AMARCORD
OVVERO COME ERAVAMO...
La creazione dei Black Knights Rho
Niente di meglio potrebbe riassumere le varie
fasi della "creazione" se non riportare l'articolo che ebbe modo di
redarre un noto giornalista della nostra città,che abilmente riuscì in poche
righe a sintetizzare mesi di duro lavoro che ci vollero per "partorire la
creatura".
L'articolo diceva così:
"Se
Rè Artù fosse vissuto qualche anno dopo, i Black Knights squadra di football
americano di Rho, si sarebbero certamente seduti alla sua celeberrima tavola
rotonda, perché decisione,coraggio e carattere sono prerogative che nei
"Cavalieri" di Rho non mancano certamente.
Ma se Rè Artù vive tra leggenda e verità,i Black Knights si sono
prepotentemente inseriti nella realtà sportiva dell'hinterland milanese
proponendosi come la forza nuova dello sport di Rho e della sua ricca provincia
(più di 50.000 abitanti). I criteri con i quali i dirigenti rhodensi hanno
creato le direttive della gestione di una squadra di football americano sono
fondati sul più accurato raziocinio. Creare una squadra di football americano a
Rho, dopo un'attenta indagine sulla zona e circa le abitudini dei rhodensi
(cittadino,il rhodense,sempre pronto a non cadere in facili entusiasmi, di
natura "fredda") voleva dire soprattutto questo:innanzitutto
"entrare" nelle case della gente con proposte nuove,non con in soliti
"ponti d'oro" costruiti dalle altre discipline sportive con tutte le
chimere legate (ma con un tenue filo) alla celebrità e alla ricchezza. Creare
la società senza falsi ideali,senza ambizioni se non raggiungibili e fondate.
Trovare il modo di fornire ai giocatori attrezzature e impianti adatti,rendendo
in qualche modo agevole sotto questo punto di vista,la pratica di uno sport di
per sé duro,difficile e impegnativo. La seconda fase consisteva nel compiere un
primo passo nel mondo del football americano,fino ad allora mai vissuto in prima
persona.
Così Bai Giuliano e Lacavalla Ruggiero (due nomi dietro ai quali si celano due
persone decise a tutto pur di "sfondare") entrano a far parte di una
piccola società di provincia,gestita però da nomi autorevoli del football
americano italiano. Da questa esperienza Giuliano e Ruggiero carpiscono segreti
organizzativi,ampliando la loro conoscenza circa schemi di gioco,ruoli;si
mantengono insomma all'avanguardia. Arriva così il giorno in cui i primi due
"Black Knights" si sentono pronti per diventare non solo
"Cavalieri neri" ma anche e indispensabilmente "cavalieri…..d'industria".
Si pongono cioè a capo della "ditta Black Knights" specializzata
nella produzione di……football americano. Da quel giorno i colpi di scena non
sono mai mancati in casa degli Knights,che a distanza di qualche mese sono
riusciti ,come dicevano,a salire nel proscenio dei protagonisti dello sport
Rhodense. Ma andiamo con ordine. Facciamo un passo indietro di qualche riga.
Erano essenzialmente tre le fasi da seguire. Primo:impostare una campagna
pubblicitaria "diversa",che non si affiancasse nemmeno del proverbiale
pelo a quelle di altre discipline sportive. Ed ecco l'affissione di un semplice
cartello pubblicitario e di un comunicato stampa : "Vuoi venire a giocare a
football americano?" diceva la locandina propagandistica. Sicuramente i
promotori di questa iniziativa,i soliti Giuliano e Ruggiero avranno pensato:
"Il football americano è uno sport che richiede impegno:E' duro,difficile
e quindi non vogliamo vedere gente che arriva attratta solo dalla curiosità che
uno sport spettacolare come il football americano suscita nel soggetto. Vogliamo
persone che "credano" in questo sport,ma ci credano con serietà e
impegno in modo da poter costruire valide ambizioni". Nel giro di pochi
giorni una marea di telefonate investiva le segreterie di Giuliano e Ruggiero.
Il primo segno che il football americano era sport per Rho. Mentre le iscrizioni
continuavano ad arrivare,giuliano e Ruggiero cominciavano a darsi da fare per
reperire le attrezzature e per dare ai potenziali giocatori una cura tecnica
adeguata. Da qui il contatto con un famoso personaggio del football americano
milanese,che attratto dall'entusiasmo che circondava l'ambiente rhodense ,decide
di fornire la sua attiva collaborazione al team. Nemmeno il tempo di accorgersi
di quanto si stesse ingigantendo la società ed ecco che due clamorosi colpi di
scena sanciscono definitivamente l'ingresso dei Black Knights nell'olimpo dello
sport rhodense.
Innanzitutto,bisogna
spiegare,per capire il clamore di questi avvenimenti,che Rho è una città
comprendente 61 società sportive. La metà di queste è in serrata ricerca di
una sede,momento di ritrovo molto ricercato. Ebbene,un grande appassionato di
football americano,offre senza nulla pretendere in cambio il salone
dell'autoscuola di sua proprietà alla squadra rhodense per farne una sede. Gli
ultimi arrivati ,senza nemmeno muovere un dito,hanno già una sede. Ma non è
finita:stavolta c'entra molto la componente fortuna,o meglio la fortuna di aver
trovato un assessore allo sport entusiasta del football americano e impegnato
nel dare a Rho lo sport che merita. Ma non perdiamoci in ciance e fiato alle
trombe,dopo aver concesso il campo comunale N°2 per gli allenamenti,l'assessore
Rizzo propone ai Black Knights l'utilizzo per le gare ufficiali dell'impianto
del "Comunale" il qual impianto diventa automaticamente "Casa dei
Cavalieri".
Intanto con sforzi economici non indifferenti,i Cavalieri neri
costruiscono,avvalendosi di un vecchio seminterrato,una palestra tutta loro,dove
i giocatori hanno modo di praticare le ore necessarie di irrobustimento dei
muscoli. E' l'ultimo passo della seconda fase. I giocatori,mentre sono in arrivo
le attrezzature,hanno modo di praticare seriamente e con impianti idonei,il
football americano ad un certo livello. E non è ancora finita:una compagnia di
produzioni televisive contatta gli Knights, che saranno parte integrante
(insieme a tutte le squadre che parteciperanno al prossimo campionato di seri e
"B") di un programma dedicato al football americano intitolato "Scrimmage"
e già acquistato da un importante network nazionale.
Si pensi che tutto questo è stato ottenuto dai Cavalieri neri senza aver
disputato nemmeno un'amichevole e senza che questi abbiano lanciato chissà
quali propositi. Una cosa è certa: Giuliano e Ruggiero hanno giocato a dovere
le carte che avevano a disposizione.
Se riuscissero a trovare lo sponsor,indispensabile ,visti gli sforzi economici
non indifferenti che con l'autofinanziamento i Cavalieri neri riescono
faticosamente a coprire,allora con sponsor,popolarità,attrezzature e
impianti,gli Knights realizzerebbero un fantastico poker.
E se poi sulle orme dei Cavalieri neri,il freddo sportivo rhodense scioglierà
la sua diffidenza,gremendo con entusiasmo gli spalti dello stadio,allora per
Giuliano, Ruggiero e tutti gli altri sarà giunta l'occasione per dichiarare una
magica "scala reale".
Giuliano Bai