportata la Federazione delle
società se il Rizzello, o gli altri componenti della Segreteria eventualmente a
conoscenza della comunicazione, o i componenti del Consiglio Federale - se da
esso informati - avessero resa nota ISTANTANEAMENTE, ossia nei primissimi
giorni del 1998, la circostanza del tutto ignota di un debito di tale
portata nei confronti del C.O.N.I. e delle motivazioni che l'avevano creato ?
Perché Rizzello tacque completamente sulle conseguenze "devastanti"
di una novità così esplosiva? Errore di valutazione? Consapevole strategia
politica nei confronti - o per complicità - del CONI, o nei confronti delle
società di cui si vanta di avere "sempre cercato di supportare nella
mia opera di Commissioner"? Per "massima trasparenza"
? o "Rispetto dei ruoli"?
Ne informò il Presidente, il Vicepresidente (e poi Presidente F.F.) e i
Consiglieri o i Revisori dei Conti? (e se sì, quando? Con che mezzo? Che gli
hanno detto?
Credete che Cantù (o qualcun altro) si sarebbe candidato alla Presidenza se ne
fosse stato al corrente ? E i Consiglieri si sarebbero posti in lista per
entrare nel Consiglio Federale? O anche soltanto che ci sarebbe stata
un'Assemblea elettiva anziché una straordinaria dalla quale avrebbe potuto
scaturire un "governo di unità nazionale" per affrontare l'emergenza,
con una compattezza che oggi - anche grazie agli interventi di Rizzello e dei
suoi beneamati " veri e disinteressati e bla! Bla! Bla!?" la
Federazione non riesce a trovare?
Come mai - se ben ricordiamo - all'Assemblea del 5 aprile 1998 non era presente
- per la prima e ultima volta dal 1994 - nessun funzionario C.O.N.I.?
QUALCHE PRECISAZIONE
Il bilancio preventivo 1999 è stato regolarmente
approvato dall'Assemblea del 21 febbraio 1999 e poi, su richiesta dell'Ufficio
Attività Sociali e Amatoriali del C.O.N.I. (ex Discipline Associate) - che (a
questo punto è chiaro) già stava perseguendo un proprio teorema per
perseguitare la F.I.A.F. e occultare le responsabilità omissive nelle funzioni
di controllo proprie degli Uffici C.O.N.I. nella vicenda degli stipendi degli
Insegnanti - una seconda volta dall'assemblea del 12 settembre 1999 a Cervia.
Il bilancio consuntivo 1999 e preventivo 2000, dato che la Federazione è stata
commissariata in data 17 dicembre 1999 e lo è tutt'ora con la conseguenza che
tutti gli Organi e organismi federali in carica a quella data sono decaduti,
dovevano essere preparati e presentati dal Rappresentante legale in carica al
momento della scadenza, senza che questi necessitassero di approvazione da parte
dell'Assemblea delle società.
Non dimentichiamo che l'amministrazione della F.I.A.F. è, da oltre dieci mesi
ormai, nelle mani e nella responsabilità del C.O.N.I. attraverso i suoi
Commissari e sono costoro che dovranno rispondere di ogni eventuale ulteriore
perdita o danno che ne derivasse alla Federazione.
Le azioni legali intentate dalla FIAF (Arnoldi e Marlins Rimini, per citare solo gli esempi portati dal Rizzello) di cui si occupava (a volte con specifica procura notarile) proprio il Rizzello, erano ancora in corso alla fine del 1998 (come ammette implicitamente egli stesso nella lettera "Milano, Ottobre 1998"" quando chiede "ufficialmente di volermi indicare la/e persona/e a cui fare riferimento ecc…" salvo poi non presentarsi all'appuntamento in sede, nel gennaio 1999 per il doveroso, ed eticamente corretto, passaggio di consegne al Segretario Federale) e, certamente, non sono argomento di cui riferire in qualche chat line, forum o mailing list in rete. Non diremmo neppure che si possa parlare di risultati "ottenuti pagando ecc…" dalla "gestione Zanetti"
I voti in Assemblea, (vedere cap. 2 "Appunti sparsi") fin quando la FIAF non è stata commissariata, sono stati assegnati secondo i dettami dello Statuto. O Rizzello riesce a dimostrare il contrario o farebbe meglio a tornare al suo "rispettoso silenzio".
I verbali del Consiglio Federale e delle Assemblee sono integri, non sono affatto "stati smarriti nel frattempo" (vedi Cap. 1 "un po' di statistiche") e si trovano nelle mani del Commissario straordinario. (sono questi i "fatti comprovati da documentazioni cartacee e non solo" riferite da Rizzello?)
Il trend positivo è certamente anche "il frutto di quanto impostato sotto la gestione Zanetti con la Winter League" ma, guarda caso noi due eravamo parte attiva di quella gestione e Baresi è il Presidente dei Bengals!
Le società Rhinos Milano e Renegades Firenze hanno cessato volontariamente la propria attività - per motivi che riguardano soltanto i soci di quelle Associazioni sportive e rientrano nella sfera dei loro diritti, e non hanno lasciato UNA LIRA di debito nei confronti della F.I.A.F. (Rizzello, questi non sono "fatti", sono pettegolezzi da portinaia isterica!)
durante la gestione Zanetti c'era una sola squadra che giocava in Austria ma ce n'erano almeno quattro che giocavano nella I.F.L. in Italia !!!!
i "trenta e più arbitri AIAFA "
(33) hanno tutto il diritto di lavorare per la Federazione austriaca, oltretutto
non essendo tesserati FIAF non potrebbero arbitrare gli incontri FIAF in Italia.
Ma sull'istruzione degli arbitri, (non solo "pochi, male organizzati e
peggio istruiti tesserati del CNA"?) riportiamo qui di seguito, qualche
passo della interessante relazione del componente la Commissione Tecnica AIAFA
sig. Donato Galluppi, dopo lo svolgimento del Clinic arbitrale FIAF/AIAFA del
febbraio 1998 a Milano (vitto, alloggio e spese di viaggio a carico FIAF -
speriamo soltanto per i non residenti. Naturalmente nessun Consiglio Federale ha
mai approvato la spesa.)
<< Omissis dell'introduzione….. "Il
primo fatto che mi preme sottolineare è la scarsa partecipazione, soprattutto
da parte delle sedi lontane da Milano…."
…"Il secondo argomento è il test di valutazione (non esprimo giudizi su
chi si è rifiutato di farlo, )…l'orario non era dei migliori … ma
questo non giustifica assolutamente il fatto che i risultati siano stati così
scadenti e deludenti. Solo in cinque hanno risposto a tutte le domande,
soltanto in due hanno superato la sufficienza mentre la metà non ha
raggiunto nemmeno il punteggio medio, incredibilmente basso, di 4,14 punti.
Trovate allegati i risultati del test: leggeteli, meditate e soprattutto, dopo
aver fatto un bell'esame di coscienza, ristudiatevi tutto il regolamento!"
… "Risultati del test di valutazione 1998.
Arbitri partecipanti al clinic: 30 (?)
Arbitri che hanno svolto il test: 24
Arbitri che hanno risposto a 50 domande: 5 su 24
…. (omissis);
Punteggi migliori: 7,71 (Pierattelli)
7,53 (Galluppi)
…..(omissis);
Risultati del test per gli arbitri E.A.F.O.A. (internazionali n.d.r.)
Arbitri che hanno svolto il test: 9 su 14
(internazionali)
…. (omissis);
Punteggio medio raggiunto: 4,55
Punteggi migliori: 7,75 (Coccaro)
7,0 (Pierattelli)
…..(omissis fino alla firma del signor) Donato Galluppi >>.
Ricordateci di raccontarVi, prima o poi, il "caso EAFOA - EFAF Officiating Department" che presenta non poche analogie con quello FIAF - AIAFA ma, singolarmente, quello che va bene in Europa non va bene in Italia.
CONCLUSIONI
Anche l'A.I.A.F.A., " che evidentemente come
Rizzello - che ne è uno dei fondatori e una delle "anime" - "ha
a cuore il bene del football" lo dimostra citando la F.I.A.F. per
ottenere - quasi decuplicati - i rimborsi e le indennità che,
loro dicono, gli sono dovuti sin dal 1995 (a noi risulta, da dichiarazione
scritta del Tesoriere AIAFA e da verbale del Consiglio Federale, che il 1995 è
stato saldato con soldi anticipati personalmente dai Consiglieri FIAF. Salvo che
poi saltò fuori che gli arbitri Basi Nato non erano stati saldati! Ma questa è
un'altra storia!)
La F.I.A.F. ha sempre messo a bilancio le somme realmente dovute ai proprii
tesserati del settore arbitrale e noi due - chi i bilanci li abbiamo stilati -
ci siamo sempre personalmente sforzati e ci sforzeremo - come abbiamo fatto per
tutti i veri creditori o gli istituti bancari o per gli stessi Eredi Zanetti -
perché gli importi effettivamente dovuti, ovvero le somme che risultassero da
una corretta transazione bilaterale vengano pagati. Ci chiediamo però come mai,
da quando Rizzello non "collabora" più
con la F.I.A.F., i debiti "interni" (come li chiama lui nel
Cap. 1 - "I Debiti") non siano più così "facilmente
gestibili", neanche dal Commissario straordinario, che certamente non
può dirsi prevenuto nei confronti dell'A.I.A.F.A (anche se deve aver letto la
risposta del C.O.N.I. all'esposto che Zerbi, presidente AIAFA, inviava nel
maggio 1999 al Presidente e ad altri funzionari CONI nella loro "qualità
di garanti delle attività sportive in Italia", denunciando
zelantemente il comportamento del Consiglio Federale in carica. Rimbalzato al
mittente! Però, questo sul sito dell'AIAFA non l'abbiamo letto).
Ma "non se ne parla nemmeno", anche per questo c'è il
tribunale e il Commissario Rugalli, dopo aver esaminato le "proposte"
AIAFA " per risolvere la questione" già presentate "almeno
4" volte al sig. Cantù" ha immediatamente dato incaricato al
legale per ricorrere dinanzi al Giudice avverso la citazione di Zerbi & Co.
Data la fase che la F.I.A.F. ("il movimento del football italiano nel suo insieme") sta attraversando, se i "veri e disinteressati dirigenti, atleti e arbitri che ecc…" tanto cari al Rizzello, (e che a sentire lui lo ricambiano di altrettanto affetto e stima) sapranno aspettare, quando usciranno dai loro nascondigli avranno talmente tanti professatori della "dignità del football, piccola o grande che sia" ai quali poter fiduciosamente delegare i proprii interessi, che saranno imbarazzati dalla scelta.
Se però i " veri e disinteressati dirigenti, atleti e arbitri che ecc…" esistono davvero, ci chiedano, e speriamo di trovare il tempo di raccontarlo - tra un servizio gratuito e l'altro per la "loro" Federazione - , qualcosa in più sul "Caso AIAFA" (perché ce n'è ancora! E non si tratta di pettegolezzi o cronache vacanziere!) o sulla Coppa del Mondo (ma quali Mondiali!) di Palermo 99! Per il momento ci fermiamo qui.
Grazie ad Huddle Magazine per l'ospitalità.
Virgilio Baresi
Angelo Giannuzzi