Huddle Magazine
 

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by Gabriele Garoldi

 

27-10

Per il terzo anno consecutivo il cammino nei playoffs dei Tampa Bay Buccaneers passa per il Veterans Stadium di Philadelphia, stadio nel quale i Philadelphia Eagles hanno disputato varie stagioni NFL e che si accingono a salutare con l'odierna NFC Championship, dato che dal prossimo agosto giocheranno in una nuova struttura.
Nei due anni precendenti lo scontro tra Eagles e Bucs non ha mai avuto storia, vuoi per la differenze tecniche tra la due squadre, vuoi per le condizioni meteo tipiche dell'inverno del nord negli USA, in un modo o nell'altro i Philadelphia Eagles avevano sempre letteralmente massacrato i Buccaneers. Ad esempio nelle ultime tre partite giocate in questo stadio Tampa Bay non aveva mai realizzato un touchdown offensivo, ed inoltre in tutta la sua storia Tampa Bay aveva vinto solo una volta quando la temperatura era inferiore ai 40°F.
Con queste premesse e con una temperatura esterna di 26°F, che diventano 15°F grazie al vento, i pronostici della vigilia sembravano quindi decisamente favorevoli alla squadra di casa che per molti analisti era gia' predestinata a passare la prossima domenica al caldo della California ed invece…
Ed invece non e' andata cosi', il punteggio e' stato forse un po' troppo severo con gli Eagles, ma la supremazia dei Buccaneers e' assolutamente fuori discussione, soprattutto in difesa dove la grande pressione della linea ha quasi sempre costretto Donovan Mc Nabb ad affrettare il rilascio del pallone senza potere trovare un ricevitore libero.
Difficile trovare un vero giocatore chiave per questa partita, in attacco i Bucs hanno fatto la loro onesta partita, forse non avranno un attacco spettacolare, ma la "cura Gruden" ha avuto i suoi effetti positivi, e sono sicuramente migliorati rispetto agli anni passati: Brad Johnson sembra avere trovato la sua dimensione in questo sistema offensivo ed inoltre Mike Alstott ogni volta che corre in possesso di palla sembra quasi inarrestabile, soprattutto sui guadagni corti.
La partita dei due QB e' stata quindi vinta da Brad Johnson ( 20/33 259 yds 1 TD 1 INT) il quale ha avuto molto piu' tempo a disposizione per leggere le traiettorie dei propri WR, rispetto ad un McNabb ( 26/49 243 yds 0 TD 1 INT) che, come gia' detto, e' stato piu' volte in balia delle linea di difesa avversaria.
Ma andiamo per gradi iniziando dall'apertura di partita che non poteva essere migliore per la squadra di casa, infatti sul kickoff iniziale di Martin Gramatica, il ritornatore degli Eagles, Brian Mitchell, si esibisce con una notevole prestazione agonistica ritornando il calcio per 70 yds, fino ad arrivare alla linea delle 26 yds di Tampa Bay. Un rapido passaggio di McNabb per Staley seguito da una bella corsa dello stesso Staley dalla linea delle 20 yds, portano il pallone nella end zone dei Buccaneers, e cosi', in meno di un minuto, gli Eagles si trovano in vantaggio per 7-0 e sembrano avere dato una bella spallata iniziale ai Buccaneers.
Tampa Bay potrebbe subito cedere ai ricordi delle recenti sconfitte su questo campo, ed invece con una equilibrata serie di chiamate, che alternano buone corse di Pittman e Alstott a brevi guadagni aerei sui lanci di Johnson, i Bucs arrivano all'altezza delle 30 yds di Philadelphia, prima di essere fermati da un passaggio incompleto su un 3rd & 3. 
Entra quindi in campo Martin Gramatica, che con un FG da 48 yds sblocca il punteggio per Tampa Bay realizzando i primi 3 punti della partita.
La palla torna cosi' ai Philadelphia Eagles i quali cominciano a "saggiare" la durezza della difesa dei Bucs, che sale in cattedra costringendo McNabb e compagni ad un 3 & out.
Ma anche la difesa degli Eagles non e' da meno, infatti Johnson viene subito intercettato da Taylor sulle 47 yds dei Bucs, ridando subito il possesso agli Eagles, in una ottima posizione di campo.
Ma ormai si sta cominciando a vedere quale sara' il leit-motif di questa partita, ovvero l'ennesima conferma del vecchio detto del football americano, vale a dire: " L'attacco vende i biglietti, ma la difesa vince le partite", e seguendo questo motto, sempre attuale, la difesa dei Bucs riesce ancora a fermare l'attacco degli Eagles evitando anche che venga segnato un FG, al quale gli Eagles sono costretti a rinunciare, vuoi per la distanza non facilissima ( 49 yds) vuoi per la presenza del vento contrario alla direzione del pallone.
Grazie quindi ad un buon punt degli Eagles, i Bucs sono costretti a ripartire dalle proprie 4 yds, iniziano bene il loro drive con due corse di Mike Alstott, e poi esplodono letteralmente con quello che potrebbe essere considerato il vero e proprio turning point della partita: partendo dalle proprie 24 yds Johnson lancia il pallone nelle mani di Jurevicius, il quale dopo la ricezione si invola letteralmente nella secondaria degli Eagles venendo fermato solo all'altezza delle 5 yds. Un paio di corse di Mike Alstott, la seconda delle quali dalla distanza di 1 yds e con la presenza in linea di attacco di Warren Sapp, portano i Bucs nella end zone degli Eagles, passando cosi' in vantaggio per 10-7, punteggio sul quale si conclude il primo quarto di gioco.
Nel secondo quarto la musica non cambia, le difese salgono in cattedra e costringono gli attacchi avversari ad uscire dal campo rapidamente, ma nel secondo caso i Bucs sono costretti al punt partendo dalle proprie 3 yds, questo favorisce di molto la posizione di partenza dell'attacco degli Eagles i quali infatti, nonostante le difficolta', riescono ad arrivare sulle 12 yds di Tampa Bay, permettendo cosi' ad Akers di realizzare un facile FG che porta il punteggio sul 10-10.
Sul successivo possesso di palla, i Bucs dimostrano di essere una squadra matura per il gran finale di San Diego: infatti partendo dalle proprie 20 yds Brad Johnson e compagni imbastiscono una serie di giochi alternando perfettamente brevi corse con guadagni medio lunghi sui passaggi, fino ad arrivare sulle 9 yds degli Eagles da dove Brad Jonhson lancia tre la mani di Keyshawn Johnson, il pallone che vale il 17-10 sul quale le due squadre vanno al riposo.
Nel terzo quarto le difese diventano letteralmente dominanti, nessuno dei due attacchi riesce a combinare nulla di buono ed addirittura in un caso particolare, McNabb viene placcato da Barber causando cosi' un fumble recuperato dallo stesso Barber. Purtroppo per Tampa Bay questo fumble recuperato servira' a ben poco, dato che il suo attacco non riuscira' a sfruttare subito l'occasione, cosa che invece accadra' verso la fine del terzo quarto quando partendo dalle proprie 48 yds i Bucs riescono a guadagnare un paio di primi down sufficienti per permettere a Gramatica di realizzare un FG dalle 27 yds con il quale portare il punteggio sul 20-10 e mettere con le spalle al muro gli Eagles.
Si arriva cosi' alla parte finale della partita: con palla sulle proprie 18 yds, 6:31 da giocare nell'ultimo quarto di gioco, Mc Nabb e compagni scendono in campo, sapendo che e' la loro ultima occasione per restare in partita, iniziano cosi' una buona serie di giochi, che li porta sulle 10 yds dei Bucs con poco piu' di 3 minuti da giocare, ovviamente si spera in un rapido TD e magari anche di riavere la palla su un successivo onside kick, ma tutti questi pensieri svaniscono in un istante, quando il pallone lanciato da Mc Nabb viene intercettato da Ronde Barber il quale si invola verso la end zone avversaria realizzando il piu' lungo ritorno di intercetto nella storia del Championship NFC ( 92 yds ) e mettendo la parola fine alla partita, eliminando cosi' Philadelphia dai playoffs e regalando ai Tampa Bay Buccaneers il loro primo viaggio al SB nella storia della franchigia.
La vittoria dei Bucs, come gia' detto e', sicuramente meritata ed il merito principale va certamente alla loro difesa, ma anche il loro nuovo Head Coach, John Gruden, ha avuto i suoi meriti permettendo a Tampa Bay di fare quel passo in piu' che li ha trasformati da una squadra da playoffs in una squadra da SuperBowl.
Ed a San Diego, sara' proprio la ex squadra di Gruden a cercare di sbarrare la strada ai Bucs, proprio gli Oakland Raiders che dopo due sfortunate eliminazioni negli anni precedenti, sono finalmente riusciti a raggiungere l'agognata partita finale, che visti i partecipanti, negli USA hanno gia' ridenominato da Super Bowl XXXVII a Pirate Bowl I.