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AQUILE FERRARA 47 - 14 RED JACKETS SARZANA

Quando si perde, in genere, si perde e basta.
Ma dobbiamo riconoscere che a volte ci può essere sconfitta e sconfitta.
Ebbene oggi, nel nostro caso, abbiamo perso e basta.
L'essersi presentati sul campo senza quattordici giocatori, assenti per vari e mi auguro validi motivi, rappresenta per me una sconfitta prima ancora del fischio d'inizio. Ma poco importa questo problema di fondo, visto l'impegno dimostrato da chi ieri era su quel campo a difendere quei colori in cui sicuramente crede molto più di altri e per il quale tutti i veri compagni gli saranno di certo riconoscenti.
Siamo partiti col botto e ci siamo beccati subito dai nostri coach una di quelle lavate di testa che non si scordano per tutta la vita. Ma la partita era ancora lontana, come noi con la nostra testa.
Poi forse ci siamo voluti far perdonare. Ed abbiamo segnato subito con un ottimo ritorno di kickoff del nostro Richard Prebula ispirato da una serie paurosa di blocchi in campo aperto. Tutto bello da vedersi ed ottimo per il morale.
Ma da quel momento fino al fischio finale tutto è sembrato andare storto sul quell'ottimo campo di gioco. Ed i Red Jackets non sono mai riusciti ad essere veramente loro stessi.
L'impressione da dentro il campo era che subissimo come un inspiegabile stato confusionale, come se non capissimo i loro giochi difensivi. Vista da fuori la partita pareva invece che noi tutti giocassimo a rallentatore contro un avversario addirittura accelerato rispetto alla norma in reattività e movimenti. Sbagliavamo sia gli angoli di bloccaggio che quelli di placcaggio, ci facevamo spesso battere in velocità, tagliare fuori dalle azioni, eravamo più deboli fisicamente. Questo a lungo andare costringe una squadra a pagare un pesante scotto sulla partita, pagando touchdown su touchdown, ed infierendo spietatamente su chi in quel momento seppur giocando male ce la sta mettendo tutta per riprendere in mano le redini della partita.
Ho visto solo delle ottime individualità ieri tra i Red Jackets Sarzana, non sono riuscito a vedere altro. Ho visto per l'attacco il runner americano dimostrarsi veramente americano e macinare discretamente yards, intercettare ed anche segnare alla grande. Ho visto il giovane quarterback Federico Castagna subentrare con determinazione al titolare infortunato e guidare la sua squadra come un giocatore d'esperienza. Ho visto una batteria di ricevitori mettercela tutta per ricevere ottimi palloni o per bloccare in favore delle azioni di corsa. Ma non sono riuscito a scorgere l'attacco vincente per il quale ogni giocatore offensivo sognerebbe di giocare. Ho visto per la difesa un Luca Chirico finalmente ritrovato mettercela tutta usando calma, determinazione e spirito costruttivo. Ho notato la grinta con la quale difensori come Paolo Gambarini, Andrea Pelosi, Alessandro ed Emanuele Martini e Marco Chiasserini aggredivano l'avversario incuranti della crisi in cui versava la loro squadra. E non posso trascurare figure come Davide Osti e Luca Baldassari, che si sono prestate con spirito di sacrificio a doppi ruoli veramente impegnativi.
I giovani sono stati secondo me i migliori in campo, tutto sommato. Infatti a mio avviso quando una partita viene persa 47 a 14 i veterani dovrebbero meditare e basta senza tentare inutili e ridicole arrampicate sugli specchi fatte di scuse ed alibi. E così mi pare sia stato e sia tutt'ora.
Una squadra gioca male mezza partita, perde dei titolari lungo la strada, accumula un imbarazzante svantaggio per poi, come forse è giusto che sia, lasciare il campo se possibile alla voglia di esperienza dei più giovani.
Fortuna che i nostri giovani sono stati all'altezza ed hanno vinto il parziale con l'immagine, figurando preparati, determinati e concentrati.
I nostri coach hanno voluto dare un senso alla giornata in ogni caso persa osservando al lavoro chi fino ad oggi ha vissuto forse immeritatamente nell'ombra. E così c'è stata occasione per Giacomo Orlandi, Francesco Barotti, Thomas Milani, Luca Biagini, Fabio Destri, Vittorio Emanuele Cucurnia, Fabio Nicoli, Carlo Orlandi e compagnia.
Il gruppo comunque è rimasto compatto, le critiche sono state solo costruttive e durante le partita si è ragionato sempre con calma e determinazione vincente. Ma i Red Jackets hanno proprio girato male in quella domenica di cielo coperto sul Velodromo di Ferrara. Peccato.
Ora non ci resta che pensare all'altra metà campionato che dobbiamo ancora giocare. Preparando le nostre partite per sconfiggere dei battibilissimi Hogs Reggio Emilia, Blacks Torino e Kings Gallarate. Per giocare a testa alta contro delle poderose Aquile Ferrara e soprattutto per sconfiggere di brutto la sfortuna.
Io, nel frattempo, tenterò con tutte le mie forze di essere assieme a voi sul campo. Anche se uno spietato quanto affrettato referto medico strappato per ora solo ad un centro di Pronto soccorso parla di una prognosi più lunga di ogni mia aspettativa pessimista. I medici, si sa, a volte sbagliano. Ed io non trascurerei nessuna possibilità.
In bocca al lupo a noi tutti.

Red Jackets - Il Presidente

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