Huddle Magazine
 

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NORTH DIVISION
by Alessandro Taraschi

WEEK 7

Team W L T %
Green Bay 6 1 0 857

Chicago 2 4 0 333
Detroit 2 4 0 333
Minnesota 1 5 0 167

 

20-23
OT

Detroit, Mich. L'A-Train ha dovuto lasciar strada all'espresso del Michigan. Chicago sembra essersi improvvisamente svegliata dal bellissimo sogno che è stato lo scorso campionato e i nodi stanno venendo tutti al pettine appassionatamente. Nemmeno Anthony Thomas è più lo stesso e le sue 92 yard (con un touchdown) impallidiscono di fronte alle 172 (con due touchdown) corse da James Stewart contro gli ex insuperabili Urlacher e soci. Chris Chandler ha sostituito Jim Miller, infortunato, non che sia cambiato molto, senonchè Marty Booker è incappato in una giornata da 1 ricezione per 14 yard appena, seppur bagnata dal TD. Vero è che questi Bears poco brillanti erano avanti di tre sino a cinque secondi dalla fine, quando è entrato in azione il piedino di Jason Hanson. Normale amministrazione il calcio dalle 24 che porta le due squadre all'overtime, più complicato il field goal vincente dalle 48 giunto a termine di un drive in cui i Lions non hanno mai messo la palla per aria, tanto per non rischiare che Mike Brown ne combinasse una delle sue. Risultato finale Hanson è tornato ai livelli di due anni fa e Detroit in sei settimane ha conquistato tante vittorie come nell'intera stagione passata. Chicago al contrario incappando nel quarto scivolone consecutivo ha già superato il totale di sconfitte raggiunto in tutta la regular season del 2001 e la partita della prossima settimana contro Minnesota sembra ormai un ultimo appello, semprechè quell'ultimo appello non sia stato già effettuato. Domenica finalmente felice invece anche per Joey Harrington che con una prestazione senza fronzoli ha condotto i suoi alla rimonta nel quarto periodo (prima volta nella Nfl dopo le dieci di Oregon e dopo i due tentativi falliti, finiti con un intercetto contro Green Bay e Minnesota). Avanti 14-10 nel primo tempo grazie alle due segnature di Stewart i Lions si fanno superare appena rientrati dalla corsa di Anthony Thomas e quando Edinger arrotonda a 20 i 17 punti dei Bears sfruttando il fumble di Harrington ricoperto da Boone, per Detroit sembra il solito pomeriggio di passione. Tant'è che i bluargento, accorciate le distanze con Hanson e tornati ad avere i Bears nel mirino, non riescono nemmeno a capitalizzare la restituzione del fumble precedente ad opera di un distratto Thomas pochi giochi dopo. Ma la squadra di Jauron non convince e in poco più di due minuti Harrington macina 72 yard, stendendo la tovaglia per il facile pareggio di Hanson mentre il cronometro segna appena 2" al colpo di cannone. "Non credo che servirà a zittire molte persone, davvero non lo credo - ha sentenziato Stewart, che non ha nemmeno guardato il calcio vincente di Hanson, capendo solo dalla reazione della folla che avevano vinto - Credo realmente che la gente continuerà a considerarci il fondo della lega. Davvero non ritengo che questa vittoria possa cambiare l'opinione che la gente ha di noi, ma non ci possiamo preoccupare di questo".

9-30

Green Bay, Wisc. La grande paura. No Washington non centra nulla, una partita non cambia la vita e i Redskins si possono battere anche con il solo Ahman Green. La vita può cambiare invece per un ginocchio, se il suo "proprietario" risponde al nome di Brett Favre. Fortunatamente per Mike Sherman e i Packers la risonanza magnetica ha rivelato che l'infortunio di Favre è meno grave di quanto l'uscita dal campo sul camioncino e la faccia coperta dall'asciugamano potevano far credere. La standing ovation durante il trasferimento del quarterback negli spogliatoi ha invece mostrato quanto profondo sia l'attaccamento della gente del Wisconsin nei confronti del loro ragazzo. Ma una partita, si fa per dire, c'è stata, ed ha portato Green Bay a sei vittorie (6-1 per la prima volta dal 1996), proiettandola virtualmente ai playoff con due mesi d'anticipo vista la contemporanea, sanguinosa sconfitta dei Bears a Detroit. Washington non riesce a produrre nulla di più di tre field goal, uno per quarto nei primi tre periodi di gioco. Patrick Ramsey ne combina una più di Bertoldo e i tre touch down su corsa di Ahman Green (prima volta in carriera) sommati agli altrettanti field goal di Longwell fanno si che si possa pensare più ai legamenti di Favre che al resto. Doug Pederson subentrato all'uomo che ha una serie aperta di 164 partite come titolare, non fa errori e con un 9 su 15 per 78 yard, senza infamia e senza lode conduce i suoi sino al traguardo. Cade a fagiolo per Green Bay la pausa della prossima settimana, che permetterà a Favre di fare tutti gli accertamenti possibili e ricominciare gradatamente senza forzare. Anche perché, unica franchigia della division con un record positivo, per Green Bay non c'è alcuna fretta. Con ogni probabilità comunque il 4 novembre nel Monday Night contro Miami il numero 4 ci sarà. Uscire, infatti, per Brett è stata un'esperienza che non vorrebbe ripetere "Volevo tornare subito in campo, non sono abituato ad infortuni al ginocchio - ha dichiarato Favre - ma il dottor McKenzie mi ha detto che poteva esserci un problema ai legamenti e che se fossi rientrato avrei rischiato di infortunarmi seriamente. Ho giocato per così tanto tempo ed ho evitato infortuni seri per così tanto tempo che uscire da una partita e rischiare di non giocare la prossima settimana è sconcertante".