Huddle Magazine
 

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NORTH DIVISION
by Alessandro Taraschi

WEEK 17

Team W L T %
Green Bay 12 4 0 750
Minnesota 6 10 0 375

Chicago 4 12 0 250
Detroit 3 13 0 188

 

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38-36

Detroit, Mich. Una partita vivace per ripulire due stagioni deprimenti. Vikings e Lions danno spettacolo, ma possono ugualmente brindare all’arrivo del 2003, augurandosi che possa essere un anno migliore di quanto non sia stato il 2002. Minnesota è ancora lontana dalla squadra vincente di tre stagioni fa e anche contro i Lions (partiti benino e poi naufragati: solo una vittoria più dello scorso anno e secondo peggior record della lega per la seconda stagione filata) le sette camicie sudate sono sembrate troppe per aver la meglio su Mike McMahon e compagni dopo le buone prove offerte contro Saints e Doplhins. Ma su una vittoria in trasferta i Vikings hanno imparato quest’anno non si può mai sputare, specialmente se allunga a tre la striscia di vittorie consecutive incameraqte nel finale e migliora (seppur di poco) il deficitario record dello scorso anno. Hanno finito bene i Vikings, che contro i Lions erano andati sotto in virtù del touchdown di Aveion Cason. Una corsetta di Culpepper all’interno dell’area di meta e, udite udite, un touchdown difensivo di Corey Chavous, abile nel ritornare in end zone un intervetto poer 43 yards, portavano Minnesota a condurre. Bill Schroeder ristabiliva l’equilibrio iniziale prima della fine del quarto d’apertura e prima che i Vikings riallungassero con le mete di Michael Bennett e Kelly Campbell (sempre più vicino al ruolo di secondo ricevitore gialloviola). Jason Hanson e Robert Porcher (ritorno di fumble) sistemavano momentaneamente le cose per coach Mornhinweg, la off season è lunga ed aver migliorato di una lunghezza il 2-14 della passata stagione non aiuterà molto il coach dei Lions nel prossimo futuro. Kelly Campell rispondeva prima dell’ultima pausa tra quarti avvicinandosi ancora di più allo spot opposto a Randy Moss. Un field goal bloccato però lanciava Todd Lyght sino in end zone (75 yard) e la trasformazione da due mancata non comprometteva i Lions. Gary Anderson provava così a convincere Minnesota di aver archiviato la sesta W stagionale ma l’ultimo tentativo di McMahon rimetteva tutto in discussione grazie anche alla ricezione di Scotty Anderson. Le trasfromazioni da due però non sono la specialità della casa al Ford Field e stavolta l’errore costa caro. Tutti sotto la doccia. E poi a far le valigie per le vicine vacanze. Una partita vivace non basta.

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15-0

Champaign, Ill. Zero. Come il voto che merita la stagione dei Bears. Come le partite che Chicago dovrà ancora giocare al Memorial Stadium. Come i punti messi sul tabellone contro i Bucs. Come i touchdown segnati da Tampa Bay, che non centra nulla con Chicago ma con la partita sì. Una partita “in” diretta nazionale ma non “da” diretta nazionale. Decisa dalla cinquina perfetta di Martin Gramatica (30 e 32 nel secondo periodo; 33, 26 e ancora 33 nel quarto) che regala a Tampa Bay il “bye” vista la precedente sconfitta di Green Bay a New York contro i Jets. Un “bye” che più che altro significa niente trasferta per il divisional playoff e molte possibilità in più di arrivare alla finale di Conference. Nel primo anno del riallineamento Tampa si aggiudica la neonata Nfc South, mentre i Bears collassano e saldano ampiamente il conto aperto un anno fa con la buona sorte, quando tutto era filato evidentemente troppo liscio. Il prossimo anno si dovrà cancellare in fretta il ricordo del 2002, specialmente nella testa di Anthony Thomas, vera chiave di lettura della stagione non entusiasmante degli Orsi. The A-train è chiamato a tornare il travolgente portatore di palla visto nella stagione da rookie, così da poter aprire spazi ad un gioco aereo non certo edificante per i bambini che vogliono imparare a giocare a football guardando la tv. E poco edificante è anche l’attacco di Tampa senza Brad Johnson, solo che i Bucanieri possono contare sulla difesa delle difese, che di certo non si è fatta intimidire da Henry Burris (back up, alla prima partenza da titolare, di Miller e Chandler entrambi infortunati) tornato a casa con 4 intercetti sul groppone (da cui sono nati 4 dei 5 calci di Gramatica) e nemmeno da Sauter che dei 9 palloni lanciati (19 quelli di Burris, che ha chiuso con un raccapricciante rating di 10,3) perlomeno non ne ha consegnato alcuno agli avversari. Tampa (brutto cliente per qualsiasi qb, a parziale giustificazione di Burris, cui sarebbe bastato poco per essere più fortunato nel pescare la squadra da sfidare al suo esordio) è stata in pericolo solo una mezza volta nel secondo quarto, ma il lancio indirizzato a Booker è stato acchiappato per tempo da Brooks che correndo successivamente per 44 yard infiocchettava il 6 a 0 sui piedi di Gramatica. Anche Jon Gruden però ha di che pensare, nonostante sia finalmente arrivata una vittoria al freddo e nonostante il record di vittorie ogni epoca (12) per la franchigia colto al primo anno sulla sideline oroarancio. Dell’infortunio di Brad Johnson infatti si sa poco (per quanto concerne i mass media, ovvio) e le illazioni che parlano di frattura ad una vertebra sono state smentite dallo stesso coach, assai indispettito. Quindici giorni basteranno?