27-10 
BUCCANEERS
B. Johnson 8 – In un momento di forma strepitosa, dimostra di essere molto preciso e diligente quando ha a disposizione tanto tempo per fare le sue scelte. Una sola macchiolina: l’intercetto iniziale.
K. Johnson 7 – Chissà se a fine gara si è lamentato perchè ha ricevuto pochi palloni? Oppure le vittorie addolciscono proprio tutti? Tocca poco la palla ma il suo nome finisce sul tabellone a 2’ e 28” dalla fine del primo tempo.
Alstott 6,5 – Segna, ma non è inarrestabile come in altre occasioni, nemmeno nelle situazioni a lui più congeniali.
Pittman 6,5 – Meglio come ricevitore fuori dal backfield che come running back. L’equivalente di Dilfer al Superbowl, paragondando le due posizioni. Era partito bene.
Jurevicius 6,5 – Una sola ricezione, ma vale tutta la partita. Fa capire ai suoi compagni che stavolta si può vincere davvero. Regala container d’inerzia ai bronzo-arancio.
Difesa 9 – Concede qualcosa a McNabb solo quando la partita è già in cassaforte. La pressione si concretizza con due fumble identici che regalano all’attacco importantissimi extrapossessi. Ciliegina sulla torta la fuga di Ronde Barber, per una difesa che non riesce proprio a finire una partita senza segnare.
Dilger 6,5 – Solo sostanza. Meno presente dei tempi di Indianapolis, ma è un bene, vuol dire che Johnson ha sufficiente abbondanza fra cui scegliere i suoi destinatari.
McCardell 6,5 – Senza farsi vedere riceve più di tutti i suoi compagni. Pochine le yard raccolte e manca il guizzo per qualcosa più di una abbondante sufficienza.
Special team 6 – Gramatica è sempre uno spettacolo, ma Tupa con il suo punt da 6 yard è raccapricciante. Non molto attenti sul ritorno iniziale di Mitchell.
Coach Gruden 8,5 – Uomo del momento se ce n’è uno. Che dire? giocherà il Superbowl contro la sua ex squadra che lui ha contribuito a costruire, non ha permesso a Philly di restare in partita con un game plan ben organizzato che ha evitato a Brad Johnson chiamate che potessero metterlo in difficoltà. Non si è lasciato prendere dal panico dopo l’inizio in sesta degli Eagles. Avanti così. E ha solo 39 anni.
EAGLES
McNabb 5,5 – Una settimana pensavamo potesse bastare. Ma i Buccaneers erano troppo caldi per un Donovan a mezzo servizio. Il ritmo purtroppo per lui non si ritrova in 15 giorni, peccato perché dovrà attendere altri dodici mesi per rifarsi. Seconda eliminazione consecutiva ad un passo dalla meta.
Staley 5,5 – L’inizio al fulmicotone è solo un fuoco di paglia. In seguito il match prende una piega che certo non fa il suo gioco. Impossibile trovare varchi nella difesa di Tampa. Non sembra comunque il running back ideale per Philadelphia.
Thrash 5 – Incolore. Con McNabb sotto tono doveva fare di tutto per aiutarlo. Invece si vede poco. Per restare il numero uno dovrà darsi da fare.
Pinkston 4,5 – Mezzo punto in meno di Thrash per un drop nei secondi finali che non ci si può permettere in momenti simili. Se fa un piccolo salto di qualità presto potrebbe essere il bersaglio preferito di McNabb.
Freeman 6 – L’unica sufficienza insieme a Lewis. Non si arrende mai.
Lewis 6 – Come sempre il miglior amico di McNabb in campo. Gli Eagles non arrivano quasi mai vicini alla end zone e così non può essere letale. Il suo contributo l’ha dato, come sempre.
Difesa 5 – Mai in grado di avere la supremazia sulla linea di scrimmage si lasciano sorprendere da Jurevicius ad inizio gara e la paura si impadronisce di loro. Non l’unità che eravamo abituati a vedere. Statisticamente non è andata male, ma l’attacco di Tampa è sempre sembrato avere il controllo della situazione.
Special team 7 – L’unico touchdown degli Eagles porta la firma di Mitchell incisa col fuoco. Inoltre segnano gli altri unici punti biancoverdi.
Coach Reid 5 – Quando si perde in modo così inequivocabile l’allenatore non può essere esente da colpe. La difesa di Tampa imbavaglia il suo attacco e lui, genio offensivo per eccellenza, non trova la soluzione per muovere con costaanza la palla.
Ball of the match: alla linea offensiva dei Bucs. Il cuore della vittoria. Lasciano a Johnson tutto il tempo di cui necessita per non commettere errori. Gli Eagles non si avvicinano mai al quarterback, e stiamo parlando degli Eagles, non dei
Vikings.
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24-41
TITANS
McNair 8 – Un gladiatore da far concorrenza a Russell Crowe. Lotta indomito nella gabbia dei leoni e lo fa praticamente da solo (avesse qualche ricevitore…). Se i Titans hanno potuto rimanere in partita per almeno metà gara e hanno sperato nel loro inconscio di giocarsela sino in fondo devono ringraziare solo lui. Monumentale.
George 6 – Non ancora smaltita la botta ricevuta contro gli Steelers (ed è comprensibile). Gioca solo la metà di quanto vorrebbe e si divide le incombenze con
Holcombe. Non male, specie nella prima parte di gara, quando è più coinvolto, ma Eddie George era un’altra cosa.
Holcombe 5 – Evita un voto ben peggiore solo grazie a 5 ricezioni. Il suo fumble spalanca le porte dell’inferno ai
Titans, che di lì in poi non vedono più la luce.
Mason 6 – Fa il possibile, ma ovviamente tutti gli occhi dei defensive back sono su di lui perché il resto del reparto è Game Over (come recitava un vecchio spot). Sfortunatamente non si chiama né Terrell
Owens, né Marvin Harrison e nemmeno Randy Moss…
Bennett 6,5 – McNair lo guarda meno del solito, ma forse glielo impediscono le coperture dei
Raiders. Certo che quando si sbaglia e invece di Bennett va a cercare tale Berlin (anche lui bianco e con l’82 invece dell’83) i risultati sono obbrobriosi. Ne nasce un drop di un passaggio perfetto che fa sfumare un guadagno di una trentina di
yards.
Wycheck 6 – Controllato alla perfezione dai linebacker neroargentonon riesce ad essere la consueta valvola di sicurezza per il suo
quarterback. Non riuscire ad aprire il campo con gli altri ricevitori penalizza soprattutto lui.
Kinney SV – Troppo poco per esprimere un giudizio. Certo che vista la sorveglianza riservata a Wycheck qualche pallone in più…
Difesa 5 – Compito arduo arginare i nonnetti. Seppelliti dalla linea offensiva dei
Raiders, non devono farne un dramma dato che ci sono passati tutti in stagione. Gannon con ore di tempo per lanciare non fa fatica a vivisezionare le secondarie, che i loro punti deboli li hanno. 41 punti alla fine della fiera sono tanti.
Special team 5 – Sanguinoso il fumble di Simon per il bilancio finale. Aggiungeteci la frittata su uno dei punt (mai eccezionali) di Heintrich ed ecco che sebbene non ci siano errori sui FG non può arrivare la sufficienza.
Coach Fisher 6,5 – Poche le sue colpe. Dovrà rivedere i suoi piani difensivi perché 93 punti in due partite con i Raiders sono veramente tanti. Se avesse a disposizione il miglior George e un ricevitore vero potrebbe pensare anche di spuntarla. Ma non così. Si affida a McNair e fa bene. Promosso anche il look e l’atteggiamento più pacato che in passato.
RAIDERS
Gannon 8,5 – Statistiche da fantascienza e partita da cineteca per uno che pochi al mondo avrebbero immaginato così in alto tre o quattro anni fa. E invece dietro una linea granitica spunta un quarterback che fa fruttare tutta la sua esperienza ogni volta che riceve uno
snap. Se poi dalla tasca ci esce può anche scapparci un buon guadagno, o una meta.
Rice 7 – Difficile davvero credere che abbia 40 anni. Probabilmente potrebbe giocare sino a 60! Il bello di tutto questo è che non si accontanta di vivacchiare. Va nel mezzo, riceve con numeri da circo, scappa a gente che ha
vent’anni meno di lui e a fine giornata sono 79 yard di ricezione, più di tutti gli altri.
Brown 7 – Un futuro Hall of Famer che ha il piacere di arrivare al Superbowl solo quando le primavere sono più vicine ai 40 che ai 30... 9 ricezioni, niente big play, niente TD ma va benissimo così.
Garner 7,5 – Come al solito non corre quanto potrebbe, ma è solo una questione di menabò offensivo. Due mani per ricevere da far invidia a tutti i ricevitori dei
Titans. Mezzo punto regalo per il touchdown.
Porter 7 – Niente a che vedere con la fenomenale prova contro i Jets. Ma è sempre la scossa elettrica a disposizione di
gannon, che segna quando deve farlo e raccoglie l’unico passaggio che porta ad un guadagno superiore alle 30 yard. Cosa ci fa qui in mezzo questo bambino?
Impara, alla grande, nutrito con Plasmon d'eperienza ed omogeneizzati di
classe purissima. Tenetelo d'occhio perché con due maestri così non si
sbaglia.
Jolley 6 – Troppe penalità inutili, la segnatura gli evita l’unica insufficienza.
Crockett 6,5 – Si unisce alla festa con una meta delle sue.
Difesa 7 – Esce alla distanza. Nel primo tempo un po’ di nubi si erano addensate quando i Titans muovevano con costanza la palla e mettevano punti in saccoccia. Ma nella ripresa le hanno spazzate via. Bravi a fermare le corse ed a togliere tutti i ricevitori a
McNair. Tante, troppe penalità che hanno regalato primi down importanti a Tennessee.
Special team 6,5 -
Coach Callahan 8,5 – Rookie. Quarto coach rookie ad accedere al
Superbowl. Non un primato da poco. Sembra sempre tranquillo, gestisce sempre con incredibile calma qualsiasi situazione. A fine partita gli occhi sono lucidi, ma è comprensibile. Come vivrà la sfida con il suo ex principale? Eccezionale per come ha superato le difficoltà che gli si sono presentate in stagione, per come ha mantenuto sulla corda e unito il gruppo e per come si è rapportato al ruolo di favorito sin da inizio playoff. Un ottimo generale per la Raiders
Nation.
Special team 6,5 - Janikowski è in serata buona, i suoi compagni inoltre
con il fumble ricoperto danno ai Titans il colpo di grazia ed iniziano a
riempire il pentolone di Gatorade da rovesciare su coach Callahan.
Ball of the match: alla linea offensiva dei Raiders. No, no, nessun errore. Non è colpa di nessuno se la chiave dei due Championship sono state le linee offensive. Quella dei Raiders è tutto l’anno che lascia a Gannon intere ere glaciali per scegliere il destinatario più consono. A Gannon è già andato il titolo di
Mvp, noi diamo a loro la nostra palla della partita.
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