Huddle Magazine
 

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IL COMMENTO
by Matteo Gandini

WEEK 2

 

Dopo due giornate di gara nella NFL, come sempre la nebbia comincia a diradarsi, e cominciano ad arrivare segnali di quelle che dovrebbero essere le squadre da battere quest'anno, e di chi invece sembra essere destinata ad una stagione di transizione. Innanzitutto, c'è da considerare una nuova tendenza generale nella lega, che porta gli attacchi a utilizzare formazioni sempre più ricche di ricevitori esterni e a mettere la palla in aria più spesso del previsto, per rispondere alle difese che invece tendono a concentrarsi sulle corse, affollando la zona centrale del campo; prova inconfutabile di ciò è il fatto che nella prima settimana di gare, 7 squadre hanno lanciato la palla più di 40 volte, mentre nella seconda giornata, sono state addirittura 8 le formazioni che hanno affidato più di 40 azioni al braccio del loro QB. La squadra più "bersagliata" da questa nuova tendenza sono senz'altro gli Steelers, la cui solida difesa (storicamente abile soprattutto a fermare le corse), è stata neutralizzata per la terza volta consecutiva dalla tattica spregiudicata dell'attacco avversario, in questo caso dei Raiders, il cui QB Rich Gannon ha lanciato ben 64 volte. Dopo che i derelitti Bengals avevano sconfitto Pittsburgh nella penultima giornata della scorsa stagione, facendo mettere la palla in aria 68 volte a Jon Kitna, e dopo che i Patriots avevano esposto la debolezza di Pittsburgh a contrastare le formazioni offensive "spread", cioè con 4 o 5 ricevitori distribuiti lungo tutto il lato corto del campo, Bill Cowher era il solo (almeno a sentire le sue dichiarazioni) a non pensare che Oakland avrebbe utilizzato lo stesso sistema; la presenza di ricevitori sicuri come Jerry Rice e Tim Brown, oltre che quella dell'esplosivo Jerry Porter e di un QB esperto come Gannon, è stato un motivo in più per il coach Bill Callahan per tentare di copiare New England e Cincinnati. Ora, anche se si ha la possibilità di mettere in campo così tanto talento, un sistema offensivo basato su continui lanci e formazioni "spread" non è assolutamente facile da gestire, perché mettere la palla in aria spesso è rischioso, e bastano uno o due errori per nullificare una serie anche lunga di azioni positive. Un esempio è quello che è successo nel Sunday Night; Gannon, Rice, Brown e Porter hanno eseguito con perfezione lo schema, costringendo anche la difesa avversaria a stare sul campo per lunghissimi periodi, e quindi provocando il suo affaticamento. Tuttavia, sono bastati due errori di Gannon, entrambi provocati dall'ottimo Joey Porter, per rimettere le cose praticamente in parità, e c'è voluto il ritorno di kick off di Terry Kirby per ridare in mano ai Raiders l'inerzia di una gara che altrimenti sarebbe stata tutt'altro che facile. Comunque, finche i giallo-neri non troveranno un modo di fermare il gioco aereo, aspettiamoci la stessa medicina da parte dei prossimi avversari; c'è da considerare anche, però, che vista la qualità di molti dei membri del reparto difensivo di Pittburgh (basti pensare oltre che a Porter, a Chad Scott, a Lee Flowers, a James Farrior), la festa per gli attacchi avversari non durerà ancora molto.

A parte Pittsburgh, la principale delusione di questo inizio stagione sono senz'altro i Rams, battuti per la settima volta consecutiva (se contiamo anche il Super Bowl dello scorso anno e la pre-season). Il problema principale dei Rams è una prestazione sottotono della linea d'attacco, troppe volte messa in difficoltà da Giants e Broncos senza ricorrere a blitz, e in modo da tenere a bada con coperture a zona i pericolosi ricevitori di St.Louis; è quasi difficile crederci, ma in due partite il coach Mike Martz ha messo la palla nelle mani di Marshall Faulk, forse il miglior giocatore della lega, solo per 24 corse, anche se l'ex Colts ha ricevuto altri 21 palloni. La causa principale di ciò è il fatto che i Rams hanno dovuto molto spesso giocare in svantaggio nel punteggio, e quindi sono stati costretti a mettere la palla in aria; sta di fatto, comunque, che qualcuno nella "città con l'arco" comincia a volere la testa di Martz. Staremo a vedere...

C'è ancora qualcuno che osa considerare i Patriots "meteore"? Dopo la convincente vittoria nel Monday Night di apertura, New England ha fatto un solo boccone dei Jets, grazie ad un'altra prova stellare di Tom Brady (già 563 yards e un rating di 105.9); quello che più impressiona nei campioni in carica è l'inserimento istantaneo dei nuovi arrivati, e mi riferisco soprattutto ai ricevitori Branch, Hayes e al tight end Cleeland. Dopo aver fatto vedere i sorci verdi alla secondaria degli Steelers, i tre sopramenzionati, insieme ai soliti Patten e Brown, hanno ridicolizzato i solidi difensive back di New York; New England, insieme ai Raiders, ai Dolphins e forse (ma un gradino sotto alle prime tre), ai Broncos, si candida come squadra da battere nella AFC. D'altra parte...sono o non sono i campioni in carica?

Il Monday Night sarà probabilmente ricordato più che altro per l'incidente successo durante il quarto periodo, quando la polizia ha un po' esagerato con dei gas lacrimogeni sparati per mettere fine ad una rissa sugli spalti, provocando la sospensione della partita perché sulla linea laterale degli Eagles era impossibile respirare. Dal punto di vista tecnico, però, la gara ha visto il completo fallimento dell'attacco "fun-n-gun" di Steve Spurrier, che dopo la buona prestazione del debutto contro Arizona, è stato annullato dal complicato ed efficace schema di blitz di Philadelphia, tanto che gli unici punti segnati dai Redskins sono stati quelli entrati sul ritorno di punt in TD di Jacquez Green. L'ex coach di Florida nel dopogara si è addossato buona parte della colpa per la pessima prestazione dei suoi; le cose potranno sicuramente migliorare nelle prossime settimane per la squadra della capitale, anche perché non tutte le difese sono valide come quella degli Eagles, tuttavia la prestazione di lunedì non può non essere considerata un campanello d'allarme.

Se si pensa alle squadre più convincenti di questo inizio anno bisogna includere i Broncos, che hanno bissato il loro successo contro i Rams nella gara d'apertura con un'altra convincente vittoria contro San Francisco, dopo che in settimana coach Mike Shanahan aveva fatto sapere che non avrebbe esitato a mettere in panchina il QB Brian Griese se le cose non fossero andate per il meglio. Conoscendo l'esperienza e l'abilità a motivare a livello psicologico i giocatori dell'ex offensive coordinator dei 49ers, c'è da sospettare che le sue affermazioni non fossero altro che un tentativo di mettere sotto pressione e motivare Griese, che la scorsa settimana ha tirato fuori il meglio di sé solo quando la riserva Steve Beurlein ha cominciato a scaldarsi sulla linea laterale. Comunque, i Broncos continuano a trarre beneficio da un sistema offensivo che si basa su una linea ottima ad aprire buchi per il gioco sul terreno, il che permette all'"armata" di RB di Denver (Gary, Anderson e Portis), di correre a volontà; i Broncos hanno sconfitto i 49ers grazie principalmente al gioco sulle corse, e senza quindi chiedere troppo al braccio di Griese, che infatti ha lanciato per sole 119 yards. Rimangono i dubbi sulla capacità dell'ex QB di Michigan di rispondere quando chiamato ad avere un ruolo più importante nell'attacco di Shanahan.

La partita più divertente della settimana è stata senz'altro quella tra Vikings e Bills, che ha anche portato a Drew Bledsoe il primo successo con la nuova casacca. Durante l'estate più volte il nuovo coach di Minnesota Mike Tice aveva detto che il suo attacco avrebbe coinvolto almeno nel 40% dei lancio Randy Moss, che lo scorso anno era stato utilizzato troppo poco dalla squadra, a detta del nuovo allenatore. Effettivamente, è stato calcolato che in sole 5 occasioni lo scorso anno Minnesota ha coinvolto Moss in più del 40% delle occasioni in cui ha messo la palla in aria, vincendo 4 volte; ebbene, i Vikes domenica hanno lanciato il pallone verso l'ex Florida State nel 45% dei casi, ed effettivamente la tattica avrebbe portato alla vittoria, se Doug Brien non avesse fallito quei due extra-point e se la fortuna non avesse aiutato Buffalo in occasione del field-goal che ha portato la gara in overtime. C'è da scommettere che la "Randy Ratio" rimanga elevata anche nelle prossime settimane.

Infine, non si può non menzionare i Dolphins, che hanno rischiato di subire la rimonta nel finale dei Colts, guidati da un Peyton Manning ancora una volta troppo impreciso (3 intercetti domenica e 26 totali nelle ultime 18 gare di regular season), ma il cui attacco ha offerto una prestazione superlativa. E' evidente che Ricky Williams aveva proprio bisogno di cambiare squadra, per esprimere il suo talento...