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27-14 |
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I Cardinals sono in caduta libera da due settimane, da quando cioe' hanno cominciato ad incrociare le armi con i rivali divisionali. In sequenza prima i 49ers poi i Rams ne hanno disposto a piacimento raffreddando gli entusiasmi delle prime giornate di campionato.
La partita di domenica era una sorta di derby, visto che fino a qualche anno fa i Cardinals erano di stanza a St.Louis, e la loro partenza verso l'Arizona ha lasciato vecchi rancori e strascichi tra la tifoseria del Missouri ed il management dei Cards. No deve quindi stupire che la partita si sia svolta in un clima da stadio italiano di calcio, con frequenti risse tra tifosi anche di una certa entita'. Ma parliamo del football giocato, che e' certamente meglio. I Rams sembrano definitivamente ritrovati, ed al momento si guarda al futuro con speranza ma anche con un timore, e cioe' che il rientro di Warner previsto per la partita con Chicago tra un mesetto possa turbare il perfetto equilibrio offensivo che la squadra ha trovato con Bulger in cabina di regia. Ancora una volta quello che ha steso l'avversario e' stata una massiccia dose di Marshall Faulk: 27 per 178 sulle corse e 5 per 58 sui passaggi. Faulk si e' preso carico di portare avanti l'attacco dei Rams, sollevando Bulger da un'eccessiva pressione, e permettendogli cosi' di esprimersi al meglio. Una linea d'attacco finalmente al top della prestazione, nonostante continui ad essere bersagliata dagli infortuni, ha aperto delle autostrade per le corse del maresciallo ed e' divenuta impenetrabile per concedere a Bulger di lanciare in sicurezza e tranquillita', cose che Warner prima dell'infortunio non ha mai avuto.
I Cardinals hanno davvero destato una pessima impressione, confermando quanto gia' mostrato contro i niners domenica scorsa: discontinuita', inconsistenza in attacco, fragilita' sulle corse, confusione totale sui passaggi. Con Bruce ed Holt chiamati in causa rarissimamente, la secondaria dei Cardinals ha costantemente lasciato i terzi e quarti ricevitori liberi di scorrazzare per il campo, come dimostra la prima meta dei Rams, arrivata ad opera dell'ex Ricky Prohel con una ricezione da 31 yards. Ora, Prohel e' un ricevitore da terzo down che si piazza sempre sulla linea di chiusura. Tutti lo sanno, tutti lo marcano ma lui riesce sempre a ricevere. In questa occasione, invece, si e' trasformato in un ricevitor di profondita', liberandosi come il miglio Isaac Bruce tra i confini della porosa zona dei Cards, sicuramente colpevole nel lasciarsi sfuggire in velocita' un ricevitore che e' piu' simile ad un paracarro che ad una gazzella.
I Cardinals sembrano aver perso il brio iniziale anche in attacco, dove Plummer non riesce piu' a trovare Boston nemmeno con una cartina dettagliata del Massachussets (una sola ricezione per 14 yards per il top receiver di Arizona), e si deve affidare al vecchio Sanders per muovere un po' il pallone, che' sulle corse e' davvero notte fonda (63 yards totali conquistate su terra).
La difesa dei Rams e' tornata compatta e concentrata, ed i sostituti di Aeneas Williams non lo stanno facendo rimpiangere per nulla. Soprattutto il rookie Travis Fisher, pur commettendo ancora errori da principiante come in occasione del TD di Sanders, sta inanellando una giocata spettacolare dopo l'altra, ed e' gia' una sicurezza nella secondaria blu ed oro. Le ultime prestazioni della difesa dei Rams fanno ben sperare per la partita di domenica prossima contro i Chargers. Il primo imperativo sara' fermare Tomlinson (e con una difesa sulle corse come quella delle ultime due partite non sara' poi cosi' impossibile) e forzare il gioco su Brees, stando pronti a sfruttare gli errori che il talentuoso ma inesperto QB dei californiani dovra' certamente commettere.
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3-14
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Spurrier lascia a casa la "Fun'n'Gun" offense e si porta via il bottino pieno, magari senza esaltare lo spettatore dal palato sopraffino, ma sicuramente accontentando quello che e' piu' attento ai numeri in classifica. Per i Seahawks e' notte fonda, ed Holmgren si trova in una posizione davvero scomoda. Costretto a giocare con Hasselbeck in cabina di regia, ed orfano dello Shaun Alexander del 2001 (19 per 67 per lui), l'attacco di Seattle fa una fatica tremenda a muovere il pallone, ma quanto successo a fine partita testimonia quanto Holmgren creda molto nella sua offense attuale. Con il punteggio sul 14-3 a pochissimi minuti dalla fine, i Seahawks si giocavano un quarto tentativo e quattro dalle 15
yards. Tutti si aspettavano che uno come Holmgren avrebbe seguito il manuale che in questa situazione recita: calcia un field goal, portati ad otto punti e tenta
l'onside kick per segnare e trasformare da due. A sorpresa invece il tricheco si gioca il quarto, non lo converte e perde possesso e partita. A fine gara commentera' cosi' la sua scelta: "Alla fine della partita dovevamo segnare un
touchdown, non un field goal. [...] Avevo un paio di giochi che, visto come stiamo giocando ultimamente in attacco, avrebbero potuto funzionare. Non e' andata
cosi', ma non mi rammarico piu' di tanto per le mie scelte".
Forse Holmgren nelle ultime settimane ha guardato altre partite, e non quelle dei suoi
Seahawks, altrimenti avrebbe saputo da solo che l'attacco dei falchi di mare non e' assolutamente in grado di fronteggiare situazioni simili, vuoi per l'inesperienza del
quarterback, vuoi per la scarsa qualita' degli attori.
Dalla partita di domenica i Seahawks escono malconci come risultato, come classifica, come morale ma anche come infermeria. Chad Eaton infatti si e' procurato una brutta frattura ad un piede e Marcus Robertson ha subito un trauma cranico, lasciando due buchi in difesa che saranno davvero difficili da riempire completamente.
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