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8° GIORNATA

BLACKS - TIGERS 14-22
(0-0, 6-8, 0-8, 8-6)

Second Quarter
Blacks - Gilaudo 20 pass from Brena (PAT failed)
Tigers - Manfredini 11 pass from Gerbino (Carlino Pass)

Third Quarter
Tigers - Della Casa 3 run (Cantini pass)

Fourth Quarter
Tigers - Carlino 16 pass from Gerbino (PAT failed)
Blacks - Brena 30 run (Biasotti pass)

Tribune piene al Cenisia di Torino per il derby di ritorno tra Blacks e Tigers. Le circa 500 persone presenti hanno assistito ad una partita bella a metà, ma sicuramente avvincente e combattuta. I Blacks sfiorano il colpaccio, che mai come in questa occasione è stato vicino, possibile e meritato, ma debbono tuttavia fare i conti con i propri errori, in campo e sulla sideline, che hanno pregiudicato l'esito finale di un incontro che hanno tenuto in mano per una buona parte. I Tigers, in emergenza ricevitori per l'assenza dei due titolari Sparapano e Gertosio, hanno faticato non poco ad avere ragione di una squadra che ha lottato con il coltello tra i denti per tutto l'incontro, ed ha creduto nella rimonta anche quando il passivo sembrava incolmabile. Alla fine l'esperienza dei felini ha avuto la meglio, ma la lunga seduta post-partita a centrocampo, con le urla dei coaches che si sentivano sin dalla tribuna, lascia ben immaginare che la dirigenza ed il coaching staff neroarancio non siano proprio soddisfattissimi della prestazione dei loro ragazzi.
Erano i Blacks ad avere il primo possesso, e subito lo schieramento dei giocatori in campo era a suo modo sorprendente: a dare i segnali e dirigere l'attacco dietro alla linea si schierava il ricevitore Alessandro Brena, con il quarterback Alessandro Biasotti che si allineava nell'insolita posizione di tight-end. Lo scambio di ruoli sembrava dare i suoi frutti, con l'attacco Blacks che, orfano del RB Espinoza che all'andata fece ammattire la difesa neroarancio, guadagnava bene sia sulla terra che in aria. Qualche gioco di assestamento per la difesa dei Tigers, che prendeva comunque le misure e costringeva gli avversari al punt. Che non sarebbe stata una buona serata lo si intuiva al primo gioco offensivo dei Tigers, quando Gerbino, sotto pressione, sparacchiava un pizzardone tremendo, prontamente intercettato da Biasotti (sempre lui... onnipresente in attacco e difesa), che restituiva l'ovale ad una gasatissima formazione di casa. L'occasione, pur ghiottissima, non veniva sfruttata dai Blacks, che restituivano la palla agli avversari dopo pochi tentativi. I Tigers macinavano bene il campo fino a giungere sulle 20 offensive a giocarsi un quarto tentativo. Gerbino ci provava con un pregevole scramble sulla sinistra, ma Biasotti gli negava il primo down sbucando improvvisamente dal nulla per placcare il QB avversario vicino al secondo paletto della catena.
Finiva così il primo quarto, ed il secondo sembrava aprirsi nel migliore dei modi per i Blacks. Al termine di un pregevole drive che li portava sin sulle 20 offensive, i Blacks sprecavano la loro prima occasione con un banalissimo fumble sull'hand-off, prontamente ricoperto da Paolo Rigazzi per i Tigers. Non era comunque finita lì, perchè i Blacks costringevano i Tigers a restituire il pallone e si riportavano sotto. Ancora una volta il pallone era sulle 20 yards offensive, ma stavolta il pass di Brena trovava Gilaudo tutto solo nell'angolo destro della end-zone. Ricezione comoda e tranquilla e vantaggio Blacks 6-0 dopo la trasformazione fallita. I Tigers non ci stavano, si tiravano su le maniche, e percorrevano tutto il campo in poco tempo, giusto per arrivare sulle 10 avversarie con pochi secondi ancora sul cronometro. Gerbino trovava prima Manfredini per il TD del pareggio, poi Carlino per la trasformazione da due che mandava le squadre al riposo sul punteggio di 8-6 Tigers.
Alla ripresa del gioco i Blacks sembravano non aver recuperato il colpo, e si facevano infilare dalle corse di Della Casa e Cecchi, fino a subire la meta di Della Casa, che con una corsa da tre yards trasformata da due da Cantini portava i Tigers a più di due segnature di distacco. La difesa dei Blacks perdeva anche il suo faro Pino Anello, e le cose sembravano mettersi piuttosto male per i padroni di casa. I Tigers non facevano nulla di trascendentale, ma l'assoluta mancanza di reazione da parte dei Blacks gli facilitava di molto le cose. Arrivava ancora il TD di Carlino, che portava i Tigers sul 22-6 all'inizio del quarto periodo, e finalmente una scossa rianimava la compagine in maglia nera. Alessandro Brena in questo finale di partita era protagonista assoluto. Fin troppo, oseremmo dire, poichè il suo impiego a tempo pieno in attacco, difesa e special teams ne avrebbe causato il decisivo calo di lucidità nel momento topico dell'incontro come vedremo in seguito. Uno spettacolare lancio di Brena per Gilaudo portava i Blacks sulla 30 offensive, infiammando la panchina ed il pubblico di parte Blacks. Un paio di giochi più tardi era lo stesso Brena a tenere palla e ad eludere l'intera difesa neroarancio per un fantastico TD da trenta yards. La trasformazione da due su Biasotti rimetteva in corsa i Blacks, ora sotto di soli otto punti. L'onside kick sembrava scontato, visto anche il pochissimo tempo rimasto, ma sorprendentemente i Blacks calciavano profondo, consegnando la palla ai Tigers e confidando evidentemente sulla grinta della propria difesa. Un grosso aiuto veniva anche dalla sideline dei Tigers i quali, anzichè andare sulla terra per consumare il tempo, schieravano incredibilmente una formazione con quattro ricevitori e mettevano il pallone per aria al primo tentativo. L'intercetto sembrava nell'aria, e quasi si verificava, ma il difensore dei Blacks arrivava con una frazione di secondo di ritardo, e riusciva solo ad accompagnare il pallone a terra senza riuscire a prenderlo. Dopo lo scampato pericolo la panchina neroarancio ripresentava la stessa identica formazione da lancio dichiarato, ma metteva la palla nelle mani di Dela Casa, prontamente bloccato dalla difesa Blacks. Ancora un gioco con poco guadagno ed i Blacks vedevano concretizzarsi lo scenario sperato: punt dei Tigers e palla in mano con la possibilità di pareggiare la partita.
Era solo un'illusione però, perchè a questo punto Alessandro Brena commetteva l'unico ma sanguinoso errore della sua straordinaria partita. La traiettoria del punt era facile, e la copertura sembrava funzionare, tanto che si intravvedeva un'ottima possibilità di ritorno per Brena, il quale, però, non tratteneva l'ovale in fase di ricezione. La palla rotolava proprio tra le gambe di un giocatore avversario che la ricopriva prontamente, mettendo così la parola fine alle velleità di rimonta dei Blacks ed all'incontro.
I Blacks avrebbero meritato molto di più, a nostro giudizio, ma come detto in apertura, certe scelte societarie e certi errori sul campo si pagano molto duramente. Amalgamare una squadra con tanti giocatori di differenti provenienze che non si allenano quasi mai insieme è, se non impossibile, quantomeno difficile, tanto quanto lo è far giocare i ragazzi in ruoli in cui non si sono mai allenati. Tutto ciò si evidenzia nei problemi con gli handoff, nelle tracce dei ricevitori piuttosto approssimative e soprattutto nella mancanza di coesione tra i reparti. Un discorso a parte merita Alessandro Brena. Sicuramente è il miglior talento della squadra, ed altrettanto sicuramente a lui si deve almeno il 50% della partita di sabato, ma il suo impiego in tutti i ruoli possibili ed immaginabili (l'abbiamo visto via via fare il QB, la safety, il punter, il ritornatore di punt e kickoff) ne pregiudica il rendimento nei momenti chiave. Prova ne sia che il buon Alessandro è arrivato al ritorno di punt decisivo giustamente privo di quella lucidità che gli sarebbe stata necessaria.
Il discorso per i Tigers è invece diverso. Pur con l'attenuante degli infortuni (ma Manfredini, Carlino, Tinelli e soprattutto il determinatissimo Carnevali non hanno certamente fatto rimpiangere i titolari) i Tigers non hanno brillato. E' la seconda partita consecutiva vinta senza particolari meriti e, sebbene alla fine contino i punti in classifica, ciò dovrebbe suonare da campanello d'allarme in vista degli incontri di wild card e di playoffs. E' vero che nei momenti difficili e con gli avversari giusti i felini tirano fuori le unghie (vedi la partita-capolavoro contro Bologna), ma certe volte vincere le partite senza patemi d'animo non sarebbe poi una cattiva idea.

- Massimo Foglio -

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