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23-10 |
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Per una volta rifacciamoci a quanto comparso sulla stampa USA: un reporter, commentando la partita, ha constatato come mai nella sua vita gli era capitato di assistere ad una partita di football persa così clamorosamente da un uomo solo. Però, con riguardo a questa gara, è oggettivamente difficile spostare l'analisi da quanto combinato da Ray Lucas.
Certo, parliamo dei Bills, che sono stati bravi a spezzare una striscia perdente contro Miami che si stava pericolosamente allungando. Parliamo pure di Drew Bledsoe, che non ha sbagliato nulla, ha raccolto tutte le opportunità che i Dolphins gli hanno concesso, cercando sempre il big play ed a volte trovandolo (TD di 70 yds su Moulds) ed ha guidato con pulizia e precisione la squadra in un campo storicamente difficile per i Bills. Ricordiamo senz'altro la buona prestazione di Travis Henry, 132 yards e più di una corsa lunga contro una difesa tra le migliori della NFL. E nominiamo senz'altro la buona prova della difesa di Buffalo, capace di contenere Ricky Williams (pure molto chiamato in causa e sempre pericoloso) appena sotto le 100 yards sulla terra.
Ma la partita di domenica scorsa inizia e finisce con un solo, semplice dato: Miami ha commesso 6 turnovers e Buffalo nemmeno uno, e Buffalo ha segnato 17 dei suoi 23 punti sui turnovers degli avversari. E su tutte e sei le palle perse c'è la firma di Ray Lucas.
Ad un certo punto uno spettatore allo stadio (prontamente inquadrato dalle telecamere) ha esposto un cartello eloquente: "Jay get well soon", "Jay guarisci presto". E non si sa se sia un sincero augurio al quarterback titolare dei Dolphins, fuori da 4 a 8 settimane con un pollice rotto, o un augurio causato dalla prestazione di quello che per tutto questo periodo dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere il suo sostituto al timone dell'attacco aqua-arancio.
Lucas, alla sua prima gara da titolare dal 1999, ieri ha fatto poche cose giuste. Forse solo il passaggio con cui, verso la metà del primo quarto, ha pescato in touchdown Randy McMichael, e che ha dato l'illusione che andasse tutto bene. Invece da lì in poi è stato un incubo: 4 intercetti (3 dei quali catturati da Nate Clements) e due fumbles, uno placcato da Roy Williams nel backfield mentre aspettava lo sviluppo di una reverse ed uno in un handoff male eseguito con Ricky Williams. Alla fine chi ci ha fatto un figurone è stata la difesa dei Bills, che in tutta la stagione non aveva ancora collezionato nemmeno un intercetto.
Ma è tutta la partita di Lucas ad essere stata inguardabile: scelte affrettate, quasi in presa all'ansia, passaggi sotterrati o tirati fuori misura, per uno score finale di 13 completi su 33 tentativi, e 165 yards totali, con un incredibile rating di 26.3. E con queste cifre diventa difficile capire quanto l'assenza dei due ricevitori titolari Chambers e Gadsden abbia pesato sulla partita. Ed è anche difficile giudicare obiettivamente una gara che, considerati gli errori commessi, è stata comunque incredibilmente combattuta e serrata nel punteggio fino alla fine, grazie alla bella prestazione della difesa di Miami contro un attacco che vantava una media di 35 punti a partita.
"Non credo che ci sia mai stato un caso in cui una persona ha perso una partita da solo al posto dei propri compagni, tranne oggi... Il modo in cui ho giocato oggi è stato forse il peggiore in cui un quarterback abbia mai giocato in tutta la storia della NFL... Non credo di aver mai tirato quattro intercetti da quando sono nato... Mi sono fatto vergogna da solo... Probabilmente non dormirò per i prossimi tre giorni... Cosa posso dire? Non c'è niente da dire. Tranne: mi dispiace... Non ho scuse. Nessuna...". Inutile dire di chi sono queste parole.
Che dire? Che peggio di così Lucas non potrà probabilmente fare, che i compagni comunque continuano ad avere fiducia in lui ("Ray starà meglio. È il più duro, qui dentro, si riprenderà" sono state le parole di Zach Thomas), e che la settimana di riposo arriva al momento giusto. Servirà per far lavorare Lucas, e per provare a fargli riprendere fiducia, ed anche per assorbire, oltre a questo trauma, anche quello della dipartita di Oronde Gadsden, che ha deciso di operarsi al polso infortunato dopo aver rifiutato una proposta per il prolungamento del contratto. Forse i suoi giorni in maglia Dolphins sono finiti, ma certo chi lo sostituirà non è certo il primo arrivato, e la settimana di riposo servirà certo anche a Cris Carter per entrare nei meccanismi di una squadra con cui spera di poter avere una chance di giocare il Superbowl.
I Bills, dal canto loro, sono "back on track", perfettamente in grado di dire la loro nella corsa ai playoffs nella division: i Patriots sono alle spalle, ed i Dolphins sono avanti di solo una partita, ma col bye week alle porte. Domenica, ad Orchard Park contro i Lions, si gioca per il primato. Un primato alla portata.
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7-20
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Racconta divertito Curtis
Martin: "Qualcuno dei miei amici prima della partita mi chiamava e mi diceva:
'Curtis, veniamo lì per azzerarti'. Adesso non succederà più". Forse la fiducia che Martin ed i Jets stanno iniziando a riporre in Chad Pennington s rivelerà eccessiva o prematura, o forse no. Ma almeno, adesso, i Jets possono ricominciare a respirare ad a considerarsi di nuovo una squadra di football. Dopo 42 giorni dalla loro ultima vittoria, è arrivata una prestazione senza errori in attacco, con una difesa aggressiva, insomma una bella partita, proprio quando Herman Edwards iniziava a non saper più cosa dire per motivare la squadra. "L'ultimo mese è stato terribile, e questa vittoria ci risolleva un po'. Ti senti un po' migliore, hai un po' più di fiducia. Il tuo pranzo ha un sapore migliore. Tua moglie è più bella. Ora vai a casa e accarezzi il cane invece di cercare di dargli un calcio. Sono tutte cose che arrivano vincendo, e sono sensazioni che non provavamo da un po'". La soddisfazione del coach è palpabile, ed uno dei maggiori motivi di soddisfazione è proprio la prestazione del suo giovane
quarterback.
Buttato nella mischia la scorsa settimana, con una mossa che sembrava quella della disperazione, al posto di un ormai spento
Testaverde, Chad Pennington ieri ha vivisezionato i Vikings (che non a caso hanno la penultima secondaria della NFL) lanciando per 324 yards ed un
touchdown, con una percentuale stellare di 24/29. Ha letto benissimo il gioco, sfruttando la meglio le armi a sua disposizione, lanciando su sette ricevitori diversi e consentendo anche a Santana Moss di far finalmente vedere che anche lui esiste: 5 ricezioni per 111 yards sono la prova che il giovane ricevitore, su cui i Jets hanno puntato molto per il futuro, forse sta uscendo dal tunnel.
In tutto questo il contributo dei Vikings è stato comunque importante. Come ricordato, Minnesota ha una delle peggiori difese di tutta la NFL, ma ieri tutta la squadra non ha fatto molto per evitare la sconfitta contro una squadra con lo stesso record e che, per questo, poteva anche essere battuta. Culpepper si è svegliato solo nella seconda parte di gara, arrivando alla fine a 288
yards, ma la frittata era fatta: tre intercetti già lanciati, Jets avanti 21-0 all'inizio del quarto quarto, poca o nessuna collaborazione da parte dei compagni, e Randy Moss già intento a pensare alle battute velenose da indirizzare ai suoi compagni. Né lui né nessun altro, però, sembra ormai capace di essere determinante in questa squadra, che dà purtroppo la triste impressione di essere allo sbando e con la palpabile prospettiva di una ricostruzione attorno a Culpepper e (purtroppo? per fortuna?) al mega contratto ed al mega ego di Randy
Moss.
I Jets, invece, forse si stanno scrollando di dosso il pessimismo. È probabilmente sparita la prospettiva di un posto ai
playoffs, vista la difficoltà della division e l'andamento che stanno tenendo nella AFC West ma, per quanto poco, chi vorrà battere i Jets adesso è un po' più preoccupato di prima.
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