Huddle Magazine
 

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NORTH DIVISION
by Alessandro Taraschi

WEEK 2

Team W L T %

Chicago 2 0 0 1000
Green Bay 1 1 0 500
Detroit 0 2 0 0
Minnesota 0 2 0 0

 

45-39

Minneapolis, Minn. I Vikings non sanno più vincere. E la prima vittoria da capo allenatore, per la seconda settimana consecutiva, sfugge sul filo di lana a Mike Tice. I Buffalo Bills al contrario fanno tutto ciò che serve per evitare una partenza a doppio handicap dopo le sberle di Chad Morton nel match inaugurale contro i Jets. Con i Vikings bisogna avere pazienza, ed i Bills di pazienza ne hanno a volontà. Mettiamoci anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai, e abbondanti dosi di un quarterback di talento come Drew Bledsoe e la ricetta per vincere al Metrodome dopo tre sconfitte consecutive è servita. Il field goal di Mike Hollis (record di carriera) dalle 54 yard per mandare la partita ai supplementari, batte sulla traversa e rimbalza tra i pali. In precedenza Doug Brien aveva pure lui colpito un palo ma a differenza del collega il suo calcio era finito all'esterno della Y. Ma se la fortuna (degli errori vichinghi ci sarà tempo di parlare in separata sede tra poche righe) ha aiutato i Bills ad arrivare in over time, a farli vincere ci ha pensato Drew Bledsoe, ben supportato da Peerless Price, Josh Reed e Eric Moulds. Prima ha costruito un drive a Mike Hollis, che però il kicker non ha sfruttato a dovere, poi, riavuto il possesso, ha deciso di far da solo e con due passaggi, due, ha portato in end zone Peerless Price chiudendo il conto e scongiurando una seconda sconfitta consecutiva al supplementare. I Vikings partono bene. Sviluppando un buon gioco offensivo e contenendo a dovere sia l'attacco di terra che quello aereo di Buffalo, ma senza riuscire a concretizzare le buone giocate in un vantaggio consistente che possa garantire una minima sicurezza. Poi nella seconda metà della gara, come contro Chicago, il calo. Bledsoe inizia a sezionare le secondarie gialloviola mentre Culpepper e Brien ne combinano una più di Bertoldo. Il primo commette fumble ad ogni respiro, il secondo oltre al palo sopraccitato sbaglia anche due extra point (eguagliando in una sera i suoi errori in carriera), che risulteranno letali. A questo va aggiunta la scelta di Tice di correre con un comitato, e non più il solo Bennett. Risultato: Moe Williams scalza il secondo anno da Winsconsin come runner di punta e conquista oltre 100 yard, ma l'attacco non gira al meglio e si va ai supplementari. Nell'extra time le chiamate degli arbitri non convincono sempre, mentre quelle di Tice non convincono proprio mai e Bledsoe si ritrova tra le mani la possibilità di vincere la partita, e non la spreca. Buffalo esce dalle sabbie mobili e scopre un rookie, Josh Reed, che le tornerò molto utile. Minnesota scopre, oltre di non saper vincere, di non avere un running back. Per fortuna ci sono sempre in programma due partite con i Lions, ma Tice dovrà cercare una soluzione migliore in fretta se vorrà una lunga carriera da head coach.

13-14

Michael Vick contro Brian Urlacher: alla fine decide il K dei Falcons Jay Feeley, ma a favore dei Bears.
Lo scontro si riassume tra questi due giocatori: il QB dei Dirty Birds finirà la sua partita con 56 yards su corsa (leader della squadra) e 11 su 28 per 116 yards e un TD, vero faro e mattatore dell'attacco di Dan Reeves.
Urlacher dal canto suo non fa complimenti e dispensa sonore mazzate a 360 gradi: finirà la sua partita con 12 placcaggi, 2 sacks e 1 fumble ricoperto, per quello che è ormai considerato all'unanimità il nuovo "Monster of the Midway".
La partita in se non è di certo spettacolare e vede le segnature aperte solo nel secondo periodo, dove i Bears pareggiano la ricezione di Varrick Dunn col solito Anthony "A-Train" Thomas. Feeley trasforma poi il FG del momentaneo vantaggio die Falcons.
Nel secondo tempo Jim Miller fa l'unica cosa buona della sua incolore partita, trovando David Terrell in end-zone dopo il fumble dello special team dei Bears. Feeley porta poi il punteggio sul 14-13 a favore di Chicago.
Il drive finale orchestrato da Vick ha visto un 2-2 per 27 yards su lancio con l'aggiunta di 2 keeper per 17 yards, ma Feeley vanifica tutto con un calcio dalle 50 largo a sinistra (in precedenza ne aveva sbagliato un'altro dalle 45).
I due attacchi hanno mostrato tutta la loro pochezza: T.J. Duckett si è eclissato dopo un discreto inizio, mentre il reparto dei WR dei Falcons è tutto da rivedere. L'attacco dei Bears è sempre più Thomas dipendente (84 yards corse + 26 su ricezione).
Decisivi le difese, ma soprattutto i turnovers (1 INT + 1 fumble dei Bears, 3 fumbles dei Falcons) e gli special teams, abbastanza disastroi entrambi.
By Ilario Magni

35-20

Se dovessimo trovare una squadra che negli ultimi due anni ha azzeccato le prime scelte dei draft questi sono sicuramente i Saints: Deuce McAllister, sostituto di Ricky Wiliams, corre per 123 yards e 2 TD, mentre Donte Stallworth colleziona un'altro TD contribuendo ad una vittoria contro un avversario ostico per chiunque.
Giornata grigia, invece, per l'intramontabile Favre, che colleziona sì 2 TD, ma anche 1 INT e un fumble cruciale su un'azione dalla shotgun formation. La difesa dei Saints si concentra su Ahman Green e il running game dei Packers, concedendogli solo 95 yards totali e mettendo relativa pressione su Favre.
Aaron Brooks muove bene la palla, ma è McAllister ad aprire le segnature nel primo quarto; Favre tiene comunque accese le speranze di rimonta e il primo tempo finisce 21 a 10 per i Saints, opo le segnature di Pathon, Stallworth e di Terry Glenn pe ri Packers.
Ma il secondo tempo vede la chiusura virtuale della partita col fumble ritornato in end-zone d aparte del rookie Keyou Craver. Il finale si chiude con una spettacolare corsa da 62 yards di McAllister che culminerà poi nel TD finale.
La chiave della partita sta tutta nella capacità dei packers di non muovere la palla sulla terra, mentre la difesa dei Saints ha lasciato Favre privo di pressione e si è concentrata sui WR.
L'attacco dei Saints, invece, ha trovato vita facile contro una difesa inesistente nel mezzo e in cui il miglior placcatore è risultato alla fine un CB, Tyrone Williams.
By Ilario Magni

31-7

Difesa, corse e Rodney peete. John Fox sembra aver trovato la ricetta vincente e già può vantarsi di aver fatto meglio del suo predecessore sulla panchina dei Panthers.
I numeri in attacco parlano da soli: Lamar Smith corre per 56 yards e 2 TD e riceve per 77 yards; Peete 21 su 32 per 310 yards e 1 TD (tra i ricevitori spiccano le 107 yards e 1 TD di Muhammad e le 71 yards di Steve Smith).
La difesa, di cui Fox è il vero mentore, fa sfracelli contro i derelitti Lions: 6 sacks, di cui 3 del rookie Peppers; 2 intercetti, di cui uno ritornato in end-zone da parte della SS Mike Minter; 112 yards totali concesse all'attacco di Detroit.
La partita non ha fondamentalmente storia, anche se nel primo quarto le due squadre faticano molto a muovere la palla; qunado Joey Harrington si fa intercettare da Mark Fields su un 3o down, i Panthers aprono le segnature nel secondo periodo col veterano K John Kasay.
Poi Peete sale in cattedra e ogni volta che i Lions costringono i panthers su un 2o e lungo o un 3o down, Peete completa con facilità irrisoria e il tutto culmina col TD da 22 yards per Muhammad a fine primo tempo.
Nel secondo tempo cambio QB per Marty Mornhinweg e Mike McMahon segna l'unico TD degli ospiti con una keeper da 11 yards. Ma è l'unico acuto die lions: Smith e il resto dei RB congelano la partita e segnano altri 2 TD e Minter chiude definitivamente il tutto con un intercetto trasformato in 6 punti.
Mentre nella motor city è notte fonda, a Charlotte cominciano a vedersi i primi frutti del football semplice ma efficace predicato da Fox.
By Ilario Magni