31 ottobre 2000

Com'era logico attendersi, un paio (per ora), di ex tesserati FIAF della categoria arbitrale - associati AIAFA - sono intervenuti in seguito alla nostra risposta al delirio del Rizzello - in piena coerenza con il comportamento del proprio C D e le tesi del loro leader carismatico - non certo per contribuire a far capire "da che parte sta la verità" ma per perpetrarne - tanto per non cambiare - la pratica insinuatoria, di attacco personale e di diffamazione di alcuni tra i tesserati FIAF (anche ex AIAFA) che negli ultimi due anni hanno dato il loro apporto perché l'attività sportiva e gestionale federale proseguisse nonostante tutto e tutt'ora stanno lavorando con tutto il carico di responsabilità che ciò comporta.

Entrambi gli interventi non soltanto non smentiscono efficacemente una sola parola di quanto da noi asserito, ma tentano (senza riuscirci) di intorbidire le acque e creare facili equivoci sui contenuti inequivocabili del nostro intervento.
E' questa, comunque, l'ultima volta che noi due pubblichiamo qualcosa in rete. Per quanto sembri tanto "democratico e trasparente" che alcune informazioni (se sono tali e non pettegolezzi) divengano pubbliche, in realtà, poiché la Federazione appartiene all'Assemblea delle società affiliate, ad essa innanzitutto, direttamente o attraverso gli Organi e organismi da questa eletti o nominati, è demandato il compito di analizzare le informazioni, valutare e decidere sull'operato di collaboratori e tesserati.
Inoltre questi sono argomenti noiosi e non possiamo infierire su interlocutori tanto patetici.

Innanzitutto Giannuzzi non è Dottore, non è neanche infermiere (col massimo rispetto per entrambe le categorie).


Secondariamente: nel nostro comunicato la vicenda arbitri / AIAFA è stata da noi toccata soltanto perché il Rizzello ha definito dei tesserati FIAF della categoria arbitrale in attività (erroneamente definiti "tesserati CNA"), "pochi, male organizzati e peggio istruiti".
Ringraziamo Galluppi che pubblicando di sua iniziativa esclusivamente i risultati e la graduatoria del test degli "attuali arbitri FIAF" (intende dire gli unici tesserati arbitro) al Clinic del 1998, pur se con intento evidentemente diverso, ha dimostrato senza ombra di dubbio che:
- gli "attuali arbitri FIAF" (compresi gli ex associati AIAFA) in attività in Italia, potevano senz'altro essere - ed erano - "peggio istruiti" di quanto non lo siano oggi;
- che, quanto meno, uno degli attuali istruttori delle reclute è il migliore (combinando i due risultati) di quella graduatoria;
- che, per la maggior parte, gli "attuali arbitri FIAF" erano presenti e hanno sostenuto (senza rifiutarsi) il test, e la circostanza che siano tuttora praticanti non potrà che contribuire, attraverso l'esperienza, a migliorarne la preparazione e il rendimento;
- gli associati AIAFA si considerano tutt'ora al di sopra di ogni possibilità di valutazione da parte di noi comuni mortali;
- la natura "riservata" del documento, reclamata dal Galluppi ma che vale - a quanto pare - ancora e soltanto per gli associati AIAFA, non sminuisce di un carato la gravità del comportamento degli associati AIAFA che hanno rifiutato il test e dei risultati scadenti e deludenti (anche) da loro raggiunti; al di là del fatto se fosse o meno corretto secretarli, nei confronti degli Organi federali e delle stesse società affiliate che sostenevano le spese per la (diciamo) preparazione, i rimborsi e le indennità per il servizio arbitrale.


Per inciso: non c'è stata nessuna talpa (le pratiche delatorie e di coltelli nella schiena dei "colleghi" sono terminate con il termine dell'incarico di Rizzello, con la scelta unilaterale del CD AIAFA di invitare i proprii associati a non tesserarsi più come arbitri FIAF, e con l'unico rigurgito da parte di A. Bellini che, a quanto è parso, aveva assorbito appieno gli insegnamenti della "scuola" AIAFA), nelle operazioni di trasloco della sede il documento è stato ritrovato negli uffici della Federazione, nella scrivania che aveva occupato il Rizzello. A proposito! C'era anche, tra l'altro, la "lista degli INDESIDERABILI" di cui parla Rizzello nella sua lettera aperta ad Antonio Pierattelli: redatta a mano su carta per appunti di un Hotel milanese, sottoscritta, tra gli altri, dallo stesso Rizzello.

Noi non abbiamo mai, e come noi nessun altro in FIAF, sostenuto che gli arbitri siano, come sostiene -solo lui- il signor Sala, "tutti incapaci e ignoranti" né ci siamo espressi sulla preparazione tecnica o anche solo sulle capacità "emotive e caratteriali" di alcuno, né associato AIAFA né tesserato FIAF, come fa il signor Galluppi in riferimento a Pierattelli.
Il fatto, anche questo inequivocabile, è che Pierattelli e gli arbitri fuoriusciti dall'AIAFA - che evidentemente e correttamente si consideravano anche a quel tempo, prima e innanzitutto tesserati FIAF e poi associati all'AIAFA, hanno consentito alla Federazione, insieme alle nuove reclute del settore arbitrale, di svolgere nel 1999 un'attività sportiva quantitativamente superiore al 1998 e di poter proseguire nel 2000 anche senza "i trenta e più arbitri… bla, bla, bla". Per la qualità stiamo lavorando tutti quanti, senza presunzione e senza farne un segreto, ma non vediamo all'orizzonte molti in grado di insegnarci, a parità di obiettivi e di condizioni, come fare di meglio.


Il tesoriere AIAFA nel 1996 non era Pierattelli, che è stato incaricato con decorrenza 1 marzo 1997 - e i due associati AIAFA che lo dichiarano (Galluppi) e lo chiedono a noi (Sala) lo sanno perfettamente dato che, come gli altri, lo hanno appreso dalla comunicazione del Presidente Zerbi datata 13 marzo 1997 - ma era un'altra persona.
Quando questa, con comunicazione al proprio Presidente del 27.06.1996 - che l'ha resa nota al Consiglio Federale del tempo - comunicò la somma ancora dovuta per il 1995 (oltre a quelle maturate fino a quel punto per il 1996) il Consiglio Federale (compresi noi due, Zerbi e la signora Zaccarelli) provvide ad autotassarsi in diversa misura (riportata nel verbale del C.F.) per provvedere al saldo. Allora, come ora, non avevamo ragioni di ritenere, né il Presidente dell'AIAFA - il consigliere federale Zerbi - ci aveva fatto intendere, che qualcuno degli associati AIAFA non avesse ricevuto il proprio rimborso e, ovviamente, non possiamo ritenerci responsabili di eventuali errori in tal senso né accettarne oggi l'eventualità senza qualche legittimo dubbio e un approfondito controllo.

Non abbiamo "portato ad esempio" Pierattelli in qualità di tesoriere AIAFA né la sua militanza e le vicende interne di quella associazione ci riguardano in alcun modo. Tra l'altro il Galluppi si ripete, la "notizia" del presunto comportamento non autorizzato di Pierattelli era già stata resa nota alle società affiliate alla FIAF dal C.D. AIAFA tramite il fax della sede FIAF (e quindi a nostre spese).

Veniamo all'esposto dell'AIAFA "rimbalzato al mittente" e che avevamo in un primo tempo risparmiato, per carità di patria, agli associati AIAFA e ai pochi "eroici" che hanno consultano il nostro intervento nello spazio messo a disposizione da Huddle magazine:

L'antefatto

Nell'autunno del 1998 alcuni tesserati arbitri F.I.A.F. associati all'A.I.A.F.A. avevano intenzione di uscire dall'A.I.A.F.A. e si presentò, per il Consiglio Federale, l'esigenza di adeguare le norme regolamentari (quel Regolamento Organico che Rizzello e Zerbi non avevano adeguato dal 1997) per assicurare che all'interno del Comitato Nazionale Arbitri - che come tutte le Commissioni Federali era da rinominare dopo la decadenza del Consiglio Federale presieduto dal defunto Zanetti - venisse garantita la rappresentatività di tutte le componenti del settore arbitrale, emendando l'"esclusiva" dell'AIAFA sciaguratamente inserita durante la dispendiosa presidenza Arnoldi (del quale Rizzello e l'AIAFA erano, come s'è visto, ferventi e consapevoli complic (oops!) collaboratori).

Lo stesso Zerbi, presidente AIAFA, nell'esposto al C.O.N.I. del maggio 1999, chiedeva se "i contenuti di dette modifiche (n.d.r. quelle apportate dal C.F. al R.O. in vigore) sono rispettosi dei princìpi informatori del C.O.N.I. in particolare per quanto riguarda quello della democratica rappresentanza di tutte le componenti attive di una Federazione Sportiva? e non sono inoltre in contrasto con la necessaria autonomia operativa e gestionale del settore arbitrale che, sola condizione, può garantire la massima imparzialità dei direttori di gara in una federazione delle dimensioni e della costituzione della F.I.A.F.?; (N.d.r.: ma se fino a quando il CNA era composto solo da associati AIAFA - compreso il membro delegato dal Consiglio Federale - non c'erano problemi di autonomia, perché, una volta assicurata la "democratica rappresentanza…", l'autonomia avrebbe corso dei pericoli? Per avere la democratica rappresentanza nel C.N.A. bastava rimanere tesserati e accettare e rispettare le regole di democratica rappresentanza introdotte, appunto e finalmente, da quel Consiglio Federale e delle quali gli associati AIAFA sono tali paladini!).
E invece, come scrive Zerbi: "la grande maggioranza degli ufficiali di gara A.I.A.F.A. abilitati F.I.A.F. (n.d.r. che significa abilitati FIAF? Gli arbitri, anche quelli associati AIAFA, possono essere tesserati come tali solo per la FIAF) condividendo " le ragioni e il comportamento del C.D. A.I.A.F.A. "ha sospeso la propria prestazione di servizio alla F.I.A.F." (Prestazione di servizio?).


A quel punto il C.N.A. non poteva che essere composto dai soli rimasti tesserati FIAF della categoria arbitrale e non certo "su proposta del C.d. AIAFA" che non appartiene più, per le "ragioni e il comportamento del C.D. AIAFA ecc…" all'ambito federale.


Peraltro, tanto per precisare un tema ricorrente nelle contumelie degli ex arbitri, in tutte le versioni del Regolamento organico da noi possedute, del 1992 e del 1996, quella in vigore, il Presidente del C.N.A. viene nominato dal Presidente Federale su indicazione dei tesserati arbitri che ne fanno parte, e il C.N.A. decade se per qualsiasi ragione il Presidente del C.N.A. venisse a mancare. (Quarto capoverso dell'articolo 6.2 del Titolo VI - Organismi Federali). Non si capisce perché Rizzello e il C.D. AIAFA accusino Cantù o la Zaccarelli di aver imposto questa norma che era presente anche prima. Persino il CONI, negli emendamenti proposti dall'aprile 1997, suggeriva di rivederla; sarà per questo che Zerbi e Rizzello - che in due anni non ne avevano fatto nulla, la ricordano tanto bene e la citano tanto spesso.

Altre dichiarazioni inserite da Zerbi nell'esposto al CONI:
- che " l'AIAFA (…) rappresenta ufficialmente il Settore arbitrale della FIAF sin dal 1991.." e che il suo Statuto è depositato presso il CONI;
- che "a tutt'oggi (maggio '99) gli arbitri rappresentati dalla AIAFA vantano crediti per un importo di lire 81.346.000.=" (ottantunomilionitrecentoquarantaseimila) (vedasi comunicazione raccomandata R/R del 18/4/1999 - allegato H)" (n.d.r.: una raccomandata inviata alla F.I.A.F. che però nella citazione in tribunale non viene citata. Poverini, sono tanti, "trenta e più", che qualcosa gli può anche sfuggire!) e poneva, tra gli altri il seguente quesito:

"quale tipo di tutela deve essere posta in essere, in base alle vigenti normative C.O.N.I. , da parte degli arbitri di football americano (non dall'A.I.A.F.A.? n.d.r.) per avere la certezza del recupero di quanto ancora dovuto (gettoni gara e rimborsi chilometrici dal 1995 - (e dagli!!!) - al 1998) vista la totale latitanza dei dirigenti F.I.A.F. sull'argomento".

Il C.O.N.I. risponde il 17 dicembre 1999 con la Nota prot. 2801 MF/sgzer, come segue:

(omissis)
.. In merito a ciò che concerne l'asserito deposito presso il CONI dello Statuto A.I.A.F.A., (omissis) presso l'Ente non è depositato alcuno Statuto Arbitrale"…;
E stato accertato altresì che ritualmente approvato ed inserito agli atti vi è solo lo Statuto Federale F.I.A.F., dal quale è stata estrapolata e data lettura della norma ex art. 26 lett. L), che attribuisce al Consiglio Federale, testualmente il potere di "nominare e revocare i componenti non elettivi degli Organismi Federali ed i Dirigenti Operativi previsti dai Regolamenti oltre ad eventuali Commissari e Commissioni, determinandone i compiti,…(omesso il resto) "
(omissis) ….che l'unico riferimento normativo alla fattispecie posta in attenzione è rappresentato dalla citata norma statutaria, ed ha stabilito, inoltre, che non è competenza della medesima suggerire una possibile soluzione alla vertenza economica concernente i presunti crediti vantati.


Le conclusioni

Per citare Galluppi: "questo vuol dire due (facciamo cinque) cose":
1) che l'esposto di Zerbi non era affatto finalizzato, se non marginalmente, alla zelante e contradditoria segnalazione delle modalità con le quali il C.F. avrebbe apportato le modifiche al regolamento "riguardante gli arbitri" (prodotte comunque dallo stesso Zerbi) - mentre avverso quelle modifiche AIAFA reclamava proprio il rispetto dei princìpi con esse ristabiliti; (e non risulta che l'inserimento nel 1994 del nuovo art. 26 al Titolo V - Organi Federali, che, per intenderci, introduceva tra le altre la figura del Commissioner - e manco quella, insieme al R.O., ancora approvata dal CONI -, avesse suscitato altrettanta indignazione o fervore istituzionale).
2) che Zerbi, e chi in AIAFA scrive per lui gli esposti e i comunicati ufficiali, non hanno detto la verità nell'esposto al CONI - se non, arrotondando per eccesso, sull'importo dei rimborsi agli arbitri - e tantomeno - proprio sui rimborsi ma anche su altri argomenti - nell'atto di citazione della FIAF in tribunale, e "perché avrebbero dovuto dirlo su tutto il resto?";
3) che il Consiglio Federale ha agito correttamente apportando le modifiche al Regolamento Organico proprio a salvaguardia della "democratica rappresentanza ecc.." che l'AIAFA invocava soltanto dopo essere volontariamente uscita dalla FIAF, ma che si era ben guardata dall'introdurre fintantoché ne faceva parte (visto che Zerbi e Rizzello erano incaricati di aggiornare da due anni il R.O.);
4) che il Consiglio Federale ha legittimamente, e nell'ambito dei suoi poteri (art. 26 lett. L dello Statuto), nominato i componenti del Comitato Nazionale Arbitri, tra i soli tesserati FIAF rimasti nel settore arbitrale;
5) che nessuno ha allontanato l'AIAFA o chiunque altro con l'inganno, visto anche quanto dichiarato da Zerbi sulla "sospensione" unilaterale delle prestazioni. (ma davvero volete farci credere che i dirigenti FIAF, per i quali avete più volte, e inequivocabilmente, espresso una così scarsa considerazione personale, potessero trarre in inganno il C.D. AIAFA, coi "calibri" che ne fanno parte?).

Tra i 16 (sedici) documenti allegati in copia all'esposto prodotto al CONI, lo Zerbi ne "dimenticava" un diciassettesimo: una comunicazione del direttivo AIAFA datata 29 novembre 1998 dal titolo "Modifiche Regolamento Organico (o Statuto) FIAF con decorrere (sic!) 1999". (da notare che in quel caso l'AIAFA non pretendeva - neanche Galluppi e Sala che erano presenti all'incontro con i dirigenti FIAF sull'argomento - che quelle modifiche fossero trasmesse "per l'approvazione dei competenti organi del CONI" (come zelantemente chiedeva Zerbi nell'esposto - vedere punto 1 delle "conclusioni" e come Galluppi sostiene pateticamente quando deve ammettere che il CONI li ha scaricati), né che le modifiche allo Statuto venissero approvate da un'Assemblea straordinaria).

Il documento, nelle intenzioni del "direttivo" è rivolto con estrema modestia, come dice l'introduzione "a migliorare l'attuale situazione FIAF-AIAFA e di conseguenza tutto il movimento del football americano in Italia. "
Ci (e vi) risparmiamo la noia di (ri)leggerlo ma dobbiamo annotare che il Presidente Cantù e il Consigliere Baresi si sono rifiutati di sottoscrivere il verbale dell'incontro nel quale il documento è stato in discussione, tuttavia il (diciamo) verbale, ovviamente redatto dal "direttivo AIAFA" faceva parte dei 16 allegati a sostegno della tesi dell'esposto - che ha poi ricevuto la considerazione e la risposta di cui sopra!!

La mancata e immediata approvazione del Consiglio Federale (proprio in barba alle norme che AIAFA pretende ancora oggi disattese dal C.F. FIAF) dei suddetti "punti risolutori" da loro proposti ha convinto il C.D. AIAFA a intraprendere sino ad oggi le proprie iniziative, che essi stessi hanno propagandato, contro la F.I.A.F.

* Qualcuno ha notato la somma dichiarata da Zerbi al CONI come crediti degli arbitri associati AIAFA?
Nell'atto di citazione intentato presso il tribunale di Milano la richiesta è decisamente (e stranamente) più alta, (circa cinque volte) secondo parametri noti e comprensibili soltanto all'AIAFA. ma che è interessante valutare attraverso alcuni illuminanti stralci dell'Atto di citazione:
AIAFA chiede che gli vengano riconosciuti 200 (duecento) milioni, (oltre a circa 280 per "rimborsi spese" per gli arbitri che dicono di rappresentare), unicamente per i danni "sia economici sia di immagine (quale immagine?), sia per perdita di chances" !!!
Le "chances" di cui si parla sono indicate in: "selezionare ed inviare degli arbitri ad importanti manifestazioni internazionali (dove le designazioni sono sempre state fatte dall'EFAF, e prima dall'EAFOA, tra gli arbitri riconosciuti internazionali e con precise regole di rappresentatività delle nazioni coinvolte) nonché ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996, quando il Football Americano, per la prima volta si è affacciato sullo scenario olimpico. (???) Purtroppo, però, a causa del comportamento di FIAF (ma nel 1996 il Presidente era il defunto Zanetti, Zerbi era Consigliere Federale, Rizzello commissioner, e il C.N.A. era composto solo da componenti il direttivo AIAFA) e della conseguente diminuzione di attività, AIAFA ha perso queste opportunità a vantaggio di altre associazioni arbitrali. (ma quali?).

Se quelli che hanno resistito a leggere sin qui, hanno smesso di ridere (o di vomitare) e si sono ricomposti, possiamo passare alle:

Precisazioni finali

Prendiamo atto che Galluppi, che è testimone di (quella) parte nella causa di lavoro intentata dal "collega" Rizzello contro la F.I.A.F., ha bisogno della decisione del tribunale per sapere se la "sua" verità è proprio "vera", ma non esita a proporsi generosamente come "verficatore" della nostra né ad ergersi a giudice e giuria nei confronti di Pierattelli, lui che pur trovandosi nella lista degli "indesiderati", ha pur ottenuto una prova d'appello.

Probabilmente pochi tra i tesserati e i collaboratori FIAF degli ultimi anni, comprendono quanto noi due la situazione degli ex tesserati arbitri associati all'AIAFA, visto che, come loro, abbiamo "finanziato l'attività" e attendiamo da anni il rimborso di spese anticipate per prestare attività gratuita a beneficio della Federazione.

Nelle "Conclusioni" del nostro primo intervento abbiamo rinnovato il nostro impegno personale perché tutti i creditori, e quindi anche gli ex tesserati arbitri associati all'AIAFA, venissero soddisfatti del loro credito. Quello che ci abbiamo guadagnato è:
- la gratuita e (poco) velata accusa di essere bugiardi e/o "imboccati" da terzi;
- qualche "pretestuosa" domanda del Sala su argomenti e dati presenti ed inequivocabili - per chiunque sappia leggere - sia nei bilanci sia nel nostro primo intervento (che l'IVA venga versata all'erario dal percipiente non toglie che rappresenti un extra costo per la Federazione. E vista la "qualità" del servizio del percipiente dopo i primi mesi di rodaggio, sono stati altri soldi buttati nel cesso!);
- un proditorio (e un po' vigliacco) attacco personale a Giannuzzi sulla sua attività di coach; (la carriera e i risultati di un coach sono sempre e per sempre (boom!) sotto gli occhi di tutti, signor Sala. Dobbiamo credere che lei ha scelto di fare l'arbitro perché così non rischiava valutazioni sulla sua capacità e sulle sue prestazioni da parte di "persone esterne al gruppo arbitrale"? Le statistiche dell'incontro che le interessano non sono mai state riservate, e sono state tempestivamente pubblicate sul sito FIAF e/o sul sito EFAF e sono tutt'ora disponibili. Pensi che noi "amorali" invece non abbiamo neppure menzionato il suo risultato nel test del Clinic!);
- addirittura, un maliziosetto accenno alla "moralità personale" di Giannuzzi (ma via! da cotanto pulpito!).

Signori (si fa per dire), vi mancano del tutto gli argomenti ma non la faccia di bronzo!!! Ma tant'è, persa la dignità non si ha più nulla da perdere.

Al signor Sala manca (forse) invece un'informazione aggiornata sul ruolo ricoperto attualmente in FIAF da Giannuzzi; può chiedere al collega Garlaschi - che del Giannuzzi ha una tale stima da definirlo "senza concorrenti" in un suo messaggio di luglio nel guestbook FIAF che, per la discrezione (o la dimensione umana) che lo contraddistinguono, avrebbe voluto (e creduto) anonimo.

E' in tale ruolo che il Commissario C.O.N.I. dott. Rugalli (che probabilmente ne ha il diritto) lo ha invitato all'incontro con l'AIAFA. Il Sala, che non era tra i tre rappresentanti AIAFA presenti all'incontro (tre che, evidentemente avrebbero preferito trovarsi con il solo Commissario), sostiene che ciò sottintendesse la volontà - da parte di chi, del Commissario ? -, di non raggiungere un accordo.
A parte che occorrerebbe analizzare - in altra sede - quali fossero i termini del "cosiddetto" accordo o se questo fosse fattibile, visto che questo Commissario ha chiarito ai suoi colleghi AIAFA che il C.O.N.I. non può riconoscere ad A.I.A.F.A. alcun titolo ad interloquire con la F.I.A.F. in nome e per conto dei proprii ex tesserati nella categoria arbitrale, ma davvero crede, o vuole far credere, il Sala - e con lui l'AIAFA - che Giannuzzi, abbia tale e tanta influenza nei confronti del Commissario e/o del C.O.N.I.?

Veda, Sala, neo eletto membro del C.D. AIAFA, Giannuzzi non aveva mai preso parte prima - né in qualità di Consigliere Federale, né di Vicepresidente, né di Segretario Federale -, anche se ne ha avuto occasione e ne avrebbe avuto ragione e diritto, ad alcun incontro ufficiale in cui fosse in discussione il residuo credito per rimborsi dei tesserati arbitri o eventuali proposte AIAFA per "migliorare l'attuale situazione FIAF-AIAFA e di conseguenza tutto il movimento del football americano in Italia." e giusto il mestatore che lei è può gratuitamente accusarlo di non voler raggiungere un accordo con "chicche, e sia"! (Qui Totò ci sta bene. Non è a "uomini" che noi ci stiamo riferendo, infatti, ma a "caporali").

Non le viene in mente che forse (ma forse, eh!) avrebbe giovato di più al raggiungimento di un eventuale accordo - o quantomeno alla non interruzione del dialogo - se AIAFA non avesse depositato la citazione in Tribunale di Milano pochi giorni prima della data prevista per l'incontro e comunque DOPO aver ricevuto la telefonata di invito a quell'incontro da parte del Commissario.
Noi conosciamo già la risposta, ma tanto per "stuzzicare" gli annoiati lettori e lo stesso Sala, ci chiediamo: sarà stata una mossa strategica del C.D. AIAFA per poter (cullare l'illusione di) avere maggiore potere contrattuale? (e ha funzionato, no? Proprio come l'esposto al CONI! A proposito, chi ve l'ha suggerito l'esposto? Quei funzionari CONI - dei quali Rizzello è stato complice omertoso - che aspettavano solo il "Presidente fantoccio" per fargli accettare ad occhi chiusi il debito per gli insegnanti e nascondere le loro annose responsabilità di omissione di controllo, e quando non l'hanno trovato hanno costruito il teorema di menzogne che ha portato al commissariamento?).

Vorremmo infine farvi notare che quando (e non se) gli ex tesserati del settore arbitrale FIAF che l'AIAFA sostiene di rappresentare, riceveranno il rimborso delle proprie spese, (per la mancata chance di arbitrare gli incontri di Football Americano alle olimpiadi di Atlanta 1996, speriamo bastino le nostre scuse!) ciò potrà avvenire oltreché grazie ai fondi assicurati dalle società affiliate, anche grazie ai risparmi ottenuti con altre "lacrime e sangue" - oltre a quelle degli arbitri, AIAFA e non - e al lavoro gratuito di quelli come noi due, e di Pierattelli, e del CNA, e della Zaccarelli, e di Cantù e tutti gli altri, che non nominiamo per non darvi l'occasione di diffamare anch'essi, che (proprio così) hanno dato il loro contributo sulla strada del risanamento "della baracca".
Un risanamento che, come abbiamo già avuto modo di mostrare, era necessario già (e forse soprattutto) quando il designatore AIAFA Rizzello era ancora commissioner della FIAF e il Presidente AIAFA Zerbi era Consigliere Federale FIAF e i residui rimborsi agli arbitri avevano raggiunto vette anche più alte degli 81 milioni circa.
Ma, ci chiediamo, anche in nome della "democratica rappresentanza", perché non si è ripresentato alle elezioni del giugno 1998? Pensiamo a quanto (altro?) avrebbe potuto fare per "il football italiano, arbitri compresi"!


No! Signor Sala - premesso che nulla e nessuno, salvo il C.D. AIAFA e le sue balzane iniziative, hanno impedito e impediscono agli arbitri (lei intende ovviamente gli associati AIAFA che non sono attualmente tesserati come arbitri) di tornare all'attività. (Basta richiedere e ottenere il tesseramento come arbitro FIAF, accettare e dichiarare, come ogni altro tesserato F.I.A.F., di rispettare le norme statutarie federali, l'autorità, le deliberazioni e i provvedimenti degli Organi e Organismi federali) - a nostro parere (che conta esclusivamente come tale e non impegna certo l'Assemblea delle società affiliate) le squadre non sarebbero affatto favorite dal ritorno all'attività di quegli arbitri - qualunque sia la loro capacità ed esperienza - che approvano e assecondano i metodi e i comportamenti del C.D. AIAFA.
Ognuno dotato di normale intelligenza sceglie i compagni di viaggio che più gli aggradano e noi due scegliamo, finché potremo, di non avervi tra i nostri.

Grazie, signori Galluppi e Sala, per averci dato questa ulteriore possibilità di portare alla luce - a futura memoria e per quei pochi interessati lettori di questo spazio web - altri "fatti" più concreti di quelli ammannitici da voi e dal vostro socio.
"If You don't want Answers, don't ask questions!"

Ancora grazie (e tante scuse per la noia!) ad Huddle Magazine per l'ospitalità. E' l'ultima volta.

Virgilio Baresi e Angelo Giannuzzi.

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