Una statistica serve a riassumere e a comprendere in pieno quanto è sorprendente questo inizio stagione: delle 6 squadre che hanno aperto la stagione NFL 2002 con tre successi nelle prime tre partite, tre vengono dalle strisce negative più lunghe accumulate alla fine della scorsa annata (28 sconfitte consecutive sommando il finale della stagione 2001 dei Saints, Panthers e Chargers). Unica eccezione sono i Vikings, che hanno sì chiuso con una lunga serie di stop l'annata 2001, ma ancora non sono riusciti ad ottenere una W quest'anno. A proposito di Minnesota, proprio la scorsa settimana avevamo parlato della "Randy Ratio", cioè del volere della squadra di destinare a Randy Moss almeno il 40% dei palloni lanciati; la partita di domenica contro Carolina, ha visto Randy mettere a segno 4 ricezioni per 16 yards, con in più altri 4 palloni intercettati dalla difesa dei Panthers tutti diretti per Moss, oltre all'ennesimo battibecco sulla linea laterale tra Randy e un compagno, il tutto risultante nella terza sconfitta stagionale. La realtà è che non solo la "Randy Ratio" ha dimostrato di non funzionare, ma di essere controproducente, perché con la citata politica l'attacco di Minnesota diventa estremamente prevedibile, come ha sottolineato la safety di Carolina Mike Minter: "E' tutto l'anno che Culpepper cerca soltanto Moss. Sapevamo che il pallone sarebbe andato verso di lui, e tutto quello che dovevamo fare era coprirlo e non sbagliare i placcaggi". Più chiaro di così...Purtroppo per i tifosi dei Vikings, non sembra vicina la fine della crisi iniziata con la tragica scomparsa di Korey Stringer la scorsa estate, e il già citato battibecco tra Culpepper e Moss è un altro segnale che all'interno della squadra manca l'armonia; il problema è che quella di domenica non è stata la prima rissa verbale sulla panchina dei Vikes, e guarda caso uno dei protagonisti è sempre Moss, il cui talento atletico e tecnico è fuori discussione, ma il cui impegno sul campo troppe volte lascia a desiderare. L'origine del battibecco con Culpepper è proprio il fatto che l'ex stella di Marshall non si è certo prodigata con il massimo dello sforzo per andare a prendere un paio di palloni lanciati da Culpepper nella sua direzione e intercettati dalla difesa dei Panthers; non c'è alcun dubbio, e non è certo una novità, che Randy avrebbe bisogno di una grossa iniezione di umiltà, sia per capire che non può pretendere di essere l'unico bersaglio dei lanci del suo QB, sia per comprendere che un contratto multimilionario come il suo implica che sul campo si dia sempre il 100%. E pensate che lo stesso Moss aveva ammesso in un'intervista rilasciata lo scorso anno di non dare il tutto per tutto in ogni giocata, scatenando una serie di polemiche...non è difficile credergli.
Anche se le 3 vittorie dei Panthers sono state ottenute contro 3 squadre finora a secco di successi, la partenza 3-0 di Carolina è sicuramente da sottolineare come la più grossa sorpresa della giovane stagione. Il nuovo coach John Fox ha avuto il coraggio di una mossa decisa come mettere in panchina Chris Weinke, che avrebbe dovuto essere il QB del futuro, e sostituirlo con l'anziano Rodney Peete, che non aveva lanciato un pallone in una gara ufficiale dal 1999; il risultato sono state prima due vittorie contro formazioni comunque destinate al fondo della classifiche nel 2002, i Lions e i Ravens, e poi il sorprendente successo contro i talentuosi ma deludenti Vikings, tenuti a sole 250 yards totali in attacco non solo a causa dei loro dissidi interni, ma grazie anche ad una più che buona prestazione del reparto difensivo dei Panthers guidato da Fox, ex defensive coordinator dei Giants. Non è detto che duri a lunghi il buon momento di Carolina, che domenica affronterà Green Bay in quello che sarà il test più probante della sua stagione fino a questo momento, ma, in fondo, i Panthers hanno già triplicato il numero di successi dell'anno scorso.
Fra le squadre a sorpresa ancora imbattute, più convincenti dei Panthers sono i Saints, che dopo aver avuto il coraggio di cedere Ricky Williams nella off-season , hanno aperto con tre vittorie risicate ma importanti contro Packers, Bucs e Bears, non certo tre cenerentole. Impossibile non notare i grossi miglioramenti di Aaron Brooks nella offseason, come anche l'ottimo rendimento del reparto ricevitori, rinforzato dall'arrivo di Jerome Pathon dai Colts e di Donte Stallworth dal draft; inoltre, ed è la cosa più importante per il morale della squadra, Deuce McAllister ha dimostrato di saper sostituire egregiamente Williams.
Cosa succede ai Rams? Una squadra che sembrava destinata ad una stagione al vertice si ritrova invece con 3 sconfitte in 3 gare e un attacco che sembra un lontano parente di quel "greatest show on turf" che per anni ha terrorizzato le difese avversarie; nessun QB ha lanciato più intercetti rispetto ai 7 di Kurt Warner, insolitamente impreciso in questo inizio stagione. Di certo i guai di Warner sono solo una parte dei problemi dei Rams, che però sono legati quasi interamente alla poca efficacia dell'attacco; la linea ha perso il lustro degli anni passati, e sembra anche che Isaac Bruce non abbia la stessa facilità delle scorse stagioni a liberarsi dalle marcature avversarie, il che praticamente lo esclude dalle opzioni offensive di St.Louis. Tampa Bay, tradizionale bestia nera per Warner e compagni, ha vinto il Monday Night con la solita difesa esplosiva e veloce, che ha cercato con successo di impedire a Warner di lanciare sul profondo, e allo stesso tempo non ha permesso ai ricevitori utilizzati dal QB sul corto e medio raggio di guadagnare terreno dopo la ricezione, dimostrando ancora una volta di essere composta da giocatori con ottimi fondamentali, una rarità in una lega in cui l'arte del placcaggio sembra troppo spesso "messa da parte". Probabilmente le stelle del fronte difensivo dei Buccaneers (Warren Sapp, Simeon Rice ma anche il meno celebre Anthony McFarland) facevano a gara per piazzarsi sul lato sinistro della linea, cioè sul lato del tackle destro dei Rams John St.Clair, in continua difficoltà contro i rapidi pass-rusher avversari; quando poi Marshall Faulk si è fatto male al collo e ha dovuto abbandonare la gara, il compito è diventato ancora più facile per Sapp e compagni, che hanno visto sparire la principale opzione offensiva di St.Louis. Warner è stato messo sotto costante pressione per tutta la partita, quindi il QB è solo parzialmente da colpevolizzare per la brutta prestazione; tuttavia, anche se sia Warner stesso che Martz continuano ad affermare il contrario, l'impressione è che in Kurt ci sia qualcosa che non vada, forse quel pollice che lo ha condizionato negativamente la scorsa stagione. Se avete fatto caso ai palloni usciti dal braccio del QB dei Rams lunedì sera, quasi mai si è trattato di spirali perfette, e pare che anche nel riscaldamento pregara, quindi senza il fiato sul collo della difesa, la rotazione dei lanci di Warner fosse più simile a quella di un punt.
Dopo solo 3 partite, il nuovo coach di Washington Steve Spurrier sembra già deciso ad inserire come QB titolare la matricola Patrick Ramsey, al posto di Shane Matthews. Le cose nella capitale non stanno andando come si sperava dopo l'incoraggiante successo nella gara d'apertura contro Arizona, ma sorprendentemente la colpa non è del sistema offensivo troppo spregiudicato che tutti pensavano sarebbe stato installato da Spurrier. E' vero, l'attacco ha segnato solo 17 punti nelle ultime due gare, e questa è la causa principale del previsto cambio nel ruolo di QB, ma altrettanto sotto accusa è la difesa, guidata dall'ex difensive coordinator dei Ravens Marvin Lewis, chiamato a Washington dal proprietario Daniel Snyder per installare un sistema difensivo di efficacia paragonabile a quello di Baltimore nelle ultime stagioni. Invece, dopo che gli 'Skins sono stati completamente dominati dagli Eagles, domenica il tandem di RB di San Francisco formato da Garrison Hearst e Kevin Barlow ha corso per ben 252 yards, nonostante la presenza nella difesa dei Redskins di giocatori come Lavar Arrington, Jeremiah Trotter e Daryl Gardener; proprio Arrington, tra l'altro, ha apertamente criticato nel dopogara lo schema di Lewis, che lo costringe spesso a giocare fuori posizione. Anche se l'attacco ha fatto dei miglioramenti rispetto allo zero assoluto del Monday Night contro Philadelphia, i Redskins hanno una lunga strada da percorrere per arrivare ai vertici.
Mi ha invece impressionato molto positivamente la difesa dei 49ers; in particolare la linea difensiva, guidata dal fenomenale Andre Carter, ha avuto vita facile pur contro gente del calibro di Chris Samuels e Branden Stai, nonostante l'impazzare tra giocatori e coach di un virus intestinale, che ha indebolito un po' tutti e costretto Steve Mariucci a sostituire Garcia con la riserva Tim Rattay. Con la crisi dei Rams, la mia impressione è che poche squadre possano seriamente impensierire, almeno nella NFC, San Francisco, che tra l'altro sta riuscendo ad utilizzare nel modo più efficace il già citato tandem Barlow-Hearst. Se va avanti così, a chi importa se Terrell Owens ha preso solo 13 palloni in 3 partite? Forse solo a Owens stesso...
In conclusione, ecco la penalità più assurda della settimana: il defensive tackle dei Bengals Oliver Gibson colpevole di "taunting"(cioè di deridere un'avversario), dopo 5 secondi di gioco contro i Falcons. Su che basi può sfottere un avversario un giocatore dei
Bengals?
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