Huddle Magazine
 

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LE PAGELLE
by Alessandro Taraschi

WILD CARD

 

41-0

JETS
Pennington 9 – Non ha sbagliato praticamente nulla. Alla sua prima apparizione nei playoff indovina una prova da veterano di mille battaglie e annichilisce con stupefacente freddezza i Colts. È nata una stella.
Martin 6 – Non nella miglior serata della carriera, può permettersi di stare seduto sulla side line a guardare Jordan, non appena il risultato è in cassaforte.
Jordan 8,5 – Aveva già mostrato di saperci fare, ma 102 yard guadagnate e 2 mete in una partita di playoff sono un’altra cosa. Ottimo.
Anderson 7 – Un lampo, ma che lampo. Sblocca la partita come il miglior centravanti di razza. E metteteci che è anche il touchdown su ricezione più lungo nella storia dei Jets ai playoff.
Chrebet 6 – Due sole ricezioni, ma tutte e due con oltre 20 yard di guadagno.
Moss 7 – Il più pimpante dei ricevitori biancoverdi merita un punto più di Chrebet per aver ricevuto tre volte in più, e qualcosa più di Coles per il touchdown. Non ce lo aspettavamo così preciso sul corto.
Coles 6,5 – Si limita a compiti di possesso palla, e per come s’è messa la partita si tratta della miglior cosa da fare.
Difesa 8 – Bloccano anche le idee dei Colts. Tant’è che Manning corre come un folle prima di ogni snap per cercare soluzioni diverse da quelle previste nell’huddle dopo aver “letto” la difesa, quest’ultima si adegua (ma la sensazione è che sia Manning a capirci poco) e reagisce alla perfezione. Sempre. Anche quando almeno tre punti sembra che i Colts li possano mettere, invece ecco arriva l’intercetto.
Special team 7 – Nulla di fatto Santana Moss, ma il settantello di Chad Morton non è affatto indifferente. Inappuntabile Hall.
Coach Edwards 8 – Preciso, preciso, annichilisce l’amico Dungy. Ora a Oakland lo attende la prova del nove. Allenatore futuribile se ce n’è uno.

COLTS
Manning 3,5 – Audible ad ogni azione. Corsettine a destra e a manca per avvisare i suoi del cambio di schema post lettura della difesa. Se fossero state idee geniali ce ne saremmo accorti ed i suoi non avrebbero concluso a zero, peccato. Imbarazzante come zompetti per evitare i sack, non sembra un qb del 2000.
James 4 – Niente da fare, non sembra ancora al top della condizione e Mungro fa decisamente meglio di lui. Il terreno non lo aiuta ma non basta come attenuante. L’estate per rigenerarsi.
Mungro 6 – Meglio di James. È abbastanza per una piena sufficienza soprattutto perché Dungy gli dà la palla appena 4 volte, vero è che correre sotto di 30 non conta granchè… 3 ricezioni per 31 yard, ed anche qui siamo meglio di James.
Harrison 5 – Paga la serata di Manning, ci infila un drop anomalo e scappa l’insufficienza.
Wayne 5,5 – chiamato in causa poco, risponde, ma per il 6 è un po’ poco.
Pollard SV - Non doveva certo vincerla lui. Non pervenuto.
Difesa 4 – Mai in grado di impensierire Pennington. I Jets fanno quello che vogliono e sembrano i 49ers di Montana.
Special team 4,5 – Vanderjagt sbaglia l’unico field goal tentato e pasticciare sui ritorni non aiuta, così come concedere 70 yard a Chad Morton…
Coach Dungy 2,5 – A Tampa non aveva potenziale offensivo. E gli abbiamo creduto. Chi più, chi meno. Qui non ci sono scuse che tengono, Indianapolis non è migliorata di una virgola ed i risultati ottenuti sono stati gli stessi che con Mora. Infine concedeci un dubbio… ma sapeva che doveva giocare coi Jets? Aveva preparato un game plan? O aveva detto a Peyton Manning vai e va dove ti porta l’audible?

Ball of the match: Chad Pennington. Non si discute. E non sarà l’ultima.

7-27

PACKERS
Favre 4,5 – Perchè non rilascia dichiarazioni nel dopo partita per la prima volta in carriera. Ovviamente stiamo scherzando. Il 4,5 è frutto di una prestazione incolore per uno come lui. Soprattutto se si considera che avrebbe gradito il titolo di Mvp e che pensava di poter vincere il secondo anello e ritirarsi alla grande. I suoi ricevitori non sono all’altezza, è vero, ma lui potrebbe adeguarsi e cercare più il tocco che la potenza se i suoi non riescono chiudere le mani mentre passano i suoi traccianti. Pensato troppo in grande? Per vincere servono i sacrifici… Tornerà… ha solo 33 anni.
Green 4,5 – Brutta cosa gli infortuni. Condizionatissimo, non va da nessuna parte. E si fa male di nuovo. Palestra e birretta in compagnia di James quest’estate.
Driver 6 – Niente da fare. C’ha provato, ma l’infortunio era ancora troppo fresco ed alla prima sollecitazione vera (proprio sull’unico TD dei Packs) s’è riacutizzato. Quindi out il più grande amico tecnico di Favre quest’anno e tentativo di rimonta finale senza Green, Driver e Glenn, improponibile.
Glenn 4 – Più totale che particolare. Non è stato l’aggiunta che credevano nella Baia. Anche lui costretto ad abbandonare in anticipo per una commozione cerebrale. Una ricezione, 11 yard.
Ferguson 5 – Dovrebbe elevarsi a stella per sopperire a tutte le assenze e cogliere l’attimo per guadagnarsi più spazio in futuro. Non lo fa.
Walker 7 – Unico che aiuta Favre nella serataccia di sabato. Puntare sull’84 le fisches della prossima stagione.
Franks 5 – Non influente nella red zone, dove solitamente impazza.
Difesa 4,5 – Manca Sharper e con lui non c’è il cuore pulsante della difesa. Quindi si fa male anche Brown (la fortuna effettivamente non ha baciato Green Bay) e allora non è più possibile controllare i Falcons che diligentemente fanno quello che serve loro per avanzare nei playoff.
Special team 4,5 – La carambola con errore delle zebre influisce poco, i due FG sbagliati e i ritorni poco incisivi pesano eccome.
Coach Sherman 3 – Perchè non chiamare quel challange? L’arbitro ha detto che non si poteva? Vabbè intanto getti la bandierina rossa signor Sherman così almeno dimostra al mondo le sue intenzioni. E quel field goal non calciato su quarto e corto? E quello calciato ee sbagliato quando non contava più? Tanti dubbi, questi i più macroscopici

FALCONS
Vick 7,5 – Rilascio morbido come la seta. Grande controllo per tutta la gara. Nessuna forzatura. Ma non era il runningback che aveva sbagliato numero al momento della distribuzione delle magliette? Ah sì, ce lo ricordano un paio di corse nella neve degne di Walter Payton, che spezzano il cuore della difesa dei Packers.
Dunn 7 – Leggero (lo è sempre stato) sì, ma efficace. Se non fossimo ammaliati da Vick il titolo di Mvp finirebbe a lui. Senza strafare chiude con 104 yard totali (15 corse e 4 ricezioni) molte delle quali arrivate sempre nel momento più opportuno.
Crumpler, Gaylor SV - Chiamati in causa di rado.
Duckett 6,5 - Integra alla perfezione Dunn. Quando servono i carri armati arriva lui. Segna pure.
Finneran 6,5 – Bersaglio preferito di Michelino Vick raccoglie 4 palloni appena ma bastano a vincere e ci sta la piena e abbondante sufficienza.
Jefferson 6 – Una ricezione, un touchdown. Per la sufficienza basta e avanza nel suo caso, di WR da tempo nel dimenticatoio.
Difesa 7 – Favre? Annullato. Green? Pure. Glenn e Driver? Anche. Non c’è più nessuno nell’attacco dei Pakcers. Sono leggermente sorpresi da Jevon Walker ma non si tratta di un grosso problema. È in arrivo il babau McNabb ma per ora si godano il 7.
Special team 6,5 – Il freddo e il gelo dovrebbero sfavorirli, ma Jay Feely trova comunque il modo di centrare i pali in due occasioni.
Coach Reeves 7 – Utilizza le armi a sua disposizione impeccabilmente. Gli infortuni degli avversari giocano ovviamente a suo favore. Ha un altro fenomeno di Qb dopo tanti anni con John Elway.

Ball of the match: Michael Vick, che controlla la partita e non cerca la gloria personale ma solo la vittoria dei suoi. Ha 22 anni ma mostra una maturità decisamente superiore all’età.

36-33

STEELERS
Maddox 7 – Primo tempo figlio dell’emozione. Secondo con rimonta nel quarto quarto (terza della carriera, ma ai playoff ha un sapore diverso). Meriterebbe di più per il carattere dimostrato nella ripresa, ma ha ancora una partita per poter arrivare all’8. Lo aspettiamo. Brutti ricordi in arrivo a Tennessee.
Zereoue 6,5 – Prende quello che la difesa gli lascia prendere, finchè non indovina una volata da 36 yard e racimola 73 yard con solo 13 portate. Si fa male sul più bello e lascia il posto a Fuamatu Ma’afala.
Burress 7 – L’alter ego di Ward, a lui spettano i big play, che con Cleveland non arrivano, ma ci sono comunque una meta e 100 yard di ricezione.
Ward 7,5 – Garanzia. Ormai nell’elitè del ruolo, Maddox lo pesca 11 volte e sul corto non c’è soluzione migliore di “palla a Ward”.
Tuman 7 – Tre ricezioni ed un’importantissima segnatura, a cui si aggiunge la conversione da due trasformata su lancio di Randle El.
Randle El 7,5 – Si riprende dopo il primo errore e lo fa alla grande. Nella rimonta si erge persino a leader, andando a ricevere nel mezzo e lanciando alla perfezione per la trasformazione da due punti. Con Ward e Burress ora formano un trio di livello assoluto. Zereoue e Maddox completano il tavolo per il poker da schierare contro i Titans.
Fuamatu Ma’afala 6,5 – Segna il toauchdown della vittoria e merita un voto, ci infila anche due ricezioni con un buon guadagno.
Difesa 6 – Disintegrano il gioco sulla terra dei Browns, ma Holcomb è uno dei misteri di Fatima per le secondarie, che si fanno sezionare dal numero 10 in ogni parte del campo. Benritrovato a Bell, finalmente sui livelli dello scorso anno ma uscito ancora una volta per infoprtunio prima della fine.
Special team 6,5 – Randle El nel bene e nel male. Segna ma perde anche un pallone. Reed non segna l’unico FG calciato e Rouen sui punt potrebbe fare meglio. Ma nevicava.
Coach Cowher 5,5 – Primi tre quarti inconcepibili, poi il talento dei suoi emerge e la grande sostanza della sua difesa li fa prevalere. Per vincere in trasferta serve decisamente qualcosa di più.

BROWNS
Holcomb 8 – Di più non poteva proprio fare. Chirurgico per buona parte dell’incontro, commette un solo errore. I suoi lob con le spirali perfette sono state una gioia per gli occhi dei telespettatori oltrechè per le mani dei suoi ricevitori. “You cannot defend a perfect throw, and it was a perfect throw” continuavano a ripetere i telecronisti. A ragione. 
Green 4,5 – No way. Spazio inesistente tra le maglie nere. Solo una fuga nel mezzo che incrementa un bottino altrimenti imbarazzante.
Northcutt 7,5 – Elettrizzante. Ma quante volte sognerà quel pallone perfetto che gli passa attraverso le due mani? Avesse preso quel lancio staremmo scrivendo di un upset principesco. Riceve, corre, ritorna, segna. Cercasi continuità e poi ne riparliamo ad alto livello. Quel down non chiuso ha condannato i suoi.
Johnson 7 – Con appena 4 palloni toccati incamera la bellezza di 140 yard. Tanto per far capire che Cleveland non è in gita premio apre le danze con un giochetto da 83 yard. Peccato sparisca alla distanza e non trovi una meta che avrebbe impreziosito la sua buona prestazione.
Morgan 5,5 – Quando si è in quattro, più o meno sullo stesso livello, ovviamente a turno si deve cedere il passo al compagno più in forma. Così è stato per Morgan contro gli Steelers.
A. Davis 6,5 – Poco utilizzato, si fa anche male. Il tempo per un gioco da 43 yard con ciliegina però c’è e si chiude una stagione da rookie che ha lasciato intravedere ottime potenzialità. Preferito da Couch più che da Holcomb.
Difesa 6,5 – Chiudono le corse con discreta efficcacia. Per buona parte dei 60 minuti non lasciano respirare i ricevitori di Maddox e lo intercettano due volte. Poi la fatica si fa sentire e il non avere un gioco di corsa minimamente accettabile è uno scotto che pagano principalmente loro.
Special team 6,5 – Bene in tutte le componenti del gioco, non trovano l’acuto che forse meriterebbero, almeno per rispondere a Randle El.
Coach Davis 6,5 – Una prima parte di gara incredibile, poi non riesce ad ottenere nulla dal suo gioco di corsa ed il cronometro gli rema inevitabilmente contro. Fossimo in lui cederemmo un QB in offseason per migliorare linea d’attacco e cornerback. Alla fine una stagione positiva in cui si è giocato sino all’ultimo tutte le sue carte.

Ball of the match: ad Antown Randle El. Tra i due litiganti (Maddox e Holcomb) il terzo (El) gode. Indelebile il segno che lascia sulla partita. È l’uomo copertina di questa Wild Card.

39-38

49ERS
Garcia 7 – Owens lo richiama nel mondo dei vivi con una sveglia sulla sideline che avrebbe ridestato dei mammuth ibernati. Lui risponde presente ed in alcuni momenti ricorda un suo illustre predecessore. Miglior running back dei suoi, con le sue draw l’illustre predecessore di prima lo ricorda ancora di più.
Owens 8 – Rivedibilissimi alcuni atteggiamenti, ma il suo amore per il gioco e per la vittoria non sembrano poter esser messi in discussione. Il primo touchdown fa impallidire la difesa newyorchese, che ci mette del suo. Ma potenza e velocità sono allo stato puro nell’81. Il biglietto per Tampa è un suo regalo (in società con i Giants).
Johnson 7 – Meno folkloristico di Shockey, ma ugualmente importante per il suo quarterback, che lo trova addirittura otto volte per 78 yard.
Barlow 6 – Una faticaccia correre tra i G-men, se poi la partita si mette male lo spazio risulta del tutto inesistente anche sul game plan. Trova un varco per segnare.
Hearst 5 – Niente varco niente sufficienza. Sei tentativi sono pochi, è vero, ma 15 yard pure.
Streets 6,5 – Solo cinque ricezioni per 58 yard. Ma c’è unTD. Paga indubbiamente la gran serata di Owens, ma è un bel pagare, visto l’esito dell’incontro.
Difesa 5 – Per più di tre quarti di gara degli ospiti non ci capiscono un tubo. Poi i Giants invece di correre lanciano e non è proprio possibile non approfittarne.
Special team 6,5 – Due field goal decisivi cancellati, l’ultimo con giallo. Chandler segna quando deve segnare.
Coach Mariucci 6 – Rimette in piedi una partita compromessa affidandosi al no huddle offense nei minuti finali. Scelta vincente che gli vale la piena sufficienza. Impossibile dargli di più pensando ai 24 punti incassati tra secondo e terzo periodo senza batter ciglio.

GIANTS
Collins 8 – L’ipoteca sulla palla della partita era depositata da un pezzo, ma i pasticci dei suoi compagni hanno potuto più del suo braccio. Si è rivisto il miglior Collins che conclude forse la sua miglior stagione in carriera. Ora ci si aspetta per la prima volta il back to back.
Barber 7 – Gli si chiedeva continuità una stagione fa, ed ora la continuità è arrivata, portando con sè un runner di classe. Peccato che Fassell se ne dimentichi quando dovrebbe consegnargli la palla ad ogni tentativo, magari mandandolo sull’esterno.
Toomer 7,5 – Niente da invidiare a Terrell Owens per quel che riguarda la tecnica, qualcosina forse per il fisico. Meno leader, sicuramente. Meno indisponente, altrettanto sicuramente. “Il” ricevitore dei Giants.
Dixon 6 – L’infortunio non era smaltito del tutto ma ciononostante ha trovato il modo di dare il suo contributo a fianco di uno straordinario Toomer. Peccato non aver visto anche Hilliard al loro fianco.
Shockey 6,5 – Potenzialità strepitose. Come riceve lui nel traffico ne abbiamo visti pochi. Possono colpirlo in 15 che, statene certi, non vedrete la palla scivolargli via. Il problema è che solo soletto in end zone manca il touch down che avrebbe mandato i titoli di coda (un punto in meno). Caretterino dei peggiori nel genere. L’episodio del ghiaccio meriterebbe uno 0. Abbiamo valutato il campo e non il comportamento, avessimo fatto la media addio sufficienza.
Difesa 5,5 – 24 punti si devono gestire soprattutto con l’attacco è vero, ma alla fine chi li subisce è la difesa ed è dura dare la sufficienza. Se poi ci torna in mente il placcaggio sbagliato sulla prima segantura di Terrell Owens… è più 5 che 6.
Special team 2,5 – Chiamare un giocatore dal ritiro per i playoff non è stata una furbata. Sinceramente condanniamo più chi ha pensato l’idea che non il giocatore stesso (chi rinuncerebbe?). Fatto sta che due pasticci così nell’incontro più importante dell’anno compromettono la stagione ed il voto è la conseguenza naturale. Non scendiamo più in basso solo per gli efficaci ritorni sui kick off, che danno a Collins ottime posizioni da cui partire.
Coach Fassell 4,5 – Perdere una partita in cui si era avanti di 24 resta inconcepibile, errori arbitrali o meno. Fassell ha grosse responsabilità ed il voto non è peggiore solo per l’eccellente gioco espresso dai suoi Giants prima del patatràc.

Ball of the match: Terrell Owens caratterialmente sarà quel che sarà, ma è impossibile non dargli la palla del match. Senza di lui i Niners non se la sognavano nemmeno la rimonta.