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10-13 |
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Disastro totale all'Ed Jones Dome. I Rams si arrendono ai Dallas Cowboys grazie ad un field goal allo scadere di Billy
Cundiff, un rookie, dopo che un minuto e 35 prima il veterano ed una volta infallibile Jeff Wilkins aveva sbagliato malamente un field goal che avrebbe finalmente dato (probabilmente) una boccata d'ossigeno ad una squadra che e' in evidente
difficolta'. Invece la quarta sconfitta consecutiva fa si' che i Rams abbiano il peggior inizio di stagione dal 1963, quando persero le prime cinque consecutive. Bisogna dire che poco dopo l'inizio della partita si era gia' capito come sarebbe andata a finire, perche' Kurt Warner si riinfortunava lo stesso mignolo che aveva rotto nel 2000 a Kansas City ed era costretto ad uscire dal campo, lasciando il posto a Jamie
Martin, dieci anni di esperienza e poco piu' di 100 passaggi tentati in carriera. Martin invece ha reagito abbastanza ben, cominciando con un intercetto ma finendo con un paio di drives non indifferenti che hanno prima permesso di pareggiare i conti, e poi di portarsi in vantaggio verso la fine del terzo quarto.
Mancando Warner il gioco dei Rams ha preso la piega che tutti volevano prendesse fin dallo scorso
Superbowl: palla a Faulk e pedalare. Il Maresciallo pero' non e' sembrato in forma smagliante, ed ha proseguito nell'anonimato in cui e' caduto da inizio stagione. Parlano i numeri per lui, ed i numeri dicono di 73 yards di corsa e 67 di ricezione, totali molto distanti dagli standards a cui Marshall ci aveva abituati negli scorsi tre anni.
La difesa blu-oro non ha giocato malaccio, pur perdendo due pezzi fondamentali come McCleon e Williams, ma nuovamente nel momento del bisogno alcune amnesie totali e globali hanno permesso ad un attacco poco piu' che mediocre di marciare per il campo in pochi secondi per avvicinarsi alla zona field goal e piazzare i tre punti della vittoria.
Torry Holt ancora sugli scudi, anche se stavolta i sei punti sono arrivati da Isaac
Bruce, che ha finalmente ricevuto in end zone un bel passaggio di Martin.
E' un periodo in cui chiunque affronti i Rams fa un figurone, e cosi' anche Quincy Carter, un quarterback da 50% di completi, ha avuto il suo momento di gloria, portandosi a casa uno stratosferico 72%, oltre alla vittoria.
Che dire, oramai fa specie parlare delle sconfitte dei Rams come di sorprese, e non poteva arrivare adesso partita peggiore del derby divisionale con i
niners, che arriveranno all'appuntamento di domenica riposati dal bye week, ringalluzziti dal doppio vantaggio in classifica, desiderosi di interrompere la striscia di sei sconfitte consecutive contro i
Rams, i quali invece sono nella condizione peggiore possibile: senza Warner per almeno un mese, con un QB inesperto in cabina di regia, una difesa a pezzi, il morale sotto i tacchi. Ed in piu' i Niners aspettano questa partita almeno dal draft di Aprile, dove hanno draftato il DB Mike Rumph con l'espresso intento di coprire il terzo ricevitore dei
Rams, che negli scorsi anni si e' sempre rivelato determinante. Peccato che
quest'anno i Rams abbiano a malapena due ricevitori pericolosi... L'unica nota positiva in tutto cio' e' che Martin non ha un gran braccio, per cui Martz sara' obbligato a sfruttare molto di piu' le traiettorie corte. Chissa' mai che questa strategia non risulti poi essere la tattica giusta per i derelitti arieti.
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21-7 |
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Chissa' se si riversera' ora su Fassel la stessa scarica di critiche riservata a Mike Martz dopo il famoso quarto ed uno giocato a Denver. Eh si, perche' proprio
Fassel, in vantaggio 7-0 ed in pieno controllo della partita, dopo aver recuperato palla sulle proprie 24 grazie ad un FG sbagliato da Gramatica con 14 secondi sull'orologio prima della fine del primo tempo, invece di inginocchiarsi ed andare al riposo in vantaggio ed in
tranquillita', ha mandato dentro uno schema di passaggio molto rischioso. Il risultato e' stato il peggiore possibile per i
Giants: intercetto di Lucas e ritorno in TD per il 7-7 che cambia totalmente il momento della partita. Rientrati ancora galvanizzati per l'insperato pareggio, i Cardinals hanno pazientemente aspettato il quarto periodo per sferrare poi l'uno due da KO con Marcel
Shipp, autore di un TD su corsa ed uno su ricezione. I Giants, ancora completamente in bambola, nel secondo periodo si vedono annullare giustamente un TD da 76 yards per un holding in linea, e Tiki Barber regala anche un fumble agli avversari per rendere meno difficoltoso il cammino di Arizona verso la seconda vittoria della stagione. Per finire, anche il punter Matt Allen ci mette del suo, cercando di chiudere il down dopo uno snap per il punt un po' difettoso, ma viene placcato cinque yards corto.
Anche le 10 penalita' per 110 yards la dicono lunga sulla concentrazione e la prestazione dei
Giants, che perdono cosi' la seconda di tre partite contro la NFC West.
Dopo Thomas Jones, fuori per un infortunio alla caviglia, i Cardinals sfornano un altro runningback che fattura 92 yards sulla terra con due TD (uno su passaggio ed uno su corsa), lasciando il dubbio che la presenza di Michael Pittman abbia fino alla scorsa stagione oscurato i buoni nackup presenti nella franchigia di Phoenix.
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48-23 |
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Solitamente l'one man show lo fornisce
Randy Moss, che sia fuori o dentro il terreno di gioco, ma dopo aver fatto
parlare di se' in settimana per questioni assolutamente extra football, il
talentuoso e bizzoso ricevitore in maglia purple e' stato raramente al
centro dell'attenzione nel massacro che i Seahawks hanno operato sui
derelitti Vikings. Sul 45-10 all'intervallo, i Vikings sembravano
destinati a prenderne altrettanti nella seconda meta' di gioco, ma i
Seahawks hanno tirato su il piede dall'acceleratore ed i Vikings hanno
avuto un ritorno d'orgoglio che ha limitato il passivo nel secondo tempo
ai soli tre punti che Rian Lindell ha messo a segno verso il finire della
partita.
Protagonista assoluto dell'incontro e' stato il RB Shaun Alexander,
rivelazione della scorsa stagione finora un po' in ombra nelle prime tre
gare del 2002. Cinque TD in due soli quarti (record NFL), 139 yards in 24
portate, piu' tre ricezioni per altre 92: con dei numeri cosi' e'
impossibile perdere una partita, ed infatti i Seahawks hanno portato a
casa la prima vittoria della stagione. L'Alexander show e' cominciato
subito nel primo quarto, con una corsa di tre yards a coronare il drive di
apertura dell'incontro, ed e' proseguito nel drive successivo con un'altra
corsa da 20 yards. Minnesota da' l'impressione di poter tenere botta, e
Culpepper accorcia le distanze con un TD personale sul finire del terzo
quarto, ma dopo uno scambio di field goals e verso la fine del secondo
quarto, il RBdi Seattle decide che e' ora di accelerare. Prima riceve un
passaggio da Trent Dilfer e lo trasforma in un TD da 80 yards, poi corre
in TD due volte nel breve volgere di 9 secondi, sfruttando due fumbles dei
Vikings che riconsegnano la palla ai Seahawks in ghiotte posizioni di
campo. Per finire l'opera, Reggie Tongue intercetta Culpepper e segna un
altro TD ad un minuto e sei secondi dal termine del primo tempo. Sono
passati un minuto e 47 secondi, ed in questo arco di tempo i Seahawks
hanno segnato quattro touchdowns. Se non e' record poco ci manca.
Nel secondo periodo i Seahawks amministrano la partita, e guardano i
Vikings affannarsi in un inutile recupero, con Moe Williams che segna 2
TDs inutili.
Al di la' dell'episodio eccezionale, i Seahawks hanno dimostrato di non
essere la cenerentola della division, mentre i Vikings hanno confermato la
loro parabola discendente che dura oramai da un paio d'anni.
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