Comunicato della AIAFA

 

Ci permettiamo di esprimere il pensiero di tutti gli associati AIAFA, e
di inserire un commento al dibattito in corso, nonostante il fatto che i
protagonisti di questo dibattito siano tutti soggetti estranei alla
nostra Associazione.

Ci permettiamo di farlo perché abbiamo trovato espliciti richiami alla
nostra Associazione, in quanto AIAFA, componente tuttora rilevante del
mondo arbitrale del F.A., anche se momentaneamente non attiva (almeno in
Italia), ha ancora qualcosa da dire e da fare.

Non abbiamo intenzione di entrare nei dettagli nella diatriba
Casonato-Bellini perché ha il taglio del litigio personale.

Non riusciamo, però, ad accettare prese di posizione generali
sull'argomento da chi non conosce la storia del movimento arbitrale in
Italia e non  può averne una completa visione e comprensione, non per
incapacità, ma semplicemente perché non lo ha vissuto sin dall'inizio.

Tutti coloro che, rookies o da poco inseriti nell'ambiente, hanno preso
la decisione di supportare la decisione FIAF, in merito al drastico
cambiamento deciso per il settore arbitrale, possono averlo fatto solo
per una ragione, comprensibilissima: arbitrare.

Non si accusi AIAFA di avere fatto "muro contro muro": semplicemente non
è vero.

In questo punto ci riallacciamo anche ad uno dei commenti del Presidente
Cantù nella sua replica. Da quando in qua il non accettare
pedissequamente tutte le condizioni imposte da chi ha fatto una azione
scorretta, sleale e probabilmente anche irregolare, è fare "muro contro
muro", o "non voler lavorare, lottare, azzuffarsi da dentro" ?!!
Noi dentro c'eravamo! 
Semmai è stata FIAF ad avere preso una decisione "da fuori", senza
coinvolgere chi, per anni, aveva collaborato, anche a proprie spese, nel
pieno rispetto delle regole e sostenuto il mondo del F.A. in Italia e
all'estero.

Possibile che nessuno si ponga la domanda sul perché trenta persone
(dicasi trenta, tra cui anche alcuni rookies o giovani), tutti
spaventosamente legati al F.A. e tutti ansiosi di essere in campo,
abbiano deciso di non accettare ciò che è successo semplicemente perché
è successo?.

Possibile che siano tutti rimbambiti, scemi, stregati o collusi con
qualche sorta di magica entità massone?  Tutti?!? Tutti schiavi degli
interessi personali di qualcuno?!?

Non è più accettabile il fatto che esistano anche dei principi?

Non è più semplice pensare che a trenta persone su quaranta è apparso
subito chiaro che ciò che è stato fatto, è stato fatto in modo
strumentale perché, da un lato, è più facile pagare il debito a dieci
arbitri che pagarlo a quaranta e, dall'altro, perché c'è in qualcuno
l'ambizione sfrenata di essere "one man band", legittimato da tale
operazione?

Non è ancora evidente che questa azione è stata realizzata in modo
premeditato (e di questo, se mai fosse necessario, il Sig. Bellini in
una sua lettera antecedente, ed il Presidente Cantù, direttamente a noi,
hanno fornito esplicita conferma) e che qualsiasi ricerca di compromesso
era destinata a morire in partenza?

A noi appare chiaro che, attuando tutto ciò, si danneggia l'intero
movimento del F.A. e, nelle ultime settimane stiamo assistendo a
lamentele sugli arbitraggi ben più insistenti e pesanti di quante non ce
ne fossero mai state con la precedente gestione del settore.
Questo è ciò che crediamo e lo ribadiamo a tutti gli addetti ai lavori e
a tutti coloro a cui interessa sapere e capire.

Abbiamo iniziato a fare proposte molto prima che il problema del
rinnovamento del CNA in accordo alle esigenze CONI emergesse. E sono
state tutte proposte fatte nell'assoluto rispetto di ciò che ci veniva
chiesto.
Niente da fare.

Se, come ci è stato detto, non c'erano soldi un anno fa, le scelte
possibili erano due: o niente soldi per nessuno o quei pochi per tutti.
Sono anni che va così, nel rispetto delle regole. Invece si è scelta (e
non è stata certo una scelta AIAFA) la via del "tutto per pochi".

Il mese scorso una rappresentanza del Consigli direttivo AIAFA s'è
incontrata con il Presidente Cantù per sottoporre una proposta che è
quanto di più "collaborativo" possa esistere.
Abbiamo proposto un rientro "morbidamente" scaglionato del credito e la
ripresa immediata dell'attività come Associazione esterna, nei termini
previsti e regolamentati dal nuovo regolamento organico FIAF,
riadattato, non si è ancora capito bene da chi. Una soluzione che
salvava capra e cavoli.
Risultato: per un motivo (i soldi che non ci sono) o per l'altro (a
qualcuno tremano le ginocchia), niente da fare. Sempre noi a fare "muro
contro muro", a non cercare una soluzione, a fare solo "chiacchiere".

Abbiamo provato di tutto. Adesso basta.

Abbiamo preannunciato e avvieremo al più presto azioni atte a tutelare i
diritti degli iscritti. Siamo convinti che sia sul lato economico, sia
su quello arbitrale, otterremo giustizia.

Adesso sì, finalmente, si potrà dire che facciamo "muro contro muro": la
pazienza ha un limite e la nostra dura da undici mesi.

Un ultima cosa.

Per favore non si citino sacrifici nei week-end, lavoro, disponibilità e
quant'altro. Non lo si faccia, se non altro, per rispetto ai colleghi,
arbitri AIAFA che, sin dal 1984 e via via coloro che si sono uniti dopo,
hanno dato a questo sport, almeno quanto, se non di più, dei più
veterani tra gli attuali arbitri CNA.

Da molti mesi ormai ci siamo riproposti di assumere una posizione
politicamente corretta e di evitare la polemica, soprattutto quella
personale. Vogliamo sperare che questa lettera non venga valutata come
tale, ma, ogni tanto, di fronte a certe considerazioni, ci sentiamo in
dovere ed in diritto di tornare a fare sentire la nostra voce.

Ribadiamo, come già fatto in una precedente lettera pubblicata su
Huddle, che chiunque fosse interessato a contattarci per qualsiasi seria
motivazione, può farlo attraverso il nostro Segretario, Pasquale
Rizzello, ai seguenti recapiti.

Tel Uff. 02/25147709
Fax. Uff. 02/25149425
Cell. 0338/5064068
e-mail rizzello@mediaset.it

Grazie per l'attenzione.

Ezio Zerbi
Presidente AIAFA
Per il Consiglio Direttivo

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