Huddle Magazine
 

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WEST DIVISION
by Massimo Foglio

WEEK 15

Team W L T %
S. Francisco 9 5 0 643
St. Louis 6 8 0 429

Arizona 5 9 0 357
Seattle 5 9 0 357

 

30-28

Oramai escluse dalla postseason, entrambe le squadre avevano comunque piu' di una motivazione per questa apparentemente inutile partita di fine stagione.
I Rams cominciavano la prima delle tre partite che serviranno per meglio valutare il talento di giocatori come Marc Bulger e Travis Fisher, e venivano da una settimana tormentatissima, piena di polemiche, con Martz che criticava apertamente Wilkins e Holt, e sembravano essere una pentola in ebollizione pronta ad esplodere. I Cardinals invece tornavano da avversari in quella St.Louis che li aveva ospitati per trenta anni, e cercavano una vittoria di prestigio per dare lustro ad una stagione cominciata bene ma clamorosamente franata dopo la sconfitta con i 49ers.
Tutto sommato la partita ha confermato molte cose che questa bizzarra stagione 2002 aveva portato a galla. I Rams si confermano specialisti nel gettare al vento vantaggi interessanti e partite gia' vinte, e buon per loro che stavolta Wilkins ha messo dentro il FG della vittoria, altrimenti si sarebbero ripetute le scene gia' viste contro i Cowboys, ad esempio. I Cardinals hanno invece dimostrato di avere buone qualita' ma di difettare assolutamente nella continuita' e nella costanza di rendimento. Una squadra capace di prendere punti su punti, rimontare per passare in vantaggio, amministrare bene il pallone fino a 1 minuto dalla fine e poi crollare ignominosamente in due giochi.
Marc Bulger ha mantenuto inviolato il suo record da starter, portandolo ad un rotondo 6-0, ma stavolta sono altri i giocatori a cui si deve questa vittoria. Dopo i disastri di un'intera stagione finalmente gli special teams di St.Louis hanno risposto come si deve: via Terrence Wilkins dal posto di ritornatore, Canidate ha preso egregiamente il suo posto nei kickoff e Dre Bly nei punt, e quest'ultimo si e' presentato con un ritorno in touchdown da 78 yards.
In vantaggio 10-0 dopo il TD di Bly, i Rams subivano il ritorno dei Cardinals, a segno con Marcel Shipp, ma prima del riposo trovavano ancora il modo di piazzare due segnature con due passaggi di Bulger per Edwards e Holt. Il vantaggio di 24-7 all'intervallo lasciava i Rams abbastanza tranquilli. Forse troppo, tanto che i Cardinals prendevano palla all'inizio del terzo periodo e Plummer trovava Shipp per una meta da 80 yards, e poco piu' tardi lo stesso Shipp metteva a segno il suo terzo TD personale e riportava i Cardinals sotto 24-21. Nel quarto periodo Wilkins allungava per i Rams, ma una stupida penalita' di Archuleta su un incompleto al terzo down regalava la palla ai Cardinals sulla una yard. Plummer non si faceva pregare e mandava Steve Bush in touchdown per il 28-27.
Saliva in cattedra prima la difesa di Arizona che costringeva i Rams a restituire la palla in breve tempo, poi Plummer si mangiava egregiamente il tempo conquistando due importanti primi down. La terza conversione non riusciva, ed i Cardinals restituivano la palla ai Rams costringenoli a partire dalle proprie 23 con 1:51 da giocare. Una buona intuizione di Martz e Bulger si trasformava in uno splendido passaggio da 58 yards a Torry Holt, che portava i suoi in raggio da field goal. Un altro paio di avvicinamenti e poi entrava il criticatissimo Jeff Wilkins che piazzava tra i pali il pallone della vittoria dalle 26.

14-20

Nella baia cominciano ad essere evidenti i segni di nervosismo, perche' si sta formando l'opinione (suffragata dai fatti) che la postseason appena conquistata potrebbe essere molto corta per i Niners. Sicuramente lo sara' se la squadra continua a giocare a meta': quando gira l'attacco la difesa fa pena e viceversa. Questa volta e' stato il turno di Garcia, Owens e co., che hanno vanificato il grande lavoro della difesa rosso oro che ha limitato il grande Brett Favre ad appena 200 yards ed ha tenuto Ahman Green sotto le 100. Certo pero' che se poi uno guarda i numeri di Garcia (19/34 per 156 yards) e Hearst (12 corse per 51 yards) si rende conto di come i Niners abbiano gettato al vento una buona occasione per consolidare la propria posizione in vista dei playoffs, che li vedra' quasi sicuri protagonisti di una wild card e quasi sicuri ospiti di Philadelphia o Green Bay in un eventuale turno successivo, campi che a Gennaio sono tutt'altro che agevoli.
Dopo un primo tempo dominato dalle difese, con i soli kickers a mettere punti sul tabellone (6-3 per San Francisco il parziale all'intervallo), nel terzo quarto Favre si ricordava dei tre titoli di MVP vinti in passato e piazzava un rapido uno-due (TD su corsa di Green e su passaggio di Favre per Driver) che stordiva i niners. Non bastava il solito Terrell Owens, che nell'occasione festeggiava il TD del 17-14 fregando i pon-pon ad una cheerleader ed improvvisando un breve balletto, e nel quarto periodo Ryan Longwell piazzava un altro field goal per il 20-14 finale.
I Niners erano ancora in grado di riportarsi sotto, ma stavolta la secondaria faceva buona guardia ed impediva a Terrel Owens di rimediare nei minuti finali un'altra volta, e Garcia era costretto a sparacchiare via l'ultima palla della partita. Favre portava cosi' a nove vittorie su dieci contro San Francisco il suo totale personale alla guida dell'attacco dei Packers, mentre i Niners dovevano solo pensare ai propri errori per avere buttato via una partita ampiamente alla loro portata.
Il problema di San Francisco pero' sembra essere la scarsa considerazione dei campanelli d'allarme che finora hanno suonato a palla per tutta la stagione. Ancora una volta dopo la partita l'argomento principale del dibattito era se le stranezze celebrative di Owens erano o meno irrispettose degli avversari. Dato per scontato che sono decisamente poco eleganti nei confronti degli avversari (nella contestabilissima opinione di chi scrive, ovviamente), forse a San Francisco farebbero meglio ad interrogarsi su altri argomenti piu' importanti quali la mancanza di ricevitori affidabili  e continui dietro Owens, oppure la discontinuita' del gioco di corsa, oppure del fatto che Garcia e' un ottimo QB ma non uno da Hall of Fame (e dopo vent'ani di Montana e Young e' davvero dura abituarsi alla normalita'...).