Huddle Magazine
 

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IL COMMENTO
by Matteo Gandini

WEEK 12

 

Dopo che la riserva Marc Bulger li aveva condotti a 5 vittorie consecutive, i Rams hanno riaccolto il titolare Kurt Warner, e con lui hanno ritrovato la sconfitta, la sesta stagionale in sei gare per l'ex QB della World League. Avevano ragione i critici che, non troppo silenziosamente, avevano suggerito a Mike Martz di insistere con Bulger e non modificare quella macchina apparentemente perfetta che aveva riportato i Rams in corsa per i playoffs dopo le 5 sconfitte di inzio stagione? Non necessariamente. Warner non ha giocato al meglio, e le sue statistiche(34 su 49 per 301 yards e 2 TD) sono "gonfiate" dai due drive nel quarto periodo in cui il QB dei Rams ha guidato la sua squadra vicino al pareggio(15 su 21 per 131 yards e 1 TD nelle due ultime serie offensive). Però, molto di più il QB dei Rams non avrebbe potuto fare, e la colpa della sconfitta contro Washington risiede soprattutto nell'inabilità della difesa di St.Louis di rallentare un attacco che, stranamente per un coach amante del lanci come Steve Spurrier, è stato caratterizzato da una notevole dose di corse di Stephen Davis. L'ex RB di Auburn non ha finito la gara con statistiche stellari (88 yards, anche se 3 TD), ma i suoi costanti guadagni sul terreno hanno dato alla gara il ritmo giusto per la squadra della capitale, hanno sfiancato la difesa di St.Louis, e hanno aperto così tante vie di passaggio per Danny Wuerffel che l'ex QB di Florida è sembrato perfettamente a suo agio alla guida dell'attacco della squadra della capitale. Spurrier ha iniziato la gara con un paio di drive sbilanciati una volta a favore delle corse, e un'altra a favore dei passaggi. Quando però l'ex coach di Florida è riuscito a trovare il mix perfetto, i Redskins hanno allungato e non si sono più voltati indietro, fino ai minuti finali, e Davis ci ha messo del suo con una serie di corse chiave in diverse situazioni importanti, una su tutte la coraggiosa "sweep" chiamata su un quarto e uno dalle 5 yards dei Rams nel terzo quarto, che ha portato al terzo TD della giornata il RB dei Redskins. Dall'altra parte, si è fatta sentire e non poco l'assenza di Marshall Faulk; coach Mike Martz ha cercato di reinserire Warner gradualmente, non costringendolo mai a lanci in profondità nella prima parte della gara, e il QB ha reagito bene, dimostrando di essere presente mentalmente (in diverse occasioni Warner ha lanciato alla sua terza o quarta opzione offensiva) e soprattutto di avere ritrovato quella sintonia con Isaac Bruce, il suo ricevitore numero uno, che sembrava non esserci nelle prime gare, e che invece Bulger aveva dimostrato di possedere. La difesa dei Redskins, aiutata domenica dalla mancanza di Faulk, nelle ultime settimane sta cominciando ad essere a suo agio nei difficili schemi ideati dall'ex defensive coordinator dei Ravens Marvin Lewis, e nel finale, quando Warner ha eseguito in maniera perfetta il "two minute drill" e ha portato i suoi vicini al pareggio, un'ottima giocata di Lavar Arrington (uno dei migliori del reparto difensivo di Washington, insieme a Fred Smoot e soprattutto Daryl Gardener) ha messo fine alle speranze di rimonta di St.Louis. Nel dopogara, Martz ha ripetuto più volte un "mea culpa" per la chiamata sul fumble decisivo, quando effettivamente il coach dei Rams ha un po' peccato di presunzione, in un momento in cui era vitale mantenere il possesso della palla e quindi proteggere il QB con il maggior numero possibile di uomini. Fatto sta, comunque, che a 5 vittorie e 6 sconfitte, ora St.Louis deve quantomeno vincere tutte le gare da qua alla fine della stagione, e sperare che un record di 11-5 basti per qualificarsi ai playoffs nell'equilibrata NFC. Non sarà facile...e quando Bulger si riprenderà completamente dal problema alla mano che questa settimana ha reso più facile la scelta di reinserire Warner, la voce dei critici si farà sentire ancora di più. Non certo una situazione invidiabile per coach Martz.

La gara tra i Packers e i Buccaneers, storiche rivali che a causa del nuovo allineamento divisionale potrebbero non rincontrarsi se non tra diversi anni, sarà ricordata più che altro per l'incidente che a fine partita ha visto Warren Sapp e il coach dei Packers Mike Sherman quasi venire alle mani. Si può capire la frustrazione di Sherman, che ce l'aveva con Sapp a causa di un blocco che ha messo KO il tackle di Green Bay Chad Clifton in occasione di un intercetto lanciato da Brett Favre nel terzo periodo, ma non si può negare che l'azione di Sapp fosse perfettamente legale. Soprattutto in questa stagione, l'NFL, attraverso multe salate, ha assunto un atteggiamento di "tolleranza zero" nei confronti della violenza non necessaria contro giocatori in posizioni vulnerabili, come un QB subito dopo un'azione di lancio o un ricevitore incapace di arrivare su un pallone, ma Sapp stesso ha ricordato di non aver bloccato Clifton da dietro, né di aver mirato alle sue gambe; niente che andasse oltre il regolamento. Per quanto riguarda la partita, per "Superman" Brett Favre si trattava della seconda trasferta in due settimane in quegli stadi in cui da qualche parte è probabilmente nascosta una grossa quantità di kryptonite; dopo la sconfitta della scorsa domenica al Metrodome (dove Brett ha vinto solo 2 volte in 11 gare), il QB dei Packers ha lanciato 4 intercetti al Raymond James Stadium di Tampa Bay (dove Favre non ha mai vinto in 5 partite), ed è sembrato troppo "sotto controllo", un lontano parente di quel giocatore che meno di un mese fa sembrava avere in tasca il titolo di MVP della lega. A dir la verità, almeno un paio degli intercetti tirati da Favre sono colpa di Terry Glenn, colpevole di essersi tirato indietro in un paio di occasioni e non aver neanche interferito con il defensive back; tuttavia, il corpo ricevitori di Green Bay, grosso punto di domanda ad inizio stagione, sembra essere in fase di miglioramento, come testimonia il fatto che Donald Driver sia stato da poco "premiato" con un'estensione contrattuale. Dall'altra parte, l'attacco di Tampa Bay sembra finalmente trarre beneficio dalla cura Jon Gruden, portato dai Raiders in Florida proprio per rivitalizzare un reaparto storicamente anemico; domenica, grazie all'ottima protezione fornita dalla linea d'attacco, il QB Brad Johnson ha giocato una gara non spettacolare ma solida, e i continui cambi di marcia forniti dall'altalena di RB Michael Pittman/Mike Alstott sono serviti ancora una volta a dare una solida base sul terreno ai Bucs. Dopo un primo tempo in cui le segnature sono arrivate grazie soltanto ad un paio di big plays(l'intercetto di Na'il Diggs per Green Bay e una lunga ricezione di Keyshawn Johnson per Tampa), dopo l'intervallo la difesa dei Packers (in cui si è messo in luce Vonnie Holliday, che sembra essersi ripreso dopo l'infortunio) ha cominciato a calare. Soprattutto, però, è stato il reparto difensivo dei Buccaneers, come al solito dominante, a decidere la gara, e nonostante almeno 7 palloni lasciati cadere dai ricevitori di Tampa Bay, la squadra allenata da Gruden ha ottenuto una netta ed importante vittoria. Occhio ai Bucs: un paio di anni fa, Baltimore arrivò al titolo con una squadra retta da una solidissima difesa e con un attacco quasi inesistente; Tampa Bay in difesa è forse anche superiore ai Ravens del 2000, e il suo attacco finalmente sembra cominciare a girare bene.

Paura del buio? Colts e Broncos sono arrivati al Sunday Night di domenica scorsa dopo 5 sconfitte in 5 gare in notturna disputate in questa stagione, e nel mezzo della bufera di neve che imperversava in Colorado, ne è uscita una delle gare più divertenti dell'anno, in cui entrambe le squadre hanno dovuto concentrarsi, più che a muovere la palla, a mantenerne il possesso. Indianapolis ha confermato di essere tutta un'altra squadra quando funzionano le corse di Edgerrin James; soprattutto Peyton Manning e Marvin Harrison, troppo spesso dimenticati quando si parla dei migliori QB e ricevitori della lega, hanno dimostrato di aver ritrovato un'ottima armonia. I Colts sono riusciti ottimamente a neutralizzare la rapidissima difesa di Denver con corse e lanci quasi sempre esterni, e una serie di ottime letture e giocate su terzi down di Manning (che ancora una volta ha guidato il suo attacco come il migliore direttore d'orchestra, chiamando praticamente in ogni occasione giocate originali sulla linea di scrimmage) hanno permesso a Indy di rimanere in gara fino alla fine. Denver ha commesso un grosso errore quando, sopra di tre punti e con 1.55 da giocare, su un terzo e 5 Shanahan ha deciso di andare per il primo down e ha chiamato un lancio, invece di tenere la palla sul terreno e lasciar correre il tempo. Il passaggio di Beurlein per McCaffrey è stato incompleto, e i Colts hanno guadagnato quei secondi preziosissimi che poi hanno permesso al kicker Mike Vanderjagt di emulare gli ormai storici calci nella neve di Adam Vinatieri nei playoffs dello scorso anno.

Infine, a guardare la partita di domenica, sembra che Marty Mornhinweg abbia deciso di spingere per il suo licenziamento. Già nel mezzo di una stagione a dir poco da dimenticare, domenica il coach dei Lions ha deciso di dare la palla ai Bears dopo aver vinto il sorteggio all'inizio del supplementare, scegliendo piuttosto di giocare col vento a favore (come se fosse una novità trovare del vento a Chicago...) nonostante la sua difesa avesse appena concesso 134 yards in 22 giochi ai Bears, permettendo loro di pareggiare; poi, ha completato l'opera decidendo di accettare una penalità per holding, in modo da dare ai suoi avversari un terzo e 18 sulle 45 dei Lions, invece che costringerli ad un quarto e 8 dalle 35 (e quindi ad un difficile FG o più probabilmente ad un punt). Inutile dirlo, Chicago ha conquistato il primo down e ha messo il kicker Paul Edinger in posizione di vincere la partita con un comodo FG. Non solo: nella conferenza stampa del dopo-partita, Mornhinweg ha detto che se si ritrovasse in una situazione del genere rifarebbe le stesse cose. Che abbia già deciso di cambiare aria?